LA STORIA DELL'AVIS RIVOLI
Fondazione e sviluppo dell'AVIS di Rivoli
Anno 1935
Quando un gruppo di persone volenterose si uniscono per aiutare e rendersi utili alla collettività, sorgono Associazioni, che oltre ad aiutare il prossimo, offrono a chi le ha promosse soddisfazioni personali e motivano il proseguimento dell’azione avviata. La storia rivolese di questa associazione è variegata, e in questo lungo lasso di tempo non ha subito variazioni nelle finalità preposte come raccolta di sangue, ma ha lasciato non poche impronte nella storia cittadina. Oggi l’AVIS è conosciuta in tutto il territorio nazionale, essendo l’Associazione che conta il maggior numero di soci, ma all’epoca della fondazione si doveva faticare per trovare donatori, tanto è vero che occorrevano strategie per far accorrere i cittadini. L’AVIS Rivolese apre così negli anni cinquanta un “dopolavoro”, in via al Castello, in cui funziona un bar e alla sera si balla a suon di musica. La gente accorre numerosa per divertirsi, e in molti, venuti così a conoscenza della finalità di raccolta del sangue, si iscrivono all’Associazione. Con il passare degli anni, il locale ricreativo cessa di funzionare, e inizia un altro capitolo importante, la creazione di un Centro di raccolta del sangue nel Vecchio Ospedale, Centro che raccoglie, analizza, classifica le donazioni di molte sezioni distribuendole ai Nosocomi che ne fanno richiesta. Oggi i donatori sono aumentati di molto e ormai sono oltre 1500 gli iscritti, e la sezione Rivolese, tolte un paio di sezioni autonome, è la seconda dopo Torino su oltre 100 sezioni Provinciali. Gli scopi dell'associazione fissati dallo Statuto erano e sono: rispondere alla crescente domanda di sangue, grazie a donatori pronti e controllati nella tipologia del sangue e nello stato di salute, nonché lottare per eliminare la compravendita del sangue e fare in modo che tutto il sangue disponibile venga utilizzato proficuamente.
