Valentina Miceli - Psicologa Psicoterapeuta

Valentina Miceli - Psicologa Psicoterapeuta Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale.

Mossa da un profondo interesse per tutto ciò che è umano, affascinata dalla potenzialità dei percorsi di crescita e di scoperta possibili grazie alla psicoterapia.

Tutti noi in qualche momento della nostra vita abbiamo pensato di non aver chiuso il gas e siamo tornati indietro per co...
29/10/2024

Tutti noi in qualche momento della nostra vita abbiamo pensato di non aver chiuso il gas e siamo tornati indietro per controllare, o ci siamo sentiti sporchi dopo aver fatto dei lavori manuali e ci siamo lavati le mani in modo più minuzioso del solito. Sebbene in misura diversa, tutti noi abbiamo qualche piccola “mania”. Ma quando questi pensieri e questi comportamenti diventano un problema?
La letteratura scientifica suggerisce l’esistenza di un continuum tra normalità e patologia, per cui tra i comportamenti citati e i sintomi di un Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) non vi sarebbero differenze qualitative ma soltanto quantitative. Nel DOC i pensieri ossessivi e i comportamenti compulsivi non si presentano in modo diverso ma solo più frequente, creando un disagio significativo nella vita quotidiana.
Il manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5) specifica che si può fare diagnosi di DOC quando le ossessioni e le compulsioni fanno “consumare” più di un’ora al giorno.

Proviamo a sabotare con la ristrutturazione cognitiva il nostro critico interiore quando si rivela un ospite invadente e...
16/10/2024

Proviamo a sabotare con la ristrutturazione cognitiva il nostro critico interiore quando si rivela un ospite invadente e distruttivo!

Quanto spesso, più o meno consapevolmente, cerchiamo di scacciare dalla nostra mente pensieri ed emozioni spiacevoli, co...
30/04/2024

Quanto spesso, più o meno consapevolmente, cerchiamo di scacciare dalla nostra mente pensieri ed emozioni spiacevoli, come se potessero semplicemente smettere di far parte della nostra esperienza? E se questo comportamento non facesse che renderli ancora più attivanti? Se esistessero modi più funzionali per gestirli?

💭  L’errore fondamentale di attribuzione  è uno dei bias cognitivi più comuni e rappresenta la tendenza sistematica ad a...
20/05/2022

💭 L’errore fondamentale di attribuzione è uno dei bias cognitivi più comuni e rappresenta la tendenza sistematica ad attribuire la causa di un comportamento di un altro individuo alla sua personalità o al suo modo di essere (attribuzione disposizionale), sottostimando l’influenza che l’ambiente o il contesto potrebbe avere nel determinare tale comportamento (attribuzione situazionale).
Il punto di vista da cui si osserva un comportamento è determinante, infatti, quando siamo noi a emettere un certo comportamento, risulta spontaneo considerare l’influenza delle contingenze esterne, mentre quando stiamo considerando un comportamento emesso da altri, l’errore fondamentale di attribuzione diviene più frequente.
Prova a riflettere: ti è mai capitato? 💭 E quali emozioni ti ha suscitato questo tipo di pensiero?

Muore oggi Aaron T. Beck, uno dei cinque psicoterapeuti più influenti di tutti i tempi secondo l'American Psychological ...
01/11/2021

Muore oggi Aaron T. Beck, uno dei cinque psicoterapeuti più influenti di tutti i tempi secondo l'American Psychological Association.

Se ne va uno dei padri fondatori della psicoterapia cognitiva, lasciandoci un'inestimabile eredità teorica e clinica.

"Ciò che è in superficie va ben oltre a quello che il nostro sguardo può vedere."

Per approfondire link nel primo commento 👇

25/10/2021

Quando si parla di emozioni, capita di confondere questi termini, legati tra loro ma diversi.
Proviamo a definirli in maniera più appropriata facendo riferimento alla categorizzazione di M. Lewis.
📌 Affettività: fa riferimento a stati psichici semplici e di natura non cognitiva, come la fame, la sete, il dolore fisico.
📌 Emozione: comprende le emozioni primarie (gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto, sorpresa e disprezzo) e quelle secondarie, che presuppongono una riflessione su di sé e sono dunque più complesse (vergogna, allegria, invidia, ansia, gelosia, rassegnazione, senso di colpa…)
📌 Sentimento: rappresenta la consapevolezza del proprio stato interno, risultante da fattori cognitivi, metacognitivi ed emotivi.

Dott.ssa Valentina Miceli
riceve previo appuntamento presso Meráki - Studio di psicologia e psicoterapia, in Via Cairo Montenotte 29, Roma
📱 +39 3204012059

02/10/2021

Quando cerchiamo ossessivamente l’approvazione da parte degli altri la nostra attenzione è focalizzata sulle reazioni al...
13/09/2021

Quando cerchiamo ossessivamente l’approvazione da parte degli altri la nostra attenzione è focalizzata sulle reazioni altrui anziché sulle nostre.

É un desiderio che tutti conosciamo ma che, se presente in modo rigido e costante, diventa disfunzionale.

Quando plasmiamo il nostro comportamento sulla base delle aspettative esterne stiamo infatti rinunciando a qualcosa di noi, alla nostra autenticità, alle nostre inclinazioni, ai nostri bisogni.

Ma perché desideriamo così tanto l’approvazione altrui?
Come spesso avviene, le radici di questa tendenza sono legate alle esperienze vissute durante l’infanzia e possono riguardare schemi relazionali opposti fra loro:
👉 quello per cui il bambino riceve l’approvazione del genitore solo in caso di successo;
👉 quello in cui il bambino viene continuamente lodato, trasformando questo rinforzo in un elemento senza il quale il soggetto sente di sbagliare o di non valere abbastanza.
Le lodi sono importanti per una crescita sana ma devono essere utilizzate quando necessarie.

Come si smette di essere camaleonti sociali pronti a mutare pur di compiacere il prossimo?
Imparando ad ascoltarsi, a riconoscere le proprie emozioni, le proprie reali necessità e i propri desideri, in una parola, diventando più assertivi. ❤️

Dott.ssa Valentina Miceli - Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, riceve previo appuntamento presso Meráki - Studio di psicologia e psicoterapia, Via Cairo Montenotte 29, Roma.
📱 +39 3204012059

Focalizzati su ciò che è importante per te, non sulla paura, sul giudizio, sull'ansia.Focalizzati su ciò che può aiutart...
28/07/2021

Focalizzati su ciò che è importante per te, non sulla paura, sul giudizio, sull'ansia.
Focalizzati su ciò che può aiutarti a raggiungere il tuo benessere, non su quello che ogni giorno prova a ostacolarti.
Hai il potere di far crescere ciò a cui scegli di dedicare la tua attenzione, cosa ti piacerebbe coltivare? 🌱

Valentina Miceli - Psicologa Psicoterapeuta
📍 Riceve previo appuntamento presso Meráki - Studio di psicologia e psicoterapia, Via Cairo Montenotte 29, Roma
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Perché i nostri sogni emotivamente più significativi si riagganciano ad eventi vissuti 5-7 giorni prima? É esperienza co...
03/07/2021

Perché i nostri sogni emotivamente più significativi si riagganciano ad eventi vissuti 5-7 giorni prima?

É esperienza comune ritrovare nei nostri sogni elementi tratti dalle nostre esperienze quotidiane. Spesso di tratta di dettagli, osservati più o meno consapevolmente, che vengono incorporati in una trama onirica.

La letteratura scientifica afferma che questo sia frequente in due momenti: nelle due notti successive all’evento vissuto e dopo 5-7 notti. Le esperienze che vengono incorporate nei sogni dopo questo lasso di tempo più lungo si chiamano effetto dream-lag.

Si tratta di sogni che emergono durante la fase REM, fondamentale per l’elaborazione dei ricordi emotivi. L’elaborazione tardiva delle esperienze riflette un processo di consolidamento dei ricordi e sembrerebbe fortemente connesso al contenuto emotivamente più significativo delle esperienze vissute. Non abbiamo, quindi, in questo caso, dettagli e ricordi di esperienze di vita quotidiana ma contenuti personalmente salienti.

Trovate nei commenti l’articolo di Eichenlaub et al. (2019).

“Mens sana in corpore sano” dicevano i romani e, a distanza di millenni, le neuroscienze confermano questo principio. É ...
23/06/2021

“Mens sana in corpore sano” dicevano i romani e, a distanza di millenni, le neuroscienze confermano questo principio. É noto, infatti, che praticare regolarmente esercizio fisico sia utile per prevenire e abbia un ruolo chiave nel trattamento di patologie come ansia e depressione.
La ricerca condotta dal Dipartimento di psichiatria e scienze comportamentali dell’Università della California (link nel primo commento) mostra infatti come l’esercizio fisico intenso provochi l’aumento dei livelli in diverse aree cerebrali di Gaba e Glutammato, due neurotrasmettitori coinvolti nella trasmissione chimica tra i neuroni, il primo dei quali di tipo inibitorio, il secondo di tipo eccitatorio.
Richard Maddock, professore Dipartimento ha affermato:
“Il Disturbo Depressivo Maggiore è spesso caratterizzato da un impoverimento del glutammato e del GABA, che tornano nella norma, una volta ripristinata la salute mentale. Il nostro studio dimostra che l’esercizio fisico, è in grado di attivare le vie metaboliche deputate al ripristino di questi neurotrasmettitori. Le sostanze neurochimiche rilasciate durante l’esercizio sono così potenti che vi potreste considerare dei farmacisti, auto-medicandovi. Vi è una forte correlazione tra la quantità di alcuni neurotrasmettitori nel cervello e il vostro stato d’animo. Infatti, come è stato più volte dimostrato l’esercizio migliora l’ambiente chimico cerebrale, sia lungo che a breve termine. Per le persone che invece, non sono clinicamente depresse, recenti studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico sia uno dei più affidabili “booster” dell’umore”.
Attualmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica, per il trattamento della depressione da moderata a grave la psicoterapia cognitivo comportamentale o interpersonale eventualmente associata alla psicofarmacologia, l’uso di tecniche di rilassamento, di problem solving, e, se possibile, un programma strutturato di attività fisica.

Quanti pensieri si affollano nella mente mentre aspettiamo a lungo qualcosa? Quante cose facciamo automaticamente per ev...
15/06/2021

Quanti pensieri si affollano nella mente mentre aspettiamo a lungo qualcosa? Quante cose facciamo automaticamente per evitare di assaporare la noia? Scorrere distrattamente le varie app sul telefonino, sfogliare l’agenda, mangiare, bere, fumare… La noia è un’esperienza universale, non particolarmente gradevole ma fisiologica.
Quali cose fai per evitare questa o altre emozioni più dolorose?
L’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) definisce l’ come il tentativo di evitare, sbarazzarsi, sopprimere o fuggire dalle “esperienze private” indesiderate (pensieri, ricordi, emozioni). Il meccanismo di evitamento esperenziale è efficace nel brevissimo periodo ma sul lungo periodo più investiamo tempo ed energie nel tentativo di fuggire dalle esperienze private indesiderate, più è probabile che soffriremo psicologicamente.
É ciò che accade nelle dipendenze ma é possibile affermare che anche il nucleo di un disturbo d’ansia sia l’evitamento esperenziale. Un esempio? Mi sento a disagio nelle occasioni sociali, cercherò di evitare di sentirmi in ansia, goffa, giudicata evitando di parteciparvi, con il risultato che i miei timori potranno trasformarsi, nel lungo periodo, in una fobia sociale.
L’ACT non aiuta ad evitare le esperienze dolorose, né ad eliminarle, bensì a modificare la nostra naturale tendenza a combatterle. 🍃

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Piazza Prati Degli Strozzi, 21
Rome
00195

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