La Base Sicura

La Base Sicura Mi chiamo Martina Di Matteo sono una psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale. Ricevo a Rimini zona Lagomaggio

La Base Sicura vuole essere un nido per crescere e imparare a volare…per tutti i bambini, adolescenti e genitori.

MA I NEONATI CAPISCONO?Non so se vi è mai capitato di sentir dire..."tanto è piccolo non capisce" ...ma è proprio vero?A...
22/10/2024

MA I NEONATI CAPISCONO?
Non so se vi è mai capitato di sentir dire..."tanto è piccolo non capisce" ...ma è proprio vero?
Assolutamente No. I neonati capiscono. Non conoscono parola come fanno a capire?
Grazie ai loro sensi somatici. Eh sì, veniamo al mondo con un sistema percettivo altamente focalizzato su due aspetti: 1 il comportamento non verbale: il tocco quello lento non brusco, il contatto fisico, il tono di voce calmo, l'odore senza profumi artificiali e soprattutto le espressioni del volto.
2 le sequenze temporali: dopo pochi giorni un neonato è capace di capire il tempo che passa tra un suo segnale es. pianto e la risposta del genitore e adattarsi ad essa.
Un neonato può fare esperienza di tutto ciò solo dentro la relazione con chi si prende cura di lui. Dunque il bisogno principale di un neonato è il BISOGNO DI RELAZIONE, è in questa danza tra i segnali del neonato e le risposte del genitore che il piccolo potrà acquisire informazioni che andranno a costruire i suoi occhiali per vedere se stesso, gli altri e il mondo.

"La vita ha un ritmo. Gira e gira come una ruota. E come una ruota non tocca mai due volte la stessa terra. Dov'è  inizi...
05/12/2023

"La vita ha un ritmo. Gira e gira come una ruota. E come una ruota non tocca mai due volte la stessa terra. Dov'è iniziata? Con la nascita di un bambino? Con l'incontro dei genitori? Con la loro infanzia? Con la loro nascita? Nel girare di questa ruota non c'è ne inizio né fine, ma ogni giro porta con sé qualcosa della storia di ciò che è stato prima e allo stesso tempo l'impronta del terreno sul quale ruota adesso "

Grazie di cuore a Sara per avermi accolto al suo corso pre parto e grazie a tutte le coppie di genitori presenti ieri sera. Profondamente grata di aver condiviso un piccolo tratto di viaggio insieme.

Visto l’imminente rientro a   laBaseSicura presenta: “Quando la scuola fa paura” . Impareremo insieme a conoscere l’Ansi...
14/09/2023

Visto l’imminente rientro a laBaseSicura presenta: “Quando la scuola fa paura” .
Impareremo insieme a conoscere l’Ansia Scolastica, le sue manifestazioni nei bambini e nei ragazzi, come riconoscerla e le strategie per gestirla al meglio.

◽️l’evento sarà possibile in modalità online comodamente da casa o in presenza.
◽️l’incontro è rivolto a genitori, insegnati, ma anche nonni, ragazzi maggiorenni o chiunque sia interessato.

Per informazioni puoi scrivermi una mail a dr.martinadimatteo@gmail.com
o chiamare il numero 3398939349

24/07/2022

DIANA C’ERA. MA NESSUNO SE NE E’ ACCORTO.
Nel film “Nessuno lo sa” una madre irresponsabile lascia i suoi quattro figli (Akira, il più grande ha 12 anni) soli in un piccolo appartamento di Tokyo per stare con l’uomo di cui si è innamorata. Affida al maggiore dei quattro fratelli la responsabilità sui più piccoli, consegnandogli una piccola cifra di denaro per la sussistenza di tutti. Quando la mamma scompare, Akira – a soli 12 anni – diventa l’adulto di riferimento per i suoi fratelli. Li nutre, li protegge, li consola. Lui bambino, fa per i suoi fratellini quello che gli adulti non hanno mai saputo fare per lui e con lui. Il film è bellissimo e straziante. Mostra una società in cui i bambini sono diventati - al tempo stesso - invisibili e ingombranti. Nessuno si accorge dei quattro fratellini, “nessuno lo sa”, proprio come dice il titolo. Questo film, visto alcuni anni fa, per me è diventato indimenticabile e mi ha fatto appassionare alla cinematografia di Hirokazu Kore'eda, un regista giapponese straordinario di cui, sempre dalla mia pagina Facebook, vi ho proposto in passato altri bellissimi film (Father and son, Ritratto di famiglia con tempesta).
La storia di “Nessuno lo sa” oggi è un fatto di cronaca che ci lascia senza fiato. Una bimba di 18 mesi è stata lasciata sola in un appartamento per più giorni dalla madre che l’ha abbandonata per raggiungere il proprio compagno. Ciò che mi lascia senza parole è il silenzio assordante di tutto e di tutti, durante i sei giorni in cui Diana – questo è il nome della bimba – resta senza nessuno, in un appartamento di Milano. Nessuno ha visto. Nessuno ha sentito. Nessuno ha capito che cosa stava succedendo in quella casa. Per tutti Diana era una “non bambina”. Nessuno si è accorto che c’era. Non ho alcun elemento per giudicare il comportamento di un genitore che fa una cosa così terribile. Ci penseranno la legge e gli specialisti che prenderanno in carico il caso. Ma posso dire che casi così ci rivelano – in modo estremo e tragico – una verità che va al di là della singola situazione: troppe volte, noi adulti trattiamo i bambini come soprammobili. Li appoggiamo da qualche parte nelle nostre vite, mentre andiamo avanti a fare tutto il resto come se loro non ci fossero. Diana c’era. Ma nessuno se ne è accorto. “Nessuno lo sa”: non è solo un film. A volte è anche la frase che meglio descrive la storia di bambini che ci vivono accanto. Per Diana, stasera, una preghiera e molte lacrime.

17/07/2022

Pensavo. Quante coppie restano insieme solo per paura di perdersi, mentre la voglia di tenersi se ne è andata, e poi come glielo dico a zia Peppina e al padre di lei, alla madre di lui? Se ci si lascia dopo vent'anni, insomma, e dovendo annunciarlo a milioni di zie Peppine, credo significhi che ci si è amati davvero, che si è chiesto all'amore di proteggerci ma anche di farci sentire vivi, allo stesso tempo. Per dirla con Erich Fromm "l’argomento base dei genitori in una situazione simile è che non possono separarsi per non privare i figli del bene di una famiglia unita. Qualsiasi analisi profonda dimostra invece che l’atmosfera di tensione e di infelicità nella “famiglia unita” è più dannosa per i ragazzi di quanto non lo sarebbe un’aperta rottura che insegnerebbe loro almeno che l’uomo è capace di porre fine a una situazione insostenibile con una scelta coraggiosa". Lode a chi, allora, dimostra ai suoi figli che cos'è l'amore e, se l'amore finisce, gli spiega che cosa amore non si può considerare più, e magari si inventa nuove forme- fosse solo perché quei figli lo riconoscano, l'amore, e non ne abbiano paura, quando toccherà a loro.

Esiste il manuale del genitore?Purtroppo o per fortuna ciò non è possibile e la ragione è molto semplice, perché un manu...
21/06/2022

Esiste il manuale del genitore?

Purtroppo o per fortuna ciò non è possibile e la ragione è molto semplice, perché un manuale non serve! I figli sono essi stessi il manuale di istruzioni, Ciò che serve è affinare la tecnica per “leggere” la relazione con loro.

L’obiettivo di ogni genitore non deve essere quello di diventare un “genitore perfetto” bensì un “genitore sufficientemente buono”.

Lo psicoanalista inglese Winnicott, scriveva che essere un genitore sufficientemente buono significa accettare di avere paure, preoccupazioni, momenti di crisi e stanchezza, ma al contempo essere per il proprio figlio quella figura in grado di trasmettere sicurezza e amore.
Significa accettare di non essere perfetti e di poter commettere errori. Gli errori relazionali sono assolutamente fisiologici e soprattutto dobbiamo ricordarci che sono sempre riparabili.

La differenza la fa proprio se e come ripariamo a quelli che pensiamo possano essere degli errori.
Ad esempio, può capitare di perdere la pazienza per una sciocchezza, perché nervosi per altre ragioni ed avere una reazione spropositata al comportamento del proprio figlio. Tutto ciò appartiene alla “normalità” e non deve far sentire in colpa o a disagio. La cosa importante è rendersi conto di cosa è capitato e spiegare ciò al bambino.

In questo modo si insegnano due cose fondamentali:
• Anche i genitori sbagliano.
• È possibile sbagliare ma si può • e si deve riparare

La modalità con cui riparare non può essere standardizzata, perché deve rispecchiare il modo di essere di ogni genitore. È importante che il genitore si senta a proprio agio nel “riparare”, trovando il proprio “modo migliore” affinché sia efficace e faccia stare bene sia il genitore sia il figlio.

Non è sempre facile riuscire a riflettere e riparare agli errori relazionali, anzi spesso questo risulta impossibile per via delle fatiche quotidiane e delle nostre esperienze pregresse, ma è provato da diversi studi che sono sufficienti il 30% di interazioni positive con i figli, così come descritte, affinché le relazioni siano basate sulla sicurezza.

Cosa significa “una relazione basata sulla sicurezza” verrà approfondito nel prossimo post.

15/06/2022

LA STRADA CON TE

Io sono un bambino.
Quando entro nella tua vita faccio rumore.
Ti rubo il sonno.
E faccio di tutto per cambiarti la vita.
Però se di me vedi solo questo, allora divento un ingombro.
Qualcosa che va incastrato in mezzo a un milione di cose che già c’erano prima di me.
Ma io non funziono come la tessera di un puzzle. Non possiedo l’incastro perfetto.
Per trovare il mio posto nella tua vita, tu devi prima di tutto trovare il tempo per me nella tua.
E poi devi metterci tenerezza e molta, molta pazienza.

Io sono un bambino.
Non sono come te.
Lo diventerò, solo se mi prendi per mano e mi porti lì, dove sei tu.
Con calma, disponibilità e pazienza.
La strada è lunga.
Il tempo per riuscirci si chiama età evolutiva.
E dura almeno 18 anni.
Se queste cose le sai sin dal primo giorno e le metti in pratica, io non sarò mai un ingombro per te.
Ma sarò la più grande occasione che la vita ti ha dato per diventare una persona migliore.

Dedicato a tutti i genitori. a quelli che lo stanno per diventare. A quelli che un giorno lo saranno.

30/05/2022

PERCHE’ IL BACIO SULLA BOCCA AD UN BAMBINO E’ UN GESTO SBAGLIATO.

In questi giorni sui social ha imperversato una polemica relativa ai genitori che baciano in bocca i propri figli. E’ un gesto che si vede sempre più spesso fotografato anche nei profili di genitori famosi che sui loro social si mostrano coinvolti in questa azione con i proprio figli. In parte, il dibattito è scaturito quando è apparsa ed è stata diffusa su scala globale la foto di D. Beckham che bacia sulla bocca sua figlia Harper. Diciamocelo chiaramente: è un gesto sbagliato. Senza se e senza ma. Perché gli adulti hanno la responsabilità di offrire tenerezza e contatto ai loro bambini senza mai ricorrere a gesti che possono essere fonte di eccitazione o sensazioni intense. Il tocco e il contatto dei genitori verso i propri bambini è il primo insegnamento che essi ricevono sull’importanza di rispettare i confini corporei. L’intimità che un genitore regala al proprio bambino è affettiva, ma non è amorosa. Ad un bambino si deve dire “Ti voglio bene” e non dire “Ti amo”. Ad un bambino si danno baci sulle guance, ma non sulle labbra. Ad un bambino si fanno le coccole, non tocchi eccitatori e sensuali. Dire “Ti voglio bene”, baciare sulle guance, coccolare comunica affetto ed è il linguaggio che promuove contatto emotivo tra adulto e bambino. Dire “Ti amo”, baciare sulle labbra, toccare in modo da produrre eccitazione sensuale appartiene al linguaggio dell’amore e serve a generare intimità corporea tra due persone che possono dare consenso a tutto ciò perché ne conoscono i linguaggi, i significati, le implicazioni, le conseguenze. Ogni gesto che riguarda il corpo del bambino è un gesto che gli deve comunicare affetto e che al tempo stesso deve formare in lui la percezione di quali sono i suoi confini corporei, ovvero quei limiti che nessuno può valicare senza il suo consenso. Un consenso che potrà dare solo quando avrà le competenze per distinguere ciò che è affetto da ciò che è amore. Che cosa pensereste se vedeste uno zio, un maestro o un allenatore dare un bacio sulla bocca al vostro bambino? Probabilmente interverreste fermamente chiedendo che quella cosa non accada mai più. Quindi, se quel gesto è inappropriato se fatto da un adulto verso un bambino, resta inappropriato anche quando viene compiuto dai genitori. Vale per il bacio sulla bocca quello che vale per lo schiaffo. Non vorremmo mai che un adulto schiaffeggiasse i nostri figli. Questo rimane un buon razionale per imparare – noi stessi genitori – a non dare mai schiaffi ai nostri figli. Perché il rispetto che l’adulto deve al bambino, non cambia a seconda di chi lo deve mettere in gioco. Tutti gli adulti, genitori compresi, devono rispettare i bambini. E i baci sulla bocca – così come gli schiaffi – non sono gesti rispettosi. Punto e basta. Se pensi che questa comunicazione sia utile ad altri genitori, condividila. Il dibattito, naturalmente resta aperto. Ma in questo caso, mi sento di chiedervi fiducia incondizionata: per una volta fidatevi di ciò che ogni buon professionista vi direbbe a proposito di questo argomento.

Auguri a tutte le mamme
08/05/2022

Auguri a tutte le mamme

“Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.”

Pier Paolo Pasolini

08/05/2022

La duchessa di Cambridge appare in un video messaggio per affrontare in maniera appassionata e personale il tema delle difficoltà che le madri affrontan…

“La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l‘ho imparat...
11/04/2022

“La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l‘ho imparata all‘asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell‘infanzia.
Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa,
Pensare e disegnare, dipingere, cantare,
ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.

Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo
è meglio tenersi per mano e rimanere uniti”.
Robert Fulghum

Oggi oltre alla mia professione di psicologo inizio un nuovo percorso come educatore perché per imparare a “stare” con i bambini bisogna sedersi con loro.

Le esperienze infantili plasmano le lenti che crescendo indosseremo per guardare noi stessi, gli altri e il mondo. Come ...
10/04/2022

Le esperienze infantili plasmano le lenti che crescendo indosseremo per guardare noi stessi, gli altri e il mondo.
Come vedo me stesso? Sono degno di essere amato incondizionatamente in quanto essere umano o posso essere amato solo se prendo tutti 10, solo se sono Bravo, solo se non faccio arrabbiare?

Indirizzo

Via Ubaldo Marchi, 83 Rimini
Rimini
47924

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