Dott.ssa Alessandra Bertinelli StudioPsicologia

Dott.ssa Alessandra Bertinelli StudioPsicologia Semplicemente è uno studio di psicologia nato con l’obiettivo di offrire sostegno e ascolto

SempliceMente è uno studio di psicologi nato con l’obiettivo di offrire sostegno e ascolto in periodi particolari della vita, durante i quali risulta difficile comunicare agli altri i propri problemi, la propria tristezza e le proprie ansie. Lo spazio offerto diviene un punto saldo dove poter ascoltare ogni tipo di pensiero, con attenzione all’individuo e ai suoi rapporti significativi. Ambiti in cui operiamo:

-Consulenza psicologica individuale, di coppia e familiare;
-Attività psicologico-clinica nell’ambito delle problematiche del ciclo di vita femminile e delle sue criticità (pubertà, gravidanza, menopausa)
-Supporto alla donna/coppia nel percorso gravidanza-nascita
-Sostegno delle coppie che si sottopongono a trattamenti di fecondazione
-Sostegno alle coppie durante il periodo di adozione
-Assistenza nell’ambito del trauma (perdita e lutto in ostetricia ed in epoca perinatale)
-Supporto per depressione post-partum
-Disturbi della sessualità
-Disturbi psicosomatici (dermatiti, psoriasi, disturbi dell’apparato gastro intestinale)
-Disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità)
-Disturbi d’ansia e attacchi di panico
-Depressione
-Difficoltà nel gestire lo stress

Dr.ssa Alessandra BERTINELLI cell. 349.7577792

13/07/2022

Repubblica di oggi, 13 luglio 2022: c’è una ragazzina ( bambina secondo i telegiornali RAI) che sfreccia da sola su uno scooter. Incontra il fidanzatino che ne ha 16, ci litiga, viene accoltellata quando gli dice che lo vuole lasciare. La famiglia e’ una famiglia di gente per bene, commenta il giornalista, non e’ legata ad ambienti della criminalita’.
La famiglia semplicemente non c’e’, penso io, se ad 11 anni ci si puo’ “ fidanzare “ e a 12 si puo’ “ sfrecciare su uno scooter “. E non ci sono scuole ne’ consultori in grado di aiutare i bambini di cui nessuno si occupa e le famiglie che non sono in grado di educarli. Capiremo un giorno che esistono luoghi, periferie, soprattutto nelle grandi citta’ in cui questo tipo di situazioni e’ terribilmente comune? Capiremo un giorno che per salvare questi bambini e le loro famiglie servono piccoli eserciti di psicologi in grado di fare psicoterapia e di assistenti sociali capaci di muoversi nelle comunita’, di educatori e di volontari in grado di proporre delle alternative a chi non trova spazi ne’ occasioni per vivere la sua infanzia e la sua preadolescenza in un modo normale? Tanti anni fa riuscimmo a Palermo, con un piccolo esercito di questo tipo a riportare a scuola tutti i bambini che evadevano l’obbligo all’ interno di un progetto voluto dal sindaco Leoluca Orlando e sostenuto fra gli altri dal Ministero della Pubblica Istruzione guidato allora da Sergio Mattarella. Andavamo di casa in casa, pero’, non aspettavamo che l’aiuto ci fosse richiesto. Perche’ ci sono famiglie disorientate e confuse dietro ai bambini che sfrecciano sugli scooter ed agli adolescenti che usano i coltelli. E perche’ di queste persone, bambini, ragazzi e famiglie, bisognerebbe occuparsi da prima che si verifichino i delitti e gli incidenti. Offrendo occasioni di vita a chi ne ha troppo poche ed evitando di lasciarli al destino triste della emarginazione o a quello orribile della manovalanza criminale.
Leggo, sullo stesso giornale, notizie di guerra e discorsi sulla crisi possibile del Governo. Ascolto le dichiarazioni, guardo le facce di chi le fa e torno sul mio niente affatto retorico “ capiremo un giorno “ e con grande tristezza mi dico dall’alto o dal basso dei miei 80 anni che quel giorno, se mai arrivera’, e’ ancora assai lontano.

Patrizia Cavalli (1947-2022)💔
21/06/2022

Patrizia Cavalli (1947-2022)
💔

“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola” Cesare Pavese
21/10/2021

“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola”

Cesare Pavese

C’è qualcosa di buono in tutto ciò che sembra un fallimento. Non lo vedrai adesso. Lo rivelerà il tempo. Sii paziente.Sh...
13/07/2021

C’è qualcosa di buono in tutto ciò che sembra un fallimento. Non lo vedrai adesso.
Lo rivelerà il tempo.
Sii paziente.

Shivananda

Condivido le parole di una collega ed amica
10/04/2021

Condivido le parole di una collega ed amica

C'è ancora tanta confusione sulla nostra professione e di sicuro c'è poco riconoscimento rispetto al lavoro prezioso che portiamo avanti tutti i giorni e della fatica e dell'impegno che ci mettono i nostri pazienti per stare bene, davvero. Perché per stare bene davvero devi prenderti la responsabilità per la tua salute PSICOFISICA, devi decidere di affrontare le tue paure, attraversarle.
Non basta la pillola, è un processo che ti vede protagonista h24.
Tanti di noi poi non fanno solo la libera professione ma lavorano a scuola, vanno nelle case delle famiglie, lavorano con persone a rischio (malati, anziani, disabili), lavorano negli ospedali.
In un paese civile nel 2021 non dovrebbe esserci ancora il bisogno di spiegare cosa facciamo noi psicologi e Psicoterapeuti, non dovrei sentire ancora la necessità di difendere la mia professione, ma invece è proprio così.
Ci sarebbe tanto altro da dire ma preferisco riderci su.

E ALLORA VAI...-  E allora vai- Avrò paura? - Sì - Poca o tanta? - Tantissima - A destra o a sinistra?- Se puoi non schi...
10/12/2020

E ALLORA VAI...

- E allora vai
- Avrò paura?
- Sì
- Poca o tanta?
- Tantissima
- A destra o a sinistra?
- Se puoi non schierarti mai, resta al centro. Del tuo cuore.
- E se arriva il lupo?
- Il lupo arriva, ma anche il gatto, il cane, l'orso, le acciughe, il vento, il sole, la neve. Amore mio, arriverà tutto, non posso ometterti niente.
- E se mi perdo?
- Che ti perdi non è un forse, ma una certezza; quindi quando ti perdi chiedi informazioni
- A chi?
- Ecco, a chi. Se dovesse succedere prima di aver imparato a riconoscere tutte le erbe spontanee, i fiori e gli alberi, aspetta, non chiedere a nessuno, chè poi può succedere che scambi ciliege per bacche velenose.
Aspetta, impara i prati i boschi e soprattutto i venti, poi, se ancora sarai perduta, saprai da sola a chi rivolgerti
- Morirò?
- Sì
- Aiuto!
- Rinascerai tante volte, la morte si dimentica, prima o poi.
- Eh, prima o poi, ma il tempo è contato
- No, il tempo è contatto, è toccare tutto, provarci almeno, tutte le parti
- Mi risolverò?
- Non sei un rebus, sei un puzzle senza pezzi mancanti. Imparerai a metterli insieme, dal verso e con lo sguardo giusto
- Promettimelo
- Di più, te lo giuro
- Incontrerò l'amore?
- Te lo auguro. Fermati da chi ti vuole sfogliare. Chè l'amore, per me, assomiglia molto a qualcuno che ti tiene la fronte mentre tu, vomiti i giorni più duri.
- Allora vado?
- Allora vai...

Francesca Pachetti
"La raccontadina"

Diceva Flaubert che "a forza di guardare in alto finiremo per avere le ali .. "Quando lo psicoterapeuta segnala un obiet...
01/12/2020

Diceva Flaubert che "a forza di guardare in alto finiremo per avere le ali .. "
Quando lo psicoterapeuta segnala un obiettivo possibile, ma inimmaginabile per il paziente nel momento di sofferenza, sta mettendo in atto un processo ideale che poi, con fortuna e strenuo lavoro, si trasformerà in realtà.
Alternando la passione degli ideali con la saggezza della concretezza si può avviare un processo di cambiamento come con l'aquilone che nell'atto di trattenerlo e lasciarlo andare, vola più alto.
Alfredo Canevaro

Gianni Rodari100 anni dalla nascita
23/10/2020

Gianni Rodari
100 anni dalla nascita

“A meno che uno come te non ci tenga molto, niente andrà meglio o sarà risolto” Dr. Seuss
09/06/2020

“A meno che uno come te non ci tenga molto, niente andrà meglio o sarà risolto”

Dr. Seuss

“Questo è il tempo della cura e non dell’odio” Intervista al Prof. Luigi Cancrini
30/03/2020

“Questo è il tempo della cura e non dell’odio”
Intervista al Prof. Luigi Cancrini

Interessante riflessione del professor Cancrini sulla situazione che stiamo vivendo. Le reazioni, cosa ci possiamo aspettare, gli aspetti drammatici ma anche le opportunità

Intervista allo psichiatra Cancrini

«Questo è il tempo della cura, non dell’odio. Un tempo di ascolto e di dolore condiviso che fa bene a tutti, anche ai miei pazienti che coltivano dentro di sé le più terribili delle fantasie». La pandemia attraverso la lente del professor Luigi Cancrini, uno dei più grandi psichiatri italiani, è un’occasione di rigenerazione, «un’opportunità per scoprire vicinanza e solidarietà, ossia le risorse più importanti per vivere meglio». Ottantuno anni, un lungo lavoro al fianco di Franco Basaglia, negli anni Settanta ha fondato il Centro studi di terapia famigliare e relazionale che considera la sua casa professionale.

Professor Cancrini, stiamo sperimentando la solitudine, la paura, i morti, il dolore, la sospensione della libertà. Molti hanno accostato il disagio di oggi all’esperienza di una guerra.
«Io ho una memoria molto viva dei bombardamenti del 1943.
Abitavamo vicino a San Lorenzo, il quartiere romano raso al suolo dagli angloamericani, e ricordo molto bene il terrore, il rumore assordante degli aerei, la fuga nelle cantine. Ma si tratta di esperienze molto diverse».
Perché?
«La guerra è il tempo dell’odio. In guerra per sopravvivere si è costretti a uccidere l’altro, come recita la canzone di De André: Piero muore perché esita a sparare contro il nemico, e paga con la vita la sua premura verso l’avversario.
Invece questo di oggi è il tempo della vicinanza e della solidarietà.
Il nemico è esterno all’umanità e gli uomini sono costretti a unirsi per far fronte alla comune minaccia».
La paura ci fa scoprire la prossimità?
«Sì, succede quando il nemico è comune a tutti. Mi ha colpito lo slogan: resta a casa, così fai bene a te stesso e agli altri. L’idea che aiutando se stessi si aiuta l’altro mette in moto un movimento emotivo che fa crescere la solidarietà».
Un sentimento molto lontano dall’umore collettivo dell’Italia più recente, diagnosticata da diverse società psicoanalitiche come "psicopatica", "paranoica", "autoritaria" e "intollerante".
«Io userei termini diversi. Il nostro paese, come tutto l’Occidente, è malato di narcisismo: avendo a disposizione tutto, tendiamo a sentirci onnipotenti e allo stesso tempo sospettosi verso il prossimo, considerato una minaccia per i nostri beni.
L’esperienza del coronavirus ci mette di fronte al senso del limite – non possiamo avere tutto – e alla necessità di legami solidali: può essere il rimedio migliore per il nostro disturbo narcisista».
Ma in questi giorni lei ha avuto modo di riscontrare un cambiamento anche nei suoi pazienti?
«Mi colpisce la reazione di quelli con disturbi psicotici, capaci di elaborare le fantasie più terribili, proiettate all’esterno dal loro mondo interiore. Ora che questa figura minacciosa si sostanzia nell’immaginario di tutti, questi pazienti si sentono più "normali", uguali agli altri. E quindi stanno meglio».
L’eccezionalità mette in campo energie insperate?
«È un dato confermato dai manuali psichiatrici: molti malati gravi migliorano in tempo di guerra. E diminuiscono i suicidi, perché nel pericolo prevale l’istinto di sopravvivenza. Per la mente umana avere a che fare con un nemico interno è molto peggio che avere a che fare con un nemico esterno da cui ci si difende insieme agli altri».
Vale anche per chi soffre di tossicodipendenza?
«Sì, chi vi è soggetto tende a fuggire da un pesante senso di morte attraverso lo stordimento e l’atto del nascondersi alla realtà.
Quando bisogna stare in allerta per sconfiggere un nemico esterno, tutto questo viene meno».
Questi meccanismi reattivi scattano anche in chi non ha particolari patologie?
«Naturalmente. E viene potenziato quel sentimento di vicinanza di cui parlavo prima.
Finita l’emergenza, dovremmo sforzarci di mantenerlo intatto, nella consapevolezza che prossimità e solidarietà sono le risorse più importanti per vivere meglio. Temo invece che la coesione prodotta dall’eccezionalità possa ve**re meno con l’esaurirsi del virus. Ne vedo già i segni nella polemica politica ospitata da qualche talk show».
Qual è il consiglio del terapeuta per coltivare nella difficoltà la fiammella vitale?
«In psicoanalisi si dice che un buon terapeuta è quello che sa accogliere i tempi del silenzio. Nel silenzio si trasmettono le emozioni, il rispetto, le perplessità, i dubbi, anche i limiti della comunicazione attraverso le parole. In questo momento ciascuno di noi, nella propria casa, può sperimentare una costrizione al silenzio che potrebbe riportarci a un rapporto migliore con noi stessi, e con gli altri».
Lei sperimenta questa trasformazione anche sul piano personale?
«Sì. Anche se continuo a vedere i pazienti che hanno più necessità della relazione terapeutica, ho più tempo per me, per leggere i miei amati russi, per ascoltare musica classica e per suonare il pianoforte. Mi capita di guardare gli alberi dalla finestra, che è una cosa che non avevo mai fatto prima. E poi sogno moltissimo: ricordare i sogni è il segno del ritrovato rapporto con se stessi».
Superata l’emergenza sanitaria, la crisi economica e sociale sarà spaventosa. Non c’è il rischio di tornare a un individualismo ancora più agguerrito?
«Sì, certo, tutto dipenderà da come questa crisi sarà gestita: se in termini solidali o di sopraffazione.
Da uomo di sinistra, registro con tristezza che oggi in Europa i paesi forti rifiutano la solidarietà a quelli più deboli. E mi fa paura il modo in cui la grande speculazione agisce sulle borse».
Come tutti i traumi collettivi anche il coronavirus lascerà dei segni. Tra i simboli più crudeli di questa pandemia resterà la sfilata solitaria delle bare. Si muore da soli. E si è costretti ad assistere impotenti alla morte solitaria delle persone a cui si vuole bene.
«È un aspetto angoscioso e terribile, ma anche in questi passaggi si avverte una vicinanza e una condivisione collettiva a cui non eravamo più abituati. Certo, i rituali del lutto sono fondamentali per l’elaborazione della perdita. E l’impossibilità di piangere e di abbracciarsi insieme nel momento della sepoltura può lasciare ferite profonde. Molte delle patologie con cui mi confronto sono legate a lutti mai elaborati».
Torneremo ad abbracciarci e a baciarci con la spensierata allegria di prima o dentro di noi agiranno paure inconsapevoli?
«Torneremo a farlo anche con maggiore entusiasmo, rivalutando tutte quelle cose che davamo per scontate».
Lei ha definito questo del coronavirus il tempo della solidarietà e della cura. Ne sono simbolo i medici e gli operatori sanitari impegnati in prima linea.
«Freud diceva che la vocazione del medico era legata all’idea di curare i propri genitori. Io penso che in tante vocazioni delle professioni sanitarie ci sia un sentimento profondo di amore per il genere umano. Sono loro a guidare quella trasformazione della comunità alla quale oggi dobbiamo guardare: è il modo migliore per non cedere allo sconforto».

26/03/2020

Un prontuario per l’emergenza.
Come gestire lo stress ai tempi del Coronavirus

(Dei consigli pratici dati da Isabel Fernandez Presidente Associazione per l’EMDR in Italia e docente corsi EMDR
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico evidence based raccomandato dall’OMS, per il trattamento del trauma e dello stress traumatico)

Quali sono i consigli pratici per le persone per affrontare l’emergenza?

1) Privilegiamo come fonti di informazioni soprattutto i canali ufficiali.
Nei momenti di emergenza in cui la paura e l‘irrazionale inevitabilmente rischiano di prendere il sopravvento, bisogna prendersi cura di sé e non mettersi in condizione di esporsi a informazioni non adeguate e non qualificate incorrendo in fake news o notizie emozionalmente cariche di vissuti ma non basate su dati oggettivi.

2) Scegliere 2 momenti al giorno per informarsi e il canale attraverso il quale si vuole farlo
L’esposizione continua alla mole di informazioni via web, radio e TV fa rimanere in stato perennemente eccitatorio il nostro sistema di allerta e paura. Per questo meglio scegliere uno o due momenti al giorno nei quali informarsi.

3) Seguire i consigli sulle norme di igiene indicate dal Ministero della Salute.
Possiamo dare il nostro contributo per combattere il Coronavirus: proteggiamoci e proteggiamo. Insieme si vince….

4) Non interrompere per quanto possibile la propria routine
In questo momento bisogna ancorarsi a ciò che è certo, noto e prevedibile. Continuare il lavoro e le proprie abitudini laddove possibile. Rispettando sempre le indicazioni di sicurezza vigenti.

5) Attività fisica, anche in casa.
Scaricare le tensioni attraverso “il fare” permette un migliore riposo notturno

6) Riposarsi adeguatamente
Attività rilassanti serali, meglio non vedere notiziari o speciali sul Coronavirus prima di addormentarsi per non scivolare nel sonno con emozioni negative e con senso di allerta

7) Parlare e passare del tempo con la famiglia e gli amici.
Avere restrizioni di movimento NON significa annullare la socializzazione. Utilizziamo videochiamate, skype, zoom e insegnamo ai più anziani come fare per non rimanere “isolati nell’isolamento”

8)Parlare dei problemi con qualcuno di cui ci si fida.
Scegliere le persone con le quali avere un confronto empatico e costruttivo.

9) Fare attività che aiutano a rilassarsi
Yoga, training autogeno, meditazione, leggere, giardinaggio, ecc. Moltissimi video sono gratuiti e disponibili on line su tecniche di respirazione e rilassamento.

10) Stacca la spina!
Ricordati di parlare di altro, distrarsi e uscire dal loop di discorsi angoscianti e catastrofisti serve a rafforzarci attraverso emozioni positive

Cosa non fare e che cosa fare per affrontare situazioni di ansia e di paura?

Come tutto ciò che non conosciamo il nuovo coronavirus COVID-19, crea forte stress e quindi generare forti stati di ansia e paura.
Sappiamo poco sul virus, non abbiamo ancora un vaccino, non conosciamo il suo comportamento, né il numero di persone che potrà contagiare.
Tutto questo “non sapere” può alterare il senso di controllo a cui normalmente siamo abituati e generare un senso di minaccia e allerta.
Quando ci troviamo di fronte a un forte stress mettiamo in atto risposte che se da un lato hanno un valore adattivo e ci permettono di affrontare la situazione al meglio, dall’altro possono comportare irritabilità, iperattivazione, aggressività verbale, disturbi del sonno e della concentrazione. Tutti comportamenti normali e legittimi che, tuttavia, se tendono a mantenersi ed aumentare nel tempo, ci impediscono di vivere e sentirci al meglio delle nostre possibilità.
Occuparci di noi e di come stiamo non ci impedirà di provare stress, ma potrà aiutarci a ridurlo, contenerlo e limitarne gli effetti, permettendoci di affrontare al meglio l’emergenza che stiamo vivendo.

Ed ecco alcuni semplici consigli per gestire lo stress:
1) Parliamo d’altro: anche se si sente il costante bisogno di condividere informazioni, dati e notizie sul Coronavirus e la situazione attuale, parlarne continuamente aumenta lo stress percepito. Possiamo scegliere di parlarne in momenti prestabiliti durante la giornata ma per tutto il resto del tempo concediamoci di parlare di altre cose, portiamo la mente e i pensieri altrove!

2) Prestiamo attenzione alla comunicazione: rivolgerci agli altri in modo aggressivo e scontroso o al contrario chiudersi e non parlare, sono comportamenti comuni e normali quando siamo stressati. Eppure la comunicazione aggressiva o passiva complica le cose, rende difficili le relazioni e sicuramente aumenta lo stress in noi e negli altri. Ricordiamoci allora di comunicare il meglio che possiamo: in modo tranquillo, chiaro e rispettoso.

3) Ricarichiamo le batterie. Prendiamoci il tempo per praticare attività piacevoli e nutrienti che possano aiutarci a scaricare lo stress e ricaricare le energie: leggere, stare con la famiglia, fare giardinaggio, meditare, ascoltare musica, ballare o qualsiasi altra attività che ci faccia staccare la spina è benvenuta!

4) Parliamo di come ci sentiamo. Sentirsi stanchi, sopraffatti o spaventati davanti a qualcosa di nuovo e poco chiaro è assolutamente normale. Parlare con qualcuno a noi vicino di come ci sentiamo può, in questi casi, aiutarci, liberarci da un peso e farci sentire meno soli…forse potremmo scoprire che anche gli altri hanno emozioni difficili con cui convivono e condividerle potrebbe sollevarci reciprocamente.

5) Chiedere aiuto. Se con il protrarsi della situazione in atto dovessimo sentire di avere bisogno di un aiuto in più per ridurre lo stress rivolgiamoci ad un terapeuta

-La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono q...
24/02/2020

-La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono quasi sempre del tutto ingiustificate ma aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo»-

L’Ordine degli Psicologi sul Coronavirus: indicazioni per cittadini e psicologi, supporto alle autorità In relazione al tema “coronavirus” l’Esecutivo nazionale dell’Ordine si è attivato in varie direzioni con il fine di: Fornire il supporto della professione alle Autorità: Fornire indi...

"L'ostacolo esiste come incentivo ad andare avanti, non a fermarsi; se non ammettiamo la possibilità che questa interpre...
05/02/2020

"L'ostacolo esiste come incentivo ad andare avanti, non a fermarsi; se non ammettiamo la possibilità che questa interpretazione sia valida, vuol dire che ci stiamo negando il diritto di vivere, consegnandoci ad una semplice attesa della morte."

Aldo Carotenuto "Vivere la distanza”

In Giappone c’è un luogo dove si possono affidare i propri pensieri al vento così che raggiungano le persone a noi care ...
21/01/2020

In Giappone c’è un luogo dove si possono affidare i propri pensieri al vento così che raggiungano le persone a noi care che non ci sono più...

“Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé”
Laura Imai Messina

Il telefono al suo interno è senza fili perché questa è una cabina telefonica molto particolare, è un luogo dove sfogarsi, dove imparare a convivere con il dolore della perdita di una persona cara.

“I bambini assomigliano alle spugne. Assorbono tutto: il nervosismo, le cattive idee, le paure degli altri.Sembrano dime...
04/11/2019

“I bambini assomigliano alle spugne. Assorbono tutto: il nervosismo, le cattive idee, le paure degli altri.
Sembrano dimenticare, ma poi rispunta tutto dentro la cartella, o sotto le lenzuola, oppure davanti a un libro.
I bambini vogliono essere ascoltati con gli occhi spalancati”

Beatrice Alemagna
da “Che cos’è un bambino?”

Le decisioni sono soltanto l’inizio di qualcosa. Quando si prende una decisione, in realtà si comincia a scivolare in un...
18/09/2019

Le decisioni sono soltanto l’inizio di qualcosa. Quando si prende una decisione, in realtà si comincia a scivolare in una forte corrente che ti porta verso un luogo mai neppure sognato al momento di decidere.
(Paulo Coelho)

“Praticare la psicoterapia, non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé; si tratta in...
12/07/2019

“Praticare la psicoterapia, non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé; si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo normale, e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti”.(Carl Rogers)

“La bellezza non è facile mai. Se non la scegli solo perché magari ci vuole più tempo ad aprirla, o a raggiungerla, tutt...
31/05/2019

“La bellezza non è facile mai. Se non la scegli solo perché magari ci vuole più tempo ad aprirla, o a raggiungerla, tutto il tempo che risparmierai evitandola non sarà mai una vittoria, ma la più clamorosa delle sconfitte”

Matteo Bussola

Indirizzo

Via Famiano Nardini, 1/c
Rome
00162

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 21:00
Martedì 08:00 - 21:00
Mercoledì 08:00 - 21:00
Giovedì 08:00 - 21:00
Venerdì 08:00 - 21:00

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