Dr.ssa Alessandra Suma Psicologia e Sport

Dr.ssa Alessandra Suma Psicologia e Sport Psicologa
Psicoterapeuta
Psicologa dello Sport
Facilitatore Mindfulness
PNL

09/11/2025

"Non si è bravi solo se si vince"

La filosofia di Pep Guardiola 🗣

09/11/2025





"Per vivere una vita creativa dobbiamo superare la paura di essere in errore"

È importante sviluppare un approccio mentale all’accettazione dell’errore quale punto di svolta per cambiamenti di crescita e di consapevolezza, per arrivare a volgere errori e il fallimento a proprio vantaggio.
Questo approccio innovativo produce innumerevoli risultati e potenzialità in diversi contesti, in particolare in ambito sportivo e lavorativo, fino alla vita quotidiana.

06/11/2025

La parola “gruppo” è utilizzata spesso a sproposito, associata a un certo numero di persone abituate, da più o meno tempo, a svolgere una stessa attività o, per quanto riguarda lo sport, a giocare insieme.
Il “gruppo”, per come lo si vuole intendere e per gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere, è in realtà qualcosa di ben più grande e complesso, che si crea quando un vero e proprio stile di vita e di lavoro accomuna tutte le persone coinvolte. Infatti, come evidenziato da V. Prunelli si può efficacemente e concretamente parlare di gruppo allorché i vari componenti:
• si pongono in una situazione psicologica e operativa in cui l’apporto e il modo di comportarsi del singolo si adattano a quelli di tutti gli altri e li condizionano (reciprocità ed interazione);
• fanno riferimento a un modello unitario nato dal contributo di tutti in modo da uniformare i comportamenti ed escludere il perseguimento di scopi solo individuali (integrazione ed equità);
• conoscono le modalità e i vincoli e sono consapevoli di appartenervi (appartenenza);
• sommano le forze in vista degli obiettivi comuni, prima ancora che per soddisfare quelli personali (cooperazione e solidarietà);
• apportano contributi e idee originali secondo le possibilità di ognuno (creazione).

Ma non basta indossare la medesima divisa o giocare nella stessa squadra per essere e sentirsi automaticamente un gruppo, piuttosto servono unità d’intenti, condivisione di obiettivi e mezzi.
Un team per essere vincente deve aver interiorizzato lo spirito di collaborazione, avere una comunicazione aperta e riconoscere il proprio lavoro come parte di uno scopo comune che ottimizza anche quello degli altri.

L'intervento della psicologia sportiva in tal senso ha il fine di sviluppare sentimenti di appartenenza e spirito di squadra, riconoscendo ognuno l'importanza del proprio ruolo ma anche la flessibilità e l'adattamento a situazioni e variabili tipiche di una attività di gruppo o uno sport "open skills".

05/11/2025

Da un po’ di tempo la psicologia mordi e fuggi va forte sui social, ma la velocità sulla salute mentale potrebbe diventare un boomerang.

05/11/2025
03/11/2025

Le emozioni possono portare l'atleta a prestazioni sportive non all'altezza delle sue possibilità, o a compiere azioni impulsive.... È capitato anche a me quando ero un'atleta....

Tra i fattori scatenanti possono esserci: l’ansia, l’adrenalina, la voglia di vincere, la delusione per una sconfitta o per una decisione arbitrale considerata sbagliata, la frustrazione per un errore commesso, ecc.

In situazioni come queste saper gestire le emozioni è fondamentale, poiché queste possono influenzare la prestazione personale, o recare danno alla propria squadra impendo il raggiungimento di un determinato obbiettivo.

Uno dei metodi più efficaci per gestire le proprie emozioni è ricorrere a tecniche di rilassamento e visualizzazione.
Infatti, simulando e rivivendo con consapevolezza situazioni considerate critiche, l’atleta può sviluppare abilità mentali per aumentare l’autocontrollo.

31/10/2025

𝙇'𝙄𝙈𝙋𝙊𝙍𝙏𝘼𝙉𝙕𝘼 𝘿𝙀𝙇𝙇𝘼 𝙍𝙀𝙎𝙋𝙄𝙍𝘼𝙕𝙄𝙊𝙉𝙀 𝙋𝙀𝙍 𝙄𝙇 𝙍𝙀𝘾𝙐𝙋𝙀𝙍𝙊 𝙋𝙎𝙄𝘾𝙊-𝙁𝙄𝙎𝙄𝘾𝙊

L'allenamento è fisicamente impegnativo, sottopone a stress il corpo, causando il rilascio di ormoni come l'adrenalina. Esso porta all'aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.
Poiché la respirazione profonda può ridurre i livelli di stress, farla dopo l'attività sportiva è un buon modo per riportare l'organismo alla sua condizione abituale.

Pertanto è fondamentale, dopo l'allenamento, mettere in atto una routine che consenta il corretto recupero muscolare basata su alcuni minuti di respirazione profonda e controllata.
Ovviamente questa pratica da sola non basta per giungere a un recupero muscolare e psico fisico ottimale ma indubbiamente è in grado di migliorarne il processo.
Ma i benefici della respirazione profonda post allenamento vanno ben oltre il recupero fisico, perché necessita di concentrazione e questo aiuta a tornare concentrati sul momento presente e sulla percezione del proprio corpo nello spazio.

Infine, la respirazione profonda post workout può essere particolarmente efficace se ci si allena a tarda sera e ad alta intensità, perché attività di questo tipo troppo vicini all'ora di dormire possono disturbare il sonno, mentre respirare consapevolmente propizia il riposo.

Per tutti questi motivi lavoro con gli atleti affinché siano sempre più consapevoli del loro modo di respirare, delle funzioni che diverse modalità di respirazione possono avere per utilizzare quella più efficace a seconda del bisogno.

26/10/2025

LA METAFORA DI SPIDER-MAN NEL LAVORO CON GLI ADOLESCENTI

Ieri sera in tv hanno dato "Spiderman", il primo film...E dire che lo avevo citato ad un mio giovane paziente pochi giorni fa, raccontandogli del colloquio tra Peter Parker e suo zio Ben.

Da quella conversazione Spiderman trae il suo motto:
"Da un grande potere derivano grandi responsabilità"
e molti sono certi che esso gli sia stato detto da zio Ben, la cui morte per mano della sua negligenza alimenta il suo senso di colpa e lo spinge a diventare un eroe.

Gli adolescenti spessissimo si lamentano di non avere potere sulla propria vita, che i loro genitori hanno potere di decisione su di loro... Allora io gli cito lo zio Parker, ricordando loro che assieme al "potere" ci sono anche le responsabilità.

Quanto può essere difficile per un genitore assistere agli errori dei propri figli senza sostituirsi a loro o senza porvi rimedio?!
Tantissimo.
Ma senza responsabilità non si cresce davvero, e non si può gestire il "potere".
Nel film lo zio di Peter deve arrivare a morire per dare la possibilità al nipote di riflettere su questo.
Allora, in senso figurato, una parte del genitore, quella pronta a rimediare ai "casini" dei figli, quella che si erge a paladino dei "diritti" dei figli anche contro professori e allenatori, quella che vorrebbe sostituirsi a loro per "far vedere come si fa", quella parte deve morire. Perché un ragazzo cresce solo se ha la possibilità di confrontarsi con le conseguenze, da solo, sbagliando, faticando.

Ma quindi il genitore deve uscire di scena?
Assolutamente no.
Un figlio ha sempre bisogno di essere accolto e sostenuto.... Allora, quando sarà pronto a chiedere aiuto, riconoscendo che non è ancora pronto a detenere da solo tutto il potere della propria vita, allora troverà accettazione, sostegno, comprensione e consigli.... per imparare a gestire in autonomia se stesso.

Parole chiave:🗝️LUCIDITÀ 🗝️MAI ABBASSARE L'INTENSITÀ ....che vuol dire 🗝️ MANTENERE ALTA L'ATTENZIONE 🗝️GESTIRE LE EMOZI...
24/10/2025

Parole chiave:
🗝️LUCIDITÀ
🗝️MAI ABBASSARE L'INTENSITÀ ....che vuol dire
🗝️ MANTENERE ALTA L'ATTENZIONE
🗝️GESTIRE LE EMOZIONI per tutto il match
Skills che si possono apprendere e sviluppare con una
🗝️ANALISI CONSAPEVOLE DELLE PROPRIE DINAMICHE ed
🗝️ESERCIZI SPECIFICI DI MENTAL TRAINING.
Se sei interessato ad approfondire contattami con un messaggio privato o via mail
📧alessandra.suma79@libero.it

24/10/2025

"L'unica cosa che ho fatto con Paola Egonu è parlare con lei. Nella prima conversazione le ho detto: 'Non mi interessa Egonu. Mi interessa PAOLA.'
Ho iniziato così. Per parlare con lei come ragazza.
Abbiamo parlato di molte cose che ovviamente rimangono tra di noi..della sua storia di tutto e poi le ho messo un soprannome. Io la chiamo PANTERA.
Le dico 'Panther, come stai Panther?'...e le ho detto, sai perche ti chiamo pantera? Perche poi sai, lei mi ha detto che la criticavano anche per il fatto che cammina piano. Perche quando le cose vanno male, tutto è male: "Hai visto le pantere come sono? Passo felpato, camminano piano...però quando attaccano NON VANNO PIANO.
Ecco tu quando attacchi devi essere come una pantera, a me non mi frega nulla se cammini piano..'
Ecco la chiave dell'empatia è questa. Cercare argomenti che muovono l'altro, non i propri.
Io non posso motivare l'altro con le MIE motivazioni. Io devo cercare la motivazione dell'altro.
A volte si fanno discorsi del tipo..'Voi, dovete essere dei professionisti..' ma che vuol dire?
I professionisti arrivano in orario, si allenano, finiscono, fanno la doccia e se ne vanno.
'Io NON voglio PROFESSIONISTI, voglio ragazze con un SOGNO, che è diverso!".
Uno non inventa niente, cerca dentro di loro "come posso per fare per farle dare il massimo"
L'essere umano impara per feedback"

- Julio Velasco al Festival dello Sport di Trento 2025.

20/10/2025

"Il terapeuta è un allenatore, non un sostituto genitoriale"
J. Fisher

17/10/2025

Come riconoscere subito una relazione potenzialmente pericolosa in 10 mosse
(E, soprattutto, smettere di credere di poter “salvare” chi ti sta distruggendo)

1. Ti fa sentire “speciale” troppo presto.

Ti idealizza, ti dice che sei “la donna che aspettava da sempre”, che “non ha mai provato nulla di simile”.
Non è amore, è strategia di aggancio.
Serve a legarti velocemente, a farti abbassare le difese.
Il vero amore non brucia i tempi, li costruisce, li scandisce con cura e rispetto.

2. Vuole sapere sempre dove sei e con chi.

Lo chiama “interesse”, ma è controllo.
Non è “gelosia”, è sorveglianza emotiva.
Quando ogni tuo spostamento diventa oggetto di interrogatorio, non sei amata, sei assediata/infestata.

3. Ti isola. Lentamente, ma sistematicamente.

Ti convince che “le tue amiche non ti capiscono”, che “la tua famiglia è invadente”.
Ti vuole sola perché più sei sola, più diventi gestibile.
Ricorda: un uomo che ha bisogno di eliminare il tuo mondo per farsi spazio…
vuole renderti prigioniera, non condividere la tua vita.

4. Alterna attenzioni estreme e freddezza totale.

Ti confonde, ti destabilizza, ti fa sentire colpevole di “aver fatto qualcosa di sbagliato”.
È rinforzo intermittente: la tecnica manipolativa più potente che esista.
Ti abitua a elemosinare affetto, a sopportare tutto pur di ritrovare “quel lato dolce di prima” che non tornerà mai perché era solo un inganno.

5. Ti colpevolizza per ogni suo malessere.

“Mi fai arrabbiare.”
“Mi hai deluso.”
“Mi hai costretto a reagire così.”
Ti fa credere di essere la causa dei suoi scatti, dei suoi silenzi, dei suoi disastri.
In realtà stai solo assumendoti la responsabilità della sua patologia.

6. Usa l’amore come arma di ricatto.

Ti punisce con il silenzio, con la distanza, con la minaccia di andarsene.
L’amore sano non si usa per terrorizzare chi ti sta accanto.
Questo non è amore. È violenza psicologica.

7. Umilia, ironizza, ridicolizza.

Spesso lo fa “scherzando”, ma il messaggio è sempre lo stesso:
tu vali meno, tu sbagli, tu non sei abbastanza.
Le parole lasciano ferite invisibili, ma profonde.
E una donna che comincia a dubitare del proprio valore è una donna già in trappola.

8. Ti fa sentire in debito per ogni gesto.

“Con tutto quello che faccio per te.”
Questa frase è il manifesto della manipolazione affettiva.
Ti dà per potersi riprendere tutto con gli interessi.
E quando smetterai di “essere riconoscente”,
scoprirai quanto può essere violento il suo “amore”.

9. Minimizza, nega, giustifica.

Quando lo affronti, non chiede scusa.
Ti dice che “hai capito male”, che “sei esagerata”, che “sei troppo sensibile”.
Ti induce a dubitare della tua percezione, del tuo giudizio, della tua lucidità.
Questo si chiama gaslighting.
Ed è il preludio alla tua disintegrazione emotiva.

10. Ti convince che senza di lui non sei niente.

Ti prosciuga l’identità, ti fa credere che da sola non ce la farai mai.
E quando inizi a crederci, ha già vinto.
Ma ricordati questo: nessuno ti completa, se prima ti distrugge.

Questo tipo di uomo non cambia.
Non lo puoi curare.
Non lo puoi guarire.
E soprattutto non lo puoi salvare.

Non sei un laboratorio di riparazione per maschi fallati.
Non è il tuo amore che lo trasformerà.
È la tua assenza che lo disinnescherà. Proteggiti. Chiedi aiuto. Allontanati.

Smetti di credere che stare con qualcuno significhi essere qualcuno.
Perché quando costruisci la tua identità sulle macerie emotive di chi ti consuma,
non stai vivendo un amore, stai partecipando alla tua cancellazione.

Indirizzo

Via Monte Senario, 89
Rome
00141

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Chi sono

Mi sono laureata in Psicologia ad orientamento del Lavoro e delle Organizzazioni all’Università di Parma e sono specializzanda in Psicoterapia ad orientamento Analitico Esistenziale presso l’I.P.A.A.E. (Istituto di Specializzazione di in Psicoterapia Analitica e di Antropologia Esistenziale – riconosciuto dal M.I.U.R. con D.M. 04712/2006) di Pescara, dove nel frattempo ho effettuato il Master di 2° livello in “Psicoanalisi Infantile”.

Durante i tirocini formativi ho collaborato con il Servizio di Psicologia Clinica e di psicoterapia per l’Età Adulta e l’Età Evolutiva ASL TA/1 dove accanto all’ambito clinico di psicodiagnosi ed intervento con i pazienti nell’ambito dei Disturbi dell’Alimentazione, ho partecipato al Progetto in favore dell’Infanzia e dell’Adolescenza (delibere n. 2227 del 5/8(2005 e n.2596 del 12/9/2005)

Ho conseguito il diploma di Antropologa Personalista Esistenziale e di Sophia-analista presso il "Centro per lo Sviluppo della Persona", collegata alla Sophia University of Rome di Antonio Mercurio (già fondatore a Roma dell’Istituto di Psicoterapia Analitica Esistenziale e dell’Istituto di Antropologia Esistenziale e di Sophia-analisi)

Sono esperta in “Marketing e Comunicazione Sociale”, PNL Pratictioner e Technician , facilitatore in Mindfulness, e partecipo regolarmente a Seminari Tecnici per le Attività di Alto Livello della Scuola dello Sport del CONI, competenze che metto in campo nella mia professione di Psicologa dello Sport. In particolare mi occupo di sport nell’ambito giovanile, in cui svolgo attività di consulenza a giovani atleti agonistici e di facilitatore di comunicazione tra allenatore, atleti e genitori.