Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte

Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte Pagina Facebook dello studio oculistico del Dottor Giulio Bamonte, Oculista.

20/12/2025

Macular Pucker stories: quanto migliora la vista dopo la chirurgia del pucker maculare?

Il distacco di retina è la prima cosa che impari da fellow, e l’ultima in cui diventerai bravo. Vincent mi chiama perché...
12/12/2025

Il distacco di retina è la prima cosa che impari da fellow, e l’ultima in cui diventerai bravo.
Vincent mi chiama perché qualcosa non quadra nel caso che sta facendo. Io ero ad annoiarmi al computer, perché oramai lui è talmente bravo che non ha mai bisogno di me.
Quasi mai.

Mi dice: dottore il vitreo periferico più lo accorcio più rimane lì . Vede, c’è ancora questa falda di sangue, sembra sottovitreale. Gli chiedo: ma hai staccato il vitreo? Mi guarda male. Certo! Risponde. Prova a mettere un’altro po’ di colorante, suggerisco.. Ma nulla, il sangue rimane lì e il vitreo pure.
Gli dico, niente fammi prendere un attimo, non te lo so spiegare a parole. Te lo faccio vedere quello che devi fare. E in 3 secondi riesco a staccare il vitreo che di fatto era ancora attaccato e rimuovere il sangue residuo. Rimane allibito. Me ne accorgo e lo co***lo: non sono io che sono bravo, sei tu che devi macinare chilometri e poi arriverà il punto che le tue mani sapranno spiegare quello che neanche mille parole.

10/12/2025

Pucker Maculare: Un viaggio da 3/10 a 10/10 👁✨

Circa sei mesi fa questa paziente è arrivata nel mio ambulatorio con un pucker maculare in stadio avanzato (stadio 4 secondo la classificazione di Govetto). La vista era scesa a 3/10, e le immagini OCT mostravano chiaramente la trazione esercitata dalla membrana sulla fovea.

Il pucker è un intervento che, sebbene non sia tra i più difficili, richiede esperienza e una tecnica precisa.
Negli ultimi anni il lavoro del Dr. Govetto non solo ci ha aiutato a classificare meglio il pucker, ma anche a migliorare il modo in cui lo peliamo.

👉 Il “segreto” tecnico?
Un peeling centripeto:
• si afferrano i lembi della membrana,
• li si porta verso il centro,
• e solo quando la membrana è completamente “raccolta” sulla fovea la si rimuove definitivamente.

In questo modo riduciamo al minimo le trazioni.



E poi arriva la parte più difficile: l’attesa.

Dopo un intervento di pucker maculare, molti pazienti sperimentano un piccolo peggioramento iniziale della vista.
È normale: la retina deve riassestarsi.

Ma con pazienza — e qualche mese di tempo — accade ciò che vediamo in questo caso:

📅 Da aprile a dicembre
📉 Vista iniziale: 3/10
📈 Vista finale: 10/10

Il miglioramento più importante arriva tra i 6 e gli 8 mesi, proprio come in questo caso.



Morale?

🔹 Una buona tecnica fa la differenza.
🔹 La pazienza post-operatoria è fondamentale.
🔹 Il percorso della retina è lento, ma quando arriva… arriva.

Un bellissimo viaggio da 3/10 a 10/10.


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💥 Retinopatia diabetica: quando la pazienza vale più di tutto(una storia vera di chirurgia vitreoretinica)Parlo spesso d...
09/12/2025

💥 Retinopatia diabetica: quando la pazienza vale più di tutto

(una storia vera di chirurgia vitreoretinica)

Parlo spesso di vitrectomie per floaters, ma oggi voglio raccontarvi qualcosa di completamente diverso.
Qualcosa che richiede una parola che nella medicina — e nella vita — fa spesso la differenza: pazienza.

La pazienza è importante dopo una vitrectomia per floaters…
Ma in una retinopatia diabetica proliferante diventa fondamentale.



👁️ L’inizio: una situazione quasi irrecuperabile

Questa signora, poco più che quarantenne, arriva da me a luglio 2025.
Nello OCT (prima immagine) si vede una delle condizioni più difficili che possiamo incontrare:
un distacco di retina trazionale che tira via tutta la macula.

Tradotto: la parte dell’occhio che ci permette di leggere, riconoscere i volti, vedere i dettagli… era completamente sollevata da membrane fibrotiche e neovasi cresciuti a causa del diabete.

Una situazione grave.
Gravissima.
E sì: quasi irrecuperabile.



🔪 La chirurgia: 10.000 volte più complessa di una vitrectomia per floaters

In questi casi, il vero intervento è questo:

👉 staccare il vitreo malato e le membrane dalla retina senza strapparla.

È una chirurgia in cui ogni millimetro conta.
Le membrane aderiscono ovunque. La retina è fragile, ischemica. Una manovra troppo energica può fare più danni che benefici.

È un lavoro lento, delicatissimo:
delaminare, sollevare, liberare.

E alla fine… la retina si è distesa.
Non perfetta, non “come nuova”, ma di nuovo unita.

E già questo era un piccolo miracolo.



📈 La pazienza: da luglio a ottobre a dicembre

Ottobre (seconda immagine):
La retina è attaccata, ma la fovea non lavora ancora bene. La paziente non fissa con il centro — normale, dopo un distacco così esteso.

Dicembre (terza immagine):
La depressione foveale ricompare.
La paziente oggi fissa finalmente con il centro della retina.

La visione?
Da quasi zero… a 3/10.

Non è perfetta.
Non lo sarà mai.
Ma è un recupero straordinario considerando il punto di partenza.



🌱 Il punto della storia

La guarigione non è lineare.
È fatta di alti e bassi.
Di momenti in cui sembra peggiorare mentre in realtà… sta migliorando.

Serve fidarsi.
Serve attendere.
Serve non farsi prendere dal panico quando la salita diventa ripida.

Perché è proprio lì, nei momenti più difficili, che il corpo sta lavorando per ritrovare un equilibrio nuovo.

E quando paziente e medico camminano insieme, con pazienza…
i risultati arrivano.



www.giuliobamonte.it

Vitrectomia: il recupero post-operatorio (la verità)Lo so, mi ripeto. Ma repetita iuvant.Alcuni pazienti li “vedo” già a...
09/12/2025

Vitrectomia: il recupero post-operatorio (la verità)

Lo so, mi ripeto. Ma repetita iuvant.

Alcuni pazienti li “vedo” già al via. Entrano dalla porta e il mio cervello da oculista — dopo migliaia di vitrectomie — fa automaticamente anche il radiologo: ti leggo al volo.

Sì, è presuntuoso dirlo… e probabilmente non è sempre vero.
Ma in questo caso sì.

Finita la vitrectomia per floaters, il paziente mi fa:
“Dottore, mi aspettavo molto peggio!”

La moglie sorride:
“Adesso sei contento?”

E lui, felicissimo: “Contentissimo!”

E io penso: calma… il post-operatorio è lungo, e ora comincia la parte difficile.
Così glielo dico:
“Guarda che nelle prossime settimane ti verranno mille dubbi. Mi scriverai per qualunque sintomo e a un certo punto ti chiederai anche perché l’hai fatto.”

Mi guarda con un sorrisetto scettico.

E così fu: puntini, pressione, pupilla, visione non ancora 11/10, audio di domenica sera, pensiero magico (“ma dopo una settimana non dovrebbe essere tutto perfetto?”).
Classico.

A un certo punto mi dice:
“Mi do ancora due giorni per preoccuparmi, poi anticipo la visita.”

E io:
“Se hai dubbi, non si aspetta: si controlla.”

Oggi visita: 11/10 naturali a poco più di due settimane da un intervento che un tempo richiedeva un mese di recupero.

Piccola nota importante:
Il post-operatorio mette alla prova tutti, anche i pazienti più tranquilli. È normale. Fa parte del processo.

E ora, M., ti prendo un po’ in giro… ma ti voglio bene veramente. Sei stato impeccabile.

Obbiettivo: fare vitrectomie in Kamchatka!
07/12/2025

Obbiettivo: fare vitrectomie in Kamchatka!

05/12/2025

Vitrectomia per Floaters: i problemi e le complicanze come “reverse indicators”

Le ultime settimane sono state impegnative. Ho operato tanti pazienti, e alcuni di loro hanno vissuto un post-operatorio più complesso del previsto, il che mi ha portato a riflettere sul significato reale della “bravura” in chirurgia vitreoretinica.

La bravura non sta nel garantire che tutto vada sempre bene, ma nella consapevolezza di saper intervenire quando qualcosa non va. Perché in chirurgia, non tutto dipende dal chirurgo. Alcune variabili sono controllabili, altre no. I problemi, piccoli o grandi che siano, fanno parte del processo: vanno previsti, riconosciuti e gestiti. Paradossalmente, sono proprio loro a renderci migliori.

Un caso recente

Un paziente si è sottoposto a una vitrectomia per floaters circa due settimane fa. L’intervento è andato in modo impeccabile: dieci minuti, nessuna complicazione, nessun bisogno di aria, laser o suture. Il giorno dopo il controllo è stato perfetto.

Poi, a distanza di qualche giorno, mentre era tornato nel suo Paese, ha iniziato a descrivere una visione scura, la difficoltà nel distinguere gli oggetti, la percezione di una massa gelatinosa che si muoveva. Sintomi che, in un paziente operato, generano un’angoscia comprensibile. Gli dico con calma che, secondo me, si tratta di un po’ di sangue residuo, un fenomeno relativamente frequente, innocuo e transitorio dopo un intervento di questo tipo.

Per precauzione, gli consiglio di recarsi da un optometrista che però non riscontra nulla di significativo. Di conseguenza, dato che i sintomi non migliorano, si fa visitare da un oculista, il quale conferma che la retina e il nervo siano a posto, ma che non capisce come mai la vista non sia buona. Soprattutto gli dice di non vedere alcuna emorragia, concludendo con un’affermazione che pesa come un macigno:
“Non posso fare nulla per lei.” Come se l’intervento avesse portato danni irreparabili. Almeno così mi dava l’idea.

Dopo aver ricevuto questi pareri, il paziente perde la pazienza e decide di prendere un volo intercontinentale per tornare da me. Avrei preferito aspettare ancora una o due settimane, perché molte alterazioni post-operatorie si risolvono spontaneamente, ma comprendo benissimo la necessità di essere visitato dal chirurgo che lo ha operato, e non obietto. La paura, quando riguarda la vista, non permette attese.

Il quadro cambia in pochi giorni

Già nel giro di tre giorni, dal nostro ultimo contatto alla visita, la situazione migliora notevolmente. La vista comincia a migliorare da sola: le immagini diventano più nitide e meno scure. Rimane però l’ombra fluttuante, che trattandosi di un paziente operato per floaters, non è il massimo.

Ero tranquillo, avevo rivisto il video dell’intervento e la possibilità che ci fossero residui vitreali era nulla. La visita risolve definitivamente il puzzle. La vista è 10/10, appena meno che perfetta, a due settimane dall’intervento. L’OCT è impeccabile: nessun segno di trazione, nessuna patologia retinica. Tutto appare regolare. Solo qualche piccolo puntino, del tutto normale.

E allora, cosa aveva provocato quei sintomi così disturbanti?

Osservando con attenzione, si notano piccole cellule sospese nel vitreo residuo, non un emovitreo evidente, ma i segni di un minimo gemizio di sangue pregresso, frequente dopo una vitrectomia. Nulla di preoccupante. Questo sangue aveva un po’ sporcato il vitreo residuo dietro al cristallino (che non si può mai rimuovere), generando l’effetto visivo descritto dal paziente: una sorta di ombra mobile, fastidiosa ma innocua, destinata a risolversi da sola. E che nei giorni precedenti probabilmente era stata più massiccia di quanto non la vedessi io oggi, riducendo la vista del paziente.

Ciò che colpisce è che né l’optometrista né l’oculista che lo avevano visitato avevano identificato questo reperto, che invece era evidente. Ed era proprio la chiave dei sintomi.

La soluzione

Spiego tutto al paziente, che unendo la mia spiegazione al fatto che i suoi sintomi stavano effettivamente migliorando, se ne va molto più sollevato.

Perché racconto tutto questo?

Perché la vitrectomia per floaters non è un intervento cosmetico, né un gesto tecnico banale. È una procedura seria, che agisce in uno degli organi più delicati del corpo umano e coinvolge pazienti particolarmente sensibili ai cambiamenti visivi.

Anche quando tutto procede nel modo migliore, possono comparire sintomi o disturbi transitori che non indicano per forza una complicanza, ma sono parte del normale post-operatorio.

Questi fenomeni, come tanti altri che i pazienti mi riportano spesso ansiosamente dopo l’intervento, non sono segnali di complicanze: sono reverse indicators. Indizi del fatto che c’è un processo di guarigione in atto. D’altronde, con la vitrectomia, anche se solo per i floaters, stiamo cercando di curare un problema. Un processo di guarigione è quindi normale.

E per il chirurgo sono un richiamo all’umiltà, alla prudenza e alla responsabilità. La bravura non sta nell’essere infallibili — perché nessuno lo è — ma nel riconoscere e gestire ciò che accade, nel rimanere presenti, nel dare risposte, nel non sottrarsi.

Conclusione

Viviamo in un’epoca in cui ci si aspetta tutto e subito. Ma in chirurgia esiste ancora una cosa chiamata tempo biologico, che non si può accelerare.

Il recupero dopo una vitrectomia richiede pazienza, attenzione, prudenza.
Richiede fiducia.
E richiede di accettare che, anche quando tutto è stato fatto nel modo corretto, il percorso può presentare ostacoli che, una volta superati, consolidano il risultato finale.



02/12/2025

Vitrectomia per floaters: il periodo post-operatorio

Continuo a pensare che sia un privilegio poter lavorare per l’Hagaziekenhuis, il mio ospedale di tutti i giorni ma anche...
30/11/2025

Continuo a pensare che sia un privilegio poter lavorare per l’Hagaziekenhuis, il mio ospedale di tutti i giorni ma anche l’oogziekenhuis di Rotterdam. Non che mi faccia piacere essere on call e dover operare il weekend ma so che qui e’ cominciato tutto. Qui è nata la chirurgia della retina. E venirci a lavorare quando non c’è quasi nessuno, se non il personale addetto alle emergenze, l’immancabile specializzando di turno e i pazienti nel pronto soccorso mi inebria. Poter girare per le sale d’attesa vuote, osservare le vecchie foto, respirare quell’aria che sa di storia dell’oculistica e che un me molto più giovane avrebbe pagato per potersene inebriare…mi da’ un senso di felicità.
Vorrei dirmi, come direi a qualsiasi giovane medico con quella passione che avevo io: non ti preoccupare di quello che farai da grande, preoccupati solo dei tuoi pazienti al meglio che tu possa fare, e un giorno camminerai sulle orme dei giganti anche tu.

25/11/2025

Vitrectomia per emorragia sotto retinica. Con un ago sottilissimo iniettiamo una soluzione che scioglie il coagulo sotto retinico.

25/11/2025

Miodesopsie e distacco di retina.

In questo video spieghiamo la relazione fra i floaters e il distacco di retina e di come prevenire o quantomeno riconoscere per tempo i sintomi e i segni di un distacco di retina nel giovane.

24/11/2025

Indirizzo

Viale Di Villa Massimo 37
Rome
00161

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Martedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Mercoledì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Giovedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Venerdì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30

Telefono

+390664220334

Sito Web

http://www.giuliobamonte-floaters.com/, http://www.giuliobamonte.com/

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Studio Oculistico Bamonte-Tucci

Lo studio Oculistico Bamonte-Tucci vanta una tradizione lunghissima nell’oculistica romana.

Fondato dal dott. Ugo Silvio Tucci negli anni quaranta, lo studio prosegue con la figlia, Marina Tucci, allieva del Prof. G. B. Bietti, e assistente universitaria presso la clinica oculistica e l’istituto di neuro-psichiatria infantile dell’Università’ La Sapienza.

Con il marito, dott. Gabriele Bamonte, già primario incaricato dell’Ospedale Bambino Gesu’, prima in via Conte Verde 4 e poi in Via Cola di Rienzo 163 nasce l’associazione professionale G.Bamonte-M.Tucci.

Dai primi anni 2000, lo studio prosegue (dal 2018 in Viale di Villa Massimo 37) grazie alla presenza del dott. Giulio Bamonte, specializzatosi in Oculistica presso l’Università’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma e perfezionatosi in Chirurgia della Retina presso l’Università’ di Amsterdam in Olanda.