Fabio Meloni - Psicologo Psicoterapeuta

Fabio Meloni - Psicologo Psicoterapeuta Counseling e Psicoterapia: Roma - Online. Disturbi alimentari, fame nervosa, obesità, bulimia. Ansia, depressione, fobie. Problemi affettivi e di relazione.

Tematiche LGBT. Roma: Largo Bradano, 1
- INSTAGRAM: fameloni - Psicologo
- Psicoterapeuta
- Dottore di ricerca (PhD) in Scienze Cognitive
- Ricercatore (assegnista) presso l'Università di Perugia
- Psicologo e ricercatore presso il Centro per la diagnosi e la terapia dell’obesità e della grave obesità (Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini, Roma). Iscritto all’Ordine degli Psicologi

Socio SICOB (Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche). Socio ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica)
Membro rete PASS dell'Ordine Psicologi Lazio - Psicologi Alimentari al Servizio della Salute

Esercita privatamente come psicoterapeuta e riceve a Roma (Largo Bradano) e online. Principali ambiti di interesse: disturbi dell’alimentazione e dell’immagine corporea, disturbi d’ansia, depressione, orientamenti sessuali e identità di genere. Per un elenco delle pubblicazioni, consultare il sito: www.fabiomeloni.com

“Se una persona ama solo una persona ed è indifferente a tutti gli altri, il suo amore non è amore, ma un attaccamento s...
15/12/2025

“Se una persona ama solo una persona ed è indifferente a tutti gli altri, il suo amore non è amore, ma un attaccamento simbiotico o egoismo espanso”.

Erich Fromm

01/12/2025

"Non ci può essere alcun contatto vero nell'empatia". Cosa intendeva Fritz Perls con questa frase? Scoprilo nel mio nuovo reel!

La parola dislessia evoca spesso immagini di difficoltà, lentezza, frustrazione. Si pensa subito alla fatica di leggere ...
29/11/2025

La parola dislessia evoca spesso immagini di difficoltà, lentezza, frustrazione. Si pensa subito alla fatica di leggere o scrivere, agli errori ortografici, alle pagine che sembrano danzare sotto gli occhi.

Per decenni, questa condizione è stata vista unicamente come una disabilità dell’apprendimento, un ostacolo da correggere, un difetto da compensare.
Eppure, la ricerca neuroscientifica più recente ci invita a un cambio di paradigma profondo: la dislessia non è un difetto del cervello, ma una sua variante.

Non è un limite, ma una diversa architettura cognitiva, con punti di debolezza e punti di forza che meritano di essere compresi, valorizzati e non più stigmatizzati.

Oggi sappiamo che la mente dislessica funziona diversamente — e proprio in questa differenza risiede un potenziale creativo e innovativo che, se riconosciuto, può trasformarsi in una straordinaria risorsa personale e professionale.

La parola dislessia evoca spesso immagini di difficoltà, lentezza, frustrazione. Si pensa subito alla fatica di leggere o scrivere, agli errori ortografici, alle pagine che sembrano danzare sotto gli occhi. Per decenni, questa condizione è stata vista unicamente come una disabilità dell’apprend...

Le coppie entrano nello studio di uno psicologo spesso quando sono già sull’orlo del precipizio. È raro che una relazion...
24/11/2025

Le coppie entrano nello studio di uno psicologo spesso quando sono già sull’orlo del precipizio. È raro che una relazione felice o anche solo stabile chieda aiuto “in tempo”.
Più spesso, le persone arrivano in terapia quando la distanza emotiva è già diventata un’abitudine, quando le parole si sono trasformate in frecce o, peggio ancora, in silenzi.

Secondo le ricerche, la maggior parte delle coppie cerca un sostegno professionale dopo due o tre anni di conflitto latente, quando il danno invisibile ha già corroso fiducia e curiosità reciproca.

A quel punto la terapia di coppia viene vissuta come una sorta di pronto soccorso sentimentale: si entra per “salvare” ciò che resta.

Eppure, molte coppie ne escono deluse, senza risultati tangibili. Non sempre per colpa del terapeuta — né del suo approccio, né della sua competenza. Talvolta le ragioni del fallimento sono più sottili, e riguardano il modo in cui la coppia stessa vive la terapia, la fretta con cui la affronta, le aspettative implicite, le difese non riconosciute.

Proviamo allora a comprendere le ragioni più comuni per cui la terapia di coppia fallisce, e cosa queste ragioni rivelano — non tanto sul terapeuta, ma su di noi e sulla nostra idea di amore.

Le coppie entrano nello studio di uno psicologo spesso quando sono già sull’orlo del precipizio. È raro che una relazione felice o anche solo stabile chieda aiuto “in tempo”. Più spesso, le persone arrivano in terapia quando la distanza emotiva è già diventata un’abitudine, quando le pa...

Adolescenti, smartphone & algoritmi: un triangolo ad alto rischio per il benessere psicologicoIn Italia si è appena aper...
21/11/2025

Adolescenti, smartphone & algoritmi: un triangolo ad alto rischio per il benessere psicologico

In Italia si è appena aperta la prima class action contro i big dei social: famiglie e legali ha fatto causa a Meta (Facebook / Instagram) e TikTok con queste motivazioni: «Gli algoritmi creano dipendenza, agevolano l’iscrizione dei minori, non tutelano il loro sviluppo».

Parallelamente, molti studi neurologici mettono in guardia: l’uso elevato di smartphone e social media negli adolescenti può «riconfigurare» il cervello, alterare attenzione, sonno, regoli emotive

Perché questo diventa un problema di salute mentale?

✔ Il contatto continuo con schermi, notifiche, scroll infinito alimenta quella che gli studiosi definiscono una vera e propria dipendenza comportamentale digitale: l’adolescente “torna” all’app non solo per piacere, ma per bisogno, per fuga, per rassicurazione.

✔ L’algoritmo sui social amplifica contenuti, richieste di attenzione e feed-gratificazioni immediate: questo genera una gratificazione rapida ma anche una tolleranza crescente (occorre sempre di più per “sentirsi bene”).

La vera emergenza: mancata qualità del tempo, frammentazione dell’attenzione, sonno compromesso, solitudine anche se connessi — come segnalano gli studi.

Tre segnali da non ignorare:
1)Lo smartphone diventa il primo “rifugio” emotivo: se l’adolescente cerca lo schermo perché “non sa che fare” o “per stare meno tempo con me”, stai attento.

2) Il tempo di uso cresce senza che lui o lei lo vedano come “un problema”: superamento delle 2 ore al giorno su social/newsfeed è già correlato a peggioramento del benessere.

3) Quando il silenzio in famiglia è sostituito da “ognuno con il telefono”: la qualità delle relazioni familiari diminuisce, le emozioni restano irrisolte, i ragazzi imparano che la connessione digitale “vale” più della conversazione reale.

Cosa possono fare i genitori (e i formatori) per intervenire:

✔ Stabilire zone e tempi senza smartphone: ad esempio cena in famiglia senza schermi, camera da letto “smartphone free”.

✔ Ascoltare prima di giudicare: chiedere «Come ti senti quando usi Instagram per ore?» invece di «Ancora col telefono?».

✔ Promuovere altre attività che non siano solo “meno schermo”, ma “qualità di tempo”: sport, musica, camminate, dialogo, … tutte esperienze che rafforzano il cervello, non lo iperstimolano.

✔ Essere modello: se il genitore è sempre immerso nel telefono, l’adolescente impara che “lo schermo è la risposta”. Il comportamento genitoriale manda segnali forti.

Una riflessione per chi lavora con gli adolescenti:
Questo fenomeno non è soltanto “uso eccessivo di tecnologia”. È una questione di identità, di bisogno di appartenenza, di vulnerabilità adolescente: i social promettono connessione, popolarità, accettazione. Ma dietro c’è spesso ansia, confronto, senso di inadeguatezza, e poco spazio per il silenzio, il vuoto, la noia — che sono invece fondamentali per la maturazione psicologica.

L’adolescenza è un tempo di trasformazioni radicali: nel corpo, nella mente, nei desideri, nei valori. È un periodo in c...
17/11/2025

L’adolescenza è un tempo di trasformazioni radicali: nel corpo, nella mente, nei desideri, nei valori.

È un periodo in cui l’essere umano si costruisce come individuo autonomo, ma anche un tempo in cui il legame con i genitori viene messo alla prova, rinegoziato, ridefinito. Per un genitore, accompagnare un adolescente non è semplicemente un “dovere educativo”: è un’esperienza emotiva intensa, a volte estenuante, spesso sorprendente.

Se l’infanzia è il tempo della protezione e della guida, l’adolescenza è quello della fiducia e della resistenza. “Resistere” – come diceva Winnicott – non nel senso di opporsi, ma di restare solidi mentre il figlio attraversa tempeste interiori e mette alla prova ogni confine.

In questo articolo esploreremo 10 principi fondamentali per affrontare con equilibrio e consapevolezza questa fase della crescita, con esempi concreti e riferimenti psicologici, utili a ogni genitore che voglia sostenere senza soffocare, guidare senza controllare, amare senza invadere.

L’adolescenza è un tempo di trasformazioni radicali: nel corpo, nella mente, nei desideri, nei valori. È un periodo in cui l’essere umano si costruisce come individuo autonomo, ma anche un tempo in cui il legame con i genitori viene messo alla prova, rinegoziato, ridefinito. Per un genitore, a...

13/11/2025

Quante volte hai detto "È troppo tardi": per cambiare lavoro, per iniziare un nuovo sport, per avviare una nuova relazione sentimentale.

E se non fosse così? Guarda il video per saperne di più!

C’è qualcosa nell’autunno che affascina profondamente l’animo umano. È una stagione poetica, malinconica, fatta di color...
07/11/2025

C’è qualcosa nell’autunno che affascina profondamente l’animo umano. È una stagione poetica, malinconica, fatta di colori caldi e di luci che sfumano più rapidamente verso la sera. È il tempo delle foglie che cadono, delle tazze fumanti e dei ritorni: al lavoro, alla scuola, alle abitudini. Non stupisce che molte persone dichiarino di amarlo.

Eppure, dietro la sua apparente dolcezza, l’autunno nasconde anche un volto più complesso: quello dell’affaticamento, della perdita di motivazione e, in alcuni casi, di un vero e proprio burnout stagionale.

Molti professionisti della salute mentale notano un aumento di casi di stanchezza psicologica, ansia e senso di vuoto proprio tra settembre e novembre. È come se, dopo il sollievo estivo, il corpo e la mente si trovassero improvvisamente a fare i conti con il peso dell’anno che volge al termine.

La sensazione diffusa è quella di “correre senza più entusiasmo”, di aver già dato molto ma di non essere ancora arrivati al traguardo.

C’è qualcosa nell’autunno che affascina profondamente l’animo umano. È una stagione poetica, malinconica, fatta di colori caldi e di luci che sfumano più rapidamente verso la sera. È il tempo delle foglie che cadono, delle tazze fumanti e dei ritorni: al lavoro, alla scuola, alle abitudini...

"La felicità è l'unica cosa che si moltiplica quando la si condivide." Albert Schweitzer
04/11/2025

"La felicità è l'unica cosa che si moltiplica quando la si condivide."

Albert Schweitzer

La parola solitudine evoca spesso immagini di vuoto, isolamento o mancanza di legami. È un termine che molti associano a...
30/10/2025

La parola solitudine evoca spesso immagini di vuoto, isolamento o mancanza di legami. È un termine che molti associano al dolore, all’abbandono, persino al fallimento relazionale.

Eppure, come psicologo, mi trovo spesso a riflettere con i miei pazienti sul fatto che la solitudine non è solo privazione: può trasformarsi in un terreno fertile, un laboratorio interiore dove fioriscono creatività, intuizione e pensiero libero.

Ma in che modo accade questo?

Perché mai la mancanza di compagnia dovrebbe stimolare la nostra immaginazione, liberare l’ingegno e favorire l’ispirazione? Per rispondere, occorre guardare al funzionamento della mente, alla psicologia cognitiva e alla nostra esperienza quotidiana.

La parola solitudine evoca spesso immagini di vuoto, isolamento o mancanza di legami. È un termine che molti associano al dolore, all’abbandono, persino al fallimento relazionale. Eppure, come psicologo, mi trovo spesso a riflettere con i miei pazienti sul fatto che la solitudine non è solo priv...

24/10/2025

Le emozioni degli adulti dipendono dalla storia che essi hanno vissuto e non dal comportamento dei bambini con cui hanno a che fare. Cosa voleva dire Alice Miller con questa frase? Scoprilo nel mio reel!

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Largo Bradano, 1
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Chi sono

Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di ricerca (PhD) in Scienze Cognitive. Sono stato Ricercatore (assegnista) presso l'Università di Perugia per oltre 10 anni. Collaboro come Psicologo e ricercatore presso il Centro per la diagnosi e la terapia dell’obesità e della grave obesità dell’Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini di Roma. Ho fatto parte dell’equipe degli psicologi dell’Istituto San Giorgio - Centro per il trattamento dei disturbi alimentari e obesità di Soriano nel Cimino (VT). Sono socio di Koinè - Istituto Gestalt Roma e sono docente presso alcuni Istituti e Scuole di specializzazione in psicoterapia. Socio SICOB (Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche). Socio ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) Membro rete PASS dell'Ordine Psicologi Lazio - Psicologi Alimentari al Servizio della Salute Esercito privatamente come psicoterapeuta e ricevo a Roma (Via Tigrè / Via Ugo Bassi) e a Cagliari. I miei principali ambiti di interesse riguardano i disturbi dell’alimentazione e dell’immagine corporea, i disturbi d’ansia, la depressione, gli orientamenti sessuali e l’identità di genere. Un elenco delle mie pubblicazioni può essere consultato sul mio sito: www.fabiomeloni.com