07/10/2025
In occasione del 127esimo Congresso SIC, tenutosi a Bari, è entrato in carica il nuovo Presidente della Società Italiana di Chirurgia: Ludovico Docimo, Professore Ordinario di Chirurgia Generale e Presidente della Scuola di Medicina dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli.
Nel suo discorso di insediamento, il Prof. Docimo ha lanciato l’allarme in merito alla preoccupante crisi vocazionale dei giovani medici verso tutte le discipline chirurgiche. In particolare, ci si chiede chi eseguirà gli oltre 4 milioni di interventi chirurgici che vengono eseguiti in media ogni anno nel nostro Paese.
“Si tratta di una professione indispensabile – ha dichiarato il Presidente della SIC – ma anche dal fascino ineguagliabile. Basti pensare in primo luogo alla chirurgia d’urgenza, alla chirurgia oncologica e alla chirurgia dei trapianti, oltre che agli interventi chirurgici per le patologie benigne croniche e degenerative, che incidono fortemente sulla qualità di vita della nostra popolazione.
Fino allo scorso anno, i posti a disposizione per le scuole di specializzazione in chirurgia generale erano coperti in misura inferiore al 50% e il 20% degli specializzandi abbandonava il percorso di studi, con preoccupanti proiezioni per il futuro, considerando i pensionamenti e gli organici già carenti.
Quest’anno si può essere più fiduciosi, grazie a una serie di fattori favorevoli: in primo luogo la forte spinta tecnologica che supporta approcci mininvasivi e robotici, verso i quali i giovani sono più inclini e affascinati, ma anche le recenti riforme sulla colpa medica. Sembra finalmente che cominci a invertirsi la tendenza: ad oggi, le iscrizioni preliminari in chirurgia generale sono aumentate, raggiungendo il 64%, anche se si tratta di un dato ancora provvisorio. In ogni caso, nei prossimi anni il Chirurgo sarà richiestissimo per le carenze di organico accumulate in tutti gli ambiti!
Inoltre, la chirurgia si declina sempre più al femminile, in quanto tra le nuove generazioni di chirurghi in Italia le donne sono più numerose degli uomini, a conferma della caduta di tanti assurdi pregiudizi” – ha concluso il Prof. Docimo.