Michele Lanotte - Psicologo Psicoterapeuta

Michele Lanotte - Psicologo Psicoterapeuta Psicoterapeuta Strategico Integrato. Terapeuta EMDR.

NEL TEMPO DELLA GUARIGIONECi sono cambiamenti che non si vedono.Avvengono in silenzio, mentre fuori continui a sorridere...
01/11/2025

NEL TEMPO DELLA GUARIGIONE

Ci sono cambiamenti che non si vedono.

Avvengono in silenzio, mentre fuori continui a sorridere, a lavorare, a rispondere ai messaggi.
Ma dentro ti stai trasformando.

Stai lasciando andare pezzi di te che un tempo sembravano imprescindibili.
Stai facendo spazio a chi sei diventato.

Dopo la frattura che ha cambiato tutto.

È una ricostruzione lenta, silenziosa.
Invisibile agli occhi di chi ha conosciuto
solo le tue macerie.

Per questo a volte fa male guarire.

Perché chi ti ha giudicato quando eri spezzato
non sa riconoscerti intero.
Chi ti ha abbandonato nella resa
non immagina la forza che ci è voluta per rialzarti.
E chi ti lasciava nella tua fragilità
forse non saprà amarti nella tua libertà.

Ma guarire, davvero, è anche
accettare che non tutti potranno seguirti.

Non c’è rivalsa.
C’è quiete.
C’è il coraggio di non spiegarti più,
di non chiedere che ti credano.

Alcuni ti vedranno cambiare
e penseranno che sei diventato freddo.
Che sei distante.
Che non sei più quello di prima.

Ed è vero.

È successo piano.
Hai capito che trattenere chi non resta
è solo un modo di restare feriti.
Hai sentito che non serviva più trattenere
chi aveva già scelto di andare.
E allora hai smesso di opporre resistenza.

Non tutti comprenderanno questa scelta.
Ma non è più il loro sguardo a definirti.

Il vero riconoscimento…
viene da chi sei
quando ti guardi.

Se riesci a incontrarti nei tuoi occhi nuovi,
se riesci a tenerti senza scappare,
allora sì…
sei tornato.

Finalmente,
a casa.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 Lilybris - Cecilia Roda

QUANDO IL MALE NON È RECIPROCOQuello che a te non ha fatto né caldo né freddo, a me ha fatto male fino all’anima.Non per...
19/10/2025

QUANDO IL MALE NON È RECIPROCO

Quello che a te non ha fatto né caldo né freddo, a me ha fatto male fino all’anima.

Non per debolezza, ma perché avevo creduto che fossimo la stessa storia. Che ciò che toccava me, toccasse anche te.

Invece no. A volte l’incontro non è reciproco, è un’illusione che si svela tardi. E quando cade, non crolla solo l’altro, crolli anche tu, insieme all’immagine che avevi costruito.

Da qui può iniziare il lavoro. Serve tempo per accettarlo. Perché l’assenza non è solo mancanza. É silenzio che ti costringe a guardarti, capire cosa ti aveva trattenuto lì, cosa cercavi davvero, cosa in te aveva bisogno di quella ferita per vedersi.

Guarire non è dimenticare chi ti ha fatto male. È smettere di restare nel posto in cui il male continua.

E allora quello che un tempo faceva male fino all’anima diventa il punto da cui ricominci. Non per cancellare, ma per tornare a essere intero.

Perché certe lezioni non arrivano per punirti, arrivano per ricordarti chi sei quando smetti di chiedere all’altro di darti valore.

E da lì, proprio da quel dolore che sembrava infinito, riprendi fiato. E torni a vivere.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒

VERITÀ CHE ARRIVANO COL TEMPOCi sono verità che arrivano col tempo.Che il silenzio può ferire più di una parola,ma sono ...
09/10/2025

VERITÀ CHE ARRIVANO COL TEMPO

Ci sono verità che arrivano col tempo.
Che il silenzio può ferire più di una parola,
ma sono le parole, spesso,
a scavare più a fondo.
Le usiamo per riempire vuoti,
per nascondere verità,
per sembrare vivi quando in realtà
stiamo solo crollando.

Ho visto persone dire tutto…
senza fare niente.
E altre tacere…
mentre restavano, con gesti
che parlano d’amore.

Ho imparato che l’entusiasmo può travolgere,
ma è la coerenza che sostiene.
Che la passione può incendiare,
ma è la cura che resta.

Ci sono parole che brillano come stelle,
e altre che svuotano l’anima.
Ci sono promesse che sanno di verità
e altre che si sbriciolano appena tocchi la realtà.

C’è chi ti chiama “anima”
ma poi non sa dove metterla, la tua anima.
Chi ti dice “ti amo” con il cuore in prestito,
chi ti lascia senza spiegazioni
ma con mille cicatrici.
C’è chi ti insegna a volare
senza sapere cosa voglia dire
atterrare senza far male.

E poi ci sei tu.
Con tutto quello che hai imparato,
anche senza volerlo.
Con le ferite piene di spazio, e la scelta quotidiana di riempirle di cura.

Perché non tutto ciò che ferisce è destino.
A volte è solo disamore travestito da promessa.
E non tutto ciò che svanisce era amore.
A volte era solo bisogno, rumore,
o paura di restare.

E allora resti.
Respiri.
Ti prendi tutto il tempo di cui hai bisogno
per ricostruirti.

E così, piano,
impari a guarire.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒

VEDERE FA MALE MA GUARISCEA volte non ci manca una persona.Ci manca l’illusione che avevamo costruito su di lei.Non ci s...
05/10/2025

VEDERE FA MALE MA GUARISCE

A volte non ci manca una persona.
Ci manca l’illusione
che avevamo costruito su di lei.

Non ci spezza ciò che è accaduto,
ma ciò che avevamo sognato succedesse.

E così continuiamo a vivere nei “come se”:
come se ci avessero davvero amati,
come se ci avessero scelti,
come se prima o poi tornassero,
come se un giorno ci spiegassero tutto.

Ma i “come se” non curano.
Sono la gabbia più sottile che conosciamo.
Trattengono il cuore
in un tempo che non esiste più.

Il dolore vero non sta nel passato,
ma nel tentativo di restare ciechi,
nel rifiuto di guardare ciò che è davanti a noi.

Guarire, a volte, è lasciar morire l’illusione.
È attraversare la disillusione come un rito.
Solo nella realtà nuda, imperfetta,
brutale, ma vera, si guarisce.

Perché la libertà non è senza ferite.
È scegliere di non mentirsi più.

E anche se fa male,
la verità resta il posto più sicuro in cui tornare.
Non perché consola,
ma perché non inganna.

E noi abbiamo bisogno di uno sguardo
che veda davvero.
Non con gli occhi che chiedono,
ma con quelli che finalmente accettano di vedere.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒

CI SONO COSE CHE HO IMPARATO TARDINon tutto va guarito per essere vissuto.Ci sono ferite che non si chiudono: si abitano...
25/09/2025

CI SONO COSE CHE HO IMPARATO TARDI

Non tutto va guarito per essere vissuto.
Ci sono ferite che non si chiudono: si abitano.
E puoi andare avanti
anche con qualcosa che fa ancora male.

Ci sono notti in cui la luce non vince sul buio,
ma gli tiene la mano.
E certe notti non si superano,
si ascoltano.

Ci sono momenti in cui anche i passi fermi sanno dire qualcosa.
E smettere di lottare
non significa arrendersi,
ma scegliere di respirare.

Ho imparato che si può essere fragili e forti
nello stesso istante.
Che la paura non sempre chiede coraggio,
a volte solo una pausa.
E che non tutto quello che trema va aggiustato:
certe crepe servono a far passare l’aria.

Ho imparato che il silenzio non è sempre mancanza,
a volte è un confine gentile.
Che dire “basta” può essere un atto d’amore.
Che dire “resto” può essere una rivoluzione.

Ho imparato che non devo più scegliere
quale parte di me mostrare.
Che ogni mia voce ha diritto di parola,
anche quella che non sa spiegarsi.

E che si può ringraziare
anche con le lacrime agli occhi.
Perché a volte
il dolore e la gratitudine
si stringono piano
senza fare rumore.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 Lilybris - Cecilia Roda

GLI SPAZI NON VISSUTICi sono zone intere della nostra esistenzache non tocchiamo mai.Non perché non esistano,ma perché c...
22/09/2025

GLI SPAZI NON VISSUTI

Ci sono zone intere della nostra esistenza
che non tocchiamo mai.
Non perché non esistano,
ma perché ci sono sembrate
troppo larghe per noi.
Troppo intense, troppo libere.
Troppo vere.

C’è la vita che viviamo,
quella che sappiamo raccontare,
quella che abbiamo imparato a gestire.
E poi, ai lati,
ci sono tutte le vite che non abbiamo osato vivere.

Le parti di noi che non abbiamo lasciato parlare.
I desideri messi a tacere per compiacere.
Le rabbia che abbiamo ingoiato
fino a farla diventare silenzio.
Le versioni di noi che erano pronte,
ma che non abbiamo avuto il coraggio di essere.

Ogni rinuncia ha lasciato un’orma.
Ogni scelta fatta per paura ha escluso un respiro.
E adesso… viviamo in uno spazio troppo stretto,
dove tutto è contenuto, ma niente è intero.

Eppure quegli spazi ai lati ci chiamano.
Sussurrano.
Come la parte di te che ti guarda ogni sera prima di dormire
e ti chiede se stai davvero vivendo.

Così la guarigione, a volte, non è aggiustare.
È tradire.
Tradire la paura che ti ha tenuto in silenzio.
Tradire la gabbia delle versioni educate di te.
È tornare a prendere ciò che ti sei negato,
rientrare nelle stanze chiuse,
scavare nei sogni che hai seppellito.

Perché sopravvivere non basta.
Ai lati c’è la vita intera.
E non è mai troppo tardi
per entrarci davvero.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 minillustrazioni_linz

IL DOLORE SA TROVARTICi sono strade che sembrano nuovema hanno lo stesso odore delle vecchie.Stesse curve, stesso vuoto ...
16/09/2025

IL DOLORE SA TROVARTI

Ci sono strade che sembrano nuove
ma hanno lo stesso odore delle vecchie.
Stesse curve, stesso vuoto nello stomaco.
Solo travestite meglio.

Puoi cambiare, città, nome, relazioni, pelle.
Puoi dire che non fa più male.
Bloccare, dimenticare, andare oltre.

Ma quello che non hai guardato
non si lascia aggirare.
Aspetta.
Si traveste da altro.
Torna sotto forma di una nuova relazione,
di una scelta sbagliata,
di un vuoto che non sai spiegare.

La vita ha un modo tutto suo
di riportarti dove hai tremato.
Non dimentica ciò che dentro
non hai mai davvero superato.
Te lo rimette davanti,
per chiederti:
“Vuoi guarire o vuoi continuare a fuggire?”

Ogni incrocio che eviti,
torna con altri nomi
ma con lo stesso dolore in mano.

Perché ogni volta che chiudi gli occhi davanti a ciò che ti ferisce,
gli stai dicendo che ha ancora potere su di te.

Finché fuggirai,
sarai ancora schiavo
di ciò che eviti.

E non è sfortuna.
È un invito.
A non scappare più.
A restare,
a smettere di inventare vie d’uscita
pur di non tornare dove ti sei lasciato.

Perché alcune cose non si superano aggirandole.
Si superano solo attraversandole.

Resta.
Anche se hai paura.
Anche se vorresti correre via.
Anche se hai imparato a sopravvivere chiudendo gli occhi.

Resta.
E chiediti:
“Cosa mi sta chiedendo la vita, ora, attraverso questo?”

Non si tratta di forza.
Si tratta di presenza.

E quando finalmente resti,
non cambia solo la strada.
Cambi tu.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 lilybris

CI SONO RISPOSTE CHE NON SONO PRONTE.E FORSE NEMMENO TU.Alcune parti di te non hanno ancora parole.Vivono chiuse, come s...
08/09/2025

CI SONO RISPOSTE CHE NON SONO PRONTE.
E FORSE NEMMENO TU.

Alcune parti di te non hanno ancora parole.
Vivono chiuse, come stanze in cui non sei mai entrato.
Non perché non ne hai il coraggio,
ma perché servono occhi nuovi per vederle davvero.
E tempo.

Il tempo che serve a certe verità per diventare abitabili.
Per non ferire.
Per accogliere senza strappare.

Vorresti che il dolore avesse un senso.
Vorresti che certe ferite portassero almeno un perché da tenere in tasca.
Ma non sempre succede.
Non subito.

Ci sono domande che non chiedono soluzioni.
Chiedono di essere abitate.
Con tutta la loro incertezza,
con tutto il loro vuoto.
E anche con quella fame di senso
che a volte pesa più del dolore stesso.

Non correre a colmare.
Non forzare una chiarezza che ancora non sa dove stare.
Resta.
Resta dentro ciò che non si capisce,
dentro ciò che fa male.
Perché certe comprensioni
non arrivano con le parole.
Arrivano con il diventare.

Forse un giorno
non saprai dire quando
ti accorgerai che qualcosa si è spostato.
Che quella domanda non ti fa più male.
Che ci puoi convivere.
O che, in silenzio,
ha trovato da sola la sua risposta
dentro una tua nuova pelle.

E allora capirai
che certe attese non erano tempo perso.
Erano te che crescevi abbastanza
da poterci restare dentro,
senza più tremare.

Capirai che certe domande
non vanno risolte.
Vanno amate.
Perché sono le uniche
che ti tengono in vita mentre tutto si spezza.
Sono le uniche
che ti ricordano che stai cercando,
che vuoi ancora capire,
che stai ancora scegliendo la verità.
Anche quando fa male.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 lilybris

IL DOLORE VA LASCIATO ANDARE MOLTE VOLTEIl dolore profondo non lo lasci una volta sola.Ti ci misuri infinite volte.Ogni ...
02/09/2025

IL DOLORE VA LASCIATO ANDARE MOLTE VOLTE

Il dolore profondo non lo lasci una volta sola.
Ti ci misuri infinite volte.
Ogni volta credi di averlo lasciato cadere
e ogni volta lo ritrovi tra le mani.

Ti sorprende nei dettagli che non controlli:
un odore, una voce, un gesto.
Torna quando non lo vuoi,
quando pensi di essere libero.
E ogni volta devi lasciarlo andare di nuovo.

Si guarisce non chiudendo per sempre,
ma lasciando andare tutte le volte che serve.
Finché non chiede più spazio.
È una scelta quotidiana.

È continuare con pazienza.
Con la stessa dignità con cui si apre la mano
anche quando vorrebbe stringere.

Un giorno ti accorgi
che non è più lui a trattenerti.
Sei tu che non lo trattieni più.
E in quello spazio, finalmente,
comincia a respirare la tua vita.

A volte, la parte più difficile
non è lasciare andare.
È accettare che dovrai farlo molte volte.
Con la stessa dolcezza,
la stessa promessa,
la stessa forza.



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QUANDO L’AMORE ARRIVA DALLA FERITACi innamoriamo dove siamo stati feriti.Nel punto esatto in cui abbiamo imparato a sopr...
24/08/2025

QUANDO L’AMORE ARRIVA DALLA FERITA

Ci innamoriamo dove siamo stati feriti.
Nel punto esatto in cui abbiamo imparato a sopravvivere.
Dove la pelle è sottile.
Dove qualcosa si è spezzato e non si è mai davvero ricucito.

Il cuore non sceglie a caso.
Va dove pulsa la ferita.
Dove un dolore mai ascoltato
cerca ancora voce
e si illude che, stavolta, potrà guarire.

Ci innamoriamo di chi entra
dove nessuno ha saputo restare.
Di chi sfiora la ferita con la stessa forza
con cui qualcun altro, molto tempo fa, l’ha aperta.

E non è amore.
È un tentativo.
Una ripetizione.
La speranza muta che ciò che ha fatto male
possa finalmente fare bene.

Ma l’amore che nasce dalla ferita
non salva.
Stringe.
Dipende.
Aspetta.
Si consuma nel trattenere
chi non può guarire al posto tuo.

E tu lo chiami amore,
ma stai solo cercando
la scena che non si è mai chiusa.
Ami da lì:
dal punto esatto in cui sei stato abbandonato.
Dal vuoto che spera ancora in un finale diverso.

È un amore che fa male.
Che confonde la salvezza con la dipendenza,
la presenza con la paura di restare soli,
il legame con il nodo.

Ma l’altro non può riscrivere la tua storia.
Può solo amare chi sei adesso.
Se glielo permetti.

E allora capisci:
finché amerai da quella ferita,
non amerai mai davvero.
Cercherai sollievo, non condivisione.
Conferme, non incontro.
Dipendenza, non presenza.

Guarire non è trovare qualcuno che ti salvi.
È smettere di offrire la tua ferita
come unico modo di farti vedere.
È restarci dentro, da solo.
Senza scappare.
Finché non smette di parlare al posto tuo.

Solo allora,
quando non sarà più la ferita a scegliere,
saprai riconoscere un amore che non cura,
perché non ce n’è più bisogno.

Un amore che comincia dove non fa più male.
E saprai riconoscerlo.
Perché non farà tremare la ferita.
Ma respirare il cuore.

𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 Lilybris - Cecilia Roda

NON CERCARTI DOVE NON CI SEI PIÙA volte resti a guardare un posto,una relazione, una vecchia versione di tecome se da lì...
22/08/2025

NON CERCARTI DOVE NON CI SEI PIÙ

A volte resti a guardare un posto,
una relazione, una vecchia versione di te
come se da lì potesse ancora arrivare qualcosa.

Ma quello che eri non abita più lì.

Ci sono luoghi che ti hanno definito,
persone che ti hanno acceso e spento,
momenti che ti hanno strappato via pezzi
che poi hai dovuto ricostruire da solo.

Eppure continui a tornarci col pensiero,
come se potessi recuperare qualcosa
che ti è scivolato tra le mani.

Se provi a trovarti lì,
troverai solo la tua ombra:
la parte che hai lasciato morire per sopravvivere.

A un certo punto bisogna smettere di rovistare tra le ceneri per sentirsi vivi.
Smettere di confondere le ferite con l’identità.

Tu non sei il dolore che hai attraversato.
Non sei nemmeno il vuoto che ti hanno lasciato.

Se vuoi ritrovarti, guardati qui:
nei passi che hai fatto per rialzarti,
nel respiro che hai protetto
quando tutto crollava,
nella pelle nuova che brucia,
nella parte che trema e non finge.

Non cercarti dove non ci sei più.
Perché lì sei già morto.

Cercati in ciò che hai lasciato andare,
in ciò che hai imparato a non inseguire più.
Perché crescere, a volte,
è smettere di tornare.

E allora sì, cercati adesso:
nel rischio che ti fa paura,
nell’incertezza che non mente,
nella vita che, anche senza rumore,
ti sta chiedendo di nascere ancora una volta.

Perché lì sei vivo.
Lì sei vero.
Lì ti stai ritrovando.



𝐼𝓁𝓁𝓊𝓈𝓉𝓇𝒶𝓏𝒾𝑜𝓃𝑒 indigestionedarte

Indirizzo

Rome
00128

Telefono

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