Percorso Psiche

Percorso Psiche studio di psicoterapia individuale, di coppia e famigliare ad orientamento sistemico relazionale.

20/12/2025

“Sguardi spenti e silenzi, sintomo di giovani fragili e fuori controllo. Aumentano i disturbi psichiatrici, la depressione, l’autolesionismo, i disordini alimentari, fino ai suicidi tra i minori. E crescono gli accessi ai pronto soccorso.”
(Fonte: Il Messaggero)

🛑 Non è solo una fotografia. Sono dati che evidenziano un disagio profondo che non può passare inosservato.

Lo tocchiamo con mano ogni giorno nelle scuole, nei progetti educativi, nel lavoro con famiglie e insegnanti: i ragazzi fanno fatica a dare un nome a ciò che sentono, si chiudono, non riescono a chiedere aiuto.

📉 Il disagio non nasce all’improvviso. Cresce nel silenzio, nella mancanza di spazi di ascolto, nell’assenza di strumenti emotivi e relazionali.

🎯 È fondamentale:
• intercettare i segnali prima che diventino emergenza
• dare ai ragazzi strumenti per conoscersi ed esprimersi
• formare adulti capaci di vedere, ascoltare e intervenire in modo competente.

👉 La prevenzione non è un’opzione. È una responsabilità condivisa.

20/12/2025

"Ragazzi e ragazze che riscoprono come anche da adolescenti sia possibile cercarsi, muoversi, toccarsi, scherzare e litigare, parlandosi, guardandosi negli occhi, raccontandosi. Tutti hanno ricominciato quindi ad alzare gli occhi sul qui ed ora, cioè su di sé e sui propri amici".
Le parole di un docente a tre mesi dal divieto di utilizzo dello smartphone in classe.
(Fonte: Repubblica.it)

👉 Cosa ne pensi? Qual è la tua esperienza?
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15/12/2025

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"Una iniziativa che mira a ridurre lo stress e ad aiutare gli studenti a riflettere sui loro comportamenti. Il senso è far riflettere gli studenti su ciò che hanno fatto. E niente può farlo meglio del contatto con la natura, certamente molto meglio che sospenderli. Questa idea, oltre a promuovere il rispetto per l’ambiente e il lavoro di squadra, fa parte di un progetto più grande di educazione all’aria aperta. All’interno della scuola, sono state dedicate delle aree specifiche per la coltivazione di ortaggi e verdure, e sono gestite dai 900 studenti stessi".
(Fonte: )

Cosa ne pensate?

03/12/2025

📚 Da oggi sulla piattaforma Amazon troverete il nostro nuovo ebook 📘 “Percorsi Familiari: Come sopravvivere nella giungla quotidiana”
🖋 di L. Boccanera, G. Palopoli, L. Calabrese e R. Rossi

🔍 Il volume propone un viaggio all’interno della famiglia contemporanea, tra le sue trasformazioni, sfide, criticità e nuove risorse. Le pagine trasportano il lettore nell’intricata trama delle relazioni familiari e delle dinamiche quotidiane, offrendo nuovi punti di vista e strumenti di riflessione, ponendo l’attenzione ai cambiamenti sociali e culturali che caratterizzano questo periodo storico. Grazie ai contributi di psicologi, psicoterapeuti e operatori del Consultorio Familiare Diocesano “Al Quadraro”, si approfondiscono alcune importati tematiche legate all’affettività, all’educazione, alla crescita, alla comunicazione e alla gestione delle emozioni. Dall’adolescenza al ruolo genitoriale, dal disagio giovanile all’uso consapevole della tecnologia, ogni capitolo invita a riscoprire la forza del dialogo e l’importanza della relazione. Ampio spazio è dedicato all’inclusione, alla disabilità, ai conflitti e alle crisi familiari, sino alle riflessioni nate nel periodo post pandemico, in cui il valore del tempo condiviso è tornato ad essere centrale nelle nostre vite. Il volume invita a guardare la famiglia non come ad un modello ideale, ma come una struttura in continua evoluzione, capace di trasformare la difficoltà di percorso in vere e proprie risorse, sia personali che sociali.

"Nella vita, non importa dove vai, ma con chi vai" (Charles M. Schulz).

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03/12/2025
16/11/2025

QUANDO IL CORPO EREDITA LA MEMORIA DEL DOLORE

Oggi voglio parlarvi dell'epigenetic trauma, o biologia dello stress ereditato. È un campo di ricerca che sta rivoluzionando il modo in cui comprendiamo il trauma e la malattia cronica, perché ci dice una cosa tanto sorprendente quanto sconvolgente... il dolore non si eredita solo nei ricordi, ma anche nei geni.

Mentre in Italia tendiamo ancora a relegare il trauma all’ambito della psicologia, come se fosse solo una questione di mente, emozioni o memoria, la medicina epigenetica ci mostra che il trauma è, prima di tutto, una forma di informazione biologica. Una memoria che si trasmette da una generazione all’altra non attraverso le parole, ma attraverso le modifiche chimiche del DNA, che cambiano il modo in cui i nostri geni si esprimono.

La parola epigenetica viene dal greco epi, che significa sopra. È tutto ciò che sta sopra il gene... non cambia la sequenza del DNA, ma decide come e quando quel gene viene acceso o spento.

Immagina il DNA come un grande pianoforte, i geni sono i tasti, e l’epigenetica è il pianista (so che detto così riesci a comprenderlo meglio). Puoi avere un pianoforte perfetto, ma se il pianista suona in modo dissonante, la musica cambia completamente. Non cambia il DNA, non riscrive il codice della vita, ma cambia il modo in cui quel codice viene espresso. È come se la partitura fosse la stessa, ma l’intonazione, il ritmo e l’intensità con cui viene suonata fossero alterati.

Un gene può restare identico, ma il trauma modifica quanto quel gene viene ascoltato dal corpo. Può far sì che un gene dell’infiammazione si accenda troppo spesso, o che un gene calmante resti silenziato. In pratica, non cambia il contenuto, cambia l’interpretazione biologica della vita.

Ecco perché due persone con lo stesso DNA possono reagire in modo completamente diverso... una rimane stabile, l’altra si ammala. La differenza non sta nel gene, ma nel modo in cui il vissuto ha insegnato al corpo a leggere quei geni. Il trauma, quindi, non cambia chi siamo, cambia come ci esprimiamo a livello cellulare.

Attraverso processi come la metilazione del DNA, l’acetilazione degli istoni e la regolazione dei microRNA, lo stress e l’ambiente emotivo in cui cresciamo modificano l’attività dei geni che controllano l’infiammazione, il sistema immunitario, gli ormoni dello stress e la plasticità neuronale.

Studi hanno osservato, per esempio, che i figli e i nipoti dei sopravvissuti all’0Iocausto presentano alterazioni nei geni che regolano il cortisolo e la risposta allo stress, hanno livelli più bassi di cortisolo mattutino e una maggiore vulnerabilità a disturbi d’ansia, depressione e malattie autoimmuni.

Lo stesso è stato visto nei figli delle donne incinte durante l’11 settembre, nei discendenti di veterani di guerra, di popolazioni schiavlzzate, o di madri esposte a carestie. Ogni volta che il corpo di una generazione vive un trauma intenso, gue*ra, abus0, perdita, fame, abbandono, l’ambiente biochimico del corpo cambia, e quella firma rimane impressa sull’epigenoma.

È come se il corpo dicesse ai figli: “Nel mondo là fuori non sei al sicuro. Preparati.” E così il loro sistema nervoso nasce già più allerta, più reattivo, più infiammabile.

Quando viviamo un trauma, il corpo produce ormoni dello stress (come cortisolo e adrenalina) e molecole infiammatorie che servono a farci sopravvivere. Ma se quello stato si prolunga, questi segnali diventano istruzioni epigenetiche.

Lo stress cronico modifica i geni che regolano i recettori del cortisolo, rendendoli meno sensibili, in pratica, il corpo resta sempre in modalità allarme. Allo stesso tempo altera i geni che governano citochine, mastociti, infiammazione intestinale, serotonina e dopamina. Il risultato è un corpo che vive costantemente in risposta al pericolo cellulare, con il sistema immunitario e nervoso in uno stato di iper-vigilanza.

Ecco perché alcuni bambini nascono già con ansia, insonnia, allergie, o una sensibilità eccessiva agli stimoli, non hanno vissuto un trauma diretto, ma portano dentro il linguaggio biologico del trauma dei genitori.

Una delle scoperte più affascinanti è che il trauma non si conserva come ricordo, ma come modifica dei sistemi di regolazione. Il corpo non dimentica, ma non sa neanche distinguere tra passato e presente... un suono, un odore, una parola o un tono di voce possono riattivare l’allarme perché, a livello cellulare, la minaccia non è mai finita.

Questo si riflette in:

- Infiammazione cronica di basso grado,

- Ipersensibilità agli stimoli,

- Disbiosi intestinale persistente,

- Difficoltà a regolare la glicemia e il sonno,

- Iperattività del sistema simpatico,

- ... e vulnerabilità a patologie autoimmuni e neurodegenerative.

In sostanza, il trauma epigenetico mantiene la risposta al pericolo cellulare (CDR - ne abbiamo parlato nei giorni scorsi) attiva anche quando il corpo non è più in pericolo. E questo spiega perché tanti percorsi terapeutici, farmacologici o alimentari non bastano da soli... non si tratta solo di curare, ma di resettare la percezione biologica di sicurezza.

La buona notizia è che l’epigenetica è reversibile. Quello che viene trasmesso può essere riscritto. Gli stessi meccanismi che fissano il trauma possono anche disattivarlo:

- Un ambiente sicuro,

- Relazioni affettive stabili,

- Sonno regolare,

- Nutrizione antiinfiammatoria,

- Esposizione alla natura e alla luce solare,

- Pratiche di consapevolezza e coerenza cuore-cervello.

Ogni esperienza che riduce lo stress e riporta il corpo in modalità parasimpatica modifica la metilazione del DNA, riattivando geni di guarigione, rigenerazione e stabilità emotiva.

Molte persone, quando sentono parlare di trauma ereditato, reagiscono con paura e pensano di portare dentro di loro qualcosa che non possono cambiare. Assolutamente no. Non erediti il trauma... erediti la predisposizione biologica a reagire come se il pericolo fosse ancora presente. Ma la buona notizia è che tutto ciò che si è impresso sull’epigenoma può essere ricalibrato.

Ogni volta che respiri più lentamente, che ti concedi riposo, che nutri il corpo con cibo vero e con relazioni sane, stai scrivendo nuove informazioni sul tuo DNA. L’epigenetica non è destino... è dialogo continuo tra ciò che vivi e ciò che sei.

Il trauma epigenetico non si cura solo con la pslcoterapia, perché non vive solo nella psiche. È impresso nel corpo, nei recettori, nel microbiota, nei mastociti, nei mitocondri. Per questo, i percorsi più efficaci oggi integrano:

- Riprogrammazione limbica, per calmare il cervello emotivo;

- Terapie somatiche, per sciogliere la memoria corporea del trauma;

- Riequilibrio del sistema nervoso autonomo, con respiro, suono, movimento e grounding;

- ... e nutrizione mirata per sostenere metilazione, detossificazione e antiossidanti.

Ogni volta che il corpo percepisce sicurezza, rilascia il segnale biologico che il pericolo è finito. Ed è lì che la riparazione può iniziare.

Una delle aree più studiate è il legame tra trauma, microbiota e sistema immunitario. Lo stress prolungato modifica la flora intestinale, riduce la diversità microbica e aumenta la permeabilità della barriera intestinale. Questo fa sì che molecole infiammatorie entrino in circolo e arrivino al cervello, dove alterano la regolazione neuroendocrina.

In parole semplici... lo stress ereditato si trasforma in infiammazione ereditata. Un intestino infiammato manda al cervello segnali di allerta, e il cervello, a sua volta, amplifica la risposta immunitaria. È un dialogo circolare che si tramanda anche attraverso l’epigenetica.

Per questo molti approcci moderni alla guarigione dal trauma includono riparazione intestinale, regolazione vagale e modulazione immunitaria. La mente non si calma se il corpo è in fiamme. E il corpo non guarisce se la mente resta in guerra.

Guarire da un trauma epigenetico non significa cancellare la storia familiare, ma riscriverne la conclusione. Significa riconoscere che sì, il dolore dei nostri genitori vive anche in noi, ma non come condanna, ma come richiesta di consapevolezza.

Ogni volta che scegli la calma invece della reazione, che smetti di giudicare il corpo e inizi ad ascoltarlo, rompi la catena biologica dello stress. Ogni atto di cura verso te stesso cambia la chimica del sangue, l’attività dei geni e il destino delle generazioni future.

E forse questo è il vero significato di guarigione ancestrale, non un concetto mistico, ma una riscrittura epigenetica collettiva. Il trauma non è solo un ricordo. È un linguaggio che il corpo continua a parlare, finché qualcuno non lo ascolta. L’epigenetica ci mostra che la biologia e l’anima non sono mai state separate, ciò che senti, pensi e vivi ogni giorno lascia impronte misurabili nei tuoi geni.

E se il dolore si può trasmettere, anche la guarigione può farlo. Perché ogni volta che un essere umano smette di reagire e inizia a comprendere, cambia non solo se stesso, ma tutto il suo albero genealogico.

- Patrizia Coffaro

05/11/2025

Nacque a Pisa intorno al 1170, in un mondo che ancora contava con le dita e i sassolini.
Si chiamava Leonardo, ma la storia lo avrebbe ricordato come Fibonacci — abbreviazione di filius Bonacci, “figlio di Bonaccio”.
Suo padre era un mercante che lavorava per la Repubblica di Pisa, e lo mandò giovanissimo in Nord Africa per imparare l’arte dei numeri.
Fu lì, tra i contabili arabi e le rotte del Mediterraneo, che Leonardo vide qualcosa che in Europa nessuno ancora capiva: un sistema di numerazione semplice, logico, universale.
I numeri “indiani”, usati dai matematici arabi, avevano un simbolo rivoluzionario: lo zero.
Per gli europei del tempo, lo zero era quasi un’eresia — un “nulla” che però aveva valore.
Ma Fibonacci ne intuì la potenza.
Capì che con quei numeri si potevano fare calcoli in modo rapido, preciso, accessibile.
Non servivano più abachi, pietre o tabelle. Bastava la mente.
Tornato in Italia, nel 1202 scrisse il Liber Abaci — “Il libro dell’abaco” — un’opera che avrebbe cambiato il modo di contare, commerciare e pensare.
Spiegava come usare i numeri arabi, come sommare, sottrarre, moltiplicare.
Ma non era solo un manuale: era una visione.
Mostrava ai mercanti come convertire valute, calcolare interessi, gestire profitti e perdite.
Era la nascita della matematica applicata all’economia.
E in una sezione del libro, quasi come un gioco, presentò una sequenza che sarebbe diventata immortale:
1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21…
ogni numero è la somma dei due precedenti.
La successione di Fibonacci.
Non poteva sapere che, secoli dopo, quella serie sarebbe riemersa ovunque:
nella spirale di una conchiglia, nella disposizione dei semi di un girasole, nel battito del cuore, nella crescita delle galassie.
La matematica, capì Fibonacci, non era un’invenzione: era la lingua segreta della natura.
Morì a Pisa, probabilmente intorno al 1240, senza sapere quanto profonda fosse stata la sua impronta.
Ma dal suo pensiero nacquero i numeri che usiamo ogni giorno, i bilanci delle banche, gli algoritmi dei computer, le formule della vita stessa.
Leonardo Fibonacci non costruì cattedrali, non guidò eserciti, non scrisse poemi.
Eppure, senza di lui, il mondo moderno non saprebbe contare, né calcolare, né forse comprendere se stesso.
Dalla mente di un mercante curioso nacque un ponte invisibile tra il Medioevo e la scienza.
E dentro quello zero — un cerchio vuoto, apparentemente senza valore — Fibonacci aveva già visto l’infinito.

Viaggio nella Storia

𝐿𝑒𝑜𝑛𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑑𝑎 𝑃𝑖𝑠𝑎, 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝐹𝑖𝑏𝑜𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖, 𝑓𝑢 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑜 𝑎 𝑖𝑛𝑡𝑟𝑜𝑑𝑢𝑟𝑟𝑒 𝑖 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑖 𝑖𝑛𝑑𝑜-𝑎𝑟𝑎𝑏𝑖 𝑖𝑛 𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑎. 𝐼𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝐿𝑖𝑏𝑒𝑟 𝐴𝑏𝑎𝑐𝑖 (1202) 𝑟𝑖𝑣𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑜̀ 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖𝑜.

𝑁𝑒𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑒: 𝑟𝑎𝑓𝑓𝑖𝑔𝑢𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜𝑟𝑎𝑛𝑒𝑎 𝑑𝑖 𝐹𝑖𝑏𝑜𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖.

02/11/2025

Il cervello si riscrive ogni volta che impari qualcosa di nuovo. Questo fenomeno si chiama plasticità cerebrale ed è un principio neuroscientifico ormai consolidato.

Le neuroscienze mostrano come questa capacità non sia limitata all'infanzia, ma persista per tutta la vita, modellando continuamente i circuiti neurali. Ogni esperienza, anche la più piccola, come imparare una parola o ascoltare una melodia, genera nuove sinapsi e connessioni tra neuroni.

La memoria non è un archivio immobile. Nei ricordi, i percorsi più utilizzati diventano come autostrade cerebrali, mentre quelli trascurati si indeboliscono e possono scomparire. Questa dinamica è al centro dell'adattamento mentale.

Non servono solo stimoli esterni: immaginazione, pensiero astratto e sogni a occhi aperti modificano anch'essi le mappe mentali. È una macchina in continuo cambiamento.

Il concetto rivoluzionario che ne deriva è che la mente non è statica, ma un’opera in evoluzione. Persino in età adulta o anziana, il cervello può creare percorsi alternativi intorno a lesioni o degenerazioni, recuperando funzioni anche dopo gravi malattie.

Questi dati, confermati da studi neuroscientifici (come indicato nel riferimento [3]), cambiano la nostra visione del cervello da struttura rigida a rete dinamica e fluida.

Ogni pensiero e ogni esperienza plasmano la tua mappa mentale. Il cervello di oggi è diverso da quello di ieri, e continuerà a trasformarsi. Una macchina evolutiva e creativa, inarrestabile fino all'ultimo respiro.

💁‍♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 Il cervello si rimappa in ogni fase della vita
👉 Immaginazione e sogni modificano le mappe mentali
👉 Il recupero dopo traumi è possibile grazie alla plasticità

02/11/2025

Potenza della Fragilità
Luca Pani

Ci hanno insegnato a temere le crepe, a nascondere le incrinature, a lucidare ogni superficie della nostra esistenza perché appaia intatta. Ma la vera forza non è nella perfezione. È nella frattura che non crolla, nel bordo che resiste, nell’anima che trema eppure non si spegne. C’è una potenza misteriosa nella fragilità: quella che non si mostra per conquistare, ma per rimanere.
Siamo fatti di vetro soffiato: trasparente, delicato, ma capace di rifrangere la luce come nient’altro. La fragilità non è un difetto: è una modalità di esistenza che impone attenzione, che richiede presenza. Chi è fragile sa ascoltare gli scricchiolii prima che diventino crollo. Sa misurare il peso delle parole, intuire l’onda prima che infranga.
In un mondo che applaude il rumore e idolatra l’invulnerabilità, la fragilità potente è rivoluzionaria. Non si tratta di soccombere, ma di accogliere i propri limiti come parte integrante della propria forma. È il contrario dell’arroganza, è l’umiltà del corpo e del cuore che conoscono la loro misura e, proprio per questo, possono espandersi.
Non si tratta di romanticizzare il dolore, ma di riconoscere che in certi giorni è già eroico respirare. È una scelta precisa quella di non indurirsi, di non trasformarsi in pietra pur di non sentire.
Siamo fatti di vetro soffiato: trasparenti, delicati, ma capaci di rifrangere la luce come nient’altro. La fragilità non è un difetto: è una modalità di esistenza che impone attenzione, che richiede presenza. Chi è fragile sa ascoltare gli scricchiolii prima che diventino crollo. Sa misurare il peso delle parole, intuire l’onda prima che infranga.

📷 Manshen Lo

29/10/2025

👨‍👧‍👦 PADRI SEPARATI: UNO SPAZIO PER RIPARTIRE INSIEME
Il Consultorio Familiare Diocesano “Al Quadraro” propone un ciclo di incontri rivolto a padri in situazione di divorzio o separazione, per affrontare insieme un passaggio complesso e delicato.

Un team di esperti in terapia familiare guiderà i partecipanti per:
✔️ elaborare la sofferenza della separazione
✔️ migliorare la comunicazione con l’ex coniuge
✔️ rinforzare il proprio ruolo genitoriale

📍 Dove?
Consultorio Familiare Diocesano “Al Quadraro”
Via Tuscolana 619, Roma

📞 Per informazioni e iscrizioni:
06 7690 6620 | segreteria@consultorioquadraro.it

Indirizzo

Viale Dei Colli Portuensi 91
Rome
00151

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 20:00

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