Centro Agalma - psicoterapia e psicoanalisi

Centro Agalma - psicoterapia e psicoanalisi Centro di psicologia, psicoterapia e psicoanalisi, individuale o di gruppo, rivolto a adulti, coppie, bambini e adolescenti

Presentiamo le prossime attività a Roma della Scuola di Psicoanalisi di cui facciamo parte.Segnate le date: 21 ottobre/2...
14/10/2025

Presentiamo le prossime attività a Roma della Scuola di Psicoanalisi di cui facciamo parte.
Segnate le date: 21 ottobre/27 novembre/1 dicembre, vi aspettiamo alle 17.30 presso la Biblioteca Europea Roma

Scrittura al femminile e psicoanalisi Martedì 21 ottobre ore 17.30 alla   in via Savoia 13/15 presentazione della rivist...
24/09/2025

Scrittura al femminile e psicoanalisi
Martedì 21 ottobre ore 17.30 alla in via Savoia 13/15 presentazione della rivista di dell'EPFCL-Italia-FLaI, , Officina Lacan dal titolo Tratti e ritratti del femminile.

, e hanno sfidato la visione patriarcale del loro tempo riscrivendo i ruoli, le voci e i desideri delle donne.

Attraverso narrazioni audaci e sovversive, hanno messo in luce i limiti della visione femminile tradizionale: Sapienza attraverso una coraggiosa testimonianza, Woolf attraverso la ribellione intellettuale e Adler rivendicando una voce femminile messa a tacere dalla psicoanalisi dominata dagli uomini.

Con la loro scrittura, in epoche differenti, testimoniano di una posizione femminile, diversa per ognuna, che va al di là del già conosciuto.

Intervengono:

Renato Gerbaudo, psicoanalista a Roma

Carmela Emilia Cancellaro, psicoanalista a Roma

Cristian Rosa, docente di Lingua e Cultura inglese a Perugia

Modera Antonella Loriga, psicoanalista a Roma

Ingresso libero

  del   Il tanto discusso   di quest’anno, L’anniversario di Andrea  , affronta il tema della  . Non quella idealizzata,...
11/09/2025

del
Il tanto discusso di quest’anno, L’anniversario di Andrea , affronta il tema della . Non quella idealizzata, ma quella reale, che può diventare il luogo del trauma anziché della cura.

Il paradosso è evidente: ciò che per definizione dovrebbe essere lo spazio più sicuro — la famiglia — si trasforma in una trappola. E uscirne non è semplice. Se sei "nato nella famiglia sbagliata", non esistono strade immediate per emanciparti: sei dentro un vincolo che raramente viene riconosciuto come nocivo.

Nel romanzo, l’unico modo per sopravvivere è prendere le distanze — prima fisiche, poi simboliche — aiutati anche da una figura terapeutica particolare.
La scrittura di Bajani è trattenuta ma precisa, capace di restituire la solitudine e il lacerante conflitto interiore di chi lotta per soggettivarsi nonostante legami familiari tanto ingombranti.

05/09/2025
L’orrore è tornato, e insieme ad ad esso l’indifferenza che lo rende possibile. “Non sarà mai più possibile”, si diceva....
03/09/2025

L’orrore è tornato, e insieme ad ad esso l’indifferenza che lo rende possibile. “Non sarà mai più possibile”, si diceva. Ma ha fatto ritorno.

Travolto dal reale della ripetizione traumatica, il “mai più, retroattivamente, è divenuto un enunciato vuoto. Il Muselmann è tornato.

Lo sterminio pianificato, la soluzione finale amministrata da chi l’aveva subita. Non ci suona nuovo, vero, a noi, figli della scienza ebraica di Freud? E, naturalmente, in nome, ancora una volta, della purezza etnica, della supremazia della razza.

Si può non essere interrogati nelle coscienze? Si può non essere interrogati come uomini e come analisti? La domanda del poi: “com’è potuto succedere?” ha nel presente sconvolgente e distopico la sua risposta: “così”. È così che capita, è così che succede. Sappiamo, ma di quel che sappiamo non vogliamo saperne. In quel “non” c’è tutta la forza umana/disumana del rigetto delle evidenze.

Sostenuto dai sofismi più turpi, da oscene narrazioni giustificatorie, il massacro continua, ma viviamo come non ci fosse. Una disgustosa cronaca mediatica lo racconta nel registro della più sconcertante impersonalità: “si uccide un bambino”. E poi avanti col servizio successivo.

Ci sono vittime, ma non carnefici, impossibili da nominare, preservati in un guscio di anonimato. Come se accadesse non per mano di qualcuno ma a causa di un evento indipendente dall’uomo, Ma è un altro uomo quello che spara, stupra, affama. È un altro uomo quello che siede sul velivolo che sgancerà l’ordigno destinato a trucidare, tornando poi magari la sera a Tel Aviv per fare un aperitivo con gli amici. Consueta banalità del male.

Registriamo una novità: all’indifferenza si affianca la complicità. Noi, stolidi sedicenti paladini dei diritti umani, armiamo la mano dell’omicida, riforniamo la santabarbara con cui fare scempio dei corpi. Si capovolge la realtà, l’aguzzino diventa vittima, si definisce “umanitaria” la trappola mortale in cui concentrare gli individui ischeletriti per vederli sadicamente combattere tra loro per una scatola di fagioli, giocando nel frattempo al tirassegno con le loro teste.

Tutto viene da lontano, certo. E tutto con una continuità impressionante. Nel corso delle decadi la ferocia sionista ha privato i Palestinesi prima della terra in cui abitavano. Quindi della libertà. Poi della vita. Ora, ultimo atto di questa progressiva spoliazione, anche della dignità, conducendoli verso “quello stato di inanizione fisica estrema e di esaurimento psichico definitivo”[1], cui ci si riferiva nel lager col termine Muselmann.

L’agonia di questi uomini è la nostra. Con ognuno di loro muore il “mai più”, a difesa del quale dopo gli stermini mondiali del Novecento, si era costruita l’architettura simbolica del diritto internazionale. L’agonia di questi uomini e donne, e bambini, è anche la nostra. E di fronte alla bancarotta morale di un Occidente preda dei miraggi di una propria superiorità, non resta che schierarsi dal lato giusto della storia e continuare, in particolare noi analisti, a guardare in faccia, senza voltarci dall’altra parte, quello di cui siamo veramente capaci.

Graziano Senzolo

https://www.forumlacan.it/il-muselmann-e-tornato/

  dal  "Lo sbilico" è un libro che non lascia scampo.Ti costringe a guardare in faccia la malattia mentale, senza mezzi ...
31/08/2025

dal

"Lo sbilico" è un libro che non lascia scampo.
Ti costringe a guardare in faccia la malattia mentale, senza mezzi termini. Alcide Pierantozzi racconta se stesso con una lingua ricercata, precisa, quasi ossessiva. E proprio in questa cura estrema per le parole senti tutta la fragilità, il dolore, ma anche la forza di chi attraversa il buio.
Un libro che ti coinvolge, ti inquieta e ti avvicina a qualcosa di profondamente umano.

Indirizzo

Via Isonzo, 20
Rome
00198

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00
Sabato 09:00 - 21:00

Telefono

800857890

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