Neurochirurgo Raffaelino Roperto

Neurochirurgo Raffaelino Roperto Medico neurochirurgo del San Filippo Neri di Roma

📣Che cosa fa il neurochirurgo? Identità di ruolo e confine con il neurologo…🔄Innanzitutto è importante sottolineare che ...
01/12/2025

📣Che cosa fa il neurochirurgo? Identità di ruolo e confine con il neurologo…

🔄Innanzitutto è importante sottolineare che neurologia e neurochirurgia sono specializzazioni mediche che potremmo definire sovrapposte in quanto si concentrano entrambe sul sistema nervoso.

🧠L’elemento differenziante tra il neurologo ed il neurochirurgo è che il primo si occupa della diagnosi e del trattamento non chirurgico dei disturbi del sistema nervoso, mentre il secondo si occupa dei disturbi che richiedono un intervento chirurgico. In particolare, il neurochirurgo tratta chirurgicamente alcune condizioni patologiche del sistema nervoso periferico o centrale come:
-disturbi vascolari (aneurismi, malformazioni arterovenose);
-tumori quali adenomi, meningiomi, neurinomi;
-cavernoma cerebrale;
-alcune forme di nevralgia, ad esempio quella del trigemino.

🩻Premesso ciò, non bisogna pensare che il neurochirurgo sia solo focalizzato sulle condizioni sopra indicate. Molto spesso infatti noi neurochirurghi ci dedichiamo ai problemi della colonna vertebrale, al trattamento del mal di schiena, al dolore al collo, alle ernie del disco.

☑Da quanto finora esposto, si può dedurre che esiste pertanto un confine tra questi due medici specialisti tutt’altro che banale:
>il neurologo si occupa prevalentemente di malattie che al momento non possono avere un trattamento chirurgico, come le demenze più diffuse (in primis la malattia di Alzheimer), la sclerosi multipla, le neuropatie.
>il neurochirurgo si occupa invece di malattie o situazioni in cui solo un trattamento chirurgico può condurre alla guarigione o quantomeno ad una situazione meno invalidante. Tra queste, il trattamento dei tumori cerebrali e cranici (benigni e maligni), molte patologie neurovascolari e le problematiche della colonna vertebrale.

☑C’è relazione tra lombalgia, sciatalgia ed ernia del disco?La risposta è sì in quanto l’ernia del disco è una delle cau...
27/11/2025

☑C’è relazione tra lombalgia, sciatalgia ed ernia del disco?
La risposta è sì in quanto l’ernia del disco è una delle cause più frequenti di lombalgia e, quando la compressione riguarda il nervo sciatico, provoca la sciatalgia.

☑L'ernia discale lombare è una patologia che si verifica quando il nucleo gelatinoso di un disco intervertebrale nella parte bassa della schiena fuoriesce attraverso una lacerazione dell'anello fibroso esterno, irritando i nervi spinali circostanti.

☑I dischi della zona lombare sono quelli spesso più colpiti dall’erniazione. Premesso ciò, questa condizione può provocare sintomi come dolore acuto o lancinante che si irradia lungo la gamba, comunemente chiamato sciatica. Altri sintomi possono includere difficoltà nei movimenti, come piegarsi o stare in punta di piedi, ed una ridotta capacità di flettere il piede o l'alluce.

☑Ci sono tre tipi di ernia del disco:
1) Contenuta – è il tipo più comune e si verifica quando il gel ammortizzante all'interno della vertebra fuoriesce all'interno della vertebra, ma non all’esterno.
2) Espulsa – si verifica quando il gel ammortizzante fuoriesce al di fuori del disco, ma non penetra nel canale spinale.
3) Migrata – si verifica quando il gel ammortizzante fuoriuscito lascia completamente il disco e migra nel canale spinale.

☑Le terapie variano in base alle tipologie di ernia del disco sopra indicate e vanno dai trattamenti conservativi per le ernie meno gravi ad interventi chirurgici per i casi più complessi.
>Per le ernie contenute, si opta normalmente su terapie conservative come riposo, farmaci (antinfiammatori, antidolorifici) e fisioterapia.
>Nelle ernie espulse o migrate, che non rientrano spontaneamente, si opta molto spesso invece per la chirurgia microinvasiva (se i sintomi non migliorano con il trattamento conservativo) tenendo conto che le ernie migrate possono riassorbirsi lentamente nel tempo.

☑La scelta chirurgica dipende ovviamente dalla gravità del caso e dalle condizioni del paziente, ma la microdiscectomia è spesso la tecnica prescelta. L'intervento è generalmente riservato ai casi che non rispondono a trattamenti conservativi dopo circa sei settimane, a meno di emergenze come deficit neurologici gravi.

☑La microdiscectomia consiste nel rimuovere chirurgicamente quella parte del disco che comprime il nervo. E’ spesso eseguita con l'ausilio di un microscopio operatorio ed una piccola incisione.

Grazie a tutte le colleghe ed i colleghi per il loro prezioso lavoro!
23/11/2025

Grazie a tutte le colleghe ed i colleghi per il loro prezioso lavoro!

Una giornata come tante, e al pronto soccorso del non ci si ferma mai… se non per uno scatto al volo tutti insieme!
Perché così si comporta una squadra, spalla a spalla per prendersi cura nel modo migliore di chi ha un bisogno di salute! Un lavoro difficile ma fatto col .

1, 2, 3 scatto! 📸 e si torna subito operativi!

Grazie ad ognuno di voi per quello che fate, ogni giorno dell’anno!

☑Cosa è un aneurisma cerebrale?E' una dilatazione localizzata di un'arteria che origina da un indebolimento dello strato...
18/11/2025

☑Cosa è un aneurisma cerebrale?
E' una dilatazione localizzata di un'arteria che origina da un indebolimento dello strato muscolare interno della parete vascolare. I vasi sviluppano una dilatazione a forma di bolla che può assottigliarsi e rompersi senza segni premonitori.
Il sanguinamento risultante nello spazio attorno al cervello è definito emorragia subaracnoidea (ESA) e può portare ad un ictus, fino al coma ed al decesso.

☑Gli aneurismi si trovano solitamente alla base del cervello appena dentro il cranio, in un'area chiamata spazio subarocnoideo.
Il 90% delle ESA sono dovute alla rottura di aneurismi cerebrali.

☑Conosciamo i meccanismi che portano alla formazione di aneurimi cerebrali, alla loro crescita e rottura?
Purtroppo tali meccanismi restano ad oggi sconosciuti, tuttavia si ritiene che un certo numero di fattori possa contribuire alla formazione degli aneurismi. Tra questi:
-Ipertensione arteriosa;
-Fumo di sigaretta;
-Predisposizione genetica;
-Lesioni o traumi vascolari;
-Complicanze di alcuni tipi di infezioni sanguigne.

☑I pazienti con aneurismi intracranici possono presentarsi con una ESA da rottura di aneurisma o con un aneurisma non rotto, che può essere scoperto incidentalmente nel corso di altri esami o che può aver causato sintomi neurologici.
Si stima che fino al 6% della popolazione può avere un aneurisma cerebrale non rotto che nella maggior parte dei casi non presenta sintomi.

☑Il trattamento di un aneurisma cerebrale non rotto può essere microchirurgico o endovascolare, a seconda delle caratteristiche dell'aneurisma. Le opzioni più comuni sono la microchirurgia con clipaggio ed il trattamento endovascolare (coiling o stenting), che utilizza cateteri per riempire l'aneurisma con microspirali o per posizionare uno stent per modificarne il flusso sanguigno.

☑Il trattamento di un aneurisma cerebrale rotto con ESA prevede la gestione medica iniziale e l'intervento urgente per escludere l'aneurisma dal circolo sanguigno. Le opzioni principali sono il trattamento endovascolare (coiling o stenting) e la chirurgia a cielo aperto (clipping), che chiudono l'aneurisma per prevenire ulteriori sanguinamenti. Anche in questi casi, la scelta del trattamento dipende dalle caratteristiche dell'aneurisma e dalle condizioni del paziente e viene decisa da un team di specialisti, in primis il neurochirurgo.

☑La spondilolistesi è lo scivolamento di una vertebra rispetto a quella sottostante, che può verificarsi in avanti (ante...
12/11/2025

☑La spondilolistesi è lo scivolamento di una vertebra rispetto a quella sottostante, che può verificarsi in avanti (anterolistesi), all'indietro (retrolistesi) o lateralmente (laterolistesi). È più frequente nella regione lombare e le cause possono essere molteplici, incluse condizioni congenite, degenerative, traumatiche o patologiche.

☑Premesso che può rimanere asintomatica anche per anni (o in alcuni casi per tutta la vita), il paziente con spondilolistesi può lamentare un dolore lombare che si irradia fino agli arti inferiori, con un senso di intorpidimento e debolezza che genera difficoltà motorie.

☑Le cause possono essere di varia natura, dipendendo talvolta:
>da un difetto di nascita nella struttura vertebrale;
>da una frattura della pars interarticularis, (spesso associata a sovraccarico dovuto ad attività sportiva);
>dall’usura delle faccette articolari e dei dischi vertebrali dovuta all’avanzare dell’età;
>da un trauma o da una patologia (tumori, infezioni, malattie ossee).

☑L’iter diagnostico ricalca quello di altre patologie della colonna vertebrale con esami di diagnostica per immagini (radiografie, risonanza magnetica e TAC) e visita neurochirurgica per confermare la patologia e valutare l’entità dello scivolamento.

☑Anche i trattamenti seguono lo stesso iter di molte patologie della colonna vertebrale, prevedendo un approccio conservativo (fisioterapia, farmaci antidolorifici e antinfiammatori, infiltrazioni di cortisone) e solo successivamente l’eventuale ricorso alla chirurgia, qualora il paziente non avesse risposto positivamente ai trattamenti sopra indicati e lamentasse sintomi neurologici gravi o addirittura in peggioramento.

☑Attualmente sono disponibili diverse tecniche chirurgiche per la spondilolistesi, ovvero:
>la chirurgia tradizionale – nello specifico l’artrodesi, che consiste nella fusione delle vertebre per bloccare lo scivolamento e stabilizzare la colonna. Questo intervento prevede solitamente l'uso di viti e barre per collegare le vertebre, spesso combinato con una laminectomia per decomprimere i nervi compressi (secondo l'esigenza), trattamento sempre meno praticato perchè eccessivamente invasivo;
>la chirurgia mini-invasiva - evita di aprire il canale vertebrale, pervenendo allo stesso risultato mediante tecniche di decompressione indiretta, quali Xlif ed Alif associati ad una artrodesi posteriore (anch'essa mini-invasiva), eseguita con tecnica percutanea. In tal modo si ha la possibilità di mobilizzare il paziente, fuori dal letto, già in prima giornata postoperatoria.

☑️Nel precedente post ho sottolineato che la causa più frequente che determina una frattura vertebrale è dovuta all'oste...
06/11/2025

☑️Nel precedente post ho sottolineato che la causa più frequente che determina una frattura vertebrale è dovuta all'osteoporosi, una condizione di fragilità ossea che colpisce molte persone dopo i 50 anni di età (soprattutto donne).

☑️Come vanno gestite quindi le fratture vertebrali da osteoporosi?
Naturalmente dipende dalla gravità ma in linea di massima è sempre bene adottare all'inizio terapie conservative come riposo assoluto per circa 3 settimane, farmaci antidolorofici ed utilizzo di un corsetto per un periodo di 2/4 mesi al fine di stabilizzare la vertebra ed alleviare il dolore (anche se tale utilizzo non sempre può rivelarsi efficace). La fisioterapia è parte integrante del trattamento conservativo e può essere iniziata appena il dolore regredisce di intensità.

☑️Ci sono però casi più complessi in cui è necessario ricorrere ad interventi chirurgici mini-invasivi, già menzionati nel precedente post: la vertebroplastica (iniezione diretta di cemento per stabilizzare l'osso) o la cifoplastica (iniezione di cemento dopo aver gonfiato dei palloncini per ripristinare l'altezza della vertebra).

☑️E' importante aggiungere però che la vertebroplastica è indicata proprio per le fratture vertebrali dovute ad osteoporosi senza un crollo significativo dell'altezza o una marcata deformità della vertebra, dove il dolore è l'unico problema.

☑️Infine, in casi particolarmente gravi con compromissione dei nervi, si può rendere necessario un intervento chirurgico di stabilizzazione più esteso e di conseguenza assai più complesso.

☑️Le fratture vertebrali sono rotture di una o più vertebre della colonna. Una frattura vertebrale è un trauma che può i...
03/11/2025

☑️Le fratture vertebrali sono rotture di una o più vertebre della colonna.
Una frattura vertebrale è un trauma che può interessare diverse parti della vertebra mentre un crollo vertebrale è una specifica tipologia di frattura che causa una deformazione della vertebra, riducendone l'altezza di almeno il 20% (o 4 mm) ed assumendo una forma a cuneo.

☑️I sintomi delle fratture vertebrali possono includere: dolore acuto, postura curva e limitazione dei movimenti, intorpidimento o formicolio, debolezza e (in casi gravi) danni neurologici.

☑️Le fratture vertebrali sono generalmente dovute ad una (o più) delle seguenti cause:
>Osteoporosi - la più frequente, specialmente negli anziani, a causa del ridotto contenuto minerale osseo.
>Traumi - incidenti o cadute, soprattutto nei soggetti con ossa deboli.
>Neoplasie - tumori primari, mieloma multiplo (un tumore del sangue che origina nel midollo osseo e genera crolli vertebrali) o metastasi che indeboliscono le vertebre.
>Patologie Metaboliche - disturbi che alterano il metabolismo.

☑️La diagnosi di frattura vertebrale avviene attraverso esami di diagnostica per immagine, prescritti dal medico dopo aver visitato il paziente.
La Radiografia è utile per visualizzare deformità, la TAC e la Risonanza Magnetica per avere immagini più dettagliate, la MOC se si sospetta l’osteoporosi.

☑️E’ evidente che il trattamento dipenderà dalla gravità della frattura e dalla presenza di danni neurologici. A tal proposito, l’intervento chirurgico diventa necessario quando le terapie conservative non hanno prodotto effetti positivi o la situazione si presenta talmente critica da renderlo urgente.

☑️Le tecniche di chirurgia più utilizzate per le fratture vertebrali sono:
>Vertebroplastica – iniezione di cemento nella vertebra per stabilizzarla.
>Cifoplastica - iniezione di cemento dopo aver gonfiato dei palloncini per ripristinare l'altezza della vertebra.
>Spesso le precedenti metodiche vengono associate all'artrodesi posteriore mininvasiva per via percutanea.

☑La mielopatia cervicale è una condizione medica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale nella regione cer...
28/10/2025

☑La mielopatia cervicale è una condizione medica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale nella regione cervicale della colonna vertebrale.

☑I sintomi possono includere:
>debolezza e intorpidimento di braccia e gambe;
>movimenti impacciati, maldestri e poco precisi delle mani;
>problemi di deambulazione e perdita di equilibrio;
>dolori al collo (non sempre presenti e pertanto spesso trascurati tanto da portare ad una diagnosi tardiva);
>perdita di controllo della vescica e degli sfinteri (sintomi che indicano un avanzamento della mielopatia cervicale).

☑Le cause possono essere molteplici ma le principali sono dovute:
>Alla spondilosi cervicale (una forma di artrosi spinale) – questa è la causa più comune, derivante da un processo degenerativo legato all'età che provoca il restringimento del canale spinale e la formazione di ernie discali.
>All’ernia del disco cervicale: può comprimere direttamente il midollo spinale.

☑Altre cause possono essere dovute ad artrosi, tumori spinali, artrite reumatoide e malformazioni congenite della colonna vertebrale.

☑La diagnosi avviene normalmente dopo che il medico, eseguita una prima visita, prescrive la risonanza magnetica. Questo esame diagnostico è fondamentale per visualizzare il midollo spinale, identificare il livello della compressione e le alterazioni nel tessuto nervoso (segni di sofferenza midollare). Ulteriori test neurofisiologici (potenziali evocati) possono essere utili per valutare meglio il grado di sofferenza midollare, registrando le risposte elettriche del cervello a stimoli sensoriali (visivi, uditivi, tattili) o motori.

☑Il trattamento di norma può prevedere fino a 4 step:
>Terapia farmacologica - uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), analgesici e, a volte, corticosteroidi per ridurre dolore e infiammazione;
>Fisioterapia - programmi di esercizi mirati per migliorare forza, flessibilità e mobilità;
>Collare cervicale - può essere utilizzato temporaneamente per stabilizzare il collo ed alleviare la pressione.
>Intervento chirurgico - necessario nei casi più gravi per rimuovere la compressione sul midollo spinale e prevenire danni permanenti.

Complimenti ai Colleghi!👏👏👏👏👏👏👏👏👏
24/10/2025

Complimenti ai Colleghi!
👏👏👏👏👏👏👏👏👏

🔴 San Filippo Neri, delicato intervento va a buon fine: grazie a tecnologia all’avanguardia, rimosso un tumore della faringe

Un nuovo traguardo per l’équipe di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Filippo Neri della , diretta dal dottor Paolo Ruscito. Il team ha portato a termine con successo un delicato intervento di rimozione di un tumore recidivo della faringe, utilizzando il Sistema Robotico Da Vinci.

Una tecnologia d’avanguardia che consente di operare attraverso la bocca, raggiungendo le zone più profonde della gola grazie a un’ottica ad alta definizione tridimensionale e a bracci robotici controllati a distanza dal chirurgo.

“Un risultato straordinario – ha commentato il Direttore Generale Giuseppe Quintavalle – che dimostra ancora una volta l’eccellenza e la competenza dei nostri professionisti”. L’équipe era composta dai chirurghi Francesco Tauro, Raffaele Chiarelli, Francesca Cianfrone e Clara Pacilli, dall’anestesista Alessia Cipriani e dagli strumentisti Simone Caruso ed Eugenia Oddo Casano, sotto la guida del dottor Ruscito.

Un intervento che conferma il San Filippo Neri come centro di riferimento per le tecniche robotiche avanzate e per la chirurgia mini-invasiva in ambito otorinolaringoiatrico, a beneficio dei pazienti e dell’intero sistema sanitario regionale.

☑Per cervicalgia intendiamo un dolore generico di carattere muscolo-scheletrico che interessa la zona del collo e che si...
21/10/2025

☑Per cervicalgia intendiamo un dolore generico di carattere muscolo-scheletrico che interessa la zona del collo e che si prolunga per un periodo variabile di tempo.

☑I sintomi possono includere:
>dolore localizzato al collo;
>mal di testa (cefalea);
>rigidità muscolare;
>limitazione dei movimenti.

☑Le cause dei dolori cervicali possono essere numerose. Indicativamente, le più frequenti sono:
>cattiva postura;
>sforzo muscolare;
>distonia cervicale (contrazioni toniche involontarie o spasmi intermittenti dei muscoli del collo);
>spondilosi cervicale (artrosi cervicale, cioè una degenerazione delle vertebre e dei dischi del collo);
>fibromialgia (dolore muscolo-scheletrico diffuso accompagnato da problemi di affaticamento, sonno, memoria e umore);
>ernia del disco (quando il disco tra due vertebre sporge al di fuori);
>meningite (processo infiammatorio a carico delle meningi).

☑È consigliabile effettuare una visita con il proprio medico curante (o un fisiatra) per avere una prima valutazione, supportata da accertamenti preliminari come una radiografia del rachide cervicale (secondo prescrizione medica).

☑L'indicazione a consultare un neurochirurgo si baserà pertanto:
>sulla valutazione complessiva dei sintomi;
>sull'esame obiettivo;
>sugli esami diagnostici già effettuati.

☑La lombalgia è uno dei disturbi più comuni affrontati dalla popolazione adulta generale (con un tasso di prevalenza del...
15/10/2025

☑La lombalgia è uno dei disturbi più comuni affrontati dalla popolazione adulta generale (con un tasso di prevalenza dell’84%) e ha un forte impatto anche sulla società stessa: colpisce anche persone molto giovani rendendole inadatte per alcuni tipi di lavoro.

☑Fino alla metà dei casi di lombalgia, può essere attribuibile alla malattia degenerativa del disco (DDD). Per tutti quelli che non riescono a risolvere il loro problema con misure conservative, vi sono le opzioni chirurgiche. Tra queste, la sostituzione del disco: procedura richiesta soprattutto dai pazienti giovani e attivi che soffrono di lombalgia cronica, tra i 18 ed i 50 anni d’età.

☑La sostituzione del disco lombare (LDR) o artroplastica comporta la rimozione del disco malato e la sostituzione con un disco meccanico artificiale sviluppato con la possibilità di evitare conseguenze indesiderabili di fusione come l’immobilità ed il rischio aumentato di degenerazione del segmento adiacente (ASDeg), evenienze molto più probabili con l’uso delle tecniche tradizionali (quali discectomia e/o artrodesi).

☑Similmente alle protesi articolari dell'anca o del ginocchio, si procede alla sostituzione del disco intervertebrale con un dispositivo biomeccanico mobile (una protesi discale). Il dispositivo è destinato a ripristinare il movimento della colonna vertebrale, sostituendo il disco intervertebrale degenerato.

☑Trattandosi di una procedura chirurgica pensata per pazienti di età giovane in cui s’intende salvaguardare e/o ripristinare una biomeccanica della colonna vertebrale quanto più possibile fisiologica, vi sono dei rigidi criteri di inclusione che qui vengono riportati:
>Pazienti affetti da una patologia degenerativa sintomatica del rachide lombare ed in cui la risonanza magnetica ha verificato una perdita di altezza da parte del disco intervertebrale;
>Le vertebre colpite devono essere: L1-L2; L2-L3; L3-L4; L4-L5;
>Nessun risultato ottenuto con il trattamento conservativo e fisiatrico nell’arco di 6 mesi.

TUMORI VERTEBRALI VS TUMORI MIDOLLARI – QUALI SONO LE DIFFERENZE?☑In estrema sintesi, i tumori vertebrali riguardano le ...
09/10/2025

TUMORI VERTEBRALI VS TUMORI MIDOLLARI – QUALI SONO LE DIFFERENZE?
☑In estrema sintesi, i tumori vertebrali riguardano le ossa della colonna mentre i tumori midollari si sviluppano all'interno del midollo spinale.
Descriviamo ora le loro caratteristiche per comprenderne le differenze…

TUMORI VERTEBRALI (o tumori della colonna vertebrale)
☑Questi tumori originano nelle strutture ossee della colonna (vertebre), nei dischi intervertebrali, o nei tessuti adiacenti esterni al midollo spinale (cioè al di fuori dello spazio durale, quindi extradurali). Spesso sono metastasi, cioè cellule tumorali arrivate da tumori primari in altri organi (seno, polmone, prostata, rene, ecc.).
☑Possono causare dolore vertebrale, distruzione ossea, instabilità della colonna o compressione del midollo spinale o delle radici nervose vicine.
☑La diagnosi avviene attraverso risonanza magnetica con contrasto + TAC per valutare l’osso.
☑Il trattamento può includere:
-chirurgia vertebrale (con stabilizzazione);
-radioterapia;
-terapia sistemica (a seconda del tumore primario);
-(talvolta) approcci di decompressione spinale.

TUMORI MIDOLLARI (o tumori spinali intradurali/intramidollari)
☑Questi tumori nascono all’interno del sacco durale che avvolge il midollo spinale e possono essere:
>Intramidollari - cioè che si sviluppano all’interno del tessuto midollare (nel “parenchima” del midollo).
>Extraduram (intradural-extramidollari) - si sviluppano all’interno della dura madre ma fuori dal midollo stesso, comprimendo il midollo dall’esterno.
☑Gli esempi comuni di questo tipo di tumori sono:
>Intramidollari - ependimomi, astrocitomi, emangioblastomi.
>Intradural-extramidollari - meningiomi, schwannomi (neurinomi), neurofibromi.
☑Questi tumori sono quasi sempre benigni o a basso grado ma possono causare sintomi rilevanti per compressione (dolore, debolezza, disturbi sfinterici, alterazioni sensitive -ad esempio formicolii- ).
☑La diagnosi avviene attraverso risonanza magnetica ad alta risoluzione (tale metodica è considerata il “gold standard”)
☑Il trattamento è spesso chirurgico (con asportazione microscopica, se possibile) e può essere seguito da radioterapia, a seconda del tipo istologico, della localizzazione e del grado.

Indirizzo

Via Aurelia 559
Rome
00165

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