02/12/2025
STILI MOTIVAZIONALI E PROBABILITÀ DI RAGGIUNGERE IL SUCCESSO DESIDERATO
Determinare raggiungimento di un obiettivo o di un successo in ambito scolastico, familiare, personale, lavorativo, si intersecano più dimensioni alcune osservabili e altre meno.
Il comportamento di una persona, un alunno, un figlio, un collaboratore, possono risultare i nostri occhi come indicatore di una maggiore o minore motivazione di base.
Quando la persona persiste per raggiungimento di un obiettivo, quante energia impiega per raggiungerlo, quanto lo sente personale, sono elementi più osservabili o inferibili tramite la nostra esperienza e la nostra conoscenza di quella persona.
Meno evidenti possono essere le convinzioni e le emozioni che si provano nel mettersi in gioco in molte situazioni.
Le convinzioni possono riguardare la percezione delle proprie capacità il livello di autostima, il senso di autonomia, gli obiettivi, le aspettative, la valutazione della facilità di un compito di un’attività, la considerazione della importanza e rilevanza del compito per se stessi o per il contesto…..,
Le emozioni possono essere negative o positive e sono legate spesso a esperienze vissute in situazioni simili e che possono influenzare il nostro mettersi in gioco.
Le emozioni e le convinzioni possono determinare le strategie con i quali ci approcciamo a un compito.
Un esempio per uno studente?
•Il timore di fallire e di dimostrarsi incapace può spingere un allievo a rifiutare compiti impegnativi;
•la rinuncia ad affrontare situazioni impegnative e sfidanti conduce da un lato a non ricercare e non sperimentare efficaci strategie di studio, dall'altro a fare scarsi progressi e ad ottenere risultati minimi o insufficienti che, a loro volta, confermano l'iniziale senso di inadeguatezza.
•La situazione di demotivazione tende così a stabilizzarsi per effetto di un processo circolare in cui si influenzano componenti emotive, legate all'ansia o al timore di un insuccesso, e componenti di tipo strategico e cognitivo, le quali, insieme, conducono ad un impegno insufficiente o inadeguato.
Si vengono a definire nel tempo degli stili motivazionali, ovvero delle tendenze a reagire in modo coerente con le nostre reazioni precedenti in situazioni simili.
Il rischio? Ingabbiarsi in atteggiamenti via via sempre meno consapevoli e potenzialmente non fruttuosi.
Quali sono gli stili motivazionali prevalenti?
Dipendono da quanto siamo concentrati sul compito o sul giudizio altrui e dalle emozioni positive o negative che proviamo.
•Lo stile ottimistico: è caratterizzato da emozioni positive quali entusiasmo, interesse, soddisfazione, senso di padronanza, unite a una concentrazione sulle strategie più efficaci per affrontare un compito e non sul giudizio altrui o sulla prestazione ottenuta. Sarò soddisfatto di me mettendomi in gioco al di là del risultato del giudizio degli altri.
•Lo stile self-handicapping o di auto-boicottaggio: prevalgono emozioni negative quali scarsa fiducia in sé e nelle proprie capacità, aspettative di scarso risultato in un compito al di là del giudizio altrui e degli incoraggiamenti eventuali che verranno. Cercherò di evitare il compito più possibile o di mettere in campo strategie che possono giustificare l’esito negativo di cui sono certo (lascia a casa i quaderni, dichiaro di non aver capito bene quello che dovevo fare, studio all’ultimo momento,…)
•Lo stile impulsivo: è caratterizzato da emozioni positive per cui parto con entusiasmo ma tendo a perdermi concentrandomi poco sul compito e più sul giudizio altrui non pianificando organizzandomi bene ma temendo così tanto che la mia prestazione e il mio valore vengono messi in dubbio da poter danneggiare me stesso nella esecuzione del compito. La mia regolazione emotiva è molto bassa, l’ansia può avere la meglio sulla prestazione e sull’entusiasmo iniziali.
•Lo stile difensivo-pessimistico: è caratterizzato dall’ansia del risultato dalla paura del fallimento con una prevalenza di emozioni negative e una concentrazione sul giudizio altrui come indicatore della propria prestazione e dunque del proprio valore. Potremmo eseguire dei compiti con abnegazione e preoccupazione relativa al giudizio altrui, a cui teniamo, con esiti anche positivi a breve termine, ma la tensione potrebbe essere così importante da far crollare la motivazione e il valore di sè sul lungo periodo
Quale potrebbe essere dunque lo stile motivazionale presente in nostro figlio o in un nostro studente?
Come possiamo come educatori o guide cogliere precocemente questi stili motivazionali e aiutare a correggere attraverso feedback e strategie mirate le emozioni provate e la motivazione del compito?
Come in ogni problema da risolvere, si parte dalla conoscenza delle variabili in gioco, dei possibili meccanismi di funzionamento, e del proprio ruolo attivo nel modificarli per il benessere delle persone a cui teniamo nonché di noi stessi.
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