10/11/2025
È quella solitudine che non arriva quando sei sola, ma quando nonostante tutto, accanto a qualcuno, ti senti invisibile.
Quando parli e non ti senti ascoltata.
Quando chiedi e ti fanno sentire esagerata.
Quando c’è il corpo, ma non la connessione.
È una forma sottile di abbandono che si consuma lentamente, giorno dopo giorno, fino a farti dubitare di te stessa.
Perché inizi a pensare che forse pretendi troppo, che forse sei tu quella sbagliata,
che forse è così che funziona l’amore maturo.
Ma quella sensazione di vuoto che senti non è mancanza di romanticismo:
è mancanza di presenza emotiva.
E una presenza che non ti vede, non ti ascolta, non ti incontra, non è una presenza: è un promemoria costante della tua solitudine.
La verità è che stare con qualcuno che non c’è può essere più devastante che stare da sola.
Perché ti abitua al poco, ti disconnette da te e ti fa dimenticare cosa significa sentirti vista davvero.
Il lavoro terapeutico, in questi casi, non è “capire perché lui è così”.
È capire come mai tu resti nonostante tutto.
È imparare a riconoscere quella parte di te che si accontenta delle briciole
e insegnarle a smettere di chiamarle amore.
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