27/10/2025
FRATELLI
Parole essenziali, la profondità sta nel lasciare spazio al non detto, a quel tremore che abbiamo dentro quando ci sentiamo fragili, eppure capaci di chiamare “fratello” chi incontriamo sul cammino.
Grazie ad una persona conosciuta da poco (una sorella) mi sono riletto "Fratelli" di Ungaretti.
È corta, cortissima. Ma dentro ci stanno tante nostre domande.
C’è questa domanda iniziale: "Di che reggimento siete, fratelli?". Pensa te, in mezzo a quella follia della trincea, alla notte, alla paura che ti si appiccica alla pelle, la prima cosa che viene in mente a un uomo non è "Sei nemico?", ma "Fratelli".
Come a dire: prima di essere soldati, siamo uomini. Prima di appartenere a un esercito, apparteniamo alla stessa fragile condizione umana.
E quella parola, "fratelli", lui la descrive come una "foglia appena nata". Mi fa pensare a quando da bambino cercavi di tenere in mano una foglia nuova, così tenera che quasi traspariva la luce.
La tenevi con una paura tremenda di strizzarla troppo, di rovinarla.
Ecco la fratellanza che nasce proprio perché fuori è tutto buio, perché la morte è lì che cammina tra una bomba e l'altra.
E poi, alla fine della poesia, lui isola quella parola. "Fratelli". Da sola.
Come un'ultima speranza che ti rimane in tasca quando hai perso tutto il resto.
È un atto di rivolta, di chi, sentendosi finito, cerca ancora un legame con l'altro.
È come dire: "Potranno toglierci tutto, ma non questo riconoscerci fratelli nella precarietà".
Noi nella vita, alle volte facciamo così. Ci nascondiamo dietro le divise. Come i reggimenti, insomma. Ma quando arriva il momento vero, quello che ti scuote dentro, tutte queste divise cadono e rimane solo la domanda essenziale: "Fratelli?".
È una poesia che parla di noi. Di come cerchiamo, a volte goffamente, con voce tremante, un po' di calore umano in un mondo che spesso è freddo come una notte in trincea.
FRATELLI
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di una poesia, 10/25)