Dott.ssa Tino. Psicologa

Dott.ssa Tino. Psicologa Psicologa e psicotraumatologa

Un classico delle feste 🙂
22/12/2023

Un classico delle feste 🙂

 ,duole. Riconoscere che c’è violenza è doloroso. Vederla spesso è difficile. Difficile perché fa male. Difficile perché...
21/11/2023

,duole.

Riconoscere che c’è violenza è doloroso.

Vederla spesso è difficile. Difficile perché fa male. Difficile perché all’interno di relazioni intime. Difficile perché a volte subdola, invisibile.

Non solo schiaffi, segni e lividi, ma forme diverse di violenza, psicologica e morale.
Il 𝙁𝙚𝙢𝙢𝙞𝙣𝙞𝙘𝙞𝙙𝙞𝙤 non nasce dal nulla: è alimentato da fiumi, talvolta sotterranei, ma molto più spesso evidenti e tollerati, che narrano la violenza domestica, economica, psicologica, assistita come normale manifestazione di "amore".

Come 𝙋𝙨𝙞𝙘𝙤𝙡𝙤𝙜𝙝𝙚 𝙚 𝙥𝙨𝙞𝙘𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞 dobbiamo imparare a riconoscere tutti questi segnali e insegnare a farlo: è un'operazione difficile perché impatta su una cultura che questa violenza la usa da sempre e la trova "normale".

Una volta per tutte abbiamo bisogno di nuovi occhiali che ci consentano di riconoscere la violenza degli uomini sulle donne e di farla vedere: è un nostro compito di professioniste e professionisti "ampliare" di default la nostra percezione e rovesciare la narrazione negazionista di chi riduce la violenza ad un conflitto fra pari poteri.

Lavoriamo senza stancarci affinché il 𝗡𝗢 ad una relazione sia percepito come un diritto, anche se doloroso, da accettare.

Amico, collega e compagno di percorsi formativi e di numerose intervisioni.Il Dr. Simone Tetti - Psicologo Clinico - Ses...
26/10/2023

Amico, collega e compagno di percorsi formativi e di numerose intervisioni.
Il Dr. Simone Tetti - Psicologo Clinico - Sessuologo riceve ad Aprilia ed online.

“Ogni trasformazione
richiede come presupposto
la fine di un mondo."

(Carl Gustav Jung)

💬 Un libro per riflettere, in questo caso un grande classico,  il viaggio di Ulisse, visto con gli occhi di Hugo Pratt. ...
08/10/2023

💬 Un libro per riflettere, in questo caso un grande classico, il viaggio di Ulisse, visto con gli occhi di Hugo Pratt.
Ulisse è il più moderno degli eroi greci, figura controversa anche un po' dibattuta su più piani e rivisitazioni, ma sono arrivata alla conclusione che i miti non vanno giudicati con il metro degli umani, non vanno passati sul filo della giustizia. Il mito va al di là degli stessi protagonisti potenzialmente terreni.
Il viaggio di Ulisse non è solo un viaggio fisico, ma un itinerario morale.
Un viaggio attraverso la vita di un uomo che riesce a sopportare gli eventi, dominare con saggezza ed astuzia situazioni con cui viene a trovarsi.
Il Viaggio di Ulisse può essere interpretato e utilizzato per ‘ritornare a casa’, ossia a quella dimensione psichica di intimità con se stessi.
Tale intimità ci consente di essere a proprio agio e prendere le decisioni giuste per la vita, non sprecando tempo ed energia nel rincorrere le sirene delle illusioni e dei desideri compulsivi.
Gli ostacoli affrontati da Ulisse sono compresi simbolicamente come prove da superare, come impedimenti inconsci che ripetono antichi e obsoleti schemi di adattamento alle situazioni e alle relazioni.
Essi rappresentano aspetti dell’Ombra, che ci impediscono di conoscerci veramente e di ‘ritornare a casa’.

22/09/2023

.. E poi ci sono questi pappagallini che ogni giorno si presentano chiacchierini in seduta, ormai riservo loro volentieri un piccolo appuntamento❤️

📖 Un libro per riflettere...Bisognerebbe sottrarre la maternità a ogni sua rappresentazione naturalistica: madre non è i...
14/05/2023

📖 Un libro per riflettere...

Bisognerebbe sottrarre la maternità a ogni sua rappresentazione naturalistica: madre non è il nome della genitrice, ma, al di là della Natura, al di là del sesso e della stirpe, è il nome di quell'Altro che offre le proprie mani alla vita che viene al mondo, che risponde alla sua invocazione, che la sostiene con il proprio desiderio [...] Bisognerebbe provare a essere giusti con la madre e riconoscere nelle sue mani un'ospitalità senza proprietà di cui la vita umana necessita. Bisognerebbe rintracciare nel suo dono del respiro la possibilità che la vita abbia un inizio e che possa ogni volta ricominciare.

"Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno",Massimo Recalcati, Feltrinelli, Milano 2015

Oggi prima esperienza da Formatrice per Uisp-Unione Italiana Sport Per Tutti   per il corso di educatori ed educatrici m...
13/05/2023

Oggi prima esperienza da Formatrice per Uisp-Unione Italiana Sport Per Tutti per il corso di educatori ed educatrici multisport con la docenza "la psicologia dello sviluppo nei contesti ludici dalla prima infanzia all'adolescenza" .
GRAZIE Uisp Roma per la fiducia e la bella collaborazione che verrà.

Mi piace la luce, il verde, la pace, del mio studio.  Tutti elementi fondamentali nel mio lavoro  quotidiano. È La cura ...
12/05/2023

Mi piace la luce, il verde, la pace, del mio studio.
Tutti elementi fondamentali nel mio lavoro quotidiano.
È La cura di sé che apre alla cura dell'altro 🌸

Nasce la prima lista unica per terapeut* Emy, la potrete trovare di seguito nel link. ⬇️Per chi volesse saperne di più L...
22/02/2023

Nasce la prima lista unica per terapeut* Emy, la potrete trovare di seguito nel link. ⬇️
Per chi volesse saperne di più La "Eye Movement Integration Therapy" (EMI) nasce nel 2018, ed è sorella della più conosciuta EMDR therapy.

È un metodo neuro-terapeutico che utilizza l'intero campo visivo del paziente come via d’accesso alle capacità e risorse dell’individuo, per il processamento psico-neuro-biologico di esperienze stressanti e sintomatologie instaurate dopo una lunga e ripetuta esposizione traumatica.
Personalmente la ritengo molto utile sia per l'elaborazione di traumi passati sia per trattare momenti di difficoltà attuali.
Nella lista potrete trovare anche me ed i miei contatti 🙂

Link con la lista completa:
https://emiitaly.com/lista-terapeuti-emi

"Si nasce due volte, la prima quando vieni al mondo, la seconda quando decidi di volerti bene,perciò,quando qualcuno mi ...
20/02/2023

"Si nasce due volte, la prima quando vieni al mondo, la seconda quando decidi di volerti bene,perciò,quando qualcuno mi chiede: qual è il percorso?
Rispondo: iniziare ad essere amico di se stesso"

Per informazioni e prenotazioni online visita il sito⬇️

Prenota una visita con Dott.ssa Alessia Tino, psicologo a Roma - Recensioni, informazioni di contatto, servizi e prezzi.

E si conclude  anche questo mio  2022 lavorativo, ci penso mentre esco dal mio studio. Un anno intenso, forte, coraggios...
30/12/2022

E si conclude anche questo mio 2022 lavorativo, ci penso mentre esco dal mio studio.
Un anno intenso, forte, coraggioso, bellissimo.
Auguro una buona fine ed un buon inizio a tutti i/le mie pazienti e collegh*.
Ed a questa rosa che mi accoglie all'uscio, per ricordarmi che non ci sono stagioni per splendere. È sempre il momento giusto.

"🎼Sono giorni di finestre adornate,
E canti di stagione,
ANIME SALVE IN TERRA E IN MARE"

Sempre per la rubrica :📖 un libro per riflettere…torna la nostra amica Flavia Fazi  sempre per Momo edizioni , che dopo ...
14/11/2022

Sempre per la rubrica :📖 un libro per riflettere…
torna la nostra amica Flavia Fazi sempre per Momo edizioni , che dopo “Libera e il Signor Lavoro” (di cui abbiamo gia parlato) rompe gli schemi e i tabù di un tema molto sottovalutato,IL CICLO MESTRUALE, con “Libera dal ciclo”.
Questa è una storia per aiutare ad affrontare quel momento incredibile(meraviglioso,terribile)quando tutto all’improvviso accade.
La storia di Libera è solo uno degli infiniti modi possibili per reagire all’arrivo del ciclo ma, Libera, in questi capitoli fa una cosa che accomuna tutti i vissuti e racchiude il senso della sua forza: PARLARNE.
Perché “ le cose nel cervello sono dei mostri enoooormi!Poi, una volta tirate fuori, assumono tutta una dimensione piu gestibile“ per utilizzare proprio le parole del libro.
Conoscere , confrontarsi e acquisire consapevolezza cambia il modo di vedere e reagire alle cose, riconoscersi all’interno di una collettività trovando il proprio modo, perché si è donne si , ma sopratutto persone, quindi uniche, ognuno con il proprio approccio e la propria modalità.
Un libro che risponde a tante domande, e che ne pone di ulteriori , proprio per stimolare la ricerca delle informazioni utili per affrontare questa complessa fase di vita , dubbi, paure intuizioni e punti di forza. Un libro non solo per “Ragazze” anzi direi sopratutto per padri, fratelli, amici, per tutte le soggettività che girano intorno a questa prima rivoluzione, perché, come dice Futura nel Libro “sfondiamolo sto sessismo! andiamo oltre!”
Ricordandoci sempre che ognuno di noi è parte attiva della nostra cultura e quindi abbiamo il dovere di informarci, confrontarci e sopratutto contrastare la disinformazione.
Inoltre il tutto è impreziosito dalle bellissime illustrazioni di Virginia Taroni .
Insomma CONSIGLIATO 🙂

📖 Un libro per riflettere.. E.E. Eger"Il coraggio di rinascere, Lezioni di resilienza" Tutti noi, in quanto esseri umani...
28/10/2022

📖 Un libro per riflettere..
E.E. Eger
"Il coraggio di rinascere, Lezioni di resilienza"

Tutti noi, in quanto esseri umani, andiamo incontro alla sofferenza: alla perdita, alla paura, all'ansia e al fallimento. Ma sempre abbiamo la facoltà di scegliere se arrenderci al trauma oppure cercare di vivere ogni istante della nostra vita,al meglio, attraverso una ridefinizione sistemica. Edith Eger, che è sopravvissuta ai campi di sterminio, ha scritto questo libro per incoraggiare ognuno di noi a modificare i pensieri e i comportamenti autodistruttivi che mettiamo in atto quando veniamo colpiti da un dolore. Divenuta psicoterapeuta, esperta nella cura dei disturbi da stress post-traumatico, la Eger, con esempi tratti dalla sua stessa esperienza di sopravvissuta e da quella dei suoi pazienti, insegna a diventare più resilienti attraverso l'elaborazione delle esperienze negative e a trarre da questo processo la forza che ci rende veramente liberi. Perché non è ciò che ci succede nella vita che conta di più, quanto piuttosto come affrontiamo ciò che ci succede.

Lo studio ha riaperto dopo la  pausa estiva. Auguro un buon RI-inizio a tutti e tutte le mie pazienti 🙂
25/08/2022

Lo studio ha riaperto dopo la pausa estiva.
Auguro un buon RI-inizio a tutti e tutte le mie pazienti 🙂

💬RiflessioniViviamo in un mondo in cui la tecnica ha ormai rimpiazzato l’umanità, in cui avere è più importante di esser...
02/08/2022

💬Riflessioni
Viviamo in un mondo in cui la tecnica ha ormai rimpiazzato l’umanità, in cui avere è più importante di essere.
Una visione senz’altro svilente dell’essere umano, poiché del sentimento conserva poco o nulla.
La società attuale sembra progressivamente disinteressarsi al bello, alla condivisione, alla solidarietà, all’altruismo, dando ragione a quell’idea hobbesiana secondo cui “homo uomini lupus” (ciascun uomo è un lupo per l’altro – e rappresenterebbe dunque un pericolo).
In una società siffatta, l’interiorità – insieme a tutto ciò che è legato ad essa – passa in secondo piano; si predilige ciò che arricchisce materialmente, dimenticando ciò che giova dal punto di vista umano. Abbiamo un’urgente necessità di recuperare questa dimensione, pena la più totale alienazione e lo sradicamento.
Abbiamo necessità di "conoscere noi stessi" per comprendere la diversità, per comprenderere attraverso l'introspezione l'empatia e la comunione.
Conoscere sè stessi significa indagare e scoprire le proprie potenzialità, ma anche i propri limiti; significa comprendere la propria natura di ente razionale e relazionale, in costante rapporto con l’altro e con il mondo: non solo esistere, ma coesistere; significa imparare a sentirsi parte influente, operante, significativa, del "tutto".

⛓️Il perfezionismo, esattamente come il Controllo sono un'illusione.Per questo tendono ad aumentare :Non trovano mai la ...
31/07/2022

⛓️Il perfezionismo, esattamente come il Controllo sono un'illusione.
Per questo tendono ad aumentare :
Non trovano mai la pace che cercano. ⛓️

➡️Un bell'articolo che ci parla di uno dei mali che sempre più causano ansia, frustrazione, inadeguatezza e labilità psicologica. Qui un estratto:

"Il perfezionismo, tuttavia, non è solo una forza maligna. La richiesta di perfezione può essere soffocante, ma un perfezionista può anche avere la sensazione che i suoi successi siano l’unica cosa che lo tiene insieme. Quando siamo sopraffatti dalla vita e ci puniamo per le nostre inadeguatezze, un punteggio stellare nei test o un migliaio di like su Instagram possono dare la fugace impressione che tutto sia sotto controllo. Quella sensazione, ovviamente, svanisce presto e richiede un costante aggiornamento. Come mi ha detto Moya Sarner, una scrittrice che s’ispira alla psicoanalisi, “la loro è una vita ‘sottile’, vissuta per quello che non è piuttosto che per quello che è. Se cerchi sempre di rendere la tua vita quello che vorresti che fosse, non la stai vivendo davvero”.

Ogni giorno siamo bombardati da messaggi che ci spingono a essere più felici, più in forma o più ricchi. Secondo lo psicanalista Josh Cohen, questo porta alcune persone a trovare insopportabile l’idea di essere imperfette Leggi

Riporto le parole e l'esperienza di una collega perché molto condivisibili in quanto anche io ne ho Viste, sentite e con...
24/07/2022

Riporto le parole e l'esperienza di una collega perché molto condivisibili in quanto anche io ne ho Viste, sentite e conosciute altrettante... Purtroppo sono morti collettive.
E la narrazione che se ne sta facendo è tanto mostruosa, tanto quanto è mostruosa l'assenza di una comunità e la carenza dei servizi di prevenzione e intervento per il disagio sociale.
Sono "morti comuni" che fanno male a tantissimi livelli di rilettura.

"Dopo la laurea ho cominciato a lavorare per un Centro per la Famiglia, in un piccolo ma funzionale Comune della provincia di Caserta, che raccoglieva le richieste di molti paesi limitrofi, alcuni abitati da poche migliaia di persone, quasi scordate dalle mappe.
Le realtà socio-culturali erano varie, alcune così semplici da diventare.. complesse per il livello di arretratezza.
In quel Centro per la Famiglia, spesso mi occupavo del “sostegno alla genitorialita’”.
Venivano da me genitori segnalati dai servizi sociali, io dovevo valutare quanto la loro capacità genitoriale fosse presente, assente, matura, recuperabile.
Ne ho viste di tutti i colori in quegli anni: il “mago” che teneva segregate le tre figlie in casa con la convinzione che fossero vittime di una “fattura”. I genitori che hanno lasciato soli a casa i tre figli, con la più grande, di soli dieci anni, ad occuparsi dei più piccoli, 7 e 4 anni.
La coppia che teneva i due figli in macchina mentre giocava d’azzardo per ore, in un bar.
Insomma, delle versioni di Alessia Pifferi, io credo di averle conosciute, viste, ascoltate. E’ andata bene perché tra quei bambini ed i loro genitori si e’ messo in mezzo qualcuno che e’ poi diventato “il servizio sociale”.
Certi “genitori” sono frutto di una precarietà psicologica, culturale, emotiva che esiste, e’ possibile. Non la immaginate rara. Non si tratta di casi eccezionali. Si tratta di gente “al limite”, sbagliata, a volte psicotica, che il bar del paese, il vicino di casa, il tabaccaio, conosce.
E’ sotto gli occhi di qualcuno.
E se ne parla.
Se ne s-parla pure: si fa chiacchiericcio su quei figli di un dio minore, lasciati in mano al nulla: “Di lei che esce sempre, chissà dove lascia la bimba”.
Quando certa gente arrivava davanti la mia scrivania (se si presentava al colloquio!! ) c’era qualcuno che - fortunatamente - era intervenuto, c’era stata quella che - l’assistente sociale che prendeva il caso - chiamava “segnalazione”: un input che poteva attivare una macchina di servizi a catena, il cui intento era valutare una situazione e - se necessario - proteggere un minore.
Qualcuno di quei genitori segnalati ha fatto il possibile per recuperare e rafforzare la propria capacità genitoriale.
Altri, non pochi, avevano una consistenza interna così precaria, che quei figli (fortunatamente) li hanno persi: sono stati affidati a delle comunità, che hanno garantito a quell’infanzia cose più umanizzate.
La relazione finale che arrivava al giudice veniva scritta a più mani: le mie, quelle dell’assistente sociale, quelle della scuola. A volte anche un sindaco, un assessore, carabinieri e vigili urbani facevano parte della nostra rete d’intervento.
In alcuni casi era molto semplice dichiarare che quel genitore non era capace di crescere un figlio.
Perché era evidente.
Quei bambini, spesso, sono stati adottati, probabilmente da coppie che hanno desiderato essere genitori molto di più di quelli che avevano semplicemente capacità generative, unite a quadri psico-patologici sommersi.
Veniamo ad oggi.
Un oggi che mi riporta con la mente a quegli anni, in cui raggiungevo quel centro con 40 minuti di auto all’andata e 40 al rientro. Mossa da passione ma anche da tensioni, dispiaceri, stupori: perché - fresca di laurea - ancora non sei pronta a credere che certe cose esistano, che certe brutture possano ve**re fuori da una mamma ed un papà.
Ed in questo oggi così stropicciato e vergognoso, una bimba e’ morta di stenti. Ma anche di un dolore acuto, perché si può morire di dolore: la solitudine e’ innaturale a 16 mesi di vita.
Una bimba e’ morta tra la sua c***a e la sua p**ì, non avendo memoria del talco profumato che meritava. E’ morta non potendo razionalizzare l’assenza. E’ morta usando il poco latte che le era stato lasciato, bevuto, magari avidamente, perché non poteva immaginare che nessuno l’avrebbe nutrita per sei giorni.
E’ morta perché figlia di una mamma con una psiche frammentata, disturbata.
Ma e’ morta anche perché nel quartiere ci saranno stati mille pettegolezzi su quella donna e nessuna azione civile a proteggere una bambina.
Chiamatela mostro, questa Alessia, ma non stupitevi, perché i mostri esistono, assomigliano ad AlessiaNonSoCome e ad una collettività omertosa, che spia la vita della gente da un social, che la commenta, ma che poi non agisce quando e’ necessario.
Diventa mostruoso un servizio sociale lento, affannato, distratto dalle scartoffie, in casi peggiori: assente.
E’ mostruosa la nostra capacità di indignarci di fronte alla morte di una bambina, quando la soluzione sarebbe stata che un chicchessia qualunque, un vicino, un pettegolo, un parente, una persona sensibile avesse osservato la vita di quella bambina, di quella madre inconsistente e si fosse indignato per questo.
Bastava indignarsi prima.
Prima di rendere una storia infelice un fatto di cronaca.
Bastava attivarsi, proteggere, affrontare, per evitare una morte così solitaria, ingiusta, che toglie dignità ad una bambina e ad una società intera.
In questa br**ta storia non c’è un solo mostro.
Non c’è solo una madre follemente sbagliata.
C’è una coscienza collettiva mostruosa, incapace di esporsi ed imporsi quando e’ necessario.
Dott.ssa Angela Sbordone
Psicologa - Psicoterapeuta "

Indirizzo

Via Galeazzo Alessi
Rome
00177

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