08/08/2023
Grazie a Silvia Spaziani per averci ricordato le parole di uno de protagonisti più affascinanti del dopoguerra italiano: il mio amato Piero Calamandrei.
È raggelante considerare che questo messaggio - tratto dal suo discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano alla presenza di Ferruccio Parri - a distanza di quasi settant'anni debba essere considerato del tutto attuale. Semmai al contrario andrebbe aggiornato con la narrazione - anche solo limitata ai fatti perché i fatti si commentano da soli - degli eventi successivi che hanno portato l'Italia più di una volta sul limite del disastro.
Cosa dovrebbe essere insegnato (o spiegato) ai nostri giovani della Generazione Z sulla storia del nostro paese? Solo per limitarsi ad alcuni, i più drammatici eventi: le rivolte studentesche del '68 - a seguito della invasione della Cecoslovacchia da parte di una URSS in disfacimento - fallite tristemente grazie all'impiego raffinato delle Brigate Rosse da parte dei "poteri occulti", gli stessi che eliminarono Moro per scongiurare uno spostamento dell'asse politico verso una dimensione più autenticamente democratica e meno USA-dipendente; la "strategia della tensione" volta a destabilizzare la società per consentire colpi di stato come quello di Gelli e Borghese nel progetto Stay Behind preceduti da una sequenza di sanguinosi attentati come quello dell'Italicus; la bomba alla Banca dell'Agricoltura con il buffonesco depistaggio su Valpreda; la bomba neofascista alla Piazza della Loggia di Brescia; il tentativo di svolta autoritaria promosso con l'ingaggio della destra neofascista nella strage di Bologna; l'abbattimento del DC9 Itavia sopra Ustica per un missile "amico" che mai si è voluto identificare; l'impiego scellerato della mafia siciliana per giustificare la presa del potere di Berlusconi con l'uccisione di Falcone e Borsellino e i successivi attentati a Firenze e Roma.. e questo per limitarsi ad alcuni degli eventi più importanti avvenuti in Italia.
A cosa sapranno riferirsi questi ragazzi quando saranno invitati a essere parte attiva nel processo di trasformazione del loro paese? Come faranno a orientarsi anche solo per decidere se usare lo strumento democratico del voto o scegliere di delegare ad altri il proprio futuro? Vi pongo una semplice domanda: come andrebbe riscritto oggi secondo le indicazioni di Calamandrei un programma di storia italiana nelle scuole? Ah, dimenticavo... la storia non è più una materia importante nel curriculum formativo della scuola italiana. Gli insegnanti di storia continueranno a raccontare le avventure di Orazio Coclite & C. a giovani allievi impegnati in attività più interessanti come chattare sui loro sempre più tecnologici smarphone.
"I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza''.
(Piero Calamandrei)