23/12/2025
Come nutrizionista lo ripeto spesso: la restrizione alimentare non genera cambiamento, prepara solo il terreno al ritorno delle vecchie abitudini, specialmente durante le feste.
"Libertà", al contrario, è una parola bellissima di cui però spesso non cogliamo il vero significato: scegliere la cosa migliore per noi in quel momento. Troppo spesso la confondiamo con il mangiare fino a scoppiare. Ma passare dal "conto le calorie" al "mangio finché sto male" non è un atto di libertà; è solo spostare il confine del proprio malessere. In entrambi i casi il risultato è lo stesso: ci si sente in colpa e, nel secondo caso, anche fisicamente appesantiti.
Esiste un’altra modalità? Certamente sì. Ma per trovarla bisogna essere disposti a entrare in un territorio inesplorato, per certi versi anche spaventoso: quello spazio in cui la mente molla il controllo e permette al corpo di tornare a sentire.
Sentire ciò che succede in bocca quando mastichi un cappelletto o nella pancia quando stai per chiedere il bis di panettone al mascarpone.
Non serve una dieta, ma non serve nemmeno stare male per dire di aver festeggiato. Libertà è godersi il brindisi e i piatti del cuore, ma è anche fermarsi un attimo prima che il piacere si trasformi in pesantezza, acidità e spossatezza.
Quest'anno il mio augurio è che sia Natale tutto l’anno: niente dieta, viva la libertà!