Dott.ssa Roberta Rosati

Dott.ssa Roberta Rosati Salute e benessere psicologico.

27/12/2025
08/12/2025

Quando parliamo di benessere s3ssuale pensiamo spesso agli ormoni, al desiderio o alla funzione fisica. Ma c’è un elemento tanto semplice quanto potente che spesso viene dimenticato: la sexual esteem, cioè il modo in cui percepiamo il nostro valore come partner s3ssuale.

La sexual esteem influenza come viviamo l’intimità, come ci relazioniamo al corpo e quanto ci sentiamo competenti e desiderabili. Diversi studi mostrano che una sexual esteem bassa può essere associata a disfunzioni s3ssuali, calo del desiderio e vissuti di insicurezza durante la relazione. Al contrario, una sexual esteem più alta può favorire spontaneità, piacere e una migliore comunicazione con partner.

Questa dimensione non dipende solo da ciò che accade “nel rapporto”, ma anche da fattori più profondi: immagine corporea, esperienze passate, qualità della relazione, ansia, autostima generale e cultura di riferimento. Per questo è importante lavorarci con delicatezza, integrando educazione s3ssuale, consapevolezza emotiva e, quando necessario, un percorso psicos3ssuologico.

📚Bibliografia: Wu, T., & Zheng, Y. (2021). Effect of sexual esteem and sexual communication on the relationship between body image and sexual function in Chinese heterosexual women. The Journal of Sexual Medicine, 18(3), 474-486.

30/11/2025

Ancora su : perché io vivo certi eventi come DHS e gli altri no?
Perché devo averli già visti da qualche parte.

“È come se il DNA prendesse appunti dalle esperienze per regolarsi di conseguenza”, afferma il ricercatore. [...]
Nei suoi studi, Livio Provenzi studia come le prime relazioni plasmino il cervello dei bambini. Oggi sappiamo che eventi precoci come abusi o maltrattamenti possono lasciare tracce epigenetiche che influenzano lo sviluppo cognitivo ed emotivo. Eppure, “queste modificazioni non sono nella forma di un destino che non possiamo più evitare”, precisa Provenzi, ma “sono sempre suscettibili di essere ulteriormente rielaborate”. Il ricercatore cita studi su modelli animali che dimostrano come l’alta qualità di cure genitoriali possa cancellare le tracce epigenetiche negative.

Anche negli esseri umani, il modo in cui reagiamo alle esperienze stressanti può influenzare quanto queste modifichino il nostro DNA. “Noi, rispetto ai topini da esperimento, abbiamo una complessità di significati che costruiamo e che in qualche modo continua a modificare il modo in cui facciamo i conti con le esperienze”, spiega Provenzi.
Il tema del trauma transgenerazionale è un altro aspetto importante della ricerca. [...] “Noi facciamo parte dell’ambiente in cui viviamo”, sottolinea il ricercatore. “Questo ci porta a essere costantemente in un rapporto di modifiche continue. Noi modifichiamo l’ambiente attorno a noi e ne veniamo modificati”.

Ma c’è una buona notizia: questa fragilità può diventare una risorsa. “Investendo in azioni di cooperazione, collaborazione e supporto reciproco possiamo non solo farci del bene, ma possiamo addirittura entrare nel nostro DNA e in qualche modo proteggerlo dalle esperienze stressanti e traumatiche della quotidianità”.

Insomma, la ricerca nel campo dell’epigenetica e del trauma sta aprendo nuove strade per comprendere come le nostre esperienze influenzino la nostra biologia e la nostra psiche. Allo stesso tempo, sta offrendo nuove speranze per la guarigione e la resilienza, mostrando che, anche di fronte ai traumi più profondi, c’è sempre la possibilità di rielaborazione e trasformazione."

05/09/2025

Loro sono quelli che vogliono i blocchi navali, i muri.
Loro sono quelli che difendono i confini, a patto che ad attaccarli siano dei poveri cristi, altrimenti, quando c’è davvero da difenderli, sai che corse al riparo.
Loro sono i razzisti, gli omofobi, i negazionisti di tutto, perché tifano per il niente, per la paura, per il vuoto travestito da identità.
Loro sono questi.

Noi, invece, siamo gli altri.
Siamo quelli che credono nella dignità di ogni essere umano, senza condizioni. Siamo quelli che sanno che la pelle non fa la persona, che l’amore non ha mai distrutto un Paese, che la diversità non è una minaccia ma un'opportunità.
Siamo quelli che non alzano muri, ma costruiscono ponti veri, di dialogo, di incontro, di comunità.

Loro, quando parlano di ponti, lo fanno solo per speculare: il cemento del profitto, non quello dell’unione. E così accade che il loro simbolo sia un ponte che non unisce le persone, ma ingrassa gli affari di pochi.

Loro gridano per dividere.
Noi parliamo per unire.

Loro hanno bisogno di un nemico per esistere.
Noi sappiamo che l’unico nemico è l’odio.

Ed è per questo che, nonostante il loro frastuono, sarà sempre la nostra scelta quotidiana di umanità a fare la differenza.
Perché non esiste futuro che si possa edificare sulla paura degli altri.
Esiste solo un futuro comune, o non esiste affatto.

Noi siamo gli altri, sì.
Ma siamo anche quelli che, prima o poi, saranno i soli rimasti in piedi.

Perché l’evoluzione, lentamente ma inesorabilmente, non premia chi si chiude, ma chi si apre, non chi odia, ma chi sa riconoscersi nell’altro, senza se e senza ma.

©emirus
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Indirizzo

Viale Mazzini E Via Ardea
Rome
0019500185

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Martedì 10:00 - 20:00
Mercoledì 13:00 - 20:00
Giovedì 10:00 - 20:00
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