26/10/2025
L' ANSIA NON È UN'ETICHETTA MA UNA VOCE CHE CHIEDE ASCOLTO
L’ansia è una parola che usiamo spesso, dai mille significati, un’emozione antica che nasce per proteggerci.
È una parola che incontro spesso in terapia come nella vita: nei racconti delle persone che accompagno e negli sguardi di chi prova a tenere tutto sotto controllo, anche quando dentro sente di vacillare.
È una parola che si carica di paure, aspettative, desideri di tregua e che, allo stesso tempo, rivela la nostra capacità di sentire profondamente.
Nei bambini, l’ansia può essere la paura di separarsi, la difficoltà di fidarsi, il bisogno di sicurezza in un mondo che cresce più in fretta di loro.
Negli adolescenti, può essere il battito accelerato davanti al giudizio degli altri, la sensazione di non essere “abbastanza”, il desiderio di riconoscimento.
Negli adulti, spesso, diventa il peso del controllo, la fatica di mantenere tutto in equilibrio: lavoro, famiglia, relazioni, aspettative.
È quel filo teso tra ciò che si è e ciò che si deve essere, tra ciò che si sente e ciò che si mostra.
Ma l’ansia non è una persona.
Non è un’etichetta, né una condanna.
È un segnale.
Un messaggio che ci invita ad ascoltare qualcosa dentro di noi: un bisogno, un limite, una parte che chiede cura e spazio per essere accolta.
Perché dentro l’ansia c’è la nostra sensibilità, la nostra capacità di sentire, la nostra attenzione al mondo.
C’è la parte di noi che vuole fare bene, che ha paura di sbagliare, che desidera essere accolta e compresa. C’è il nostro bisogno di sicurezza, di relazione, di senso.
Il lavoro psicologico non consiste nel “eliminare” l’ansia, ma nel dare significato a ciò che ci comunica.
Nel riconoscere che dietro ogni paura c’è un messaggio, dietro ogni tensione un bisogno, dietro ogni pensiero che corre troppo, una parte di noi che chiede di essere ascoltata.
Non si tratta di “spegnere” l’ansia, ma di imparare a leggerla. Di trasformarla da ostacolo a strumento di consapevolezza, da peso a voce che orienta, da confusione a spazio di incontro con noi stessi.
Non si guarisce dall’ansia cancellandola, ma abbracciando ciò che vuole insegnarci, perché tutto ciò che impariamo ad accogliere, smette di farci male.