12/11/2025
☑La spondilolistesi è lo scivolamento di una vertebra rispetto a quella sottostante, che può verificarsi in avanti (anterolistesi), all'indietro (retrolistesi) o lateralmente (laterolistesi). È più frequente nella regione lombare e le cause possono essere molteplici, incluse condizioni congenite, degenerative, traumatiche o patologiche.
☑Premesso che può rimanere asintomatica anche per anni (o in alcuni casi per tutta la vita), il paziente con spondilolistesi può lamentare un dolore lombare che si irradia fino agli arti inferiori, con un senso di intorpidimento e debolezza che genera difficoltà motorie.
☑Le cause possono essere di varia natura, dipendendo talvolta:
>da un difetto di nascita nella struttura vertebrale;
>da una frattura della pars interarticularis, (spesso associata a sovraccarico dovuto ad attività sportiva);
>dall’usura delle faccette articolari e dei dischi vertebrali dovuta all’avanzare dell’età;
>da un trauma o da una patologia (tumori, infezioni, malattie ossee).
☑L’iter diagnostico ricalca quello di altre patologie della colonna vertebrale con esami di diagnostica per immagini (radiografie, risonanza magnetica e TAC) e visita neurochirurgica per confermare la patologia e valutare l’entità dello scivolamento.
☑Anche i trattamenti seguono lo stesso iter di molte patologie della colonna vertebrale, prevedendo un approccio conservativo (fisioterapia, farmaci antidolorifici e antinfiammatori, infiltrazioni di cortisone) e solo successivamente l’eventuale ricorso alla chirurgia, qualora il paziente non avesse risposto positivamente ai trattamenti sopra indicati e lamentasse sintomi neurologici gravi o addirittura in peggioramento.
☑Attualmente sono disponibili diverse tecniche chirurgiche per la spondilolistesi, ovvero:
>la chirurgia tradizionale – nello specifico l’artrodesi, che consiste nella fusione delle vertebre per bloccare lo scivolamento e stabilizzare la colonna. Questo intervento prevede solitamente l'uso di viti e barre per collegare le vertebre, spesso combinato con una laminectomia per decomprimere i nervi compressi (secondo l'esigenza), trattamento sempre meno praticato perchè eccessivamente invasivo;
>la chirurgia mini-invasiva - evita di aprire il canale vertebrale, pervenendo allo stesso risultato mediante tecniche di decompressione indiretta, quali Xlif ed Alif associati ad una artrodesi posteriore (anch'essa mini-invasiva), eseguita con tecnica percutanea. In tal modo si ha la possibilità di mobilizzare il paziente, fuori dal letto, già in prima giornata postoperatoria.