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15/12/2025

Sovraspinoso

Hai la testa sempre china sullo smartphone? Il tuo collo lo sa. E, prima o poi, te lo farà capire. Il text neck è la sin...
15/12/2025

Hai la testa sempre china sullo smartphone? Il tuo collo lo sa. E, prima o poi, te lo farà capire. Il text neck è la sindrome da “collo da messaggio”, causata dalle posture prolungate a guardare verso il basso: una bomba di tensione per cervicale, spalle e schiena alta.

In questo articolo scopri cos’è, perché colpisce sempre più persone e cosa puoi fare per evitare che il tuo collo diventi un’antenna piegata su sé stessa.

Non è uno studio scientifico, ma una guida chiara e curiosa per riconoscere, e prevenire, il mal di collo più moderno che ci sia.

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

È lunedì.. ed eccoci con un nuovo episodio di “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un sorriso!” 😄Oggi parli...
15/12/2025

È lunedì.. ed eccoci con un nuovo episodio di “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un sorriso!” 😄

Oggi parliamo di una struttura che tutti abbiamo “sentito” almeno una volta, soprattutto in adolescenza: la tuberosità tibiale!

È una sporgenza ossea semplice, diretta, essenziale. Nessuna forma bizzarra, nessun nome strano.. Eppure è un punto cruciale per la biomeccanica del ginocchio. È qui che si inserisce il tendine rotuleo, che a sua volta trasmette la forza del quadricipite.

Più tuberosità.. più estensione!

Cos’è e dov’è?

La tuberosità tibiale è una protuberanza ossea situata sulla parte anteriore della tibia, poco sotto la rotula. È facilmente palpabile: basta scorrere il dito dalla rotula verso il basso. È come un piccolo “gradino” che sporge dall’osso.

A cosa serve?

È il punto di inserzione del tendine rotuleo, trasmette tutta la potenza del quadricipite alla tibia e permette l’estensione del ginocchio (camminare, correre, saltare). Stabilizza la biomeccanica anteriore del ginocchio.

Insomma, è il perno osseo che trasforma la contrazione muscolare in movimento.

Funzionamento buffo

Immagina il quadricipite come un gruppo di musicisti rock, la rotula come l’amplificatore e la tuberosità tibiale come la presa elettrica a cui si collega tutto!
Senza quella presa.. niente suono!

Curiosità scientifica

In adolescenza può andare incontro a un’infiammazione chiamata Osgood-Schlatter, dovuta alla trazione ripetuta del tendine rotuleo su un’area ancora cartilaginea. È una delle zone più studiate in biomeccanica del salto e degli sport di spinta. La forma e la dimensione della tuberosità tibiale influenzano l’allineamento della rotula e il tracking femoro-rotuleo.

Nella vita di tutti i giorni

Ogni volta che sali le scale, ti alzi da una sedia, fai squat, freni mentre corri.. la tuberosità tibiale si prende tutta la forza del quadricipite.

È uno dei punti più “stressati” del ginocchio e non si lamenta quasi mai!

Parole complicate, spiegate semplici

Tendine rotuleo: il tendine che va dalla rotula alla tibia.

Quadricipite: muscolo estensore del ginocchio.

Apofisi: sporgenza ossea destinata all’inserzione di tendini.

Come può soffrire?

Osgood-Schlatter: dolore in adolescenza per sovraccarico.
Tendinopatia rotulea (effetto a catena).
Irritazioni da pressione (anche solo inginocchiandosi).
Esiti traumatici (rari, ma possibili avulsioni nei giovani atleti).

Momento educativo leggero

Se hai dolore in zona tibiale anteriore, non ignorarlo: il quadricipite “tira” forte, e la tuberosità può irritarsi facilmente. Lavora su mobilità, forza equilibrata e progressione dei carichi. E non dimenticare i glutei: aiutano più di quanto pensi!

Conclusione con sorriso

La prossima volta che estendi il ginocchio, pensa alla tua tuberosità tibiale: una piccola sporgenza che fa un lavoro gigantesco!

Ci vediamo lunedì prossimo per un’altra meraviglia del corpo umano.. sempre con il sorriso! 😄

14/12/2025

Scoliosi

Non lo vedi allo specchio, non fa la “tartaruga”, ma tiene tutto insieme.. letteralmente. Il muscolo trasverso dell’addo...
14/12/2025

Non lo vedi allo specchio, non fa la “tartaruga”, ma tiene tutto insieme.. letteralmente. Il muscolo trasverso dell’addome è il tuo “core profondo”, una cintura naturale che stabilizza il tronco, sostiene la colonna e ti aiuta persino a respirare meglio. E quando è debole? Mal di schiena in arrivo.

In questo articolo scopri dove si trova, cosa fa e perché allenarlo è più utile (e furbo) che fare mille crunch.

Non è uno studio scientifico, ma una guida chiara e curiosa per conoscere meglio il muscolo invisibile.. che fa la differenza.

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

Hai presente quando qualcuno dice: “C’ho il piede piatto.” oppure “Il mio è cavo, dottò.. me lo disse il cugino barbiere...
14/12/2025

Hai presente quando qualcuno dice: “C’ho il piede piatto.” oppure “Il mio è cavo, dottò.. me lo disse il cugino barbiere guardando quando mi tagliava i calli”?

Ecco.

La verità è che non esiste UN arco. Ne esistono TRE, si muovono come una tenda da campeggio e nessuno, NESSUNO, li guarda insieme.

Ed è proprio così che iniziano: dolorini sotto, caviglie stanche, fasciti, tibiali posteriori in lacrime.. e plantari messi “a occhio”.

L’immagine mostra i 3 archi fondamentali del piede.

Arco longitudinale mediale (blu)

Il più famoso. Quello che “si abbassa” o “si alza” nelle foto da spiaggia.
È il più elastico, si carica come una molla, restituisce energia, controlla la pronazione.
Dipende da tibiale posteriore, flessore lungo dell’alluce, flessore lungo delle dita, legamenti plantari, spring ligament.

Quando soffre vai incontro a fascite, collasso dell’arco, dolore interno alla caviglia.

Arco longitudinale laterale (rosso)

Mai considerato, ma è il paracolpi del piede. È più rigido, lavora nelle fasi di appoggio rapido e nelle superfici irregolari. In pratica: se cammini molto sul cemento, lui si esaurisce per primo.

Quando cede hai dolore sul cuboide, instabilità laterale, feeling di “piede che sfugge”

Arco trasverso (verde e azzurro)

L’arco dimenticato. Si divide in: midtarsal (verde): livello del navicolare–cuneiformi–cuboide, e anterior transverse (azzurro): teste metatarsali.

È fondamentale per 3 cose: distribuire le pressioni, mantenere la forma del piede, evitare metatarsalgie.

Quando collassa, le teste metatarsali gridano vendetta.

La gente pensa: “Ho il piede piatto, ovvero è basso l’arco mediale.”

Sbagliato.

Un piede “piatto” può esserlo perché: l’arco mediale è crollato (VERO), l’arco laterale è rigido e non collabora (più frequente), l’arco trasverso è collassato → molto sottodiagnosticato, l’astragalo è intraruotato (biomeccanica) o il retropiede non controlla la pronazione (tibiale posteriore fuori fase).

Il piede non è piatto.
È SCOORDINATO.

Gli archi del piede sono come tre puntelli. Se uno molla.. gli altri due entrano in panico, si irrigidiscono e iniziano a fare gli straordinari.

E il dolore arriva.

L’arco mediale funziona tramite windlass mechanism (Alluce.. fascia plantare.. Elevazione). Il tibiale posteriore è il principale dynamic supporter dell’arco mediale (single heel raise test). L’arco trasverso è mantenuto da tibiale posteriore, peroneo lungo e fascia plantare. Sovraccarico colonna laterale: metatarsalgia tipo 4°–5° raggio. Midtarsal lock/unlock concept, Chopard footprint patterns. Interazione tra retropiede e mediopiede in catena cinetica.

E QUINDI?

Se senti dolore sotto l’arco, metatarsalgia, caviglia interna indolenzita, piede “stanco” dopo un’ora in piedi, impronta “strana”..

NON pensare al piede piatto o cavo.
Pensa ai tre archi.

Micro-consiglio rapido: prendi un asciugamano, tiralo con le dita per 20 secondi. Poi prova ad “accorciare” il piede senza arricciare le dita (short foot). Poi solleva il primo raggio 10 volte.

Se un esercizio ti sembra facilissimo e un altro impossibile, hai appena scoperto quale arco sta cedendo.

Il piede non è piatto: è un’orchestra.
E quando un arco stona.. tutto il corpo perde il ritmo.

Quando guardi il tuo piede da sopra.. quale arco ti sembra più “stanco”? Mediale? Laterale? Anteriore?

La prossima volta che qualcuno ti dice: “Hai il piede piatto” rispondigli: “Quale dei tre archi stai guardando?”

Post divulgativo. Non sostituisce valutazione fisioterapica.

13/12/2025

Processo infiammatorio

Ti svegli nel cuore della notte con il collo rigido e la testa che pulsa come una sveglia impazzita? Potrebbe essere col...
13/12/2025

Ti svegli nel cuore della notte con il collo rigido e la testa che pulsa come una sveglia impazzita? Potrebbe essere colpa dello stress cervicale, quel mix di tensioni muscolari, posture sbagliate e pensieri ingombranti che si accumulano.. proprio dove non servono: tra collo e spalle.

In questo articolo scopri perché succede, cosa puoi fare per ridurre il dolore e come migliorare la qualità del sonno partendo.. dalla cervicale.

Non è uno studio scientifico, ma una guida chiara e pratica per dormire meglio, muoverti meglio e svegliarti senza sembrare un robot arrugginito.

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose: tra curiosità e legge...
13/12/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose: tra curiosità e leggerezza!"

Oggi parliamo di un infortunio che chi pratica sport conosce bene: la diastasi acromion-claveare. Sì, quell’episodio in cui cadi, ti rialzi.. e la spalla sembra dire: “Io resto qui, ma la clavicola sale un po’ più su, grazie!”

Cos’è e dov’è?

La diastasi acromion-claveare è una lesione dei legamenti che uniscono la clavicola alla scapola, precisamente tra acromion e clavicola. Quando questi legamenti cedono, le due ossa si separano più del normale.

Risultato?

Una sporgenza sulla spalla, detta anche “tasto di pianoforte”, perché se la premi.. rimbalza!

Curiosità divertente

Nei campi da rugby o mountain bike è praticamente un meme vivente: “Se non hai almeno una diastasi acromion-claveare.. non ti sei allenato abbastanza!” Ovviamente non è un invito a procurarsela, ma rende l’idea di quanto sia comune negli sport di contatto.

Come si sviluppa?

Di solito nasce da una caduta diretta sulla spalla, spesso con braccio addotto.
In base alla gravità (Rockwood I→VI), possono lesionarsi: i legamenti acromion-clavicolari, i legamenti coraco-clavicolari e nei casi peggiori, l’intera unità sospensoria della clavicola.

In parole semplici: più forti sono la botta e la trazione, più “si allarga” il rapporto tra acromion e clavicola.

Nella vita quotidiana

I sintomi classici includono: dolore nella parte superiore della spalla, fastidio nei movimenti sopra la testa, difficoltà a sollevare pesi, sensazione di “instabilità” o di spalla che “non è al suo posto” e la famosa protuberanza sulla clavicola.

Anche abbottonare una camicia o mettere la cintura dell’auto può diventare una missione da supereroe!

Parole complicate, spiegate semplici

Articolazione acromion-claveare: dove scapola e clavicola si toccano.

Legamenti coraco-clavicolari: le “corde” principali che mantengono la clavicola al suo posto.

Rockwood: la classificazione che dice “quanto è larga” la separazione.

Accenni di fisioterapia

Il trattamento dipende dal grado. Per i gradi I–II (i più comuni): gestione del dolore, recupero del movimento scapolo-toracico, rinforzo dei muscoli stabilizzatori (trapezio medio e basso, dentato anteriore), progressione del carico sulla spalla. Per gradi III (variabile) e superiori: valutazione ortopedica per eventuale stabilizzazione chirurgica

La fisioterapia mira a ridare controllo alla scapola, migliorare la cinematica e recuperare la funzionalità completa, anche negli sport overhead.

Curiosità scientifica

Nel 70% dei casi, anche con diastasi evidente, il paziente recupera piena funzionalità con il solo trattamento conservativo. Molti atleti professionisti continuano a giocare con una deformità residua.. senza alcun limite significativo. La sporgenza estetica dovuta al “tasto di pianoforte” può rimanere anche dopo la guarigione, ma non influisce sulla forza.

Conclusione

La diastasi acromion-claveare è un infortunio scenografico, ma spesso meno drammatico di quanto sembri. Con una buona riabilitazione, una spalla mobile e una scapola stabile, si torna alla vita quotidiana.. e agli sport più velocemente di quanto si pensi!

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 👏

12/12/2025

Meniscectomia e riparazione chirurgica

È lì in mezzo, tra le due metà del bacino, silenziosa.. finché non decide di far parlare di sé. La sinfisi pubica è una ...
12/12/2025

È lì in mezzo, tra le due metà del bacino, silenziosa.. finché non decide di far parlare di sé. La sinfisi pubica è una piccola ma robusta articolazione che unisce le ossa pubiche, assorbe carichi e dà stabilità al bacino. Ma quando si infiamma, come può accadere in gravidanza o per sovraccarico, ogni passo può diventare una sfida.

In questo articolo scopri cos’è, cosa fa e perché, se la trascuri, può trasformare anche una camminata tranquilla in un’odissea pelvica.

Non è uno studio scientifico, ma una guida chiara e curiosa per conoscere meglio questo snodo fondamentale del bacino.. che preferiresti non sentire mai.

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

Hai mai fatto quel tragitto infinito dal divano al letto dopo una giornata di lavoro?Quando ti alzi, fai due passi.. e s...
12/12/2025

Hai mai fatto quel tragitto infinito dal divano al letto dopo una giornata di lavoro?
Quando ti alzi, fai due passi.. e senti quella stilettata dietro la coscia, come se qualcuno ti avesse lanciato un elastico tirato troppo?

Oppure quando ti scendi dalla macchina e ti si accende una f***a che ti fa esclamare:
“Ahò.. ma che me so’ rotto?”

E tu pensi: "È la sciatica."

E invece, molto spesso.. NON È la sciatica.

Questa immagine ti smonta una delle credenze più dure da mandare giù.

Non tutto ciò che fa male dietro la gamba è il nervo sciatico.
Non tutto ciò che brucia è un’ernia.
Non tutto ciò che tira è “infiammazione”.

Il corpo è molto più furbo di così: dietro alla coscia hai almeno 4 nervi diversi, ognuno con un territorio di sensibilità distinto.

E se sbagli nervo.. sbagli trattamento.
E se sbagli trattamento.. il sintomo resta.

Quello che chiami “sciatica” potrebbe non arrivare dallo sciatico, ma dal nervo cutaneo posteriore della coscia, dal surale, dal tibiale o dal peroneo.
Stanno tutti lì dietro.
E fanno tutti male.. in modo diverso.

Per i clinici, la confusione diagnostica nasce spesso dall’uso improprio dei pattern radicolari su sintomi che sono chiaramente periferico-dipendenti. La mappa in immagine enfatizza: variabilità individuale, convergenza sensoriale, necessità di test neurodinamici selettivi (SLR varianti, bias tibiale/peroneale, slump differenziato).

E QUINDI?

Se dietro la gamba senti bruciore, può essere cutaneo, scossa, più probabile sciatico, linea tesa laterale, pensa al peroneale, tiraggio profondo al polpaccio, è il tibiale/surale.

Il corpo ti parla.. ma non usa i sottotitoli.
Serve qualcuno che li sappia leggere.

Guarda l’immagine, pensa ai tuoi sintomi e scrivi in quale zona senti il tuo dolore.
Non esiste il dolore generico: esiste un nervo che parla.

Post divulgativo a scopo educativo. Non sostituisce valutazione fisioterapica personalizzata.

Indirizzo

Rome
00165

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