Dott.ssa Veronica Rossi

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Sono la Dott.ssa Veronica Rossi una psicologa e Sessuologa

Specializzata in:
-Psicologia dell'Alimentazione e della Nutrizione,
-Psicologia sportiva,
-Tecniche psico-fisiche di gestione dello stress e dell'ansia
-Psicologia di Coppia

Il pentimento raramente nasce perché hai scelto male.Nasce quando inizi a giudicare la scelta, invece di viverla.Quando ...
21/12/2025

Il pentimento raramente nasce perché hai scelto male.
Nasce quando inizi a giudicare la scelta, invece di viverla.
Quando le chiedi certezze immediate, invece di concederle tempo.

E poi succede una cosa molto umana:
il passato inizia a sembrarti improvvisamente più sicuro, più semplice, più giusto.
Non perché fosse migliore,
ma perché è familiare.
E il cervello ama ciò che conosce, anche quando non funzionava granché.

Così pensi: “Forse ho sbagliato”.
Ma spesso non stai rimpiangendo il passato:
stai solo cercando una sensazione di controllo che il presente non ti dà ancora.

Le scelte nuove sono scomode.
Non rassicurano subito.
Non danno istruzioni chiare.
E allora la mente fa quello che sa fare meglio:
trasforma l’incertezza in autocritica.

Ma una scelta non è un test a risposta immediata.
È un processo.
E diventa un errore solo quando smetti di investirci
e la usi per punirti invece che per muoverti.

Spoiler:
se tornassi davvero indietro, dopo un po’ ti mancherebbe comunque qualcosa.
Perché il problema non è la scelta.
È la pretesa che ti faccia sentire al sicuro prima di essere vissuta.

Innamorarsi fa ve**re quella strana fretta di fare squadra per la vita, come i biscotti nel latte. Sembra dolce, ok... p...
18/12/2025

Innamorarsi fa ve**re quella strana fretta di fare squadra per la vita, come i biscotti nel latte. Sembra dolce, ok... però dimmi una cosa: che succede se resti immerso troppo? Il frollino si sfalda e svanisce in acqua. Stesso discorso quando il tuo io scompare nel noi. Lo capisco, roba da biscotti tristi, però ci voleva il paragone. Una relazione giusta non fa “1 + 1 = 1” - già solo come conto è sbagliato - invece funziona così: “due persone separate che decidono di restare unite pur restando se stesse”. In parole povere: tu sei te. Io sono me. L’amore ha bisogno di due teste, mica di ombre che parlano sempre dell’altro. Chi svanisce per amore non risulta profondo: sparisce e basta. Capisco, può sembrare strano, però per vivere bene assieme serve anche un po’ di distanza. Detta meglio: io riesco ad essere me stesso, solo se so che tornado ti trovo e ti sento.... Attenzione, vale anche al contrario: Godo nel vederti sperimentare la tua individualità se so che tornerai.
Questa l’abbiamo già sentita eh? no? Non vi sa di stili di attaccamento? Mai sentiti? Dai… non ci credo!

Comunque sia, ecco la verità nuda e cruda 👇
Se state sempre incollati… tutto il resto svanisce. Vuoi quello che non controlli mai fino in fondo, qualcosa con una vita sua, un ritmo diverso, un certo distacco, insomma… che non sia completamente mio. Pensa un attimo: se l’altra persona fosse sempre appiccicata, cosa resterebbe da inseguire? Quando ormai sai ogni dettaglio, cos’hai ancora voglia di capire? Il dubbio qui non rompe le coppie - anzi, ci mette benzina. La curiosità, la scintilla, quell’imprevisto. L’esplorazione, il gusto di riconoscersi piano… Ma se invece mi agito quando manca, oppure temo si allontani o sento vuoto anche solo col pensiero… magari dovrei lavorarci da solo, vedere cosa emerge dentro mentre lui o lei non c’è.

16/12/2025

Rabbia e sessualità non sono due emozioni che si alternano: sono due forme della stessa energia.
È per questo che, nell’intimità, possiamo sentirci attratti e irritati, vulnerabili e difesi, vicini e minacciati allo stesso tempo.

Freud lo aveva colto benissimo: il desiderio contiene una quota di aggressività e l’aggressività contiene una quota di erotismo.
Eros e Thanatos non sono in guerra: danzano.

Nell’esperienza adulta, questa miscela si manifesta in modi molto chiari:
la rabbia che emerge quando ci sentiamo non desiderati;
la chiusura del corpo quando qualcosa ferisce il nostro valore erotico;
la sessualità che diventa potere, riparazione, conferma;
il sesso dopo un litigio che trasforma la tensione in intensità.

Il punto non è patologizzare queste dinamiche,
ma riconoscerle.
Perché ogni reazione — rabbiosa, erotica o ambivalente — racconta una parte profonda della nostra storia emotiva e dei nostri modelli di attaccamento.

La domanda da farsi non è: “Perché reagisco così?”
Ma: “Che cosa sta cercando di proteggere questa parte di me?”



Molte persone sembrano dure, fredde, distanti.Ma quella rigidità non è forza: è protezione.Le corazze non nascono per al...
14/12/2025

Molte persone sembrano dure, fredde, distanti.
Ma quella rigidità non è forza: è protezione.

Le corazze non nascono per allontanare gli altri.
Nascono per rendere sopportabile il bisogno.

Quando il desiderio di contatto, riconoscimento o vicinanza è stato troppo spesso deluso, la psiche fa una scelta adattiva: smette di chiedere apertamente e inizia a proteggersi.

La durezza non è l’opposto della fragilità: è il suo involucro.

Molte persone non hanno smesso di desiderare carezze.
Hanno smesso di potersi permettere di chiederle.
E così il bisogno resta, ma viene mascherato da controllo, autosufficienza, cinismo, distanza emotiva.

Il paradosso è tutto qui: la corazza serve a non dipendere, ma allo stesso tempo segnala una dipendenza mai legittimata.

Non è una richiesta d’amore semplice.
È una richiesta che passa attraverso la difesa, perché l’esposizione diretta è stata associata al rischio, non alla sicurezza.

Per questo non tutte le corazze vanno “ammorbidite”.
Alcune vanno lette.
Capite.
E, a volte, lasciate stare.

Perché una carezza data senza che la corazza possa abbassarsi da sola
non è contatto: è invasione.

La sensibilità sta nel riconoscere quando una corazza protegge qualcosa che non è ancora pronto a essere toccato prima ancora di scardinare una difesa che ha il suo motivo per esistere.

Spesso si ricevono critiche, giudizi e allora ci si sente sbagliat*.Ma la verità è che spesso si tratta solo di persone ...
11/12/2025

Spesso si ricevono critiche, giudizi e allora ci si sente sbagliat*.
Ma la verità è che spesso si tratta solo di persone che non hanno gli strumenti per riconoscerti o che magari, non hanno vantaggio nel farlo.
E questo spesso porta a pensare che per essere accettati si deve:
capire tutto, prevedere tutto, non dare fastidio, sorridere anche quando no, andare a mangiare sushi anche quando si desidererebbe la pizza.

Il problema non è il tuo valore.
È il contesto in cui lo stai misurando.

Perché se cerchi approvazione dove l’empatia è un optional,
è normale sentirsi inadeguati.
è come misurare la quantità di un liquido utilizzando il metro. Lo strumento non è adatto.

Sentirsi “sbagliat*” spesso è solo questo:
il tentativo disperato di fittare in un ambiente che ti chiede di essere meno di ciò che sei.

E sai qual è la parte interessante?
Che quando incontri persone che ti vedono davvero,
quella sensazione sparisce senza bisogno di fare nulla.
Non perché cambi tu,
ma perché smetti di misurarti con strumenti che non funzionano.

Non sei sbagliat*.
Hai solo bisogno del posto giusto per smettere di dimostrarlo.

07/12/2025

A volte non stiamo dando: stiamo negoziando.
E non ce ne accorgiamo.

Facciamo un gesto aspettandoci una reazione.
Ci mostriamo disponibili sperando di essere scelti.
Aiutiamo, ascoltiamo, ci adattiamo…
non perché lo sentiamo, ma perché abbiamo paura di perdere qualcosa.

È l’amore transazionale:
quel “ti do così tu mi dai” così sottile da sembrare affetto.
In realtà è un contratto emotivo che non abbiamo mai firmato davvero.

La verità è che il gesto più libero non è quello che ottiene qualcosa ma quello che racconta chi sei, senza voler controllare cosa farà l’altro.

Quando inizi a fare le cose perché le senti — e non per ottenere — le relazioni cambiano forma: smettono di essere mercati emotivi e diventano luoghi di incontro.

E sai qual è la parte più bella?
Che chi ti vuole, ti vuole a prescindere.
Non in base a quanto dai.
Ma in base a chi sei mentre lo dai.

Rabbia e sessualità non sono due emozioni che si alternano: sono due forme della stessa energia.È per questo che, nell’i...
05/12/2025

Rabbia e sessualità non sono due emozioni che si alternano: sono due forme della stessa energia.

È per questo che, nell’intimità, possiamo sentirci attratti e irritati, vulnerabili e difesi, vicini e minacciati allo stesso tempo.

Freud lo aveva colto benissimo: il desiderio contiene una quota di aggressività e l’aggressività contiene una quota di erotismo.
Eros e Thanatos non sono in guerra: danzano.

Nell’esperienza adulta, questa miscela si manifesta in modi molto chiari:
la rabbia che emerge quando ci sentiamo non desiderati;
la chiusura del corpo quando qualcosa ferisce il nostro valore erotico;
la sessualità che diventa potere, riparazione, conferma;
il sesso dopo un litigio che trasforma la tensione in intensità.

Il punto non è patologizzare queste dinamiche, ma riconoscerle.

Perché ogni reazione — rabbiosa, erotica o ambivalente — racconta una parte profonda della nostra storia emotiva e dei nostri modelli di attaccamento.

La domanda da farsi non è: “Perché reagisco così?”
Ma: “Che cosa sta cercando di proteggere questa parte di me?”

L’amore non è leggero, ma non deve nemmeno toglierti respiro.Quando una relazione ti stanca in modo cronico, evidentemen...
03/12/2025

L’amore non è leggero, ma non deve nemmeno toglierti respiro.
Quando una relazione ti stanca in modo cronico, evidentemente stai sostenendo un sistema che si regge più sul tuo sforzo che sulla reciprocità.

Le relazioni sane stancano ogni tanto, non sempre.
E soprattutto: non sfiniscono solo te.

Se in una relazione ti ritrovi a modularti, trattenerti, adattarti continuamente,
se diventi tu il regolatore emotivo di entrambi,
se la tua presenza serve più a stabilizzare che a condividere…
non stai amando: stai riempiendo spazi che l’altro non sa, o non vuole, abitare.

L’amore che ti consuma parla più dell’asimmetria che dell’intensità.
Quindi, è sbilanciamento.

Con grande felicità vi voglio dare un’idea per un regalo di Natale che sicuramente sarà apprezzatissimo ❤️ 🎄
01/12/2025

Con grande felicità vi voglio dare un’idea per un regalo di Natale che sicuramente sarà apprezzatissimo ❤️ 🎄

Un regalo di Natale che fa bene alla coppia? Esiste!
Quest’anno sotto l’albero puoi mettere qualcosa di davvero speciale: un Workshop di Teatro dedicato alle coppie, un’esperienza intensa, divertente e profondamente connessa… da vivere insieme.
A guidarvi in questo viaggio a due saranno Gianluca Marinangeli, attore e formatore teatrale e Dott.ssa Veronica Rossi, psicologa e sessuologa.
Un’occasione unica per riscoprire complicità e leggerezza, migliorare la comunicazione ed empatia, rafforzare la fiducia e l’intimità attraverso il gioco teatrale e regalarsi tempo di qualità.
Prenotalo e regalerai un’esperienza che rimane nel cuore ben oltre le feste. Partecipazione esclusiva per massimo 8 coppie.
Per info e iscrizioni tel. 3924076865 o segreteria@sogniesipariaps.it
Quest’anno scegli un regalo che avvicina, emoziona e fa crescere.
Il teatro… è più romantico di quanto pensi.

30/11/2025

A volte reagisci “troppo”, ma non è troppo: è antico.
Il corpo risponde prima della mente, perché riconosce un tono emotivo già vissuto altrove.
Una parola, un ritardo, uno sguardo… e si riattiva una ferita che non appartiene al presente ma alla tua storia.

Non stai esagerando.
Stai sentendo — oggi — qualcosa che non hai potuto sentire allora.

La chiave non è giudicarti, ma chiederti:
“Sto reagendo alla situazione di oggi… o all’eco di qualcosa che mi ha fatto male tempo fa?”

Riconoscere l’eco non la fa sparire,
ma ti permette di rispondere come l’adulta che sei,
non come la parte ferita che ha imparato a sopravvivere.

In un litigio non parla solo la rabbia: parla la struttura emotiva di una persona.Ci sono frasi che non sono “scatti del...
28/11/2025

In un litigio non parla solo la rabbia: parla la struttura emotiva di una persona.
Ci sono frasi che non sono “scatti del momento”, ma segnali chiari di come qualcuno gestisce responsabilità, vulnerabilità e relazione.

“È colpa tua”, “io sono fatto così”, “non ne parlo”, “stai esagerando”…
non sono modi di discutere: sono modi di evitare il conflitto.
Sono strategie di difesa che bloccano la possibilità di riparare.

Perché un litigio può essere intenso, scomodo, imperfetto,
ma deve restare un luogo dove entrambi possono esprimersi senza essere svalutati, puniti o zittiti.

Quando una persona usa il conflitto per proteggere il proprio ego invece della relazione, non si sta litigando: si sta lottando per non perdersi.

E se durante il litigio perdi voce, spazio o legittimità emotiva,
forse il problema non è come discutete, ma chi sei costrett* a diventare per farlo.

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