Dimentica il Mal di Schiena e il Mal di Testa - Dott. Luigi Pianese

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Dimentica il Mal di Schiena e il Mal di Testa - Dott. Luigi Pianese 👨‍⚕️ | Esperto nel trattamento del mal di schiena e del mal di testa senza farmaci 🚫💊

      e   ✔︎ Cos’è la Medicina Funzionale e perché è la Medicina del futuro? ✔︎ Cosa mette in relazione patologie Cronic...
10/11/2025

e

✔︎ Cos’è la Medicina Funzionale e perché è la Medicina del futuro?
✔︎ Cosa mette in relazione patologie Cronico-Degenerative, Autoimmuni e Infiammatorie con l'Alimentazione, il Movimento e lo Stile di Vita?
✔︎ Qual è la differenza tra il Modello e quello e quanto è importante per l'uso "chirurgico" anche dei ?

🗣 La medicina funzionale è una Medicina Personalizzata che NON fa riferimento solo ai sintomi, ma all’intero Organismo.

Una Medicina centrata sul Paziente: un nuovo modo rivoluzionario di studiare le cause profonde della malattia e come i nostri geni, l’ambiente e lo stile di vita siano determinanti per l’insorgere di qualsiasi patologia.

Buona lettura.

👩‍🔬🔬 La domanda fondamentale per la medicina funzionale è “perché”?

si genera quel e “dove stanno gli squilibri” alla base.
L’obiettivo è comprendere ciò che disturba la normale funzionalità dei nostri Sistemi Funzionali (sembra uno scioglilingua ma è davvero importante) e come è possibile farli lavorare nel modo migliore.

Si cura l’intero sistema funzionale, non solo il sintomo. E questa è la novità, se poi di novità si può davvero parlare, dato che la visione olistica del corpo nel suo insieme e della malattia ha larghi riscontri nella cultura Orientale già dall’antichità e dato che anche nella Medicina Occidentale si parla da almeno 30 anni di prevalenza e di maggiore efficacia del cosiddetto Modello BioPsicoSociale (cioè l'approccio centrato sul ) rispetto al superato e obsoleto Modello BioMedico (ossia l'approccio centrato sulla ).

In Medicina Funzionale si ricerca la causa, e non ci si accontenta di curare solo il sintomo (aspetto tipico del superato, dalla stessa Scienza Medica, modello BioMedico) per cui a volte la terapia può non essere terapeutica.

Ma soprattutto si parte dal presupposto che non c’è bisogno di farmaci se il nostro corpo è in salute. Il nostro corpo ha in sé la capacità innata di guarirsi, laddove riusciamo a dargliene correttamente la possibilità. L’obiettivo è dunque mettere il sistema in condizione di recuperare "da solo" salute e benessere.

La Medicina Funzionale funziona (è proprio il caso di dire) perché cerca di comprendere il modo in cui i sistemi dell’organismo sono interconnessi, anziché considerarli separati e parti del corpo isolate tra loro.

Di seguito ti propongo una intervista fatta al mio caro amico Dr. Silvio Canzano, endocrinologo "funzionale", da una rivista online.

Abbiamo fatto una bella chiacchierata con il Dott. Silvio Canzano, che da quando ha incontrato la Medicina Funzionale è stato – parole sue – amore a prima vista.

Dott. Canzano, che cos’è la Medicina Funzionale?

È un approccio che mira direttamente alle cause profonde della malattia basandosi sulla conoscenza della fisiologia e biochimica umana. L’obiettivo è la salute del paziente ottenuta ottimizzando la funzione di cellule, tessuti ed organi.
È l’evoluzione della pratica della medicina, e affronta meglio le esigenze sanitarie del XXI secolo spostando la tradizionale attenzione centrata sulla malattia della pratica medica convenzionale ad un approccio più centrato sul paziente. Valuta tutta la persona, non solo un corteo isolato di sintomi. Inoltre la Persona collabora con il Medico diventando così Protagonista della sua guarigione e del mantenimento dello stato di salute.

Dove trova maggior applicazione oggi?

La medicina funzionale trova maggior applicazione nella Prevenzione e nella Cura delle malattie croniche e degenerative, con l’obiettivo di riportare in equilibrio lo stato di salute della persona.

Medicina funzionale e medicina scientifica: sinergia possibile?

La Medicina Funzionale si fonda sulle conoscenze base di fisiologia e biochimica umana, soddisfa – appieno – i criteri della medicina basata sull’evidenza ed è un metodo che integra altre discipline mediche di cui spesso migliora l’efficacia e ne riduce gli effetti collaterali.

Come si va a ristabilire l’equilibrio dei sistemi nel momento in cui insorge una patologia?

Tramite l’approccio funzionale in cui il medico si chiede se la persona ha bisogno di liberarsi di qualcosa per ripristinare l’equilibrio – tossine, cattiva alimentazione, infezioni, allergie, stress, squilibri ormonali – oppure ha delle carenze. Carenze che possono essere , , legate alla luce, l’acqua, l’aria, il , il , il , l’amore, la condivisione… per il suo funzionamento ottimale.

Qual è l’importanza dell’ nella medicina funzionale?

L’alimentazione è basilare perché attraverso l’alimentazione noi introduciamo nel nostro organismo i Micro e Macro Nutrienti che occorrono per il buon funzionamento del nostro organismo. Devono essere alimenti freschi, preferibilmente non confezionati, biologici e cucinati a basse temperature per mantenere intatti tutti i micronutrienti.

Integrazione: perché è così importante?

La coltivazione e l’allevamento intensivi, il trasporto a grandi distanze dei prodotti alimentari, nonché la conservazione a volte per settimane dei prodotti prima del consumo, comportano un abbattimento soprattutto di vitamine e sali minerali contenuti negli alimenti. Ecco perché è importante integrare.

L’integrazione va però praticata dopo aver cercato i segni clinici di carenza e aver dosato con un prelievo ematico eventuali carenze di e sali minerali, sotto la guida di un terapeuta esperto.

🏡 Il messaggio da portare a Casa

Quando si sviluppa una patologia Autoimmune, Cronico-Degenerativa o Infiammatoria ci sono sempre situazioni e Sintomi che vanno spesso messi in relazione ad aspetti che sottendono prepotentemente a quello che è il Tuo Stile di Vita, il Movimento (e sopratutto la mancanza di movimento), la Tua Alimentazione e il corollario di eventuali altre patologie associate. La cosa straordinaria è che ormai è chiarissimo alla Scienza Medica che il modello centrato sulla Patologia (nelle patologie croniche) è ampiamente superato dal modello centrato sulla Persona che tiene conto di aspetti e dettagli spesso trascurati ma che possono essere la chiave di volta per il recupero dello stato di Salute e per la Prevenzione delle recidive.

📖 Riferimenti:
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4712869/
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC5424588/
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC5312741/

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07/11/2025

👨‍⚕️ Mal di Schiena al risveglio: È colpa del materasso?

Quante volte ti sei svegliato la mattina con il mal di schiena e hai pensato: "Devo cambiare materasso!"? Oggi rispondo a una delle domande più frequenti che mi fanno i pazienti. La verità è che il materasso non incide quasi mai (dovresti dormire sul cartone per avere un problema derivante da dove dormi).

✔️ Ti svegli spesso al mattino con la schiena dolorante?
✔️ Ti sei mai chiesto perché ti svegli con il mal di schiena, anche se la sera non avevi problemi?
✔️ Vuoi scoprire qual è il vero responsabile del tuo dolore "a freddo" al mattino?

👉 Guarda il video completo per capire che il problema non è quasi mai quando sei disteso, ma in realtà è legato a cosa hai fatto PRIMA di metterti a letto (ad esempio, ore in macchina, sul divano o semi-seduto a letto). Sono queste le abitudini che "alimentano il fuoco" e ti fanno ritrovare il problema al risveglio!

✍️ Se hai dubbi o domande, scrivili nei commenti! Ho creato questa rubrica proprio per aiutarti. 💬

👥 Condividi il video con chi potrebbe esserne interessato e aiutalo così a stare meglio. ♥️

Oggi vorrei condividere con voi questa riflessione... 💬 Mi farebbe piacere conoscere anche la tua opinione in merito: Co...
05/11/2025

Oggi vorrei condividere con voi questa riflessione...

💬 Mi farebbe piacere conoscere anche la tua opinione in merito: Cosa ne pensi di questa citazione? Lasciami un commento e condividi il tuo pensiero, perché la salute è anche condivisione ❤️

👨‍⚕️ drluigipianese.it

Uno degli errori metodologici più frequenti negli studi sul mal di schiena, specialmente nella ricerca clinica, riguarda...
03/11/2025

Uno degli errori metodologici più frequenti negli studi sul mal di schiena, specialmente nella ricerca clinica, riguarda l'approccio eccessivamente generico al cosiddetto Low Back Pain. Troppo spesso, che si tratti di studi di base o di revisioni sistematiche, il mal di schiena viene trattato come un’entità unica e indistinta, senza una chiara distinzione diagnostica.

Chiunque abbia anche solo una conoscenza di base dell’analisi critica della letteratura scientifica sa bene che non si possono confrontare in modo valido approcci terapeutici diversi, come la terapia manuale e l’esercizio terapeutico (o la terapia fisica), senza una precisa comprensione dell’origine del problema.

Tempo fa ho fatto questa osservazione a dei colleghi impegnati in una piccola ricerca sul mal di schiena e mi è stato risposto che non era necessario distinguere tra mal di schiena “specifico” e “aspecifico” in quanto, a loro dire, questa sarebbe una concezione più “moderna” della patologia.

In realtà, questa visione manca di alcuni elementi fondamentali. Un paziente con mal di schiena causato da un aneurisma dell’aorta addominale non può essere paragonato a un paziente con mal di schiena dovuto a una discite o a uno con dolore lombare derivante da cattive abitudini posturali e sedentarietà.

Ma non solo: anche all’interno della stessa categoria diagnostica esistono differenze sostanziali.

Un paziente sedentario di 35 anni, che però non eccede nel consumo di zuccheri, non fuma, non abusa di farmaci e non fa uso di alcol o droghe, risponderà in modo profondamente diverso alla stessa terapia rispetto a un paziente di 40 anni, altrettanto sedentario, ma con un quadro di infiammazione cronica sistemica legato a un’alimentazione ricca di zuccheri, fumo, alcol e abuso di farmaci.

Questa mancata distinzione porta a una grave distorsione metodologica negli studi, che si riflette in una scarsa “validità interna” e, di conseguenza, in una utilità clinica pressoché nulla. Se i criteri di inclusione non tengono conto di una diagnosi dettagliata, qualsiasi risultato ottenuto sarà poco attendibile e di scarsa applicabilità pratica.

Infatti un’analisi scientifica rigorosa dovrebbe sempre prevedere una selezione accurata dei partecipanti, con criteri ben definiti che permettano di isolare le variabili in gioco. L’assenza di questa attenzione metodologica porta a risultati che, oltre a essere difficili da interpretare, rischiano di confondere più che chiarire l’efficacia di un trattamento. Se il campione di studio comprende pazienti con quadri clinici profondamente diversi tra loro, i risultati ottenuti finiranno per essere una media di risposte eterogenee, rendendo impossibile trarre conclusioni affidabili su quale approccio terapeutico funzioni realmente per una determinata condizione.

In sintesi, la mancanza di un’accurata stratificazione dei pazienti non solo compromette la validità interna dello studio, ma può anche generare false credenze sulla superiorità o inefficacia di determinati trattamenti, con il rischio di orientare in modo errato le scelte cliniche future.

Pertanto sia se lo studio lo stiate progettando sia se lo stiate leggendo su una banca dati biomedica, più che aderire a una presunta “modernità” nel concepire il mal di schiena, sarebbe più utile iniziare a studiare prima almeno i principi fondamentali dell’analisi critica della letteratura scientifica, soprattutto per imparare a farsi domande migliori.

Perché non a caso, la prima regola che insegno quando parlo di analisi critica della letteratura scientifica è proprio questa: “per ottenere risposte corrette, bisogna innanzitutto porsi le domande corrette”.

📌 Spero che questa mia riflessione possa esserti utile. Fammi sapere nei commenti cosa ne pensi e qual è la tua esperienza in merito.

31/10/2025

👨‍⚕️ Mal di testa: La Terapia Manuale può davvero curarlo, anche se il dolore è dentro la testa?

Oggi rispondo a una domanda fondamentale: è possibile trattare e curare il mal di testa con la Terapia Manuale? Ti spiego perché, nonostante anni di letteratura scientifica che ne dimostra il grande supporto, la maggior parte dei pazienti arriva a questa soluzione quasi per caso, dopo aver provato qualsiasi tipo di trattamento. Il problema è la mancanza di informazione, quando in realtà, per alcune tipologie di cefalea (quelle più diffuse), l'effetto della terapia manuale è paragonabile, se non superiore, al farmaco.

✔️ Hai fatto anni di centro cefalea o provato qualsiasi trattamento senza risolvere il problema?
✔️ Sapevi che per alcune cefalee, la Terapia Manuale è efficace quanto (o più di) un farmaco?
✔️ Vuoi scoprire l'importanza di ricevere indicazioni specifiche per non "buttare benzina sul fuoco" e alimentare il problema?

👉 Guarda il video completo per capire perché le persone non sanno che esiste questa possibilità e perché è fondamentale fare informazione su un trattamento efficace! Raccontami la tua esperienza nei commenti.

✍️ Se hai dubbi o domande, scrivili nei commenti! Ho creato questa rubrica proprio per aiutarti. 💬

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In che modo è possibile trattare in maniera efficace in medicina il dolore in generale e quello “cronico” in particolare...
27/10/2025

In che modo è possibile trattare in maniera efficace in medicina il dolore in generale e quello “cronico” in particolare?

E la domanda che ci siamo posti insieme all’amico e collega Bruno Bordoni quando abbiamo scritto questo articolo “Beyond the Biomedical Model: A Critical Review of the Approach to Chronic Pain and the Proposal of an Integrated Functional Model” indicizzato anche su PubMed https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC12151456/

Tra le varie cose importanti che abbiamo approfondito, una è particolarmente rilevante per l’adeguata minima “alfabetizzazione scientifica” dei professionisti sanitari: ovvero la maggiore conoscenza dei cosiddetti paradigmi (o modelli) interpretativi in medicina. Che sono dei veri e propri “filtri di lettura” che bisogna assolutamente conoscere per orientarsi al meglio sia nella clinica che nello studio della letteratura.

Ecco perché in questo lavoro abbiamo cercato di mettere a fuoco non solo alcuni limiti evidenti dell’approccio attuale al dolore cronico, ma anche di proporre una direzione costruttiva, concreta.

Tra i vari elementi trattati, abbiamo voluto lanciare una proposta chiara alla comunità scientifica: superare definitivamente l’adozione del modello bio-medico in ambito di cronicità e dolore cronico, non solo sul piano teorico (dove se ne riconosce diffusamente e ormai da tempo l’inadeguatezza) ma soprattutto sul piano pratico, dove purtroppo rimane ancora largamente applicato (e i motivi di questa “persistenza” sono ampiamente noti a chi è avvezzo allo studio della letteratura).

Ecco perché in questo lavoro abbiamo voluto sottolineare l’urgenza di un cambiamento di paradigma, che non si limiti a una dichiarazione di intenti, ma che possa trovare spazio reale nella clinica, nella formazione e nella comunicazione con il paziente.

Motivo per cui abbiamo proposto una riflessione critica su due modelli alternativi al modello bio-medico già presenti nella letteratura e che hanno radici solide:

- il modello bio-psico-sociale, introdotto da George Engel nel 1977, che ha rappresentato un primo tentativo strutturato di superare l’approccio riduzionista, dando spazio a una lettura multidimensionale della malattia;

- e il modello funzionale, sviluppato da Jeffrey Bland negli anni ’90, che pone l’attenzione sul ripristino delle funzioni fisiologiche piuttosto che sulla soppressione del sintomo.

Ma siamo andati anche oltre e abbiamo scelto di non limitarci a riproporre uno di questi due modelli, ma di proporne una sintesi: un modello integrato che abbiamo definito “bio-psico-funzionale-sociale”, che affianchi alle tre dimensioni di Engel una quarta “dimensione”: quella funzionale.

Perché crediamo che questa integrazione possa offrire una cornice teorica e pratica più coerente per comprendere e affrontare il dolore cronico, senza semplificazioni, ma con strumenti più adatti alla sua complessità.

Un modello che mette al centro la persona, e non solo la patologia.

Siamo certi che questo contributo possa essere utile ad alimentare un dibattito serio e utile nella comunità scientifica. E noi saremo ben felici se anche tu volessi condividere nei commenti il tuo punto di vista e la tua esperienza in merito.

24/10/2025

👨‍⚕️ Mal di testa: La tua alimentazione è una causa che non vedi?

Oggi ti racconto il caso di una paziente che soffre di mal di testa da quasi 10 anni e a cui nessuno aveva mai parlato di quanto l'alimentazione possa influire. Ti spiego come il cibo che mangiamo può scatenare l'

"infiammazione subclinica" (molto bassa e latente) che "inquina" i nostri tessuti. Proprio come un terreno agricolo inquinato, i nostri tessuti inquinati rendono il nostro sistema nervoso più

predisposto a sviluppare dolore.

✔️ Sapevi che l'alimentazione, al di là di cioccolato e caffè, influisce sul mal di testa?
✔️ Hai mai sentito parlare di "infiammazione subclinica" e del suo legame con i tessuti e il dolore?
✔️ Vuoi scoprire come un approccio che combina la risoluzione meccanica e una dieta "funzionale" possa supportare la risoluzione del problema?

👉 Guarda il video completo per capire perché la tua dieta può rendere il tuo organismo un "terreno inquinato" e per scoprire l'approccio corretto (neuromeccanica + nutrizionista di fiducia) per risolvere il problema!

✍️ Se hai dubbi o domande, scrivili nei commenti! Ho creato questa rubrica proprio per aiutarti. 💬

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A volte, per capire il presente, bisogna guardare al passato. Oggi proverò a farlo, ma non di qualche anno, ma di quasi ...
20/10/2025

A volte, per capire il presente, bisogna guardare al passato. Oggi proverò a farlo, ma non di qualche anno, ma di quasi due secoli, a un’epoca in cui la medicina era ben lontana da quella che conosciamo oggi.

In Francia, nella seconda metà dell’Ottocento, due uomini cambiarono per sempre il nostro modo di intendere la salute e la malattia. I loro nomi erano quelli di Claude Bernard (grande fisiologo, poco noto ai più) e di Louis Pasteur.

Entrambi erano scienziati straordinari. Entrambi mossi da un’incessante sete di conoscenza. Eppure, le loro idee (e soprattutto il modo in cui guardavano al corpo umano) non potevano essere più diverse.

Per cui. Buona lettura.

Claude Bernard, fisiologo, era convinto che la vera chiave per comprendere la malattia non fosse da cercare fuori, ma dentro l’organismo. È a lui che dobbiamo concetti oggi fondamentali come quello di “ambiente interno” e di “omeostasi”: ovvero della capacità del corpo di mantenere costanti le proprie funzioni vitali, nonostante le variazioni dell’ambiente esterno.

Barnard tra le altre scoperte e intuizioni chiarì a tutto l’ambiente “scientifico” dell’epoca come “funzionasse” il curaro, una cosa non da poco per molti aspetti. Ma è un’altra storia che ti racconterò in altro momento.

Bernard (che ricordo era un fisiologo, e quindi un “funzionalista” per definizione) osservava l’essere umano come un sistema complesso, interconnesso, in cui ogni funzione influenza tutte le altre. Non parlava solo di organi o sintomi isolati, ma di sistemi viventi, di terreno biologico, di relazioni tra le parti.

In un’epoca in cui il pensiero meccanicista dominava la scena, lui gettava le basi per quella che oggi chiameremmo una medicina sistemica o funzionale: un approccio che cerca le cause profonde dei disturbi, osservando l’organismo come un’unità dinamica, in continua interazione con l’ambiente.

Di tutt’altro taglio era invece la visione di Louis Pasteur, chimico e microbiologo, oggi considerato il padre della microbiologia moderna. Fu lui a scoprire il ruolo dei microrganismi nella fermentazione, a sviluppare il processo di pastorizzazione, e a formulare la teoria dei germi: l’idea che molte malattie sono causate da agenti esterni, invisibili, capaci di attaccare l’organismo.

Con Pasteur nasce la medicina riduzionista (ancora oggi molto diffusa e che offre alcuni pro e molti contro purtroppo): quella che identifica una causa precisa e univoca per ogni malattia, spesso legata a un agente esterno, e che cerca di contrastarla con un rimedio altrettanto diretto (un farmaco, un vaccino, un trattamento di vario tipo).

È un modello che ha permesso alla “medicina moderna” di fare molti passi nella lotta contro le infezioni e molte patologie “acute” (dettaglio non secondario, in quanto è l’unico contesto dove avrebbe senso il modello riduzionista).
Ma come per ogni modello, nel tempo, è emerso un grande limite. Se la medicina riduzionista si concentra sulla “causa immediata” (il virus, il batterio, l’infiammazione), rischia però di trascurare il contesto più ampio: lo stile di vita, la predisposizione genetica, l’alimentazione, lo stress, l’equilibrio ormonale e metabolico (notare, sono praticamente tutte cose che hanno a che fare con il concetto di “cronico”).

Tutti elementi che Claude Bernard avrebbe definito “il terreno”.

Non è un caso che, secondo alcune testimonianze, Pasteur stesso, ormai anziano e vicino alla morte, avrebbe riconosciuto i limiti della propria visione, ammettendo con un filo di voce: “Il microbo è nulla, il terreno è tutto.” Una frase semplice, ma dal significato profondo.

Oggi, nel pieno del XXI secolo, ci troviamo al crocevia tra queste due visioni.

Da un lato, l'efficacia delle terapie mirate, dei protocolli diagnostici, delle tecnologie sempre più sofisticate (in acuto). Dall’altro, una crescente consapevolezza che “la salute non è solo assenza di malattia”, ma un equilibrio complesso che coinvolge la persona nella sua interezza.

Motivo per il quale le scelte che facciamo ogni giorno (cosa mangiamo, come dormiamo, come gestiamo le relazioni sociali e lo stress, che stile di vita abbiamo) influenzano il nostro “terreno” biologico, e quindi la nostra vulnerabilità o resistenza alle malattie.

Forse non si tratta di scegliere tra Pasteur e Bernard, ma di integrare le loro visioni. Mentre oggi purtroppo i programmi di studio e i testi di riferimento in sanità sono purtroppo intrisi del solo modello riduzionista biomedico (utilissimo e fondamentale, nei reparti di “emergenza e urgenza”, che invece sono ridotti a brandelli) e non formano praticamente mai al modello funzionale (che è fondamentale per gestire con raziocinio logico-deduttivo le “cronicità” che sono un’emergenza sociale nel mondo occidentale).

Ecco perché è fondamentale riconoscere che l’equilibrio tra dentro e fuori, tra cause e contesto, tra agente e terreno, è la vera chiave per una medicina più umana, profonda ed efficace. Ed ecco perché non bisogna perdere l’occasione di ripeterlo e ribadirlo sempre in ogni contesto.

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17/10/2025

👨‍⚕️ Mal di schiena: Studiare o leggere a letto ti sta rovinando la colonna?

Oggi parliamo di un'abitudine apparentemente innocua: studiare o leggere un libro a letto per diverse ore. Ti spiego perché questa posizione, se protratta per anni, è assolutamente sfavorevole e può scatenare il mal di schiena, soprattutto nel lungo periodo.

✔️ Soffri di mal di schiena e hai l'abitudine di leggere o studiare a letto la sera?
✔️ Sai perché, quando sei semi-sdraiato, la colonna non poggia sulle sue "fondamenta" (il bacino) come dovrebbe?
✔️ Sei consapevole di come questa postura crei "forze di taglio" che sovraccaricano la zona lombare?

👉 Guarda il video completo per capire come questa "abitudine viziata" può provocare problemi meccanici e perché, se hai una colonna "vecchia e usurata" (più o meno in là con gli anni), basta anche poco tempo in quella posizione per avere problemi!

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Indirizzo

Via Prati Della Farnesina 67
Rome
00135

Orario di apertura

Lunedì 10:30 - 17:00
Mercoledì 10:30 - 20:00
Venerdì 10:30 - 20:00

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La Clinica del Mal di Schiena

Ciao, sono il Dott. Luigi Pianese e sono il fondatore della “Clinica del mal di Schiena”. Sono un Fisioterapista specializzato in Osteopatia e Terapia Manuale, e in particolare altamente specializzato nelle patologie della Colonna Vertebrale (uno Spine Specialist in Inglese), nelle sindromi legate al mal di schiena e al mal di testa (che molti non sanno essere spessissimo correlato anche a problemi/rigidità proprio della colonna) e alle varie problematiche della colonna che spesso generano compensi anche a distanza (come accade spesso per la sindrome del Tunnel Carpale ad esempio).

Dopo anni di studio e ricerca e dopo varie docenze, ho deciso di dare vita alla “Clinica del mal di Schiena” per dare una risposta concreta ai tanti pazienti e ai tanti professionisti del settore che hanno bisogno di un riferimento in materia.

In questa pagina troverai informazioni, consigli e articoli relativi alla Salute ed al BenEssere che faranno riferimento in particolare alle patologie della Colonna e non solo.

La mia passione per la scienza, la filosofia, l'anatomia e tutto quello che ruota intorno all'universo "Salute" mi hanno portato a conseguire la Laurea con Lode in Fisioterapia prima e la Specialistica in Scienze della Riabilitazione dopo, continuando negli anni la mia formazione da Professionista della Salute con la Terapia Manuale e l'Osteopatia, la Scienza della Nutrizione e della Medicina Funzionale, della Terapia Fisica Integrata e le successive specializzazioni nel trattamento del Mal di Testa e delle sindromi legate alla Colonna fino a strutturare un esclusivo Metodo di trattamento del Mal di Schiena e del Mal di testa che risulta Completo, Rapido ed Efficace che ha il suo fulcro nella anamnesi e nella Valutazione Funzionale in prima visita che è fondamentale per capire la VERA origine del problema, per passare poi alla analisi delle strategie terapeutiche che devono essere specifiche ed integrate (perché ogni persona ha le sue caratteristiche specifiche ed uniche), per arrivare ad una Rapida e Reale SOLUZIONE del tuo problema.