Dr.ssa Valentina Gallo

Dr.ssa Valentina Gallo Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dr.ssa Valentina Gallo, Psicoterapeuta, Rome.

Il mio principale interesse terapeutico è rappresentato dagli ostacoli che possono crearsi nella comunicazione interna a noi stessi, che ci impediscono di accedere pienamente all'esperienza della vita ed alle relazioni con gli altri.

Cosa possiamo fare per tornare ad essere padroni del nostro presente?Come si fa a contrastare l’impotenza, la rabbia, il...
28/07/2021

Cosa possiamo fare per tornare ad essere padroni del nostro presente?

Come si fa a contrastare l’impotenza, la rabbia, il collasso per riacquistare la padronanza di sé?

Quando siamo catapultati in uno stato di iper o ipo attivazione del sistema nervoso, siamo spinti fuori da quella giusta frequenza emotiva che ci permette di funzionare al meglio.

Diventiamo reattivi, allarmati e disorganizzati, depistati dalle reazioni del nostro corpo.

Infatti il cervello razionale si esprime in pensieri, ma sappiamo che il motore della reazione traumatica è situato nel cervello emotivo che invece parla attraverso il corpo: sensazioni viscerali, battito cardiaco, respiro affannoso, voce sottile e strozzata, rigidità, sudore, dolore, stanchezza, sono tutte tracce di una memoria incarnata che dobbiamo tradurre in pensieri per poter comprendere.

E per riuscire a tradurre dobbiamo imparare a restare, ad esserci, a rimanere calmi di fronte ad immagini, pensieri, suoni, o sensazioni fisiche che rievocano il passato.

La sfida da cogliere è quella di sapere ciò che sappiamo e sentire ciò che sentiamo senza esserne sopraffatti e ve**re travolti dalla furia, dalla vergogna, dal collasso.

La psicoterapia permette di accedere al cervello emotivo e regolarlo attraverso l’attivazione della corteccia prefrontale mediale ossia quella parte del cervello che osserva ciò che succede dentro di noi permettendoci di entrare in contatto con ciò che stiamo sentendo.

Il modo migliore per regolare il nostro sentire consiste nel dive**re consapevoli della nostra esperienza interiore, imparando a diventare amici di ciò che accade dentro di noi.

È proprio quando diamo spazio al nostro sentire più autentico, all’ascolto più profondo che diamo vita a qualcosa di sor...
23/07/2021

È proprio quando diamo spazio al nostro sentire più autentico, all’ascolto più profondo che diamo vita a qualcosa di sorprendente e inaspettato.

Più spesso, come il cavaliere di “Samarcanda” ci dirigiamo con fretta e determinazione verso esiti tanto temuti quanto attesi.

“Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
Io non ti guardavo con malignità,
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua”

https://www.youtube.com/watch?v=Ftw37Np8RIk

Ci sono momenti in cui i nostri sentimenti, le nostre emozioni ed i movimenti del nostro comportamento ci risultano impr...
22/07/2021

Ci sono momenti in cui i nostri sentimenti, le nostre emozioni ed i movimenti del nostro comportamento ci risultano improvvisamente chiari.

Sono momenti di profondo contatto, intuizione e consapevolezza.

Sono i momenti in cui riusciamo a trovare

Osservando l’adattamento cerebrale ai vissuti traumatici, molti studi hanno evidenziato che tra i cambiamenti psichici r...
21/07/2021

Osservando l’adattamento cerebrale ai vissuti traumatici, molti studi hanno evidenziato che tra i cambiamenti psichici reali più invalidanti ci sono:

- una ritaratura del sistema di allarme del cervello
- un incremento della produzione e dell’attività degli ormoni dello stress
- alterazioni del sistema dedicato a distinguere le informazioni importanti da quelle irrilevanti

Questi adattamenti cerebrali rendono gli individui traumatizzati iper-vigili rispetto alla minaccia potenziale, a discapito della possibilità di essere spontaneamente coinvolti dal presente, dal quotidiano della loro vita.

L’ipervigilanza costante, la ricerca attiva e continua del pericolo, costruiscono la base neuronale per le cosiddette "self fulfilling prophecy" ossia le “profezie che si auto-avverano”.

Infatti, pensando costantemente a qualcosa che vorremmo non si verificasse mai, concentrandoci esclusivamente su essa e lasciandoci invadere dall’emozione che possa realmente verificarsi, l’ansia sale ed apre le porte a comportamenti volti ad evitare “la sorte”, a trovare “soluzioni” al problema che abbiamo nella mente ma che non esiste ancora nella realtà vera che ci circonda.

Bene, ben presto potremo renderci conto che proprio quel comportamento “preventivo” che stiamo attuando determina il compiersi della profezia perchè non è possibile dirigersi in nessun’altra direzione che non sia quella che stiamo mirando.

Il trauma è per definizione insopportabile e intollerabile. A tal punto che l'unica strada che ci sembra percorribile ap...
14/07/2021

Il trauma è per definizione insopportabile e intollerabile.

A tal punto che l'unica strada che ci sembra percorribile appare quella di cercare di estirparlo a tutti i costi dalla mente e andare avanti, provando a comportarsi come se niente fosse accaduto.

Questo richiede un’enorme quantità di energia per poter far continuare a funzionare quella parte di noi che quotidianamente deve portare a casa il risultato delle sfide giornaliere, conservando al contempo, in un’altra parte di noi, il ricordo del terrore e la vergogna di una debolezza e di una vulnerabilità assolute.

Infatti, mentre vorremmo andare oltre il trauma, la parte del nostro cervello più profonda e deputata a garantire la sopravvivenza non è molto abile a negare..

Un’esperienza traumatica può essere riattivata al minimo accenno di pericolo e può mobilitare gli stessi circuiti neuronali attivati nel tempo del trauma, secernendo enormi quantità di ormoni dello stress che divengono emozioni sgradevoli, sensazioni fisiche intense ed azioni impulsive ed aggressive che ci disconnettono dal nostro presente e ci costringono a rivivere il passato traumatico.

Lo scontro con il trauma ci divide dentro, ci scinde in parti. In alcune di queste ci sono solo dolore, paura, vergogna....
09/07/2021

Lo scontro con il trauma ci divide dentro, ci scinde in parti.

In alcune di queste ci sono solo dolore, paura, vergogna...in altre si custodisce il desiderio. Ma questo frammento, perdendo contatto con quelli in cui si conserva la fiducia, la forza, rimane isolato, impotente e la sua energia rischia di alimentare i circuiti del dolore facendoci rimanere immobili...emotivamente immobili nella frustrazione, nella scomodità, nella solitudine, nell'ambivalenza. Immobili nelle nostre esperienze traumatiche.

Perchè il trauma ferma il tempo… non ci fa muovere, evolvere, imparare dall’esperienza. Ci fa pensare che la più alta torre del castello, quella più irraggiungibile, quella più alienante, sia il nostro destino…la nostra unica salvezza.

Ed invece noi dobbiamo imparare ad urlarlo quel dolore, a dargli movimento, contesto… dobbiamo imparare a raccontarlo, a metterlo in relazione con le altre parti di noi. Dobbiamo dargli una storia, una voce, un ritmo… come ha provato a fare Damiano dei in Coraline.

https://www.youtube.com/watch?v=QTIkudYT3mg"

Le esperienze traumatiche lasciano tracce nella quotidianità, nelle nostre famiglie con degli effetti che vengono traman...
06/07/2021

Le esperienze traumatiche lasciano tracce nella quotidianità, nelle nostre famiglie con degli effetti che vengono tramandati in modo impalpabile attraverso le generazioni.

Perché il trauma, come una deflagrazione, non colpisce soltanto chi è direttamente interessato ma anche chi è vicino.

È stato osservato che i conviventi di chi soffre di Disturbo Post Traumatico da Stress risultano più esposti ad un rischio depressivo, mentre i figli di genitori depressi tendono a crescere maggiormente insicuri e ansiosi.

Le esperienze traumatiche lasciano tracce nei pensieri e nelle emozioni, nella possibilità di provare gioia e di entrare in intimità. Lasciano tracce nel corpo, nella sua biologia e nel sistema immunitario.

Non è necessario essere un reduce di guerra per avere esperienza del trauma.Il trauma accade continuamente a noi, alle n...
30/06/2021

Non è necessario essere un reduce di guerra per avere esperienza del trauma.

Il trauma accade continuamente a noi, alle nostre famiglie, ai nostri amici, alle persone che abbiamo intorno.

I risultati dell’European Study of the Epidemiology of Mental Disorders hanno mostrato che il 56,1% della popolazione italiana è stata esposta almeno una volta ad un evento traumatico.

La gamma di fenomeni traumatici macroscopici è ampia e varia da castrofi naturali, violenze, maltrattamenti, abusi su bambini ed adulti ad altre forme di aggressioni fisiche, gravi malattie ed interventi chirurgici, gravi problemi nel lavoro, mobbing ed altro ancora…

È anche stato osservato che piccoli eventi traumatici, cosiddetti microtraumi, se vissuti in maniera continuativa in età infantile, cumulano un effetto traumatico che impatta a livello cerebrale in modo paragonabile ad un evento traumatico macroscopico.

Nel XX secolo, sulle rive di un fiume che accosta l’Argentina all’Uruguay, dal mescolarsi di culture e sentimenti dei la...
25/06/2021

Nel XX secolo, sulle rive di un fiume che accosta l’Argentina all’Uruguay, dal mescolarsi di culture e sentimenti dei lavoratori di Buenos Aires e Montevideo, nasce il Argentino.

Dalla mescolanza fra schiavi, criollos ed immigrati europei viene alla luce questa identitaria integrazione tra musica e danza che attrae a tal punto l'interesse mondiale da essere dichiarata dall'Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Come frutto di integrazione culturale, sociale ed emozionale, il tango risulta in grado di promuovere altrettanta integrazione tra persone, stimolando la conoscenza reciproca attraverso un speciale dialogo senza parole che ha come fulcri lo sguardo e l’abbraccio.

Ma la stimolazione dei processi integrativi avviene anche all’interno della mente di ciascuno, tra cervello e musica.

La risposta del cervello all’ascolto di un brano di tango argentino è stata oggetto di studio da parte delle neuroscienze:

il peculiare ritmo e la tonalità attivano una corsia preferenziale per la stimolazione del sistema limbico, sede del cervello emozionale. La pulsazione stimola l’area motoria che predispone al movimento del corpo che, integrato con il sentire emotivo, promuove la maturazione dell’immagine corporea. Il timbro sollecita la fantasia e la creatività nutrendo l’autostima e la fiducia in noi stessi.

Ma non è solo la rete neuronale ad illuminarsi. Anche la chimica partecipa alla “magia” del tango attraverso la produzione di ormoni come l’ossitocina, l’endorfina e la dopamina, rispettivamente le molecole della fiducia, della felicità e del benessere, legittimando l’impiego della musica in terapie contro il dolore e patologie neurologiche.

🎶🎶🎶🎶🎶 Ascoltiamo insieme:
https://www.youtube.com/watch?v=i8kSOLnGFnw

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00162

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