17/09/2025
Dieta “mima-digiuno” o dieta “mica-digiuno” (anche per risparmiare)
Nei giorni scorsi mi è capitato di scrivere due post che hanno toccato il tema della dieta mima-digiuno partendo da un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal prof. Valter Longo che l’ha allestita nella sua università e ampiamente studiata nei suoi laboratori o in collaborazione con altri. La letteratura sul tema è abbondante, soprattutto nell’animale da esperimento, e di ottimo livello.
Qualche lettore ha interpretato i miei post come denigratori delle attività scientifiche del prof. Longo. Ci tengo a chiarire che il mio intendimento era di fornire alcuni chiarimenti sui concetti esposti nell’articolo sul giornale (primo post) e di rettificare alcune imprecisioni riguardanti i farmaci attualmente in uso per perdere peso (secondo post). Questo non inficia minimamente il valore del prof. Longo come ricercatore.
Scritto ciò, torno sull’argomento della dieta mima-digiuno con ulteriori informazioni e considerazioni.
Qualsiasi schema nutrizionale dovrebbe essere personalizzato, come ho detto e scritto numerosissime volte in questa pagina, e quindi un unico schema alimentare non dovrebbe essere di uso generalizzato, cioè adatto a tutti. Nel caso della dieta mima-digiuno, tuttavia, si tratta di brevissimi periodi e quindi una deroga a questa regola aurea è accettabile.
Una dieta mima-digiuno deve comunque essere necessariamente associata per il resto dell’anno ad un’alimentazione controllata e salutare e non libera. Non si deve credere che basti soffrire per 5 giorni ogni tanto per poi strafare con il cibo per il resto dell’anno. Lo schema nutrizionale per il resto dell’anno deve essere appropriato e personalizzato.
Non c’è alcuna evidenza che effettivamente una dieta mima-digiuno nell’uomo funzioni come nel topo allungando la durata della vita. Come mi è capitato di scrivere nel primo dei due post dei giorni scorsi, per dimostrarlo serve uno studio assai complesso e prolungato. Probabilmente non ci sarà mai. Quindi l’allungamento della vita resterà una speranza più che una certezza. L’uomo però si nutre spesso di speranze (A proposito di dieta!). Le speranze sono importanti. I latini dicevano “dum spiro, spero” (“finché respiro spero”). Ed è diffuso il motto “non c’è vita senza speranza”.
Una dieta mima-digiuno applicata per 5 giorni consecutivi 2-4 volte all’anno ha effettivamente dimostrato il miglioramento di alcuni parametri clinici nell’uomo. Ad esempio nel diabete tipo 2 è stata osservata una riduzione significativa, anche se non travolgente, della emoglobina glicata (calo di 0,3%).
La dieta mima-digiuno del prof. Longo prevede l’introduzione di 1100 calorie il primo giorno e 800 calorie nei 4 giorni successivi. Quindi più che mima-digiuno è una dieta ipocalorica. Le calorie vengono per il 45% da carboidrati complessi, per il 45% da grassi non animali e per il 10% da proteine vegetali. Quindi è una dieta iperlipidica, ipoproteica e sostanzialmente normocarboidratica rispetto agli standard nutrizionali della dieta mediterranea (carboidrati 50%, grassi 30%, proteine 20%). E non è neppure lontanamente parente delle diete low carb, chetogeniche e iperproteiche che vanno tanto di moda. E’ prevista una integrazione con vitamine, sali minerali e acidi grassi omega-3 e omega-6.
Credo sia ragionevole sottolineare che chi fosse interessato a cimentarsi con brevissimi periodi di alimentazione simile alla dieta mima-digiuno del prof. Longo può farlo anche senza acquistare dalla azienda che lui ha fondato o dal concessionario italiano i kit commerciali al costo di circa 180 euro per ciclo (fonte il sito della fondazione Valter Longo).
Ecco uno schema a mio avviso ragionevole che non costa più di 5 euro al giorno (25 euro in totale) acquistando gli alimenti al supermercato (non chiedetemi di quale catena per favore!!!).
Giorno 1 (circa 1100 calorie)
Pane molto integrale comprato dal fornaio 80 g nella giornata (circa 200 calorie)
3 porzioni di frutta da circa 150 g l’una (circa 240 calorie)
2 porzioni di ortaggi/verdura da circa 250 g l’una (circa 100 calorie)
2 porzione di legumi da circa 150 g ciascuna ( circa 200 calorie)
Olio d’oliva 20 g (circa 180 calorie)
Frutta a guscio 30 g (circa 180 calorie)
Giorni 2-5 (circa 800 calorie)
Pane molto integrale comprato dal fornaio 80 g nella giornata (circa 200 calorie)
2 porzioni di frutta da circa 150 g l’una (circa 160 calorie)
2 porzioni di ortaggi/verdura da circa 250 g l’una (circa 100 calorie)
1 porzione di legumi da circa 150 g ( circa 100 calorie)
Olio d’oliva 20 g (circa 180 calorie)
Frutta a guscio 30 g (circa 180 calorie)
Non ci sono zuppe vegetali o minestrone di quinoa e neppure cracker di cavolo nero, creme spalmabili con mandorle, olive spagnole e nemmeno drink all’arancia o tisane (sono i prodotti presenti nel kit commerciale) ma ho il forte sospetto che essi non siano alimenti fondamentali per lo scopo da perseguire. Quello che a mio avviso ha l’impatto più rilevante sui parametri clinici è il transitorio ma drastico calo rispetto alle calorie che vengono introdotte abitualmente (in Italia in media circa 2500 al giorno) e la transitoria eliminazione o riduzione di alcuni alimenti poco salutari che erano precedentemente consumati in abbondanza.
Vista la presenza abbondante di frutta fresca e a guscio, di verdura e di legumi non ravvedo l’utilità di assumere integratori con vitamine o sali minerali.
Il prof. Longo ha affermato che la sua dieta mima-digiuno è in genere ben tollerata ma che può esserci cefalea e fatica intorno al quarto giorno. Sono abbastanza convinto del fatto che se lo schema alimentare è costruito come ho spiegato sopra non dovrebbero esserci nella maggior parte dei casi né cefalea né una particolare fatica. Intravvedo, invece, una sofferenza psicologica per non poter mangiare meglio, soprattutto se gli altri commensali mangiano senza alcuna pietà.
Non mi permetto di definire anche io questo schema come “dieta mima-digiuno”. Al massimo potrei definirla “dieta mica-digiuno”. In fondo mica si digiuna.
Se avete proprio voglia di provare perché siete pieni di speranze, mi raccomando che questo regime alimentare duri solo 5 giorni e che si ripeta non più di 3-4 volte all’anno. Ancor più mi raccomando della necessità, nel caso in cui sia applicata, di modificare la terapia del diabete se presente e se questa include farmaci che possono causare ipoglicemia (insulina, sulfoniluree). Per considerare anche eventualmente una riduzione transitoria dei farmaci per l’ipertensione.