Studio Fisiostia fisioterapia Antonella Varesi

Studio Fisiostia fisioterapia Antonella Varesi Riabilitazione ortopedica e neuromotoria - Kinesiterapia - Kabat - Rieducazione posturale - Recupero funzionale pre e post-chirurgico

08/10/2025

Perché il medico non dovrebbe “prescrivere” OSTEOPATIA.

Negli ultimi anni si sente spesso parlare di collaborazione tra medici e osteopati.
Ma attenzione: quando un medico scrive in cartella o rilascia una vera e propria prescrizione, non può farlo a cuor leggero. Perché? Lo dicono chiaramente sia il Codice di Deontologia Medica sia il quadro giuridico vigente in Italia.

Quadro giuridico

Osteopatia: con il D.M. 10 giugno 2021 è stata formalmente inserita tra le professioni sanitarie (insieme alla chiropratica). Tuttavia, ad oggi (2025) la professione è solo riconosciuta ma non ancora pienamente attuata: mancano percorsi universitari conclusi e un albo professionale funzionante. L’attività consentita è limitata a disfunzioni somatiche non patologiche dell’apparato muscolo-scheletrico tramite tecniche manuali esterne e non invasive.

Professioni sanitarie già attuate: prevedono lauree abilitanti, iscrizione obbligatoria all’albo di riferimento, formazione universitaria definita e linee guida evidence-based che ne regolano la pratica clinica.

Cosa dice il Codice di Deontologia Medica

Art. 3: la diagnosi e la prescrizione terapeutica sono competenza esclusiva e non delegabile del medico.
Art. 6: ogni atto medico deve basarsi su appropriatezza e sulle conoscenze scientifiche disponibili.
Art. 13: la prescrizione deve fondarsi su evidenze scientifiche, efficacia e sicurezza.
Art. 15: il medico non deve sottrarre il paziente a trattamenti scientificamente fondati e non può favorire l’esercizio di terzi non medici in attività riservate.
Art. 66–67: sì alla collaborazione tra professioni sanitarie, ma nel rispetto delle competenze. È vietato favorire o coprire l’esercizio abusivo.

Rischi per il medico che invia a osteopatia

- Responsabilità civile: il medico può essere ritenuto corresponsabile se l’indicazione “osteopatia” viene scritta in cartella e il paziente subisce un danno.

- Responsabilità penale: in caso di lesione colposa, un magistrato può valutare se l’invio abbia avuto un ruolo causale.

- Responsabilità disciplinare: l’Ordine può contestare violazioni deontologiche, perché la prescrizione non si basa su percorsi evidence-based pienamente attuati.

La situazione più sicura?

Non prescrivere formalmente l’osteopatia.

In cartella clinica deve risultare che il percorso terapeutico resta quello sanitario riconosciuto e già regolamentato (professioni sanitarie con formazione universitaria ed evidenze scientifiche consolidate).

Conclusione

L’osteopatia è riconosciuta ma non ancora pienamente attuata: il percorso universitario in osteopatia è stato attivato, ma non è ancora completato né ad oggi ha prodotto professionisti abilitati.
Il Codice deontologico impone al medico di proporre solo percorsi appropriati, sicuri ed evidence-based.

Per questo, un invio formale dal medico all’osteopata non è solo sconsigliato, ma può essere rischioso sul piano civile, penale e disciplinare. Gli approcci non sanitari possono essere solo menzionati come scelta autonoma del paziente, mai prescritti come alternativa ai percorsi delle professioni sanitarie già regolamentate.

E anche quando la disciplina sarà pienamente regolamentata, il suo inquadramento normativo la limiterà alle disfunzioni non patologiche: quindi mai una prescrizione per patologie, ma solo come eventuale scelta preventiva o complementare del paziente.

Dott. Giorgio Cuffaro pediatra

Buona estate a tutti! 🍉☀️
15/08/2024

Buona estate a tutti! 🍉☀️

31/07/2024

Negli ultimi anni, abbiamo già trattato l'argomento "transessuali nello sport" e seppur argomentando in modo tecnico, abbiamo ricevuto una limitazione al nostro profilo da parte di Meta.
Oggi siamo nuovamente spettatori di uno scenario "scientificamente" errato, ingiusto, penalizzante, scorretto: "Imane Khelif", pugile 25enne dell'Algeria ha ricevuto l'ok a combattere contro l'italiana Angela Carini nella categoria 66 kg. Khelif aveva ricevuto l'esclusione dagli ultimi mondiali, insieme a Lin Yu-ting, per non aver superato i criteri di ammissibilità, ovvero il test ormonale, secondo l'International Boxing Association. A Parigi, invece, a giudicare è stato il Cio, il comitato olimpico: Mark Adams, portavoce del Cio, ha detto che non avrebbe commentato casi individuali e si è limitato ad affermare che ogni iscritta alle competizioni femminili "rispetta i requisiti richiesti".

DISCLAIMER: "Con massimo rispetto per ciascun essere vivente, la nostra posizione è basata su di un aspetto scientifico e circoscriviamo il nostro intervento all'ambito sportivo".

Negli sport da combattimento, a maggior ragione, abbiamo già assistito ad epiloghi infausti, come nel caso del trans Fallon Fox, nominato "spacca cranio", che nel 2014 ha letteralmente "distrutto" Tamikka Brents, lasciandola con una commozione cerebrale e l’osso orbitale rotto, a terra sul ring.
Nel sollevamento pesi, Laurel Hubbard, neozelandese, uomo fino al 2012, e poi argento ai Mondiali del 2017 e nel 2020, Coppa del mondo a Roma nella categoria dei pesi massimi. Alcune testate hanno scritto: “Tokyo è stata teatro di un enorme passo avanti con la partecipazione alle Olimpiadi di Quinn e di Laurel Hubbard atleta transgender della storia dei Giochi. E adesso che il muro è crollato, il Cio ha deciso di continuare a correre sulla strada dell’inclusione”. Oppure ancora il caso di Lia Thomas, che aveva gareggiato per tre anni nella squadra maschile della sua università e dopo aver completato il percorso di transizione, è entrato a far parte della squadra femminile vincendo la Ivy League Universities.

L’incompatibilità di tali condizioni è data da fattori genetici, la combinazione cromosomica XY o XX determina non solamente il “genere” di un individuo, bensì una moltitudine di aspetti centrali (non secondari) relativi alla struttura corporea, che definiscono la densità ossea, le leve, l’attivazione sistema nervoso, le risposte ormonali, la forza… e molto altro.

Il nostro intervento è volto a tutelare le atlete che lavorano in condizioni già in partenza “svantaggiate” nel contesto sportivo, spesso in condizioni economiche pari agli amatori dello sport maschile, eppure così straordinarie da raggiungere risultati altrettanto eccellenti. E in questi casi, drammaticamente, si vedono “rubare” un risultato tanto ambito, sognato e sudato, da parte di un atleta che fino a qualche anno prima gareggiava nel contesto maschile, con vantaggi sleali per condizioni “genetiche”. Con frustrazione dell'atleta donna, della famiglia che l'ha sostenuta, della squadra, degli allenatori, i preparatori e tutto lo staff.

Lo sport, i grandi eventi e le Olimpiadi in assoluto, sono sempre oggetto di comunicazione e manipolazione politica. Lo sono state nel passato, come ad esempio i memorabili Giochi Olimpici di Berlino del 1936, che costituirono un'occasione senza precedenti per la propaganda del Nazismo e della sua ideologia, provocando un intenso dibattito all'estero, tanto da essere definiti i giochi Olimpici Nazisti. Lo sono oggi, attualmente usurpate dello spirito sportivo, per affermare concetti “controversi”, “alternativi”, “popolari”. Sfacciatamente sbattuti nelle prime pagine di tutto il mondo a partire da un infelice, deplorevole e sinistro spettacolo di apertura dei giochi olimpici 2024.

Questo ennesimo “prevedibile” colpo di scena, ostenta la ricerca di un’attenzione mediatica orientata a raccogliere favore e consenso politico.

Coloro che invocano la creazione di una categoria a parte per il genere trans, dovrebbero prima capire l'economia dello sport e la totale insostenibilità di tale idea.

Tutelare lo Sport significa comprenderne il suo valore anche e soprattutto nella collettività, nella società, nel ruolo educativo che primariamente ha nella vita di ciascun “bambino”, che entra in una prima stagione della vita imparando a confrontarsi e creando una visione del mondo proprio attraverso lo sport e l’attività fisica.

A scapito di eventuali ulteriori limitazioni imposte, la posizione di Scienze Motorie in questo illogico dibattito, continuerà ad essere ragionata e scientificamente fondata, e sempre a favore delle donne, un argomento politico che oggi “polarizza meno” e pertanto meno significativo per attivare una nuova rivolta di clickbait.

06/03/2024
06/03/2024
Sereno Natale e Buon Anno Nuovo a tutti voi !!!
23/12/2023

Sereno Natale e Buon Anno Nuovo a tutti voi !!!

07/11/2023
07/11/2023

L’autore di questa frase è Filippo Barbera: dislessico adulto,
scrittore e docente.
Pensando a quella porta spesso immagino alunni e docenti separati da essa.
Si può aprire quella porta inserendo la chiave giusta e negli anni ho
conosciuto tanti docenti splendidi che hanno fatto questo gesto.
Hanno dovuto cercare la chiave giusta, una chiave diversa per ogni alunno? si.
Una impresa facile? No.
Ne è valsa la pena? Assolutamente si.

Un abbraccio

Jack

Altri post sulla dislessia su:

https://www.instagram.com/giacomocutrera/









06/11/2023

🙏❤️

Indirizzo

Angelo Oliveri 82
Rome
00122

Orario di apertura

Lunedì 08:30 - 19:30
Martedì 08:30 - 19:30
Mercoledì 08:30 - 19:30
Giovedì 10:45 - 19:30
Venerdì 08:30 - 19:30

Telefono

+39065663347

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Studio Fisiostia fisioterapia Antonella Varesi pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Studio Fisiostia fisioterapia Antonella Varesi:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram