19/02/2020
LA RABBIA DEL POTERE E L' INVIDIA DELLA LIBERTA'
E' concetto condiviso da parte degli analisti che la psicoanalisi si occupi fondamentalmente del "godimento", ovvero del conseguimento del piacere che presiede ai meccanismi della riproduzione della specie, e naturalmente di tutti gli ostacoli consci e soprattutto inconsci che vi si oppongono. Senza le seduzioni del piacere e della sua aspettativa, il meccanismo si fermerebbe e la specie umana si estinguerebbe, e perciò siamo legittimati a concludere che desiderare e provarne piacere siano gli elementi fondamentali di qualunque fantasia e pensiero, e pertanto promotori di qualunque azione umana. E al contrario del mondo animale, dove la faccenda è tutto sommato piana e lineare, nell'uomo a volte la cosa diventa terribilmente complicata, perché ai percorsi naturali dell'istinto si sovrappongono e mescolano un mucchio di altre questioni, come l'educazione, il tipo di cultura, le tradizioni, e perfino la religione e la legge.
Piaccia o meno, ancora una volta la comprensione di questa storia, così semplice eppure a volte così complicata, la dobbiamo a Freud, ed è ancor oggi, come si vedrà, tutt'altro che risolta, anche se chiarissima nella sua struttura di base: la prima cosa che facciamo, fin da quando siamo neonati, è desiderare, e poiché tra tutte le fonti di piacere quella più immediata ed esplicita è quella sessuale, ben presto la personalità globale si modella intorno alla radice centrale dell'eros per poi continuare a strutturarsi sulle fantasie e sulle diverse modalità di soddisfacimento che abbiamo scoperto ed adottato nel tempo. Raccontata così, la questione potrebbe apparire circoscritta alle pure faccende sessuali, e il poderoso lavoro di Freud ridimensionato ad uso e consumo di manipoli di frustrati, erotomani e pervertiti. In realtà, le cose non stanno affatto così, proprio perché la personalità nasce da Eros e su questo si modella, ma da lì si espande su tutto l'agire umano nelle sue infinite manifestazioni, nel bene e nel male. Così, ad esempio, per lo psicoanalista è del tutto ovvio pensare che persino le realtà più atroci poste in essere dall'uomo siano, in fondo, anch'esse espressioni dell'eros: ma si tratta di un eros frustrato, inferocito, ferito a morte dalle vicende personali, mortificato e piegato dalle strettoie delle ideologie, della cultura e delle tradizioni, che si è pervertito in "destrudo", cioè in rabbia distruttiva che vuole semplicemente togliere di mezzo tutto ciò che gli impedisce di desiderare liberamente e senza sensi di colpa.
A questo punto mi si potrebbe chiedere perché abbia voluto intitolare questo breve articolo "la rabbia del potere e l'invidia della libertà". La risposta è che io credo che la maggior parte degli avvenimenti più recenti che hanno sconvolto le nostre vite per la loro ferocia ed apparente irragionevolezza trovino una logica ed una chiave di lettura, anche se certamente non l'unica, in considerazioni di questo tipo. E non vorrei togliere al lettore la curiosità di rileggere la realtà recente, ma anche quella ormai storicizzata, alla luce di queste.
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