Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte

Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte Pagina Facebook dello studio oculistico del Dottor Giulio Bamonte, Oculista.

📘 Le pagelle — dei figli e degli oculisti.Oggi sono arrivate le pagelle dei miei figli. Entrambi hanno avuto ottimi risu...
12/11/2025

📘 Le pagelle — dei figli e degli oculisti.

Oggi sono arrivate le pagelle dei miei figli. Entrambi hanno avuto ottimi risultati: uno al primo anno di liceo, l’altro in prima media, in una scuola internazionale.
Non è solo una questione di voti: è la conferma che l’impegno, la costanza e la voglia di migliorarsi, alla fine, pagano sempre.
A casa nostra non parliamo mai di “essere bravi” ma di impegnarsi bene.
Quando qualcosa non riesce, il mantra è:

“Non ci riesco ancora… ma ci riuscirò.”
E se non ci riesco, vuol dire solo che devo lavorare un po’ di più.

E proprio oggi, quasi in parallelo, ho ricevuto anche io una “pagella”.
Un collega che mi aveva affidato una sua paziente — un caso complicato, una collega oculista con una complicanza post-chirurgica — mi ha scritto per ringraziarmi del “bellissimo intervento”.
Oggi mi ha aggiornato: la paziente sta bene, il fondo è perfetto.
Quando un collega ti affida un suo paziente e ti ringrazia così, è una validazione che vale quanto mille voti.
Perché dietro ogni risultato, anche in sala operatoria, ci sono anni di studio, di fatica, di errori, di correzioni e di lavoro silenzioso.

E allora sì, oggi mi sento un po’ come loro: promosso anche io.
Ma la vera lezione — per tutti noi — è che non si smette mai di imparare.
Ogni giorno è una pagella, e la vita è la scuola più grande di tutte.

👁️ Pucker maculare: quando operare e cosa aspettarsiIl pucker maculare (o membrana epiretinica) è una condizione in cui ...
11/11/2025

👁️ Pucker maculare: quando operare e cosa aspettarsi

Il pucker maculare (o membrana epiretinica) è una condizione in cui una sottile membrana cresce sulla superficie della retina, “stropicciandola” e deformandone la struttura.
Il paziente nota linee storte, perdita di contrasto o difficoltà nella lettura.

📊 Stadiazione secondo Govetto et al.
1️⃣ Stadio 1 – Fovea ancora presente, strati retinici ben definiti
2️⃣ Stadio 2 – Fovea appiattita ma strati retinici conservati
3️⃣ Stadio 3 – Comparsa di strati retinici ectopici (migrazione delle cellule interne verso la fovea)
4️⃣ Stadio 4 – Architettura retinica disorganizzata, fovea assente



⚖️ Quando operare

L’indicazione alla vitrectomia si basa su tre criteri fondamentali:
• Sintomi soggettivi (linee distorte, peggioramento della lettura o del contrasto)
• Peggioramento funzionale (calo del visus)
• Progressione anatomica all’OCT



🔬 Risultati e prognosi

Il recupero visivo dopo vitrectomia con peeling del pucker è buono in circa 8 casi su 10, ma non sempre completamente prevedibile.
Il miglioramento è progressivo, e il massimo recupero visivo si osserva in genere tra 6 e 12 mesi.

Le complicanze sono oggi molto rare, se la chirurgia è eseguita correttamente con le moderne tecniche microinvasive.



🌟 Caso clinico

Paziente operato un mese fa per pucker maculare e cataratta nello stesso intervento (phacovitrectomia).
A un mese dall’intervento: visus 10/10, OCT normale e retina perfettamente aderente.
Un risultato eccellente, ma soprattutto una conferma che la diagnosi precoce e una chirurgia accurata fanno la differenza.



📍 Il recupero visivo non è mai solo questione di fortuna, ma di tempismo, precisione e cura dei dettagli.

Quando tutto va male… casi complicati e lezioni prezioseA Roma per meno di 24 ore.Per una presentazione di meno di 10 mi...
08/11/2025

Quando tutto va male… casi complicati e lezioni preziose

A Roma per meno di 24 ore.
Per una presentazione di meno di 10 minuti.
Neanche il tempo di un caffè.

Ma il tempo per abbracciare i miei cari amici e straordinari colleghi Dr. Martone, Dr. Motta, Dr. Di Simplicio e Prof.ssa Chiara Posarelli, quello sì, c’è sempre.

Abbiamo discusso di casi andati… male.
Perché sì, in sala operatoria non sempre tutto va come vorremmo.
A volte un intervento non è motivo d’orgoglio, a volte avresti dovuto fermarti un attimo in più a riflettere.

Ma è proprio da quei casi — da quelli difficili, imperfetti, dolorosi — che impari di più.
Se hai l’umiltà (e il coraggio) di farlo.

Curioso come, proprio prima del congresso, mi fossero capitati due interventi su pazienti operati da colleghi e amici.
Uno di questi era una complicanza durante un intervento di cataratta: al momento dell’impianto della lente, la zonula che sostiene il sacco del cristallino si era disinserita, lasciando la lente senza supporto.

Colpa del collega? Assolutamente no.
A volte la zonula è debole e si rompe, non c’è nulla da fare.
Il collega — un eccellente chirurgo anteriore — vedendo vitreo in camera ha fatto la cosa più saggia: fermarsi, mettere l’occhio in sicurezza e inviarmi la paziente per un approccio posteriore.

L’intervento è poi risultato semplice e risolutivo, anche grazie alla preparazione meticolosa messa in atto da lui.
Spesso, di fronte a una complicanza, il vero errore è voler fare l’eroe.
Essere esperti non significa non avere complicanze, ma saperle gestire con lucidità e collaborazione.

Congresso AIMO 2025 – il congresso degli oculisti italiani.
Una splendida occasione di confronto, verità e crescita. 👁️🇮🇹

💬 Traumi oculariA volte i casi che mi rendono più orgoglioso non sono quelli più spettacolari o complessi, ma quelli in ...
04/11/2025

💬 Traumi oculari

A volte i casi che mi rendono più orgoglioso non sono quelli più spettacolari o complessi, ma quelli in cui ho dovuto trovare il coraggio di dubitare, di guardare oltre la prima apparenza, di spingermi fuori dal comfort e immergermi nei dettagli — dove spesso si nascondono le vere vittorie.

Questo è il caso di un ragazzo di 38 anni, vittima di una ferita penetrante oculare che attraversava quasi tutta la cornea, con due tagli molto vicini che avevano coinvolto anche il limbus.
La collega di guardia, bravissima, aveva chiuso chirurgicamente la ferita durante la notte, ma dopo qualche settimana il paziente ha sviluppato una cataratta traumatica. Quando l’ho visto, la ferita appariva chiusa… ma qualcosa non mi convinceva.

Alcune suture erano troppo tese, altre non a tutto spessore. La cornea non stava guarendo: si stava opacizzando e iniziava una neovascolarizzazione pericolosa, preludio a una cicatrice certa e irreversibile.

In sala operatoria, dopo aver rimosso la cataratta, ho deciso di riaprire la cornea e risuturare tutto da capo, punto per punto, a tutto spessore, rispettando la corretta anatomia.
Un gesto forse rischioso, ma necessario. Mi sono ricordato degli insegnamenti di una grande chirurga, la dott.ssa Pertile, che diceva: “Meglio riaprire bene, che lasciare chiuso male.”

E così ho fatto.
Alla fine, l’edema corneale si è ridotto, la forma si è normalizzata e l’occhio ha ritrovato la sua fisiologia.
Non sarà mai perfetto, ma penso una volta guarito potrà vedere.



📸 Nella prima immagine: la cornea prima dell’intervento di revisione.
📸 Nella seconda: dopo la risutura

Vitrectomia per floaters Negli ultimi giorni mi è arrivata una mail che mi ha toccato profondamente (la vedete nella fot...
04/11/2025

Vitrectomia per floaters

Negli ultimi giorni mi è arrivata una mail che mi ha toccato profondamente (la vedete nella foto).
È di una moglie che racconta come, dopo la vitrectomia per floaters, il marito sia tornato a vivere normalmente — niente più occhiali da sole anche all’aperto, serenità in famiglia, qualità di vita ritrovata. Aveva fatto a casa sua già 3 vitrectomie parziali.

Questa testimonianza si affianca al messaggio di un paziente di 21 anni operato a entrambi gli occhi dopo una congrua attesa e una valutazione rigorosa: oggi controlli ottimi, camera vitrea limpida e un pensiero che mi ha colpito:

“Quanto sarebbe stato più facile dire che era troppo rischioso e che mi dovevo abituare… Il tuo aiuto mi ha cambiato la vita. Non potrò mai dimenticare quello che hai fatto per me.”

🧭 Mettiamo in fila i fatti vs. i dubbi:
• Il dubbio: “È troppo rischioso, non si fa nei miopi, meglio abituarsi.”
Il fatto: la vitrectomia è una chirurgia seria, sì, ma quando eseguita da team esperti e su pazienti selezionati può risolvere condizioni che compromettono la vita quotidiana. I rischi esistono (come in ogni chirurgia) e vengono spiegati, prevenuti e gestiti: la chiave è selezione + esperienza.
• Il dubbio: “Non ci sono indicazioni per operare di vitrectomia chi soffre di floaters.”
Il fatto: io uso 4 criteri chiari prima di proporre l’intervento per floaters:
1. Impatto importante sulla qualità di vita, documentato.
2. Cr onicità dei sintomi (non un episodio transitorio).
3. Fallimento delle misure conservative / adattamento ragionevole.
4. Secondo parere: almeno un oculista che sconsiglia l’intervento (paradossalmente utile: conferma che il paziente non cerca scorciatoie, ma una soluzione dopo averci riflettuto).
• Il dubbio: “E se va male?”
Il fatto: nessun chirurgo al mondo è immune da complicanze; la domanda corretta è: qual è la probabilità, come vengono prevenute/gestite, e quali sono gli esiti medi nel centro che ti opera. Nel nostro servizio eseguiamo ~1200 interventi VR/anno; la gestione del rischio non è uno slogan, è una pratica quotidiana.

📌 Perché condivido queste storie?
Perché dietro i “no” automatici spesso c’è dogma o paura. Dietro i “sì, con criterio” c’è studio, selezione, responsabilità e la possibilità, per alcuni pazienti, di tornare a vedere limpido.

Se hai floaters davvero invalidanti, informati, valuta più pareri, pretendi criteri chiari. Non sempre l’intervento è indicato. Ma quando lo è, può cambiare la vita.

Distacco del vitreo totale o parziale?Un esame facile facile per togliersi i dubbi il 99% dei casi.Secondo voi, quale è ...
03/11/2025

Distacco del vitreo totale o parziale?
Un esame facile facile per togliersi i dubbi il 99% dei casi.
Secondo voi, quale è totale e quale è parziale?

🔹 Foro Maculare: Un caso raro e una soluzione ispirata alla letteraturaA volte in sala operatoria succede che tutto vada...
31/10/2025

🔹 Foro Maculare: Un caso raro e una soluzione ispirata alla letteratura

A volte in sala operatoria succede che tutto vada come previsto… fino a quando non va più così.

In questo caso si trattava di un foro maculare secondario a un distacco di retina macula-off.
Il distacco era stato correttamente riparato, ma – come a volte accade – il paziente aveva sviluppato un foro maculare.

L’intervento era proceduto senza problemi: peeling della membrana limitante interna (ILM) e confezionamento di un inverted flap.
Tuttavia, non ero soddisfatto del modo in cui il flap si era disteso. Ho tentato di riposizionarlo meglio con la finesse loop, ma alla fine… ho finito per rimuoverlo completamente.

A quel punto mi sono trovato davanti a una scelta non banale:

Free ILM flap? Tecnicamente difficile.

Retina flap? Troppo aggressivo.

Posterior capsule flap? Già capsulotomia ampia.

Endoret o membrana amniotica? Non disponibili.

E proprio lì, per caso, mi è tornato in mente uno studio pubblicato qualche anno fa dal Dott. Ciro Tamburrelli, primario all’Oftalmico di Roma — uno dei miei primi mentori, relatore della mia tesi di laurea nel 2002.

📚 Nella sua case series del 2022, Tamburrelli descriveva l’uso di un “autologous iris flap” come plug per fori maculari post distacco di retina (Eur J Ophthalmol. 2022;32(6):3720–3727).

💡 Così ho deciso di provarci.

Con una microforbice e una pinzetta ho prelevato un piccolo frammento di iride (non a tutto spessore), quanto bastava per “tappare” il foro, e l’ho posizionato sopra la fovea, aiutandomi con del perfluorocarbonato.

La mia preoccupazione era che potesse staccarsi dopo l’air–fluid exchange… ma non lo ha fatto.
Il flap è rimasto perfettamente in sede, giusto giusto per coprire il foro.

🔹 Il risultato finale è stato molto soddisfacente.
Ora non resta che attendere: lasciare lavorare il gas e il posizionamento a faccia in giù per 3 giorni, e vedere come evolverà il caso.

A volte la soluzione arriva non da un protocollo, ma da un ricordo, una lettura lontana, e il coraggio di metterla in pratica.

📖 Riferimento bibliografico
Tamburrelli C, Rispoli M, Gentile F, Tamburrelli AC.
Autologous Iris transplant as plug for macular hole retinal detachment in highly myopic eyes.
Eur J Ophthalmol. 2022;32(6):3720–3727. doi:10.1177/11206721221093196

L’oculistica  Romana Sono grato per mia madre.E per quell’oculistica romana che, dai suoi tempi, non è mai davvero cambi...
30/10/2025

L’oculistica Romana

Sono grato per mia madre.
E per quell’oculistica romana che, dai suoi tempi, non è mai davvero cambiata.
Medici che restano in studio fino a sera tardi, curvi sui pazienti, con il collo che fa male e il cuore pieno, tornano a casa distrutti — forse lamentandosi, forse senza neanche rendersene conto.

A volte mi viene voglia di tornare.
Per far vedere che cosa sono diventato. Chi sono diventato.
E so che non sarebbe una cosa impossibile.
C’è chi mi stima. Chi vorrebbe che tornassi.
A Roma.

E solo a pensarci, una parte di me sente gonfiarsi il petto.
Sarebbe la chiusura del cerchio, il coronamento di un sogno che, per anni, è rimasto sospeso.
Mamma ne sarebbe orgogliosa.
Forse piangerebbe di gioia, forse rimetterebbe a nuovo lo studio, direbbe: “si ricomincia!”.
Luciderebbe il laser, richiamerebbe Grazia — la segretaria, moglie del portiere — manderebbe le cartoline ai pazienti.
Forse comprerebbe finalmente quello strumento costoso che una volta le sconsigliai, perché avevo già capito che qualcosa non andava, che la sua mente cominciava ad allontanarsi.

Ma no, non ci sarebbe mamma.
Perché mamma ormai guarda il muro con lo sguardo perso, non parla più.
Non torna più la sera tardi, stanca, insieme a papà, mentre io li aspetto sul divano guardando la tv, una partita dell’Italia o un film di Fantozzi.
Cresciuto dalla tata mentre loro erano al lavoro.
Non la sentirò più lamentarsi del segretario pasticcione, né raccontare le sue giornate di pazienti e di sale visite.

Non sentirò più niente di tutto questo.
Perché c’è stato un prima e c’è un dopo.
E se il dopo è pieno di vita, di movimento, di nuove conquiste — guarda Gianmi e Gabri, che non sono quasi più bambini — guarda le cose che ho fatto: gli interventi, le vitrectomie, i piombi maculari, i distacchi complicati, i traumi impossibili, le FOV su pazienti da tutto il mondo — sempre andando in bicicletta e tornando a casa alle quattro e mezza del pomeriggio per giocare con i miei figli o andare a surfare — allora il prima è andato, per sempre.

Eppure, a volte, basta una voce, un tono familiare, un’eco di quella Roma professionale e un po’ teatrale, per farmi tornare là.
A quel mondo fatto di rispetto, silenzio e fatica; di studi medici che odorano di alcol e collirio midriatico, di congressi pieni di sguardi conosciuti e rituali sempre uguali.
Un mondo che ho respirato per anni, che mi ha formato, e che mi scorre ancora nel sangue.

Mi ricordo quando, ai congressi, mamma mi presentava cento volte alle stesse persone:
“Lui è mio figlio, anche lui oculista.”
Vecchi colleghi a cui mi avrebbe volentieri affidato.
Ma erano gli anni in cui gli ospedali non assumevano.
Nessuno ti insegnava davvero.
“Vuoi fare la retina? Ma mettiti in fila, dai, portami la borsa.”
Gli anni in cui ti facevi trecento chilometri al giorno per andare a bagnare gli occhi alle cataratte del professore.
In sala operatoria ci stavi, sì, ma a guardare il monitor, mentre aspettavi un concorso che non arrivava mai.
Gli anni in cui poi qualcuno entrava, e non eri mai tu.

E io, dentro di me, già altrove, già con la testa lontana — ma ancora immerso in quell’olio romano, denso, familiare.

Io non sono migliore di chi è rimasto.
Vengo da lì.
Ne porto dentro la sostanza, l’anima, quella che non si trova altrove e che è, da sempre, anche il nostro limite.
Ho solo preso un’altra strada.
E mentre loro continuavano a resistere nella giungla professionale romana, io mi sono spostato, ho costruito altrove.
Fino a quando, quasi all’improvviso, è arrivato il dopo — quello in cui papà non c’è più, mamma guarda il muro, e a Roma c’è persino qualcuno che vorrebbe che tornassi a lavorarci.

E allora mi fermo, respiro, e sento solo una cosa:
gratitudine.
Per tutta la fatica, la dedizione, le lamentele e la stanchezza di mia madre.

Le devo tutto.
Lei è — e sarà sempre la mia oculista romana.

🔬 MacTel Type 2: Diagnosi precoce e nuove terapie📍 25th Euretina Congress – Paris 2025Oggi ho approfondito una delle pat...
29/10/2025

🔬 MacTel Type 2: Diagnosi precoce e nuove terapie
📍 25th Euretina Congress – Paris 2025

Oggi ho approfondito una delle patologie più affascinanti e complesse della retina: la Macular Telangiectasia di tipo 2 (MacTel Type 2).
Un disturbo spesso misconosciuto, che in molti pazienti arriva ancora con la richiesta di “essere operati”…
In realtà, non è una malattia chirurgica, ma una condizione degenerativa e metabolica, che colpisce in modo selettivo le cellule di Müller e i fotorecettori.

Durante la sessione dedicata — moderata da Catherine Egan e Kristina Pfau — sono emerse novità straordinarie.
👉 Le nuove tecniche di imaging multimodale (OCT, FAF, OCTA) permettono di riconoscere segni precocissimi, anche quando la retina appare ancora normale all’esame clinico.
👉 Gli studi metabolici hanno dimostrato un ruolo centrale del metabolismo della serina e degli sfingolipidi, aprendo la strada a strategie terapeutiche mirate.
👉 E finalmente, dopo anni di tentativi falliti, abbiamo una terapia approvata dalla FDA: il dispositivo Encapsulated Cell Therapy (NT-501, revakinagene taroretcel-lwey).

Si tratta di un piccolo impianto intraoculare che rilascia in modo continuo CNTF (Ciliary Neurotrophic Factor), un fattore neuroprotettivo capace di ridurre la perdita della zona ellissoide (EZ-loss) e preservare la sensibilità retinica e la velocità di lettura.
I risultati clinici sono promettenti e, per la prima volta, mostrano un rallentamento significativo della progressione della malattia.

Per ora l’approvazione è limitata agli Stati Uniti 🇺🇸, ma spero davvero che questa innovazione arrivi presto anche in Europa.
Nel frattempo, resta valido un principio fondamentale:
🧠 studio → diagnosi accurata → terapia giusta.

Kidney stones and Retina Surgery 🧠👁️💊When life gives you kidney stones… make it a chance to study retina surgery! 😅The l...
29/10/2025

Kidney stones and Retina Surgery 🧠👁️💊

When life gives you kidney stones… make it a chance to study retina surgery! 😅

The last three days have been quite painful — those who’ve experienced renal colic know what I mean — so I had to stay home.
Luckily, I’m starting to feel better, even though I’m not back to normal yet.

So, between a coffee and a painkiller, wrapped in my jumper and socks on the couch ☕🧦, I decided to make the most of this forced rest and review the latest Euretina 2025 sessions from Paris.

A few highlights that caught my attention:
🔹 Minimally invasive approaches for retinal detachment repair
🔹 Innovative management of endophthalmitis with povidone-iodine
🔹 Updates on diabetic retinopathy and classic laser treatments
🔹 The use of autologous blood for macular holes
🔹 Strategies for sub-choroidal hemorrhage drainage

Even from the couch, there’s always something to learn.
Tomorrow, back to the operating room — hopefully kidney-stone free — and certainly a bit more knowledgeable! 💪

24/10/2025

Vitrectomia per floaters: bisogna aspettare 10 mesi per recuperare?

Crystal Clear VisionC’è un momento, dopo mesi — a volte anni — di frustrazione, in cui un paziente decide di dire basta....
23/10/2025

Crystal Clear Vision

C’è un momento, dopo mesi — a volte anni — di frustrazione, in cui un paziente decide di dire basta.
Basta a vedere tutto offuscato.
Basta a convivere con ombre che fluttuano davanti agli occhi e nella mente.
Decide di intraprendere un viaggio.

Un viaggio fatto di coraggio, fiducia e speranza.
La chirurgia per floaters però non è una passeggiata: è un percorso che richiede estrema cautela, esperienza e presenza costante, prima, durante e dopo.
A volte è un cammino lungo, difficile, pieno di incertezze e di momenti in cui sembra di aver perso la strada.

E poi, un giorno, succede.
La vista si schiarisce.
Il cielo torna limpido.
Tutti i dubbi, la paura, la fatica trovano un senso.



👁️‍🗨️ Dr. Giulio Bamonte
Oculista – Chirurgia Vitreoretinica
📍 Microchirurgia Villa Massimo – Viale di Villa Massimo 37, Roma
📞 06 64220334
🌐 www.giuliobamonte.it | www.giuliobamonte.com
🌐 www.giuliobamonte-floaters.com

Indirizzo

Viale Di Villa Massimo 37
Rome
00161

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Martedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Mercoledì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Giovedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Venerdì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30

Telefono

+390664220334

Sito Web

http://www.giuliobamonte-floaters.com/, http://www.giuliobamonte.com/

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare

Studio Oculistico Bamonte-Tucci

Lo studio Oculistico Bamonte-Tucci vanta una tradizione lunghissima nell’oculistica romana.

Fondato dal dott. Ugo Silvio Tucci negli anni quaranta, lo studio prosegue con la figlia, Marina Tucci, allieva del Prof. G. B. Bietti, e assistente universitaria presso la clinica oculistica e l’istituto di neuro-psichiatria infantile dell’Università’ La Sapienza.

Con il marito, dott. Gabriele Bamonte, già primario incaricato dell’Ospedale Bambino Gesu’, prima in via Conte Verde 4 e poi in Via Cola di Rienzo 163 nasce l’associazione professionale G.Bamonte-M.Tucci.

Dai primi anni 2000, lo studio prosegue (dal 2018 in Viale di Villa Massimo 37) grazie alla presenza del dott. Giulio Bamonte, specializzatosi in Oculistica presso l’Università’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma e perfezionatosi in Chirurgia della Retina presso l’Università’ di Amsterdam in Olanda.