07/09/2025
📌 Strain-Counterstrain: tra scienza e pratica clinica
La Strain-Counterstrain (SCS), ideata dal dott. Lawrence H. Jones, è una delle tecniche più riconosciute in ambito osteopatico. Il suo principio è tanto semplice quanto efficace: posizionare il corpo in una condizione di massimo comfort per interrompere i circuiti di dolore e ridurre le disfunzioni neuromuscolari.
Grazie agli studi del neurofisiologo Irvin M. Korr, oggi sappiamo che questa tecnica agisce direttamente sui fusi neuromuscolari e sul riflesso gamma-loop, riducendo l’iperattività muscolare e normalizzando la risposta riflessa. Durante i 90 secondi in cui il paziente viene mantenuto nella posizione di comfort, si innescano meccanismi di inibizione riflessa, riorganizzazione neuronale e modulazione del tono simpatico, con benefici che si estendono sia al sistema muscoloscheletrico che a quello nervoso.
La SCS trova applicazione in numerose condizioni cliniche: dai dolori cervicali, cefalee e disfunzioni temporomandibolari, alle lombalgie, sindrome del piriforme e problematiche dell’articolazione sacro-iliaca. È utile anche in caso di tendinopatie di spalla, epicondiliti, sindrome femoro-rotulea, pubalgie e disturbi respiratori legati al diaframma. Proprio perché dolce, sicura e non invasiva, può essere utilizzata anche con pazienti fragili o in fase acuta.
A oltre settant’anni dalla sua nascita, la Strain-Counterstrain si conferma un approccio terapeutico raffinato, capace di coniugare rigore neurofisiologico e risultati clinici concreti.
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