30/03/2020
Il 30 Marzo ricorre la giornata mondiale del disturbo bipolare.
Divulgare la conoscenza di questa patologia, vuol dire non solo fare prevenzione, ma anche riuscire a cogliere gli aspetti umani e tipici dell’alternarsi delle fasi cicliche che si succedono durante il decorso della patologia. Nello specifico il DSM -5 identifica tre forme diverse di disturbo bipolare. Il disturbo bipolare I, il disturbo bipolare II e il disturbo ciclotimico. Ognuno di questi è caratterizzato da sintomi manicali, la cui durata e gravità è differente nelle varie tipologie. Viene definito disturbo bipolare, in quanto la patologia è caratterizzata da una sintomatologia che si sposta su un continuum, intervallato da fasi eutimiche (prive di sintomi dominanti) di due polarità opposte mania e depressione. Volendo andare nell’aspetto percettivo di questo disturbo, ci dobbiamo interrogare su come questi pazienti sperimentano le oscillazioni dell’umore. Come cambia la percezione di sé e del mondo? A tal proposito sono riportate diverse testimonianze di autori, scrittori e artisti di vario genere che hanno dato testimonianza del vivere e convivere con l’altalenanza umorale. Riporto alcuni pezzi scritti dalla docente di psichiatria “Johns Jamison” affetta da disturbo bipolare, famosa per aver scritto il libro autobiografico “una mente inquieta” “Penso che la malattia, mi abbia costretto a mettere alla prova i limiti della mia mente e quelli della mia educazione, della mia famiglia, della mia cultura e dei miei amici. Le innumerevoli ipomanie, le manie stesse, hanno introdotto nella mia vita una diversa intensità di percezione, di emozione e di pensiero. (...) Alcuni tanto incredibili e belli da togliermi il respiro, e altri tanto grotteschi è brutto che non avrei mai voluto conoscere. Ma sempre c’erano angoli nuovi, e quando mi sento me stessa, cosa di cui sono debitrice ai farmaci e all’amore, non riesco ad immaginare di essere stanca della vita, proprio perché so che esistono angoli infiniti dalla prospettiva sconfinata”