29/04/2025
Riccardo ha 19 giorni, un viso di porcellana che si riempie un giorno alla volta, mani piccole ma affusolate che fendono l'aria con movimenti liquidi, gli stessi che vedevo disegnati sulla mia pancia e mi hanno fatto compagnia nei mesi della gravidanza. Se è affamato tende tutto il corpicino, apre e chiude la bocca, si morde le manine chiuse a pugno. Mangia con così tanta foga da uscirne sfinito e cadere addormentato subito dopo. Durante il giorno sembra diventare sempre più capace di stare da solo nel sonno, ma all'imbrunire diventa richiedente di contatto. La notte dorme sul nostro petto e noi dormiamo un sonno difficile e disturbato dalla paura che cada, che non respiri, che qualcosa possa accadergli in questo sonno privo di sicurezza. Eppure lui si rilassa, cede tutto il peso del suo corpo piccolo piccolo a noi che lo accogliamo, insegnandoci che per nascere non basta ve**re al mondo. La nascita è un evento più lungo e complesso, che inizia coi 9 mesi di gestazione e prosegue con un lento, faticoso, spaventoso apprendimento alla vita extrauterina. Nel 'mondo di fuori' i rumori fanno trasalire, spaventa non sentirsi più avvolti e contenuti. Anche i segnali e i bisogni del corpo, un tempo immediatamente soddisfatti dalla simbiosi della gravidanza, diventano terribili e temibili. D'altra parte, nemmeno una mamma diventa mamma quando nasce il suo bambino, anche se ha avuto 9 mesi per abituarsi all'idea e pensarsi tale.
A me poi, il mio bambino lo hanno strappato via d'urgenza con un gesto che a lui ha salvato la vita e che io non dimenticherò mai. Ho urlato due o tre volte, come se insieme a lui mi portassero via le viscere e forse così è stato. L'ho protetto per 9 mesi, avendo cura di me per curare lui. Stavo imparando a respirare il dolore delle contrazioni e le pause tra loro, perchè potesse sentirsi accompagnato nel nostro mondo lentamente, con pazienza pari all'attesa di lui dei mesi precedenti. Di tutta la mia vita precedente. Invece, a causa di medici che prescrivono analisi ma non sanno comporre i risultati in una giusta diagnosi o peggio, lo ritengono superfluo così come l'ascolto del paziente, Riccardo perdeva battiti e la sua nascita, da lenta e consapevole, è divenuta un evento urgente.
Siamo stati catapultati in una vita separata, che a me ha sfiancato il corpo, lo ha deformato e reso sofferente. Ho dovuto imparare di nuovo a urinare, a stare in piedi (mi sono state concesse 24 ore), a lavarmi senza temere di procurarmi dolore. A guardarmi allo specchio senza la paura di rimanere per sempre sfigurata dall'edema che è seguito alla nascita di mio figlio, mentre il mio corpo stravolto contaminava la mia mente di pensieri solo negativi, su un futuro troppo difficile da sostenere. Per fortuna sono vecchia di età ed esperienza terapeutica. Ho imparato a chiedere aiuto e ho la fortuna di riceverne, da fonti varie e diverse. Per fortuna quando inizi a capire che sei una mamma, nasce un istinto di sopravvivenza per il quale mantenerti sana diventa una necessità improrogabile, equivalente a mantenere in salute tuo figlio. Così, un giorno alla volta il mio corpo ha ritrovato le sue forme, perdendo in breve tempo quasi 10 chili. Il taglio fa ancora male ma il dolore diventa secondario quando Riccardo, stretto al mio petto con la fascia, riesce a dormire e a ritrovare quella continuità tra noi che gli è familiare ed ancora necessaria. La mente si snebbia poco a poco e impara a misurarsi coi singoli giorni come orizzonte degli eventi, chè in fondo i bambini cambiano velocemente e adesso è tempo di fare la mamma e niente altro. Le cose della vita troveranno un loro equilibrio nuovo e claudicante, una fatica alla volta.
Così, un giorno alla volta, impariamo a sopravvivere al nostro essere separati che ci rende fragili e spaventati. Io innamorandomi del suo viso di porcellana, lui ritrovandosi sul mio petto, grazie ad una rete di affetti che avvolge entrambi e ci rassicura.
Mentre tutto quanto ruota intorno al parto rimane ancora e troppo spesso in una oscurità, incuria e superficialità da Medioevo. E bisogna pur cominciare a dirlo perchè le cose cambino. Perchè, in un modo o nell'altro le mamme partoriscono e i bambini nascono. Ma il come genera differenze che accompagnano a lungo la vita di entrambi.
̀consapevole ̀ ̀felice