24/11/2025
“Anche i miei animali stanno soffrendo l’assenza dei miei figli e di mia moglie. Si vede, si sente. Perché sì, gli animali provano emozioni vere.”
La mattina dovrebbe essere un inizio.
Oggi, invece, per lui è una frattura.
Appena apre la porta, non è il freddo a colpirlo, ma quel vuoto tagliente che invade il bosco, la casa, perfino il respiro.
Gli sembra di entrare in un mondo che all’improvviso non riconosce più.
Un mondo dove niente è al suo posto.
E mentre cerca di raccogliersi, arriva il primo segnale che qualcosa si è spezzato:
gli animali non lo stanno aspettando come sempre.
Sono inquieti, irrequieti, quasi in allerta.
È un silenzio strano, che pesa più di qualsiasi urlo.
E allora succede la cosa che gli stringe lo stomaco:
l’animale più affezionato a lui, quello che non si allontana mai, oggi è fuggito.
Come se non riuscisse a sopportare l’assenza della famiglia.
Come se sentisse un dolore che non sa dove mettere.
C’è chi ride quando si dice che gli animali provano emozioni.
C’è chi li considera “creature semplici”, incapaci di capire, di mancare qualcuno, di soffrire un distacco.
Ma chi vive davvero accanto a loro sa la verità da sempre:
gli animali percepiscono prima, percepiscono più a fondo, percepiscono senza filtri.
Così, quando lui arriva in stalla, lo spettacolo è chiaro e struggente:
il cavallo è agitato, gira su se stesso;
le galline non si fermano, come se cercassero voci che non arrivano;
il cane gli si incolla alle gambe, tremando senza un suono.
Non stanno cercando cibo.
Non stanno cercando gioco.
Stanno cercando loro: la famiglia che non entra più da quella porta.
E mentre accarezza il muso di uno degli animali, si rende conto che quelle creature stanno esprimendo un dolore che in molti si rifiutano di vedere.
Lo guardano con occhi che chiedono risposte, presenza, conforto.
E qui nasce l’amarezza, quella che brucia davvero:
la gente giudica, parla, attacca, inventa storie da tastiera…
ma nessuno guarda cosa accade a chi resta.
A chi soffre in silenzio.
Agli animali che non capiscono perché all’improvviso qualcuno manca dal loro mondo.
Gli animali capiscono eccome.
Eccome se soffrono.
Ma è sempre più facile ridicolizzare una famiglia che vive nella natura,
piuttosto che ammettere che un cellulare può ferire più di un bosco.
Che l’indifferenza umana fa molti più danni della vita all’aria aperta.
Lui stringe il cavallo, il cane, tutti.
E con la voce che gli trema, sussurra solo:
“Prima i miei animali. Poi me.”
È la frase di chi è stanco, ferito, ma non disposto a voltarsi dall’altra parte.
La frase di chi ancora crede che l’amore – quello vero – non lascia indietro nessuno.
Nemmeno quando il dolore ti crolla addosso come una valanga.
Questa non è solo una storia.
È una denuncia silenziosa.
Un grido che dice che sì:
gli animali sentono, soffrono, e capiscono molto più degli esseri umani che li giudicano senza conoscerli.