14/11/2025
🏥 “Salute: attese e costi elevati, un italiano su 10 rinuncia a curarsi”.
💊 A oltre cinque anni dalla pandemia da COVID-19, e nonostante gli investimenti del PNRR e la crescita della spesa sanitaria, oltre un italiano su dieci rinuncia a curarsi. Secondo la Corte dei Conti il tasso di rinuncia ha raggiunto il 9,9% nel 2024, in aumento rispetto al 7,6% dell’anno precedente. Un fenomeno indicativo anche del fallimento nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza.
📊 La rinuncia alle cure non colpisce tutti allo stesso modo. Il dato varia dal 5,3% della provincia autonoma di Bolzano al 17,2% in Sardegna, con differenze marcate tra Nord (9,2%), Centro (10,7%) e Sud (10,3%). Le donne rinunciano più degli uomini (11,4% contro 8,3%), e le fasce di età più colpite sono quelle tra i 45 e i 59 anni, impegnate tra lavoro, famiglia e carichi di cura. Anche i giovani adulti (25-34 anni) mostrano un incremento preoccupante, spinti dal caro vita e da un accesso sempre più difficile ai servizi.
🩺 Le liste d’attesa eccessive restano la prima causa di rinuncia alle cure (7%), seguite dalle difficoltà economiche (5,3%) e dalla mancanza di informazioni o percorsi chiari. Nel Mezzogiorno il problema è soprattutto economico, mentre al Nord e al Centro prevale la lunghezza dei tempi di attesa. A complicare il quadro il peso crescente della spesa sanitaria privata oltre il 37% dei costi in sanità sostenuto direttamente dalle famiglie.
💡I nuovi dati offrono un’occasione di riflessione profonda sul futuro della sanità italiana. Dopo la pandemia e con il PNRR in corso serve un nuovo patto di equità e accessibilità. La rinuncia alle cure è oggi uno degli indicatori più chiari di un sistema sotto stress, ma anche una bussola per misurare la capacità del SSN di rinnovarsi.
Per saperne di più leggi l’approfondimento del direttore Area Salute I-Com Thomas Osborn 👇
In un sistema sanitario universale come il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano la rinuncia alle cure rappresenta l'anello debole