10/11/2025
Il Natale è vicino e il desiderio di pace e amore è più forte. Voglio fare a tutti, ma specialmente ai colleghi degli auguri affettuosi e inusuali, suggeriti dal cuore e da una lettera struggente di un padre, che il giorno di Natale mi ha fatto piangere. Era il mattino del Natale 1979 e un signore, peraltro politicamente importante, stimato e potente, bussa alla porta, gli apro e si inginocchia: "Dottore non son degno di entrare a casa sua!". Come trattenere le lacrime?
Un uomo straordinario, un padre meraviglioso, che si è umiliato per un figlio drogato....
Come dicevo, gli auguri li faccio con questa lettera, affinché l'umanità, la pace e la gioia tornino a regnare nel nostro cuore, non solo per questo Santo Natale!
Ho ritrovato questa lettera del 1979.
L’ha scritta un padre, un uomo, peraltro importante e rispettato nello scenario politico che, in un momento di profonda disperazione, trovò in un medico non solo un professionista, ma un fratello, un amico, un essere umano capace di ascoltare e di farsi vicino con il cuore.
Ricordo ancora quella mattina di Natale in cui lui venne a casa mia, si inginocchiò e mi disse che non era degno nemmeno di bussare. Rimasi fulminato e commosso fino alle lacrime.
Da allora, ogni volta che rileggo queste parole, sento ancora i brividi.
Questa lettera è un inno all’umanità, quella che nessuna tecnologia potrà mai sostituire.
La dedico a tutti i medici, a chi ogni giorno scelgono di curare non solo il corpo, ma anche l’anima dei pazienti.
Perché la medicina più potente resta quella fatta di empatia, rispetto e amore. 💫
Roma, 21 Dicembre 1979
Carissimo Dottore Ivo,
Il Buon Dio mi ha dato la venturosa gioia di farmi incontrare in un momento di totale disperazione e sconforto una persona dal cuore grande e generoso che mi ha ridato forza e coraggio nella vita.
Lei è stato per me oltre che un amico un vero fratello, disponibile ad aiutarmi a portare una cosí pesante croce, che da solo forse non ci sarei riuscito.
Debbo dirLe senza vana retorica che se, il mio D., è ancora in vita ciò lo si deve a Lei.
Il problema è talmente grave, difficile a vincersi dovuto pure alle remore di indifferenza che si riscontra per una mentalità etica professionale di molti, attaccati solo ai propri egoistici interessi economici.
Lei non mi ha chiesto Nulla, non Le ho dato niente! Ogni qual volta infatti, mi rivolgo a Lei, mi chiedo se ció fosse giusto fare.
Ahimè! La coscienza mi dice che se non lo facessi mi sentirei in colpa e ricadrei nuovamente nella disperazione, dal momento in cui è in gioco la sorte di una giovane vita che ha il solo torto d'essere venuto al mondo in un'era così oscura e triste.
Ringrazio il Signore, giorno per giorno, perchè mi ha dato la possibilità d'avvicinarLa e conoscerLa.
Sono profondamente convinto che ciò che fa, per il mio figluolo, non potrà che ricevere dall'Alto Onnipotente, tutto quanto potrà desiderare di bene per sé e per la Sua famiglia.
Siamo riusciti almeno a sottrarlo al ricatto degli spietati spacciattori assassini.
Lei è uomo onesto e caritatevole. Pronto allo slancio di sincera e profonda solidarietà verso i bisogni degli altri, perciò meritevole di ogni stima e di riconoscenza.
Come farò a disobbligarmi di tanti favori?
La Divina Provvidenza dovrà darmi salute e vita. Se quell'alba attesa verrà e i nostri sforzi basati sulla SPERANZA per un domani migliore si avverino, possiamo ben dire di non aver invano operato nel senso ch'era più giusto.
Colgo l'occasione, assieme a mia moglie e mio figlio, di porgerLe felicissimi auguri per le prossime feste, mentre La saluto con profonda cordialità ed affetto ringraziandoLa sempre.
ALL' EGR. DOTTORE
DR. IVO PULCINI Via Oslavia Roma