13/03/2024
Un percorso di psicoterapia può rappresentare anche un viaggio di scoperta di qualcosa di cui è rimasta traccia nel nostro corpo e nella nostra memoria ma che non sempre ricordiamo in modo consapevole...
TRACCE DI MEMORIA
Quando nel mio lavoro di psicoterapeuta chiedo alle persone delle loro esperienze passate, i primi ricordi che riportano solitamente iniziano intorno ai 4/6 anni.
Eppure, i primi tre anni di vita sono un periodo particolarmente critico, rappresentano “le fondamenta” della casa che ci siamo costruiti, mattone dopo mattone nel corso della nostra vita. Di quella fascia di età gli adulti non hanno ricordi chiari, consapevoli perché nei primi anni di vita la memoria non è ancora "esplicita", legata cioè al linguaggio, che si sviluppa proprio in quegli anni. Ma il fatto che non ci sia una memoria esplicita non vuol dire che ciò che abbiamo sperimentato in quel periodo della nostra vita non sia profondamente “vitale”, anzi al contrario da lì partono le prime esperienze di attaccamento con le figure più importanti della nostra vita, in quegli anni sviluppiamo il primo "senso di sé", le prime cognizioni su noi stessi, le prime aspettative rispetto agli altri, gli schemi con cui interpretiamo la realtà.
Il linguaggio non è l’unica modalità che abbiamo per sperimentare ricordi legati a quegli anni della nostra vita. Possiamo ricordare odori, sensazioni, immagini, emozioni, anche se non sappiamo ancora dare loro un nome. L'emisfero destro sin dalla nascita (ma in realtà anche durante la gravidanza!) è in grado di registrare i primi ricordi a livello corporeo ed emotivo.
Ecco allora che un percorso di psicoterapia può rappresentare anche un viaggio di scoperta di qualcosa di cui è rimasta traccia nel nostro corpo e nella nostra memoria ma che non sempre ricordiamo in modo consapevole.
Spesso proprio la nascita di un figlio può far riemergere dei ricordi di quel periodo, le nostre relazioni di attaccamento condizionano e influenzano il modo con cui ci prenderemo cura dei nostri piccoli e per questo spesso ci sentiamo più vulnerabili in questo periodo della vita. Possiamo sentire il bisogno di andare a rivedere la solidità di quelle fondamenta che garantiscono alla nostra casa di non crollare ma anzi di essere ancora più resistenti in una fase in cui dobbiamo trasmettere sicurezza e stabilità ad un altro essere che ha bisogno di noi.
I genitori hanno questa grande e magnifica opportunità attraverso le esperienze che condivideranno con i propri piccoli: quella di poter tracciare, nella mente dei propri figli dei sentieri che orienteranno le loro strade anche da adulti.
La maggior consapevolezza che ne deriverà potrà essere utile, non solo per comprendere meglio ciò che accade al proprio figlio, ma anche per ampliare il proprio processo di autoconoscenza e crescita.
Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ