12/10/2025
“Rapporti completi.”
È curioso come questa espressione resista al tempo come un fossile linguistico: un’eco di quando la sessualità era valutata in centimetri, durata e penetrazione.
Ma completi… per chi?
Perché se ci si ferma un attimo a pensarci, definire “completo” solo ciò che prevede la penetrazione è come dire che una cena è completa solo se c’è la bistecca: tutto il resto — antipasti, contorni, dolci — sarebbe solo un “preliminare”.
Questa idea non è solo poco inclusiva: riduce la sessualità a un atto tecnico,, svaluta tutto ciò che ruota intorno al piacere clitorideo, alla curiosità reciproca, al gioco, alla connessione.
E ironia della sorte, proprio quella “completezza” diventa per molte persone la performance con cui misurarsi, perdendo di vista il vero centro: il piacere condiviso, non il tipo di movimento che lo genera.