Elisa Cittadini-Psicologa EUR

Elisa Cittadini-Psicologa EUR Studio di Psicologia e Psicoterapia Ho 45 e sono mamma di due bambini di 8 e 5 anni. Mi sono laureata e lavoro come psicologa da oltre 15 anni.

Vivo a Roma, in un quartiere a pochi passi dall’EUR, dove svolgo anche la mia attività privata come psicoterapeuta individuale e di coppia. Mi sono specializzata come Psicoterapeuta individuale e di gruppo presso l’ASPIC, scuola di formazione quadriennale in psicologia clinica di comunità e psicoterapia umanistica integrata. Sono inoltre esperta in Mediazione Familiare. Per la mia formazione umana e professionale considero i clienti, in un’ottica integrata, come PERSONE nella loro interezza e complessità, superando la netta distinzione che la cultura nella quale viviamo, spesso porta a fare, tra mente, corpo, pensiero ed emozione; tra realtà oggettiva e soggettiva. Considerare la persona in un’ottica integrata vuol dire, quindi, considerarla in tutti i suoi aspetti e in particolare nelle sue manifestazioni che promuovono ben-essere. Il mio lavoro con i clienti è sempre rivolto ad aiutare la persona a fare scelte responsabili, creando propri significati e personali traiettorie esistenziali, smettendo di essere attore passivo di un copione scritto da altri nel passato

Provare a guardare se stessi e i nostri figli senza giudizio non significa essere poco consapevoli dei propri limiti o d...
13/11/2024

Provare a guardare se stessi e i nostri figli senza giudizio non significa essere poco consapevoli dei propri limiti o difficoltà ma significa imparare ad osservarsi...

IL GIUDIZIO NON AIUTA!

Vogliamo tutti essere i migliori genitori possibili, allo stesso tempo tutti viviamo delle difficoltà con i nostri figli, non esistono genitori che non commettono errori. Ma rimproverarci non ci è di aiuto!

Mettiamo da parte il giudizio nei nostri confronti e nei confronti dei nostri figli: la critica e il rimprovero non ci aiutano nella riflessione ma al contrario la bloccano, fanno sentire insicuri e inadeguati.

Provare a guardare se stessi e i nostri figli senza giudizio non significa essere poco consapevoli dei propri limiti o difficoltà ma significa imparare ad osservarsi, riconoscendo sia i punti di forza che le aree di miglioramento ed iniziare ad apportare le modifiche necessarie per aiutare i nostri bambini a sentirsi ancora più sicuri.

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÁ

DA QUANDO E’ DIVENTATA MAMMA NON ESISTO PIU’ PER LEI”“NON SO PIU’ COSA FARE PER RENDERMI UTILE”“MI SONO ACCORTO CHE ESSE...
03/10/2024

DA QUANDO E’ DIVENTATA MAMMA NON ESISTO PIU’ PER LEI”

“NON SO PIU’ COSA FARE PER RENDERMI UTILE”

“MI SONO ACCORTO CHE ESSERE PADRE SIGNIFICA AVERE DELLE RESPONSABILITA’ E IO NON CE LA FACCIO”

“MI TROVO COSTRETTO A FARE COSE DA DONNA”

Nel nostro lavoro con i neo genitori spesso a trovarsi in difficoltà sono anche molti uomini. Come per le donne, anche la transizione alla paternità comporta un lavoro psichico complesso che richiede di adattarsi in modo flessibile alla nuova realtà.

Quando ciò non avviene il rischio può essere quello di una paternità formale che lascia la madre sola o di una paternità "concorrente", che privi la madre delle sue risorse, o ancora di un vissuto depressivo paterno che blocca o svuota la capacità del genitore di riflettere sugli stati mentali del partner e del proprio bambino.

Rinforzare e sostenere anche il padre nel proprio ruolo significa allora aiutare la mamma a sentirsi più serena e sicura nella relazione con il neonato. Significa gettare le basi per affrontare con maggiore resilienza le difficoltà che, come genitori, viviamo e sentire soprattutto di poter percorrere questa strada insieme.

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

10/07/2024

DIVENTARE GENITORI PORTA A RIPRENDERE CONTATTO CON IL FIGLIO CHE SI E’ STATI
“Diventare genitori implica riprendere contatto con il bambino che vive dentro di noi, ripensare e risentire, nel nostro mondo interiore, il figlio che siamo stati.” (A. Pellai, 2018)

Quando diventiamo genitori si riattivano tutta una serie di risonanze più o meno consapevoli con il figlio che si è stati. E’ qualcosa di cui si parla ancora troppo poco nei corsi di accompagnamento alla nascita ma rielaborare la propria storia passata è uno dei passi fondamentali nel nostro percorso di crescita come adulti e genitori. Arrivare alla consapevolezza di come alcune esperienze abbiano condizionato il nostro modo di amare e comunicare con l’altro è uno degli obiettivi nel mio lavoro di psicologa che si occupa di perinatalità e di psicoterapeuta. Chiudere alcuni “sospesi”, parlare dei “non detti” all’interno della famiglia, far emergere delle emozioni sommerse, può portarci ad intraprendere il nostro nuovo percorso con prospettive diverse.
Quante volte, infatti, ci siamo sentiti schiavi di copioni che non condividiamo ma che ci ritroviamo a mettere in scena con i nostri figli o con il partner? Ripensare al proprio essere stati figli ci porta allora a domandarci: che genitori abbiamo avuto? Da dove provengo, qual'è il mio sistema di riferimento? E i miei valori di riferimento? Cosa ci ha fatto bene? E cosa invece non ha funzionato?

Forse la risposta a queste domande non ci porterà a diventare “i genitori perfetti” ma sicuramente ad essere più consapevoli e liberi di essere come sentiamo: il passato può essere un prezioso capitale emotivo dal quale attingere per compiere al meglio le funzioni genitoriali nel quì ed ora.

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

Da Gente del Sud, 1956
fotografia di Nino Migliori

12/06/2024

PARLANDO DI COPPIA…

Questa frase di Froma Wolsh racchiude molto del lavoro che svolgo come terapeuta di coppia:

“ Si dice che le persone hanno bisogno di tre matrimoni: in giovinezza, un amore romantico ed entusiasta; per allevare figli, un rapporto con responsabilità condivise; e più tardi nella vita un rapporto con un compagno con forti capacità affettive e di accudimento reciproco. Piuttosto che di nuovi partner, le persone hanno bisogno di riadattare la propria coppia a seconda delle diverse fasi del ciclo di vita”

Dal libro: “Incanto e disincanto nella coppia” di L. Fino, A. Penna, L. Recanatini

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

06/06/2024

LA FORZA DELLE MAMME

Questa sera voglio dedicare un pensiero a tutte le mamme e in particolare a quelle che, nel corso dell'anno, ho conosciuto grazie al mio lavoro di sostegno ai genitori.

Non è semplice per una mamma scegliere di concedere del tempo a se stessa, non è sempre così semplice prendere contatto con i propri bisogni e desideri, può essere anche doloroso riconoscere che alcune emozioni e alcuni modi di essere, abitudini e spazi sono stati messi da parte per far posto a qualcosa di altrettanto arricchente e gratificante, come la nascita e la crescita di un figlio. A volte è difficile trovare un equilibrio sia individuale che di coppia.

Ma questa sera ripenso anche a quante risorse ho visto in ognuna di queste donne: quanta energia, voglia di essere se stesse, seppur nella nuova veste di mamme, voglia di tornare anche a fare cose che ci appartenevano, seppur in modo diverso. E soprattutto voglia di esprimere questi bisogni, di sapere che qualcuno li ascolta senza giudizio.

Grazie alle mamme che hanno condiviso con me i loro bisogni in incontri carichi di emozioni!

Dott.ssa Elisa cittadini
Psicologa Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

Painting of Brian Kershisnik "Climbing Mother"

19/05/2024

GENITORI INSIEME
Quante volte ci siamo lamentati del nostro compagno, dal momento in cui è nato nostro figlio? Quante volte avremmo desiderato una maggiore collaborazione, oppure uno stile educativo più vicino al nostro?

Diventare genitori vuol dire riuscire a sviluppare la capacità di prendersi cura in modo collaborativo del proprio bambino, accettando e apprezzando l’apporto, sicuramente differente dal proprio, che il compagno offre, fino a creare uno stile genitoriale non uguale, ma condiviso. Si tratta di una grande sfida perché non vuol dire soltanto accettare l’altro, ma accogliere ciò che è DIVERSO dal nostro modo di fare e di pensare: la coppia infatti può funzionare bene su questo piano, solo se nessuno dei due si arroga il ruolo di colui che, da solo, è competente e sa fare meglio. Questa dinamica complessa inizia con la gravidanza e prosegue per tutta la vita, anche nel caso di separazione della coppia coniugale: si può infatti smettere di essere coppia, ma non si può mai smettere di essere genitori dello stesso figlio generato insieme.

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

E VOI COME AIUTATE I VOSTRI BIMBI A RILASSARSI?
15/05/2024

E VOI COME AIUTATE I VOSTRI BIMBI A RILASSARSI?

IL MOMENTO DELL' ADDORMENTAMENTO: NON UN METODO SPECIFICO MA UN APPROCCIO AL RILASSAMENTO

Noi che ci occupiamo da anni di "capricci" chiediamo sempre alle mamme di osservare la situazione in cui “scoppia la crisi” per comprendere se, prima di tutto, possa essere determinata da un bisogno fisiologico. La stanchezza è una delle prime esigenze fisiche che “salta agli occhi” e che, in genere i genitori riconoscono immediatamente. Un bambino molto stanco sarà molto probabilmente un bambino molto irritato e iper eccitabile e le crisi saranno dietro l’angolo.

LA PAROLA CHIAVE DEVE ESSERE: ABITUDINE AL RILASSAMENTO

Alcuni bambini possono avere difficoltà ad addormentarsi la sera perché sono ancora in iper-arousal a causa delle attività del giorno e non hanno nessuna dimestichezza al rilassamento un po’ per la nostra qualità di vita sempre molto frenetica un po’ per la nostra difficoltà di “educarli ed educarci” anche a questo.
Quante volte è capitato anche a noi genitori di avere difficoltà a rilassarci la sera, di portare con noi tutto lo stress della giornata… e come possiamo allora chiedere ai nostri figli di farlo?

Può essere utile un approccio diverso, quindi, nel quale diventa fondamentale sviluppare un'abitudine al rilassamento...
Approccio al rilassamento vuol dire dare uno spazio e un tempo al contatto con se stessi e con la propria fantasia, vuol dire avere una pausa piacevole che aiuta a dare contenimento anche ai bambini più vivaci: la lettura di una storia o l’ascolto di una musica rilassante ad occhi chiusi, un’immagine piacevole da portare con sé durante la notte, una fantasia guidata che porti il bambino verso la scoperta di alcune emozioni o sensazioni corporee sono tutte esperienze che gli permettono di cominciare ad ascoltarsi e lo sostengono nel proprio percorso di autonomia anche rispetto al sonno.
Imparare che possiamo usare la fantasia e le immagini per rilassarsi apre le porte ad una nuova realtà e ad un nuovo modo di avvicinarsi al sonno che può cominciare anche a partire da noi stessi.

E VOI COME AIUTATE I VOSTRI BIMBI A RILASSARSI?

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

10/05/2024

LA MAMMA PERFETTA NON ESISTE

"Può essere un sollievo per voi sapere che non c'è la mamma perfetta e che, se per caso lo foste, non sarebbe bene per il piccolo.

Dico questo perché una parte essenziale dell'educazione di ogni bambino è costituita dalle frustrazioni ripetute, dalle azioni materne intempestive o maldestre che lo costringono a sviluppare opportune strategie di adattamento: passi falsi nella danza, note stonate nell'interazione che verranno poi corretti. Rendersi conto che gli errori possono essere riparati e imparare a farlo costituiscono una lezione fondamentale che tutti noi abbiamo dovuto apprendere per poter vivere insieme agli altri e lo stesso vale per il nostro bambino.

Esistono del resto grandi vantaggi nel commettere errori mentre imparate a rapportarvi a vostro figlio. Il massimo a cui possiamo aspirare come genitori è che i nostri errori non siano troppo gravi, o quanto mento che non restino senza una opportuna correzione troppo a lungo."

Daniel N. Stern

Anna Romanelli, Gaia Miletic ed Elisa Cittadini
Psicologhe e psicoterapeute dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

09/05/2024

CAPRICCI… QUANTO CONTA IL CONTATTO?

Quanto è importante il contatto per il senso di sicurezza di base del bambino?
Una ricerca condotta da Mary Salter Ainsworth (1977) ha esaminato i rapporti tra madri e bambino nell’arco di dieci anni, evidenziando che i bambini le cui madri sono sensibili ai loro bisogni emozionali, come il bisogno di essere ascoltato, toccato e coccolato sviluppano un “attaccamento sicuro”. Normalmente queste madri tengono molto in braccio il loro bambino fin dalla nascita e rispondono al suo pianto abbracciandolo e confortandolo.

Ma la cosa più importante emersa da questo studio è che il bisogno di essere toccati e amati non scompare con l’avanzare dell’età: a nessuna età! Pensiamo a quanto possa essere profondamente importante anche per noi adulti un abbraccio, una coccola nel momento in cui siamo tristi, arrabbiati, confusi o impauriti?
Il contatto allora può essere anche un ottimo rimedio per calmare un bambino molto vivace nel momento in cui è troppo “scatenato”.
Molto spesso nei nostri incontri con i genitori sui “capricci” abbiamo parlato dell’importanza di riconoscere il bisogno che il nostro bambino sta esprimendo attraverso quel comportamento aggressivo o quel momento di crisi. E proprio quando siamo convinti che, con quel capriccio, nostro figlio voglia soltanto provocarci, farci arrabbiare e disperare, proviamo a pensare, invece, che stia chiedendo un contatto diverso. Se rispondiamo soltanto con rabbia alle sue provocazioni non risolviamo davvero la sua richiesta e la sua difficoltà nel ritrovare un equilibrio. Se anche noi veniamo trascinati dalla sua angoscia, entrando in crisi insieme a lui, come possiamo sperare che il nostro bambino possa uscire da solo dalla sua crisi?

Lo psicologo James Prescott (1975) afferma che il piacere fisico abbia un potere enorme nel contrastare e inibire l’aggressività e la violenza. Come genitori possiamo lavorare allora per promuovere il piacere e incoraggiare rapporti interpersonali affettuosi come modalità per risolvere i conflitti e i comportamenti.



Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

GELOSIA TRA FRATELLI: COME RISPONDERE?
08/05/2024

GELOSIA TRA FRATELLI: COME RISPONDERE?

GELOSIA TRA FRATELLI: COME RISPONDERE?
Come può comportarsi un genitore se si accorge che i figli “rivaleggiano” per conquistare il suo affetto e la sua attenzione? Oppure quando chiedono in maniera diretta:” A chi vuoi più bene, a me o a mio fratello?” In questo caso è richiesta una grandissima sensibilità per rispondere sinceramente alla domanda perché non abbiamo lo stesso tipo di relazione con ciascuno dei nostri figli. La possibilità di riconoscere questo dato, può essere molto importante per noi, ma anche per i nostri figli. Quindi, piuttosto che rispondere soltanto “Sì, vi voglio bene allo stesso modo” potremmo provare a comunicare anche questo messaggio: “ Tu per me sei importante quanto tuo fratello (sorella), anche se posso comportarmi in maniera diversa con ognuno di voi. Nessuno può prendere il tuo posto perché tu sei unico e insostituibile”.

UN PICCOLO CONSIGLIO PUO’ ESSERE QUELLO DI CREARE UN RITUALE CON CIASCUNO
Per aiutare i nostri bambini a superare dei momenti di gelosia, possiamo concordare un rituale diverso per ognuno che si ripeterà un giorno della settimana e con un appuntamento preciso, concordato con entrambi i figli. Con uno di loro ad esempio potremmo decidere di leggere un libro, con l’altro di guardare insieme un album e ricordare i momenti passati.
La cosa importante è che ognuno abbia la sensazione che, in quel preciso momento, la mamma o il papà siano felici di essere lì soltanto per lui.

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

Un percorso di psicoterapia può rappresentare anche un viaggio di scoperta di qualcosa di cui è rimasta traccia nel nost...
13/03/2024

Un percorso di psicoterapia può rappresentare anche un viaggio di scoperta di qualcosa di cui è rimasta traccia nel nostro corpo e nella nostra memoria ma che non sempre ricordiamo in modo consapevole...

TRACCE DI MEMORIA
Quando nel mio lavoro di psicoterapeuta chiedo alle persone delle loro esperienze passate, i primi ricordi che riportano solitamente iniziano intorno ai 4/6 anni.
Eppure, i primi tre anni di vita sono un periodo particolarmente critico, rappresentano “le fondamenta” della casa che ci siamo costruiti, mattone dopo mattone nel corso della nostra vita. Di quella fascia di età gli adulti non hanno ricordi chiari, consapevoli perché nei primi anni di vita la memoria non è ancora "esplicita", legata cioè al linguaggio, che si sviluppa proprio in quegli anni. Ma il fatto che non ci sia una memoria esplicita non vuol dire che ciò che abbiamo sperimentato in quel periodo della nostra vita non sia profondamente “vitale”, anzi al contrario da lì partono le prime esperienze di attaccamento con le figure più importanti della nostra vita, in quegli anni sviluppiamo il primo "senso di sé", le prime cognizioni su noi stessi, le prime aspettative rispetto agli altri, gli schemi con cui interpretiamo la realtà.
Il linguaggio non è l’unica modalità che abbiamo per sperimentare ricordi legati a quegli anni della nostra vita. Possiamo ricordare odori, sensazioni, immagini, emozioni, anche se non sappiamo ancora dare loro un nome. L'emisfero destro sin dalla nascita (ma in realtà anche durante la gravidanza!) è in grado di registrare i primi ricordi a livello corporeo ed emotivo.
Ecco allora che un percorso di psicoterapia può rappresentare anche un viaggio di scoperta di qualcosa di cui è rimasta traccia nel nostro corpo e nella nostra memoria ma che non sempre ricordiamo in modo consapevole.
Spesso proprio la nascita di un figlio può far riemergere dei ricordi di quel periodo, le nostre relazioni di attaccamento condizionano e influenzano il modo con cui ci prenderemo cura dei nostri piccoli e per questo spesso ci sentiamo più vulnerabili in questo periodo della vita. Possiamo sentire il bisogno di andare a rivedere la solidità di quelle fondamenta che garantiscono alla nostra casa di non crollare ma anzi di essere ancora più resistenti in una fase in cui dobbiamo trasmettere sicurezza e stabilità ad un altro essere che ha bisogno di noi.
I genitori hanno questa grande e magnifica opportunità attraverso le esperienze che condivideranno con i propri piccoli: quella di poter tracciare, nella mente dei propri figli dei sentieri che orienteranno le loro strade anche da adulti.
La maggior consapevolezza che ne deriverà potrà essere utile, non solo per comprendere meglio ciò che accade al proprio figlio, ma anche per ampliare il proprio processo di autoconoscenza e crescita.

Dott.ssa Elisa Cittadini
Psicologa e Psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto MAMPÀ

Dopo aver visto questo film vedremo il Buio e la notte senza i pregiudizi che lo accompagnano da sempre ma con la consap...
28/02/2024

Dopo aver visto questo film vedremo il Buio e la notte senza i pregiudizi che lo accompagnano da sempre ma con la consapevolezza che, senza il Buio, mancherebbe quella magia che ci consente di apprezzare anche la Luce.

Indirizzo

Largo Guido Martina 18
Rome
00127

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00
Domenica 09:00 - 20:00

Telefono

+393393045971

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Elisa Cittadini-Psicologa EUR pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Elisa Cittadini-Psicologa EUR:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare