09/12/2025
C’è chi si è trasferito perché ha ricevuto un’offerta di lavoro interessante, che prometteva una buona retribuzione, un ambiente di lavoro stimolante e maggiori opportunità di crescita professionale.
C’è chi ha scelto di seguire il partner in una nuova città, con la speranza di costruire insieme la vita dei propri sogni in un ambiente diverso da quello di origine.
C’è chi è partito per studiare all’università e chi, invece, ha dovuto fare i bagagli dopo una dolorosa separazione e ha preferito allontanarsi dai luoghi conosciuti, per cambiare aria.
C’è chi ha dovuto lasciare un appartamento in affitto per spostarsi altrove, nella medesima città, ma magari a chilometri di distanza dal suo quartiere di riferimento.
Nonostante le diverse ragioni alla base di un trasferimento, quel che emerge è un vissuto emotivo simile: una sensazione di spaesamento, accompagnata da senso di solitudine e dall’impressione, talvolta, di essere fuori posto.
È un malessere più comune di quel che si crede.
Ma per comprendere davvero le ragioni alla base del disagio che si avverte, bisogna andare oltre la superficie, scavando un po’ più in profondità.
Ansia e senso di solitudine emergono spesso dopo un trasloco. Cambiare casa e città, perdere la propria rete sociale ci espone...