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Ricordatevi che fino a domani potete ascoltare lo streaming audio sul portale di Medicina Regione Lazio 🗣️Abbiamo parlat...
31/07/2025

Ricordatevi che fino a domani potete ascoltare lo streaming audio sul portale di Medicina Regione Lazio 🗣️

Abbiamo parlato dell'efficacia di un percorso terapeutico ✔️

29/07/2025

THIERRY HENRY E LA DEPRESSIONE: QUANDO VINCERE NON BASTA

✍️Articolo a cura de La Psi.

Thierry Henry è stato un simbolo di eleganza calcistica, uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio francese e del calcio internazionale a cavallo tra fine anni '90 e i primi dieci degli anni 2000. Tra club e nazionale maggiore Henry ha disputato complessivamente 917 partite segnando 411 reti, con la media di 0,45 gol a partita. Eppure, dietro al talento, ai gol alla notorietà, ai soldi e ai trofei vinti c’è una storia che pochi conoscono.

Negli ultimi anni Henry ha parlato pubblicamente della sua mentale, non ultimo ai microfoni nel podcast “Diary of a Ceo” di Steven Bartlett. Non si è limitato a raccontare i sintomi: ha voluto scavare più a fondo. In riferimento al padre: "Disse che sarei stato un grande calciatore e sono stato programmato per riuscirci. Cercavo sempre la sua approvazione". Un ricordo tenero all’apparenza, ma che rivela una dinamica complessa: il valore personale subordinato alla performance.

L’amore condizionato alla prestazione.
Durante l’infanzia, ogni bambino impara qualcosa su di sé e sul mondo attraverso il modo in cui viene guardato, accolto, amato. Se un genitore trasmette — anche senza volerlo — l’idea che l’affetto dipenda da ciò che il figlio fa, ottiene o rappresenta, quel bambino potrebbe iniziare a credere di dover “meritare” l’amore, anziché sentirsi degno a prescindere.

Questo tipo di dinamica si osserva spesso nei contesti familiari in cui almeno una delle figure genitoriali è rigida, autoritaria, centrata sul sacrificio per essere meritevoli del raggiungimento di un qualche obiettivo. Il messaggio implicito è: vali solo se raggiungi risultati e se sudi per raggiungerli. Quando questi messaggi vengono veicolati quotidianamente, possono dare origine a veri e propri schemi disfunzionali: convinzioni profonde di inadeguatezza, di non essere amabili, di non valere abbastanza se non si eccelle.

Sport, identità e vulnerabilità emotiva. Lo sport professionistico può amplificare queste dinamiche. Da un lato, offre struttura, motivazione, obiettivi chiari. Dall’altro, espone l’individuo a una costante valutazione esterna: da parte degli allenatori, dei media, del pubblico, dei compagni.
Per molti atleti, la prestazione non è più solo una parte della propria identità, diventa il nucleo principale della rappresentazione di sé stessi. Si finisce per confondere ciò che si fa con ciò che si è. E se “essere” significa “vincere”, cosa succede quando si perde?

Nei momenti di crisi — un infortunio, la fine della carriera, l’assenza di risultati, una sovraesposizione mediatica — tornano a galla i bisogni emotivi insoddisfatti dell’infanzia. Il bisogno di essere accettati, ascoltati, amati anche senza primeggiare. Se questi bisogni sono stati trascurati, si apre la porta a sentimenti profondi di vuoto, isolamento, disperazione.

Depressione: quando si perde il proprio valore
La depressione non è semplicemente “sentirsi giù”. È una condizione complessa, spesso invisibile, perché fraintesa. Non a caso, molte persone depresse non riescono a spiegarsi il proprio malessere: “Ho tutto, ma sto male lo stesso”. Il punto è che il benessere autentico non si costruisce solo su successi esterni, ma su un senso interno di valore, sicurezza e appartenenza.

Lo sapevi? Uno studio pubblicato su British Journal of Sports Medicine ha rilevato che circa il 34% degli atleti professionisti mostra sintomi depressivi o ansiosi durante o dopo la carriera. Henry non è un’eccezione. È solo uno dei pochi ad aver avuto il coraggio di raccontarlo.

Cosa possiamo imparare da questa storia
La testimonianza di Henry ci offre uno spunto per riflettere, ben oltre il mondo del calcio. Che tipo di messaggi trasmettiamo ai nostri figli, ai nostri allievi, ai nostri amici? Siamo capaci di amarli per quello che sono, anche quando non vincono?

La buona notizia è che si può imparare a riscrivere queste convinzioni profonde. E la psicoterapia può essere uno spazio per riconoscere gli schemi appresi, esplorare i bisogni emotivi insoddisfatti e costruire una nuova idea di sé, fondata sull’accettazione e sull’autenticità. Perché sì, vincere è bello. Ma sapere di valere anche quando si perde è ciò che davvero ci salva.

È online, da oggi, la mia intervista con  sul tema dell'  di un     ✔️Al momento puoi trovare lo streaming audio al link...
26/07/2025

È online, da oggi, la mia intervista con sul tema dell' di un ✔️

Al momento puoi trovare lo streaming audio al link sottostante (sono la n.11), ma presto sarà disponibile anche il video completo!

È stata un'occasione preziosa per divulgare e promuovere una cultura della salute mentale attraverso la voce dei professionisti 🗣️

Ascoltala qui: https://www.medicinaregionelazio.it/streaming/

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioniI     sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono ...
23/03/2024

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioni

I sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono e vorremmo solamente farli sparire nel minor tempo possibile.

La loro caratteristica principale è quella di essere fastidiosi, li percepiamo come un intruso, appunto.

Diventano quando la loro importanza per noi diventa così alta che perdiamo tanto tempo ed energie a mandarli via.

L'importanza che diamo ai pensieri che giungono alla nostra consapevolezza dipende da tanti fattori, tra cui gli eventi di vita che abbiamo sperimentato nel corso degli anni.

Vi è mai capitato di avere dei pensieri intrusivi? Quali?

Scrivetelo nei commenti! ⬇️

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioniI     sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono ...
23/03/2024

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioni

I sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono e vorremmo solamente farli sparire nel minor tempo possibile.

La loro caratteristica principale è quella di essere fastidiosi, li percepiamo come un intruso, appunto.

Diventano quando la loro importanza per noi diventa così alta che perdiamo tanto tempo ed energie a mandarli via.

L'importanza che diamo ai pensieri che giungono alla nostra consapevolezza dipende da tanti fattori, tra cui gli eventi di vita che abbiamo sperimentato nel corso degli anni.

Vi è mai capitato di avere dei pensieri intrusivi? Quali?

Scrivetelo nei commenti! ⬇️

⚠️ Solastalgia ⚠️Neologismo che indica la   per un   pur continuando a risiedervi. E' uno stato emotivo contemporaneo ch...
20/03/2024

⚠️ Solastalgia ⚠️

Neologismo che indica la per un pur continuando a risiedervi. E' uno stato emotivo contemporaneo che ha trovato spazio negli ultimi decenni a causa dei mutamenti repentini dell'ambiente e del .

L'individui si sente uno spettatore impotente nei confronti del proprio ambiente che sta cambiando in modi ritenuti profondamente negativi.

Secondo il filosofo australiano Albrecht, la solastalgia genera stati d'animo tipici di quelle persone deportate dalla propria terra d'origine. Dolore e disorientamento sono i più frequenti.

Inizialmente osservata tra gli abitanti della Upper Hunter Valley a seguito dell'estrazione del carbone che aveva modificato il paesaggio circostante, è diventata una condizione globale che sta diventando sempre più condivisa.

E tu? Hai mai provato questa sensazione?

Racconta la tua esperienza nei commenti ⬇️

🔴 Psicopatologia del     Il binomio cambiamento climatico e salute mentale è l'ultima frontiera con cui la psicologia si...
14/02/2024

🔴 Psicopatologia del

Il binomio cambiamento climatico e salute mentale è l'ultima frontiera con cui la psicologia si sta confrontando.

Nuove e nuovi termini stanno emergendo nello scenario contemporaneo. Una di queste è , una sensazione di crescente incertezza e angoscia relativa a situazioni inerenti il cambiamento climatico.
La consapevolezza di quest'ultimo, le preoccupazioni ambientali, l'impegno in azioni individuali e collettive a favore dell'ambiente e l'esposizione alla comunicazione dei media sono fattori psicologici importanti da considerare.

Soprattutto quest'ultima contribuisce notevolmente alla crescente sensazione di angoscia e all'ansia, in particolare nella popolazione giovanile dei Paesi del Nord del mondo, compresa l'Europa 🌎

Vi è capitato di provare l'ecoansia?

Scrivetelo nei commenti ⬇️

24/12/2023

🎄 Il primo Natale de La Psi.

In questi giorni di sospensione dalla routine quotidiana, vi auguro di trovare la vostra dimensione e di potervi sentire semplicemente come vorreste, ognuno con le proprie emozioni!

🎞 La   - una serie tv sulla Sindrome di   per procura🚨 Spoiler alertLa sindrome di Munchausen per procura è un disturbo ...
21/12/2023

🎞 La - una serie tv sulla Sindrome di per procura

🚨 Spoiler alert

La sindrome di Munchausen per procura è un disturbo raro quanto affascinante e distruttivo.

Deve il suo nome al barone di Munchausen, abile narratore di storie mai vissute.

Si tratta di una patologia grave in cui chi ne è affetto provoca un danno – spesso fisico (rottura di un arto, disturbi gastrointestinali da intossicazione, febbricola) – ad una persona cara, al fine di ricevere considerazione per la risoluzione positiva della problematica.

Per Viktor il bisogno è quello di sentirsi in grado di prendersi cura di qualcuno – sua figlia - ma soprattutto di non perdere nuovamente qualcuno perché non è stato in grando di prendersene cura. Ha bisogno di una prova tangibile: la voce di sua figlia che lo ringrazia, gli sguardi degli altri che gli dicono “se non ci fossi stato tu a salvarla, sarebbe morta”.

Quando Viktor si risveglia a Parkum è deciso a fare chiarezza su chi sia Anna Spiegel, quella donna che ha bussato alla sua porta in cerca di cure psichiatriche. Perché ora lo sa che Parkum è solo nella sua mente. Sa anche che qualcuno ha cercato di avvelenare sua figlia, in modo lento e subdolo, e che lui ha tentato di salvarla. Forse anche questo è solo nella sua mente.

Die Therapie – La terapia - è un intreccio di narrazioni parallele, tutte credibili a tal punto che gli stessi protagonisti confondono ciò che reale da ciò che è costruzione mentale.

Un primo elemento è proprio la somiglianza con il reale. In fondo, colui che provoca la malattia nell’altro è spinto da un bisogno e il bisogno è qualcosa di reale, qualcosa che si sente attraverso le emozioni e attraverso le sensazioni corporee.

La miniserie tedesca tiene lo spettatore con il fiato sospeso, ma stupisce l’occhio professionale per la distruttività delicata, ma precisa, con cui vengono toccati tutti gli aspetti necessari in un lavoro di qualità.

La pervasività nel sistema familiare, già provato da disarmonie di coppia e tumulti adolescenziali.

La comprensione dei punti di vista: quello del perpetuatore dell’ , della vittima e delle altre figure coinvolte.

Spunti sulla possibile origine del , un trauma in età evolutiva e parecchi bisogni primari non soddisfatti.

E voi? L'avete vista?

Se l'avete già vista scrivetelo nei commenti, altrimenti la trovate su !

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Rome

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