22/12/2025
L’approccio scientifico, quando si parla di nutrizione, non è certo il più utilizzato.
Eppure, ad oggi, dovremmo aver capito che, nella maggior parte dei casi, seguendo l’evidenza scientifica possiamo fare le scelte più logiche.
Spesso l’alimentazione viene gestita, anche da chi si occupa di questo settore, come la più dura delle religioni esistenti.
Non è concesso andare fuori dal seminato del mangiare bene, guai! Un solo extra di troppo e il malvagio demone del grasso ci punirà con i suoi terribili poteri!
Tutto viene spostato sul senso di colpa più becero.
Questo tipo di mentalità porta la persona ad orientarsi con la metodologia on/ off.
I momenti on sono quelli in cui le “scudisciate” di volontà permettono di resistere ad ogni tentazione, i momenti off quelli in cui, dopo anche solo una piccola deviazione, ci sente perduti e quindi ci si lascia andare ai più sfrenati banchetti.
Questo gioco continuo oltre a non garantire il mantenimento del peso costa tantissimo in salute psicologica al paziente che sarà costantemente deluso dal suo comportamento.
Cosa significa quindi ragionare in modo scientifico?
Prima di tutto, in termini di logica, mangiare sempre bene non ha alcun senso. Sappiamo che quando la nostra alimentazione è equilibrata e sana riduciamo al minimo (e mai a 0) il rischio per alcune patologie.
Ora, se consideriamo l’aumento progressivo di questo rischio possiamo derivare un concetto chiaro: tra mangiare sempre bene (senza alcuna eccezione) e mangiare discretamente bene (in termini di frequenza) c’è una differenza di margine di rischio veramente irrisoria.
Pensiamo ad esempio a due studenti universitari che vogliono ottenere l’ambito 110 e lode il giorno della loro laurea.
Uno dei due studia 10 ore al giorno e rifiuta ogni voto che sia inferiore al 30. Rinuncia a tutto per il suo obiettivo.
L’altro ne studia un po’ meno e cerca di mantenere una media alta senza fossilizzarsi sul 30 ad ogni costo. Questo permette di avere qualche hobby e di mantenere i suoi amici.
Il fatidico giorno riescono quindi ad ottenere il voto tanto agognato.
Anche lo studente che ogni tanto si è concesso un po’ di relax ha comunque ottenuto una preparazione invidiabile e una media di tutto rispetto.
Possiamo dire che è la rinuncia totale al resto abbia veramente giovato al primo studente?
Ora tornando alla nutrizione il discorso si fa ancora più pesante perché, a conti fatti, cercare di ottenere un’alimentazione perfetta ad ogni costo rischia di essere un percorso più dannoso che veramente utile.
Non solo non otteniamo un vantaggio reale su chi già mangia la maggior parte delle volte in maniera sana, ma rischiamo di intraprendere comportamenti tutt’altro che logici.
Compito dello specialista è quindi anche quello di insegnare la “giusta misura” che permette di ottenere il massimo beneficio possibile dall’alimentazione senza rinunciare alla porzione edonistica di questo settore.
Ricordate che non siamo fredde macchine da riempire, ma animali complessi da soddisfare dalle diverse prospettive.