10/02/2022
Solo guardando le cose da molti punti di vista si comprende la realtà. Cambiando le angolazioni da cui si guardano le cose, gli accadimenti, le vicende, integrando le prospettive. Più sono complesse le storie e più diventa urgente assumere una pluralità di prospettive.
Un solo punto di vista non può consentire di comprendere il pensare dell’altro, il suo agire, i suoi bisogni, i suoi sogni, le sue speranze e le sue disperazioni. Un solo punto di vista non consente di comprendere neanche noi stessi, soggetti a continui mutamenti determinati dalla natura, dalle situazioni e dalla cultura.
Quando si cambia il punto di vista, il mondo appare diverso. Ci si accorge, spesso con stupore, che il mondo non è come noi lo pensiamo, che non sono come le pensiamo le persone che lo abitano, che i racconti che il mondo fa di se stesso possono avere innumerevoli trame e innumerevoli intrecci e infinite interpretazioni. Quando si cambia il punto di vista ci si può anche accorgere, all’improvviso, che quello che ci sembrava molto lontano è invece molto vicino e quello che ci sembrava vicino diventa molto lontano, estraneo anche, indifferente.
Allora cambiare il punto di vista significa rendersi conto dell’assoluta relatività delle nostre concezioni, delle nostre culture. Anche delle nostre bandiere. Anche delle nostre passioni. Significa comprendere che nella conoscenza nulla è mai definitivo, che è sempre tutto provvisorio, tutto sottoposto a costante mutazione, perché così è la vita, ed esistere e conoscere sono una cosa sola.