28/10/2025
test genetici per allergia al solfato di nichel
I test genetici per l’allergia al nichel cercano di individuare varianti genetiche (polimorfismi) che potrebbero aumentare la suscettibilità individuale a sviluppare una risposta allergica. In particolare, la ricerca si è concentrata su:
Geni del complesso maggiore di istocompatibilità (HLA), coinvolti nel riconoscimento degli antigeni e nella regolazione della risposta immunitaria.
Geni dell’infiammazione come IL-4, IL-10, TNF-α e IFN-γ, che modulano la produzione di citochine e l’attività delle cellule T, fondamentali nelle reazioni allergiche.
Geni associati alla detossificazione (ad esempio GSTT1, GSTP1 e NAT2), che possono influenzare la capacità dell’organismo di gestire metalli pesanti come il nichel.
Questi test non “diagnosticano” un’allergia già presente, ma stimano una predisposizione genetica, ovvero una maggiore probabilità di svilupparla in presenza di esposizione al metallo.
nel nostro laboratorio si esegue: visita specialistica allergologica, esecuzione del test genetico per nichel con la ricerca dei geni FLN e TNFa, refertazione, prescrizione terapeutica ed eventuale prescrizione del vaccino per il nichel, eventuale visita specialistica di controllo compresa.
Quanto sono affidabili?
È importante sottolineare che, allo stato attuale, non esiste un test genetico validato clinicamente capace di prevedere con certezza l’allergia al nichel. Le ricerche sono ancora in fase sperimentale e i risultati, pur promettenti, non sono sufficienti per sostituire i test clinici tradizionali come il patch test.
Le allergie da contatto sono infatti multifattoriali: dipendono non solo dai geni, ma anche da fattori ambientali (quantità e durata dell’esposizione, integrità della barriera cutanea, dieta, stress, microbiota).
Pertanto, i test genetici oggi disponibili sul mercato hanno valore informativo o di prevenzione, ma non diagnostico. Possono essere utili, ad esempio, per chi ha una storia familiare di allergie da metalli o per chi è esposto professionalmente al nichel.
Il futuro della genetica in allergologia
La genetica offre però prospettive interessanti. Capire quali geni regolano la risposta al nichel potrebbe portare, in futuro, a:
test predittivi più accurati, basati su profili poligenici;
strategie preventive personalizzate, ad esempio raccomandazioni su dieta e prodotti a basso contenuto di nichel;
nuove terapie mirate, che agiscano sui meccanismi immunologici alla base della sensibilizzazione.
Alcuni studi stanno anche valutando la possibilità di utilizzare l’epigenetica – ossia le modifiche reversibili dell’espressione genica dovute all’ambiente – per spiegare perché solo alcune persone geneticamente predisposte sviluppano effettivamente l’allergia.
In sintesi
I test genetici per l’allergia al solfato di nichel rappresentano un campo di ricerca promettente ma ancora in evoluzione. Al momento, il modo più efficace per individuare una sensibilizzazione resta il patch test dermatologico, mentre l’analisi genetica può offrire un’informazione complementare sul rischio individuale.
In futuro, la combinazione tra genetica, epigenetica e clinica potrebbe aprire la strada a una allergologia di precisione, in cui diagnosi e prevenzione saranno sempre più personalizzate.
Fonti principali:
Jensen CS et al., Contact Dermatitis, 2003.
Thyssen JP & Menné T., Critical Reviews in Toxicology, 2010.
Ricciardi L. et al., International Journal of Immunopathology and Pharmacology, 2018.
European Society of Contact Dermatitis (ESCD) Guidelines, 2022.