12/02/2013
Con Loto d'oro o Gigli d'oro si indicano i piedi artificialmente deformati delle donne cinesi. Il nome è dovuto all'andatura precaria e oscillante che assumevano le donne sottoposte a questa pratica, in auge dall'inizio della dinastia Song e durante le dinastie Ming e Qing e gradualmente scomparsa durante la prima metà del XX secolo. Dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese questo termine è considerato inaccettabile e discriminatorio: si prediligono i termini 裹脚 pinyin: gŭojiăo, 缠足 pinyin: chánzú, entrambi significanti "piedi fasciati".
Dorothy Ko, cattedra di storia alla Columbia University, contesta l'immagine fortemente negativa dell'usanza, spiegando che gli Occidentali vennero a contatto della realtà cinese solo negli ultimi due secoli, quando la fasciatura dei piedi fu condotta ai suoi eccessi. Nei secoli precedenti le fasciature non erano così strette da compromettere i movimenti e la vita sociale delle donne. Esistevano infatti alcuni accessori destinati all'uso esterno, come i para pioggia; anche in tempi recenti una parte delle donne con i piedi fasciati era in grado di svolgere attività lavorative e pubbliche. In un primo periodo, inoltre, le scarpe erano piccole e appuntite, ma i piedi non venivano fasciati né deformati. Furono soprattutto le donne a sviluppare la tradizione, in qualità di moda e attrattiva estetica.
Anche in Occidente il piede piccolo è considerato bello, basta pensare alle ballerine o alle scarpe con i tacchi a spillo, che causano un'andatura oscillante ed hanno la punta. Si consideri anche la fiaba di Cenerentola, originaria della Cina.
L'usanza si diffuse inizialmente fra le classi più facoltose della popolazione, per motivi estetici. Ma presto cambiò significato, diventando simbolo di status sociale: una donna con i piedi fasciati, impossibilitata a svolgere lavori pesanti o rurali, aveva un marito facoltoso. Per questo stesso motivo, la pratica cominciò a diffondersi nelle classi meno abbienti che potevano dare in sposa una figlia ad una famiglia facoltosa, stabilendo legami interfamiliari che aumentavano il prestigio della propria famiglia. Le ragazze povere venivano anche vendute come concubine e il prezzo era legato alle dimensioni e alla perfezione dei piedi.
Le donne con i piedi fasciati erano fisicamente dipendenti dal loro uomo, ed era estremamente difficile allontanarsi dalla propria casa a causa della difficoltà di equilibrio. Alla fine la pratica divenne così popolare che una donna che non aveva i piedi fasciati non aveva speranza di contrarre un buon matrimonio, tra le classi meno agiate era addirittura impossibile sposarsi. Era l'unica cosa che una donna rispettosa, e una madre premurosa, avevano obbligo di pensare. Una buona fasciatura dei piedi sostituiva qualunque altra dote di una donna:
-garantiva che la sposa avrebbe compiaciuto in ogni modo il marito, pur di non essere ripudiata
-era prova di un'alta sopportazione del dolore
-era dimostrazione di coraggio
-era simbolo di docilità caratteriale di una donna.
Tuttavia, la sottomissione della donna non è l'unica chiave, molto occidentale, di lettura. Se le donne erano segregate in casa ed escluse dalla vita pubblica, controllavano però la vita all'interno della famiglia, comandando sui figli e soprattutto sulle figlie. La figura della suocera era spesso la più dispotica.
Aspetto molto importante era il passaggio ad uno status sociale superiore attraverso il matrimonio combinato, spesso fin dall'infanzia, tra le famiglie.