08/11/2025
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QUANDO LA CELLULA SMETTE DI VIVERE E INIZIA SOLO A SOPRAVVIVERE
(Di Patrizia Coffaro)
Mentre in Italia nutrizionisti e medici che si definiscono “funzionali” stanno ancora Iitigando su quante uova si possano mangiare a settimana, se il b***o sia da evitare o la panacea, se la vitamina D vada presa solo d’inverno o tutto l’anno e se realmente va presa, se il digiuno faccia bene o male, nel resto del mondo la vera medicina funzionale sta parlando di tutt’altro.
Sta parlando di metabolismo cellulare, di bioenergia, di trauma biologico e del motivo per cui il corpo smette di guarire anche quando sembra tutto a posto.
Perché possiamo anche fare la guerra al glutine, alla caseina o all’istamina, ma se la cellula è intrappolata in modalità sopravvivenza, non c’è supplemento o dieta che tenga. Puoi nutrirti da manuale, integrare con precisione svizzera, eliminare ogni tossina possibile… e restare ugualmente stanco, infiammato, annebbiato, spaventato.
È qui che entra in scena un modello che in Italia quasi nessuno conosce ancora, ma che negli Stati Uniti sta rivoluzionando la medicina delle malattie croniche... la Cell Danger Response, ovvero, la Risposta al Pericolo Cellulare.
Un concetto che spiega finalmente perché certe persone non riescono a uscire dal circolo vizioso della malattia, anche dopo anni di cure, diete e tentativi. E ti avviso.... una volta che lo capisci, non riesci più a guardare la biologia con gli occhi di prima.
È un modello biologico che cambia completamente la prospettiva, non più la malattia come difetto, ma la malattia come adattamento. Non è una teoria spirituale, molte persone non riescono più a guarire anche dopo che la causa della loro malattia è stata rimossa.
Ogni cellula del nostro corpo è dotata di un interruttore di pericolo. Quando percepisce una minaccia, tossine, infezioni, stress ossidativo, trauma, carenze energetiche o perfino stress emotivo, cambia completamente modo di funzionare.
Il metabolismo, che normalmente è aperto, flessibile e collaborativo, si chiude. La cellula smette di comunicare con le altre, riduce la produzione di energia mitocondriale, accumula metaboliti e mette in pausa i processi di crescita, riparazione e digestione. In pratica, passa da modalità vita a modalità sopravvivenza.
È un meccanismo di emergenza perfettamente sensato, se pensiamo a un pericolo acuto. Il problema nasce quando lo stato di allerta non si spegne più. La minaccia finisce, ma la cellula non lo sa. E così resta bloccata in questo stato di difesa cronica, come un soldato che continua a sparare anche dopo che la guerra è finita.
Quando la cellula entra in Cell Danger Response (CDR), cambia la sua biochimica in modo radicale. I mitocondri, che dovrebbero produrre energia sotto forma di ATP, usano l’ATP come segnale di allarme, rilasciandolo all’esterno come se fosse un codice S0S.
L’ATP extracellulare viene percepito dal sistema immunitario come un segnale di pericoIo, che mantiene attiva l’infiammazione.
Si riduce la respirazione mitocondriale e aumenta la glicolisi anaerobica, cioè la produzione di energia d’emergenza.
Le membrane cellulari cambiano composizione, diventano più rigide, per impedire l’ingresso di tossine o agenti patogeni.
E la comunicazione intercellulare viene drasticamente limitata... la cellula si isola.
In questa condizione il corpo non è più in uno stato di flusso, ma di congelamento biologico. Non guarisce, non si adatta, non evolve. Resta fermo in un loop difensivo che diventa, con il tempo, malattia cronica.
E ora ti spiego quello che molte persone stanno vivendo:
“Ho curato la causa, ma sto ancora male.”
“Ho tolto la candida, ma ho sempre l’infiammazione.”
“Ho bonificato la casa dalla muffa, ma il mio corpo reagisce ancora a tutto.”
“Ho fatto le cure per la Lyme, ma la stanchezza non passa.”
"Ho debellato H. Pylori ma sto ancora male"
Tutti questi casi hanno un elemento comune.... il corpo non riesce più a uscire dallo stato di pericolo.
Il sistema nervoso autonomo resta iperattivo, i mitocondri lavorano male, il sistema immunitario non distingue più tra minacce vere e ricordi di minacce. È come se le cellule avessero un trauma, un imprinting energetico di allarme che non riescono più a disattivare.
E qui si comprende perché questo modello è la chiave per capire fibromiaIgia, sindrome da fatica cronica, Iong C0vid, MCAS, sensibilità chimica multipla, infezioni croniche e anche i disturbi post-traumatici. Non sono malattie psicosomatiche, ma malattie da blocco metabolico cellulare.
Eh si, il corpo non è impazzito.... sta solo tentando di proteggerti! La parte più affascinante di questo modello è che ribalta completamente l’idea di errore biologico. Il corpo non si sta sabotando... sta tentando di sopravvivere, anche se lo fa nel modo sbagliato.
Ogni cellula, davanti a un pericolo, sceglie la priorità... proteggere, non guarire. Il problema è che nel mondo moderno, le minacce non sono più temporanee... sono continue. Campi elettromagnetici, stress cronico, tossine ambientali, farmaci, infezioni persistenti, conflitti emotivi non risolti. La cellula non riceve mai il messaggio che il pericolo è finito e allora resta chiusa, iperprotettiva, spenta.
È come vivere con il piede sempre sull’acceleratore e sul freno allo stesso tempo... consumi energia, ma non ti muovi.
I mitocondri non sono solo centrali energetiche... sono i sensori di sicurezza della cellula. Quando percepiscono un’anomalia, emettono segnali di allarme redox, rilasciano ATP all’esterno, attivano il sistema immunitario e modulano i processi infiammatori.
Li definisco i custodi della vita e della m0rte ceIIulare. Quando sono in equilibrio, il corpo rigenera. Quando restano in allerta, tutto rallenta... digestione, riparazione tissutale, ormoni, perfino la funzione cerebrale.
Questo spiega perché persone con CFS, MCAS o Iong C0vid hanno stanchezza profonda, cervello annebbiato, ipersensibilità e una percezione costante di stress anche senza motivo apparente.
Il corpo sta ancora combattendo una guerra che non c’è più.
Il sistema limbico, la parte emotiva e reattiva del cervello, è strettamente collegato a questa risposta cellulare. Quando il sistema limbico resta iperattivo, manda al corpo segnali di allarme continui. E quando le cellule restano in allarme, alimentano l’iperattività limbica.
È un circolo vizioso, ecco perché chi vive in modalità CDR non può guarire solo con la dieta o con l’integratore giusto. Serve una ri-regolazione del sistema nervoso, una rassicurazione limbica profonda, affinché il corpo percepisca davvero che è al sicuro. Perché finché la mente e le cellule sentono pericolo, non c’è protocollo che tenga.
Capire la Cell Danger Response significa cambiare radicalmente il modo di trattare le malattie croniche. Non si tratta di curare il sintomo, ma di sbloccare la cellula dal suo stato di difesa.
Questo richiede un lavoro su più livelli:
- Rimuovere gli stressor: tossine, muffe, infezioni, metalli, stress cronico.
- Ripristinare la comunicazione cellulare: equilibrio redox, segnalazione mitocondriale, omeostasi del calcio e del magnesio.
- Riprogrammare il sistema nervoso: riportare la percezione di sicurezza nel corpo.
- Favorire la rigenerazione: nutrienti mitocondriali, sonno profondo, ossigenazione, movimento gentile.
È un approccio lento, profondo e intelligente, che non combatte contro il corpo, ma collabora con esso.
Una cellula intrappolata in risposta al pericolo può dare mille volti diversi, ma alcuni sono molto ricorrenti:
- Stanchezza cronica che non migliora col riposo;
- Intolleranze e sensibilità multiple;
- Infiammazione diffusa, dolori migranti, rigidità;
-Insonnia o sonno non ristoratore;
- Difficoltà digestive o “intestino in allerta”;
- Ipersensibilità a suoni, odori, luci;
- Peggioramento dopo terapie troppo forti.
In pratica, il corpo reagisce a tutto come se fosse tossico e ogni volta che provi a forzarlo, peggiora. Non perché sia fragile, ma perché sta ancora proteggendosi.
Per uscire dalla CDR, il corpo deve percepire di nuovo sicurezza biologica. È lì che inizia la guarigione e non è un processo solo mentale o psicologico... è un processo biochimico. Sicurezza significa che il sistema nervoso parasimpatico torna attivo, che il flusso sanguigno migliora, che i mitocondri riaccendono la respirazione ossidativa. Significa che la cellula torna a comunicare, a ricevere nutrienti, a riparare i tessuti.
E questo si ottiene con strumenti concreti:
- Regolazione del ritmo sonno-veglia,
- Tecniche di respirazione vagale,
- Esposizione graduale a stimoli benefici (luce, suoni, movimento dolce),
- Sostegno mitocondriale mirato (magnesio, NADH, riboflavina, coenzima Q10, acido alfa-lipoico),
- Alimentazione antiinfiammatoria e ricca di antiossidanti naturali,
... e, quando serve, terapia del trauma e riprogrammazione limbica.
Ogni piccolo segnale di sicurezza inviato al corpo è un passo fuori dallo stato di pericolo.
La Cell Danger Response ci invita a cambiare completamente prospettiva, la malattia non è più un errore, ma una comunicazione biologica bloccata. È il corpo che dice:
“Ho smesso di evolvere perché mi sento in pericolo”.
Ecco perché non possiamo più vedere il sintomo come un nemico da sopprimere. Il sintomo è la voce della cellula che chiede aiuto. E finché non le restituiamo sicurezza, continuerà a parlare, sotto forma di dolore, stanchezza, infiammazione, allergie, o ansia inspiegabile.
Guarire, in questo senso, non significa tornare come prima, ma uscire dallo stato di difesa e tornare a fluire. Significa riprendere la comunicazione tra cellule, sistemi e coscienza. È un processo che coinvolge corpo, mente e spirito allo stesso tempo.
E quando finalmente il corpo capisce che non è più in guerra, succede qualcosa di incredibile... le reazioni si spengono, la mente si quieta, la digestione riparte, l’energia sale. Non perché hai curato qualcosa, ma perché hai ricordato al corpo come vivere.
Bisogna insegnare al corpo che il pericolo è finito, dobbiamo riaccendere i mitocondri, riattivare il flusso, restituire comunicazione alle cellule. È questo il cuore della medicina del futuro... non curare il corpo, ma ricordargli la via di casa. E forse, un giorno, la medicina capirà che non siamo fatti per spegnere i sintomi, ma per ritrovare la musica della vita dopo un lungo silenzio di paura.
XO - Patrizia Coffaro