23/03/2025
Oggi mi sono fermata e ho deciso di ascoltare l'ondata mediatica degli ultimi giorni riguardo la serie Adolescence.
L'ho fatto perché, da ciò che leggevo, credevo mi sarei confrontata con messaggi e contenuti utili alla mia professione e al confronto con giovani adolescenti e le loro famiglie che, in diversi modi, incontro quotidianamente.
L'ho fatto perché questo era già successo in passato con altre produzioni cinematografiche come INSIDE OUT, Encanto, il Ragazzo con i pantaloni rosa...
E invece, sarò una voce fuori dal coro, non ho riscontrato tutta questa intensità, bellezza, significato di cui tanto ho letto negli ultimi giorni.
Di 4 ore di narrazione fatta di:
-descrizione delle dinamiche investigative americane interrotte ogni tanto da brevissime rappresentazioni di tipici comportamenti adolescenziali ribelli
-di lunghi racconti che poco aiutano a rimanere sul tema
-di scene interamente centrate su un atteggiamento di sfida e rabbia, sì proprio dell'adolescenza ma che sposta l'attenzione da argomenti che si è provato a trattare (l'utilizzo dei social, il linguaggio giovanile,i commenti ai post) e che sono rimasti sospesi...
io salvo esclusivamente gli ultimi 20 minuti.
Nella fase finale emerge la fragilità della famiglia di un adolescente, il rimprovero rispetto ai propri comportamenti, gli interrogativi, le giustifiche alla proprie scelte e atteggiamenti ma solo dopo la delusione, la tristezza, la disperazione.
In due frasi, le uniche che ho trovato importanti e sempre racchiuse negli ultimi minuti, racchiudo l'importanza di stare accanto agli adolescenti e di vivere questa fase di vita (e non solo) con presenza e attenzione:
1)"pensavamo che lì, chiuso nella sua camera, fosse al sicuro"
2)"scusami figlio mio, avrei potuto fare di più."
L'adolescenza, anzi, i figli, hanno bisogno
-di dialogo, anche se lo rifiutano
-di occhi li guardano, anche se sbattono le porte
-di chi chiede loro "come stai" anche se risponderanno sempre "normale" o se ci diranno che non è affare nostro.
Perché l'adulto è quel confine che loro non tollerano in una fase di vita in cui mirano solo alla libertà e alla fuga ma non hanno gli strumenti adeguati per vivere completamente soli.
E allora, se l'adulto molla la presa, se asseconda l'allontanamento, se non dà regole perché "tanto non le rispetta", contribuisce alla perdita di orientamento emotivo che invece, accanto all'adulto può trasformare in bussola.
Ci sarebbe molto da dire, sull'adolescenza ma non su Adolescence.
Pensiero personale
Non la consiglio ma vi consiglio di non mollare mai la presa sui vostri ragazzi
💪🏻❤️