Dott.ssa Concetta Di Benedetto

Dott.ssa Concetta Di Benedetto Ti aiuto a trovare il tuo benessere, la fiducia, le potenzialità, la consapevolezza, per stare bene!

Konrad Lorenz, etologo, zoologo e premio Nobel L’uomo che usciva di casa e veniva seguito da una fila di ochette convint...
07/11/2025

Konrad Lorenz, etologo, zoologo e premio Nobel
L’uomo che usciva di casa e veniva seguito da una fila di ochette convinte fosse la mamma.
E che ci ha insegnato che l’imprinting non è solo quello delle paperelle, ma anche quello delle relazioni precoci… quelle che ti segnano, ti plasmano, e a volte ti fanno dire:
“Perché mi infilo sempre nelle stesse relazioni?”
🤔 Forse perché hai “stampato” un modello relazionale un po’ sbilenco 🐣

Grazie a lui sappiamo che certe dinamiche iniziano molto prima di quanto immaginiamo…
E che non è mai troppo tardi per scegliere consapevolmente chi seguire!

💬 “Ciò che viene impresso nei primi momenti di vita resta come guida.” (K. Lorenz)

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🐣

🧠 Lunedì è nel corpo prima ancora che nel calendario.E se potessimo riscriverlo? 🌱Il lunedì non è solo un giorno: è una ...
03/11/2025

🧠 Lunedì è nel corpo prima ancora che nel calendario.
E se potessimo riscriverlo? 🌱

Il lunedì non è solo un giorno: è una sensazione che si insinua già nella domenica sera, un’ansia sottile che si annida nel corpo e nella mente, prima ancora di iniziare.
Lo confermano gli studi: l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, quel circuito dello stress, si attiva anticipando l’inizio della settimana lavorativa. 📉😰
Come spiega Viktor E. Frankl, “Quando non possiamo cambiare una situazione, siamo sfidati a cambiare noi stessi.”Ecco, il lunedì è quella sfida. Non da combattere con la fuga, ma con piccoli gesti di consapevolezza che riscrivono la nostra risposta.

📝 1. TO DO, ma con criterio.
Scrivere la sera prima una lista divisa tra “certi” e “possibili” impegni aiuta la memoria prospettica a quietare la mente inquieta. Mettere nero su bianco ferma la rincorsa caotica dei pensieri e libera spazio dentro di te. Come diceva Leonardo da Vinci, “Semplicità è la massima sofisticazione.”

🧘 2. Programma il relax
Non aspettare che arrivi per caso. Regalati un rituale di dolcezza la domenica sera: una tisana, un bagno caldo, una chiacchierata. Il corpo assimila questo messaggio: “Sto scegliendo di iniziare con cura.”Come ci ricorda Brené Brown, “La vulnerabilità non è debolezza, è il coraggio di mostrarsi per ciò che si è.”

💭 E tu? Qual è il tuo “rito del lunedì” che ti aiuta a riscrivere questa storia? Condividilo, perché a volte basta un piccolo gesto per trasformare la settimana ad altre persone. 🌿✨











✨ C’era una volta un bambin* che iniziò a credere a una voce dentro di sé: “Non sei portat*. ”Non era un sussurro invent...
27/10/2025

✨ C’era una volta un bambin* che iniziò a credere a una voce dentro di sé: “Non sei portat*.
”Non era un sussurro inventato, ma qualcosa sentito più volte: a scuola, a casa, tra i silenzi e i confronti. Una frase, uno sguardo, una battuta… e piano piano, quella voce ha iniziato a diventare parte dell’identità.
C’era una volta un bambin*. Ogni volta che si trovava davanti a un compito difficile, sentiva quella voce:
“Non ce la farai.”
“Non sei capace.”
Così smetteva di provarci davvero.
Si bloccava, abbassava lo sguardo, evitava.
Intanto, altr* sbagliavano, imparavano, crescevano.
Ma quell* bambin* si era già convint* di non essere in grado.
E col tempo, quella convinzione è diventata una certezza.
Anche le persone intorno hanno iniziato a ripeterlo:
“Non è portat* per questo.”
E dentro si rafforzava il pensiero:
“È vero. Non valgo abbastanza.”
Ma la verità è che le capacità c’erano.
Quando ha cominciato a crederci ha smesso di provarci.
Si è cominciato a vedersi nel modo sbagliato.
E quell’immagine ha cominciato a condizionare tutto.

🎈 E la cosa più difficile è che…Quella voce non si spegne crescendo. Cambia forma. Si infiltra negli esami, nei colloqui, nelle relazioni. Nel modo in cui ci si guarda allo specchio o ci si parla quando si sbaglia.
Non è più solo “non sono brav* in matematica”. Diventa:
“Non sono abbastanza.”
“Non sono fatt* per questo.”
“Non ce la farò mai.”

🔁 È questo che fa il giudizio, quando diventa identità. Imprigiona in una versione di sé che non rappresenta davvero chi si è. Ma liberarsene è possibile.
Perché quell’immagine non è la verità. È solo una convinzione. E le convinzioni si possono cambiare.

🗣️Qual è la voce che ha detto “Non ce la farai”? È possibile riscrivere quella storia. Un passo alla volta. Se qualcosa di questo testo ha risuonato, si può iniziare anche solo da qui: Condividere, riflettere, lasciar andare.
La vita non aspetta che ci si senta “abbastanza”.
È il momento di cominciare🌱

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Ogni vita è diversa. E nessun confronto è mai davvero onesto.💭 Scorri un post. Un corpo perfetto, una casa impeccabile, ...
20/10/2025

Ogni vita è diversa.
E nessun confronto è mai davvero onesto.

💭 Scorri un post. Un corpo perfetto, una casa impeccabile, una coppia sempre felice. E in un attimo, zac!... ti ritrovi a pensare che la tua vita sia meno riuscita.

È un riflesso automatico, quasi una dipendenza emotiva: confrontarti, misurarti, cercare nel successo altrui la conferma (o la condanna) del tuo valore.
Ma c’è un inganno sottile in tutto questo.
👉 Il confronto parte sempre da una visione parziale. Vedi solo ciò che gli altri vogliono mostrarti: il risultato, non il percorso. Il traguardo, non le rinunce. La vittoria, non le cadute.

🎯 Tu non sei il tuo collega in carriera. Non sei la tua amica con il corpo scolpito. Non sei quell’influencer dal sorriso perfetto.
Sai perché? Perché tu sei altro. Hai avuto altre priorità. Hai scelto, consapevolmente o no, strade diverse. Hai costruito qualcosa di unico, che merita rispetto, cura, e soprattutto sguardi autentici, non confronti ingiusti.

🧭 Invece di paragonarti, chiediti:
✨ Sto diventando la persona che voglio essere?
✨ Cosa sto costruendo davvero per me?
✨ Cosa posso cambiare, se sento che qualcosa non mi appartiene più?
I tuoi veri punti di riferimento non sono fuori.
Sono dentro di te.

💬 E tu?
Ti sei mai scopertə a guardarti con gli occhi degli altri, invece che con i tuoi?
Raccontamelo, se ti va.
👇

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💬 “Il vostro tempo è limitato, quindi non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro.”
(Steve Jobs)







“Quando qualcuno ti fa un complimento… tu lo accetti davvero? Oppure lo rimandi indietro, come se non ti appartenesse?”🔁...
17/10/2025

“Quando qualcuno ti fa un complimento… tu lo accetti davvero? Oppure lo rimandi indietro, come se non ti appartenesse?”

🔁 Siamo abituatə a dare. A sistemare. A offrire. Ma cosa accade quando qualcuno ci guarda con bontà… e ci vede davvero?
Ci siamo.
🌿 Siamo al secondo laboratorio esperienziale della stagione. E oggi portiamo un tema tanto delicato quanto radicale: imparare a riceverci.
📍Non è sempre facile accogliere uno sguardo buono.📍Non è sempre immediato lasciar entrare una parola gentile.
📍Non è scontato credere a chi ci riconosce… senza volerci aggiustare.
A volte ci sembra quasi una debolezza. Un cedimento. Eppure, accogliere ciò che è vero — anche quando è bello — è un gesto di presenza profonda.

“Puoi lasciarti toccare da ciò che è vero. Anche quando è bello.” (ispirato a Tara Brach)

In questo laboratorio, ci alleneremo proprio a questo: a reggere lo sguardo dell’altrə senza sminuirci, a specchiarci in esso senza difenderci, a dire, anche solo per oggi, “Sì. Mi riconosco in questo.”

Perché la self-compassion non è solo una pratica interiore, ma anche la capacità di lasciarsi incontrare, di restare vulnerabili senza perdere il proprio centro.

“Ricevere è il gesto più vulnerabile e coraggioso che esista.” (Brené Brown)

E forse, proprio lì, nel punto in cui ci lasciamo toccare, inizia il vero lavoro di cura. Non quello che corregge, ma quello che custodisce.

Spesso, davanti a un complimento, ci schermiamo. Sdrammatizziamo. Cambiamo discorso. Come se quella bellezza che ci viene restituita… non potesse davvero appartenerci.

Ma in questo laboratorio proveremo a fare spazio anche a questo.
🌸 A ciò che ci viene donato e che fatichiamo a tenere dentro. A quella bontà che ci interroga, ci commuove, ci disarma.

Nel primo laboratorio abbiamo riconosciuto la voce che giudica. Ora iniziamo a dar spazio a un’altra voce. Una voce più morbida, più profonda. Una voce che accoglie, riconosce, riceve. Perché come sostiene Kristin Neff:
“Il modo in cui ti parli può cambiare tutto.”
E il modo in cui ti lasci guardare… anche.
Perché anche lasciarsi toccare da uno sguardo gentile è un atto di amore verso sé stessə. Non è debolezza. È presenza. Non è vanità. È verità.

💬 Se senti che queste parole ti parlano… forse è il tuo momento per riceverle davvero.

🗓 Ci vediamo domani. Alle 15. Con l’esperienziale 🌿

📍Laboratorio esperienziale: Imparare a ricevere per ricevermi

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🗣️ “La tua citazione che parla a tutti noi” 🗣️Quante volte ci si sente così: frammentati, dispersi, confusi. Come se qua...
13/10/2025

🗣️ “La tua citazione che parla a tutti noi” 🗣️

Quante volte ci si sente così: frammentati, dispersi, confusi. Come se qualcosa dentro si fosse rotto, o come se mancasse il contatto con la parte più vera di sé.

Succede quando il nodo delle emozioni si indurisce, quando iniziamo a mettere filtri su quello che proviamo… finché non sentiamo più nulla.
Non ci si riconosce più.

E allora cerchiamo fuori: qualcuno che ci "rimetta insieme", che ci salvi.
Ma il ritorno a sé non ha bisogno di magie, né di superpoteri.
È un processo semplice e umano, fatto di piccoli gesti quotidiani di consapevolezza e amorevolezza.

🌿 È come tornare a casa dopo un lungo viaggio.
🌬️ Come accorgersi di essere in apnea, e finalmente fare un respiro profondo.
🧭 È il momento in cui ti rendi conto che hai perso il contatto con te stessə… ed è proprio lì che inizia il ritorno.

Perché a volte sentire il bisogno è già il primo passo verso la cura.
Riascoltati. Ritrova il tuo centro. E, un pezzo alla volta, torna interə.

Ascolta il tuo bisogno di tornare all’omeostasi…

✨ Questa frase mi è rimasta dentro. E a te? Ti è mai capitato di sentirti così? Scrivilo nei commenti o salvalo, se ti risuona.








L’altro giorno una conoscente mi ha chiesto: “Ma tu come fai a fare tutte queste cose?”Da quando è ricominciata la scuol...
30/09/2025

L’altro giorno una conoscente mi ha chiesto: “Ma tu come fai a fare tutte queste cose?”
Da quando è ricominciata la scuola, il tema dell’incastro perfetto è ovunque. In ogni chiacchierata tra genitori, tra collegh*… sì, anche tra papà, le famose “quote azzurre” 😅 Sembra che tutt* camminiamo sul filo sospeso della settimana, cercando di restare in equilibrio tra lavoro, figli, partner, casa, tempo per sé…
🪡 Eppure, ogni volta che mi trovo in queste conversazioni, sento un filo comune: una certa fretta emotiva, la parola stress che affiora, e una domanda silenziosa: “Dove sono io, in tutto questo?”
Allora io accolgo, respiro e ascolto. Con attenzione e curiosità, senza giudizio. Perché ogni modo di organizzarsi racconta una storia.

🔁 Ogni persona ha il suo stile, la sua modalità di stare nel mondo. Ma c’è una chiave che torna sempre: l’integrazione tra le nostre parti, tra i nostri ruoli. Quella di genitore, partner, lavorator*, figli*, amic*… A volte queste identità danzano insieme, altre volte si scontrano. E quando i bisogni non trovano voce, è lì che nasce la fatica.

🎯 Dove portare lo sguardo, allora?
* Sui valori che orientano le tue scelte
* Sulle risorse interiori a cui attingi
* Sulle priorità che davvero risuonano con chi sei

⏳Non è (solo) questione di tempo. È questione di centratura. Di allenare il tuo modo di “stare” nelle cose, più che fare tutto. Perché quando ti integri, ti senti più inter*.
E le giornate non sembrano una corsa ad ostacoli.

✨ Anche io, prima di prendermi una pausa, ho fatto il punto. Ho scritto. Riflettuto.
Sistemato pensieri e respiri. Perché anche l’organizzazione è una pratica emotiva, non solo strategica.

👉🏻E tu, come hai organizzato il tuo settembre?
E come ti stai avvicinando ad ottobre?
👉🏻Quale parte di te ha bisogno di più spazio?

🌿 Ci vediamo presto.
Con nuove energie, nuove intenzioni.
E nuove integrazioni.💫



🗓 In occasione oggi della Giornata Mondiale della Rabbia, torniamo a parlare di una delle emozioni più fraintese… eppure...
28/09/2025

🗓 In occasione oggi della Giornata Mondiale della Rabbia, torniamo a parlare di una delle emozioni più fraintese… eppure tra le più essenziali.

La rabbia è l’emozione dei confini: quando ci sentiamo danneggiati, ignorati, non rispettati; quando un bisogno non viene riconosciuto; quando ciò che conta per noi viene calpestato.

La rabbia ti dice:
👉 “Qui c’è qualcosa che non va, qualcosa da difendere.”
Eppure... ha una brutta fama. Si teme di perdere il controllo, di ferire, di rovinare tutto. Ma non è la rabbia in sé a fare male, è come la esprimiamo — o come la reprimiamo.

✨ La rabbia, se gestita, diventa forza:
🔹 grinta
🔹 assertività
🔹 consapevolezza dei propri limiti
🔹 capacità di dire “No”
🔹 protezione del proprio benessere e della propria dignità

💬 “La rabbia ci parla delle volte in cui i nostri confini sono stati oltrepassati. Quando impariamo a riconoscerla e ad ascoltarla, stiamo imparando a prenderci cura di noi.”
(Glennon Doyle)

✅ Ti propongo un esercizio che uso anche nella pratica clinica. Quando senti che la rabbia monta, fermati:
🧘‍♀️ Chiudi gli occhi, porta le mani all’altezza dell’ombelico, respira lentamente e profondamente per 8–10 volte. Ti aiuterà a rallentare il corpo, liberare la mente e tornare a una comunicazione più consapevole.

💪🏼La rabbia non va repressa, ma trasformata. In assertività. In rispetto. In scelta. Perché gestire la rabbia non significa spegnerla… significa darle un posto giusto dentro di te.

💭 E tu, come vivi la rabbia?
L’hai mai trasformata in forza?
Raccontamelo, se ti va.
👇

💬 “Chiunque può arrabbiarsi: è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, nella giusta misura, al momento giusto, per il giusto motivo e nel modo giusto… non è da tutti.”(Aristotele)

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A volte non serve nemmeno qualcuno che ci metta in ombra. Ci pensiamo da soli. In automatico. Quasi senza accorgercene.🔁...
27/09/2025

A volte non serve nemmeno qualcuno che ci metta in ombra.
Ci pensiamo da soli.
In automatico.
Quasi senza accorgercene.

🔁 Autosvalutarsi non è solo un pensiero negativo ogni tanto. È un copione silenzioso che recitiamo dentro:
– quando ci diciamo che non siamo abbastanza
– quando minimizziamo un risultato
– quando evitiamo un’opportunità "perché tanto..."
– quando crediamo di dover cambiare noi, sempre, per essere accettati.

📉 È come guardarsi allo specchio con lenti distorte, capaci di ingrandire ogni imperfezione… mentre tutto ciò che c'è di autentico, buono, vivo… resta sfocato.

“L’autosvalutazione è uno sguardo distorto su di sé.
È come mettersi in ombra, prima ancora che qualcun altro possa farlo.”
Non è solo mancanza di fiducia. Spesso è un vecchio meccanismo di protezione: ci trattiene nella zona che conosciamo, anche se ormai non ci fa più bene. Una voce interiore che non è nostra nemica… ma che forse oggi possiamo ascoltare in modo diverso.

🧠 Anche Albert Ellis ci ha messo in guardia:
«L’autosvalutazione è il risultato di convinzioni irrazionali su sé stessi, che ci portano a giudicarci in modo negativo e spesso distorto.»
Convinzioni nate da esperienze passate, critiche ricevute, aspettative irreali. Tutte cose che ci restano cucite addosso… finché non scegliamo di guardarci con occhi nuovi.

E Aaron Beck aggiungeva:
«L’autosvalutazione può creare un circolo vizioso di pensieri negativi che influenzano non solo come vediamo noi stessi, ma anche come interagiamo con gli altri e affrontiamo le sfide.»

🎯 Uscirne non significa “pensare positivo” a forza. Significa imparare a riconoscere quelle voci, chiederci da dove arrivano… e, piano piano, iniziare a non crederle più.

📌 La prossima volta che quella voce ti dice che non sei abbastanza, prova a rispondere: “Chi ha detto che questa voce ha sempre ragione?”

💬 Cosa succederebbe se oggi decidessi di trattarti con un po’ più di gentilezza?
🌱 A volte basta iniziare da lì.

P.S. 🌿 Se questa voce ti è familiare… oggi ci vediamo dal vivo, nel primo incontro del nuovo ciclo di Laboratori Esperienziali. Sarà uno spazio sicuro in cui iniziare a guardarci con occhi più gentili. Un passo alla volta, ma insieme. 💚

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Che successo l’Open Day dei Laboratori Esperienziali!Un’energia autentica, profonda, vera.Lo senti anche tu, quando il c...
23/09/2025

Che successo l’Open Day dei Laboratori Esperienziali!
Un’energia autentica, profonda, vera.
Lo senti anche tu, quando il cambiamento è nell’aria?

🎯 Il focus?
Non confondere il benessere con benefici effimeri.

👉 Il vero benessere è qualcosa che costruisci.
Non è un momento. È un processo. È una scelta quotidiana.

🌱 Cosa accade durante i nostri incontri?
Parole vere, confronti sinceri, domande che aprono spazi dentro.
E poi ascolto. Quello autentico.
Ascolto di chi ha già iniziato questo viaggio verso l’equilibrio tra mente, corpo e identità.

🌐 Il nostro obiettivo?
Coltivare insieme una community consapevole e accogliente.
Un luogo dove ogni parte di te possa sentirsi riconosciuta: madre, professionista, figlia, compagna, amica, sé stessa.
Tutte le tue sub-identità possono coesistere.
Quando sono integrate, nasce l’armonia.

🌀 Quando sei allineata con ciò che sei, ogni ruolo smette di farti a pezzi e inizia a farti intera, così come dice Vezio Ruggieri ✨
“L’identità dell’Io deve essere integrata, stabile e coesa.”

📌 Ma c’è una verità importante:
Il tuo benessere è una tua responsabilità.
E questa responsabilità può diventare un atto d’amore quotidiano.

Smetti quindi di confondere il benessere con una semplice coccola ogni tanto 🪷

📆 Ci vediamo sabato 27 alle 16 per chi ha già dato l’adesione, per questo nuovo inizio esperienziale.

✨ Vi sono ancora alcuni posti disponibili!

🙏 Grazie per esserci. Sempre.

PrepariAMOci ad un anno di benessere strepitoso.
Vi abbraccio ❤️













📋Tra mille doveri, impegni, ruoli e aspettative, c’è una cosa che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare: noi stess...
19/09/2025

📋Tra mille doveri, impegni, ruoli e aspettative, c’è una cosa che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare: noi stess*.
💎È il tesoro più prezioso che abbiamo, la base da cui nasce ogni energia e ogni relazione autentica.
🌿Non accontentarti di passare inosservata, di rimandare una visita medica, di trascurare quel piccolo piacere che ti fa bene al cuore e all’anima. Sì, il lavoro, la famiglia, gli altri sono importanti, ma la tua attenzione verso te stess* è la cura invisibile che tiene tutto insieme.
💗Come dice Oscar Wilde, “Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore che dura una vita.”
💝E allora, ritagliati momenti solo per te: un dolcetto speciale, un libro o un film che ami, una passeggiata silenziosa.
Quei piccoli gesti sono messaggi potentissimi che ti dici: “Tu vali, tu conti.”
💫Anche se spesso ci perdiamo, ci smarriamo nelle parole degli altri, nella paura di non piacere, nel compromesso del sì pronunciato con il cuore che urla no, non ci dimentichiamo chi siamo, cosa desideriamo, cosa ci fa bene davvero.
🫂E allora riabbracciamo quella parte di noi che solo noi possiamo restituire a noi stessi, con cura e gentilezza.

🌱La cura di sé non è un lusso: è il fondamento di una vita piena, di un equilibrio emotivo che ci rende più forti, più gentili, più veri.
💘Prenditi cura di te. Sei tu il centro del tuo mondo, e solo da lì può nascere ogni vero cambiamento.
🪷Se vuoi scoprire come coltivare il selfcare e il benessere in modo pratico e profondo, ti invito ai miei laboratori esperienziali mensili dedicati proprio a questo percorso di crescita e ascolto di sé.

📆Ci vediamo domani, all’Open Day, 2 ore di puro amore,
di respiri, di cura,
di condivisione, di armonia,
di integrazione.

PrepariAMOci ad un anno di benessere strepitoso.
Vi abbraccio ❤️
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Via Appia Nuova, 91
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00183

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