Prof. Massimo Vergine - Chirurgo Senologo

Prof. Massimo Vergine - Chirurgo Senologo Chirurgo-senologo : Primario Unità Operativa della Chirurgia della mammella -Policlinico Umberto I di Roma
Presidente Associazione Filo Teso Prof.

Massimo Vergine -Chirurgo senologo - Chirurgia Tumore del seno

Chirurgia del tumore della mammella

Direttore dell'Unità Operativa Complessa della

CHIRURGIA DELLA MAMMELLA

Chirurgo senologo della Breast Unit Policlinico Umberto I-Roma

Docente in Chirurgia generale dell'Università " Sapienza " di Roma

Sono un chirurgo senologo, ormai da moltissimi anni mi dedico allo studio e alla cura chirurgica del tumore della mammella. Il mio obiettivo è assicurarmi che le pazienti e i loro famigliari nel colloquio che intercorre durante la visita senologica, comprendano le varie opzioni di trattamento che vengono proposte e confermate dopo le riunioni con il team multidisciplinare della Breast Unit. Quando la paziente viene a trovarmi spesso è spaventata perchè gli vengono fornite o comunque legge spesso notizie non del tutto esatte sul trattamento chirurgico del loro tumore e talvolta sono disorientate e piene di dubbi e paure per il loro futuro. Ritengo che conoscere il lato scientifico unito all'esperienza maturata in moltissimi anni di lavoro nel campo della senologia sia un buon compromesso per poter dare informazioni corrette alla paziente. Pertanto avere un colloquio sereno , cercando di spiegare quale potrebbe essere il miglior percorso terapeutico del singolo caso credo possa essere l'arma vincente per superare la malattia. Sono convinto che importante e determinante sia spiegare l'approccio chirurgico, cercando un perfetto abbinamento tra l'aspetto oncologico e il lato estetico che possano garantire l'asportazione totale del tumore rispettando quanto più possibile un armonioso risultato estetico anche con la eventuale ricostruzione mammaria in caso di asportazione totale del seno. Il mio obiettivo è ottenere i migliori risultati estetici , inclusa la riduzione del rischio di complicanze e ricadute dopo l'intervento chirurgico. Eseguo tutti i tipi di chirurgia della mammella, dalla chirurgia conservativa tramite quadrantectomie e tumorectomia, alla mastectomia , alla chirurgia del cavo ascellare. Particolare attenzione da alcuni anni dedico alla mastectomia con risparmio di cute e capezzolo, proposta che offro alle donne che hanno predisposizione genetica al tumore della mammella, in quanto l'asportazione di entrambe le mammelle riduce notevomente il rischio di contrarre il tumore. Prima di sottoporsi ad un intervento per tumore del seno è bene discutere in maniera approfondita con il chirurgo tutte le procedure più idonee quale ad esempio . Tumorectomia
Quadrantectomia detta anche chirurgia conservativa
Mastectomia - Mastectomia con risparmio del complesso ar**la capezzolo
Tecniche di ricostruzione mammaria
Linfonodo sentinella
Linfectomia ascellare
Asportazione Fibroadenomi e Tumori filloidi

Ho partecipato in qualità di chirurgo senologo alla stesura del Percorso diagnostico assistenziale della Breast Unit del Policlinico Umberto I

Presidente dell'Associazione di Promozione Sociale "Filo Teso" - Associazione fondata insieme a donne operate di tumore al seno . Autore e coautore di lavori scientifici su argomenti di interesse clinico sulle patologie benigne e maligne della mammella. Ho partecipato a numerosi congressi di aggiornamento in senologia e chirurgia oncoplastica e ricostruttiva della mammella. "La donna che scopre di avere un tumore al seno ha bisogno di parlare ed essere ascoltata..Questo rappresenta un momento importante della terapia"

🟥Come si legge un’ecografia mammaria?Una guida completa ▶️L’ecografia mammaria è uno strumento diagnostico fondamentale ...
16/12/2025

🟥Come si legge un’ecografia mammaria?
Una guida completa

▶️L’ecografia mammaria è uno strumento diagnostico fondamentale nella prevenzione e nel monitoraggio delle patologie al seno. Capire come si legge un’ecografia mammaria può sembrare complicato, ma con una guida adeguata, è possibile ottenere una chiara comprensione dei risultati. In questo articolo, esploreremo i dettagli su come interpretare un’ecografia mammaria, passo dopo passo.

▶️Cos’è un’ecografia mammaria?
L’ecografia mammaria è una tecnica di imaging che utilizza onde sonore ad alta frequenza per creare immagini dettagliate dei tessuti del seno. È particolarmente utile per esaminare le strutture interne del seno, identificare noduli, cisti, e altre anomalie che potrebbero non essere visibili con una mammografia.

Preparazione all’ecografia mammaria
Prima di sottoporsi a un’ecografia mammaria, non è necessaria una preparazione particolare. Tuttavia, è consigliabile indossare un abbigliamento comodo e, se possibile, evitare di applicare lozioni o deodoranti sull’area del seno il giorno dell’esame, poiché potrebbero interferire con i risultati. Per le donne fertili è raccomandabile sottoporsi ad ecografia mammria dal 5° al 15° giorno del ciclo , in quanto in periodo premestruale il seno è più congesto e più indaginoso l’esame.

👉Durante l’esame
L’ecografia mammaria viene eseguita da un radiologo o un tecnico specializzato. Ecco i passaggi tipici:

👉Posizionamento: Ti verrà chiesto di sdraiarti su un lettino con il braccio sollevato dietro la testa.
Applicazione del gel: Viene applicato un gel trasparente sul seno per migliorare la trasmissione delle onde sonore.

👉Scansione: Il tecnico utilizza un trasduttore, un dispositivo manuale, che emette onde sonore e riceve gli echi di ritorno, creando immagini in tempo reale sul monitor.
Interpretazione delle immagini
Strutture normali
Le immagini di un’ecografia mammaria normale mostrano tessuti mammari sani che appaiono come aree uniformi di ecogenicità (capacità di riflettere le onde sonore). I principali componenti sono:

👉Tessuto adiposo: Appare come aree ipoecogene (scure).
Tessuto ghiandolare: Appare come aree iperecogene (chiare) rispetto al tessuto adiposo.
Dotti lattiferi: Appaiono come tubi ipoecogeni che si diramano dal capezzolo.
Anomalie comuni
Cisti: Le cisti sono sacche piene di liquido che appaiono come aree anecoiche (completamente nere) con bordi ben definiti.
Fibroadenomi: Tumori benigni solidi che appaiono come masse ben definite, ipoecogene o isoeocogene rispetto al tessuto circostante.
Carcinomi: Le lesioni maligne spesso appaiono irregolari, con bordi spiculati e eterogeneità ecografica (variazione nei toni di grigio).
Classificazione BI-RADS
Il sistema di reporting e dati dell’imaging mammario (BI-RADS) viene utilizzato per classificare i risultati dell’ecografia:

BI-RADS 1: Negativo
BI-RADS 2: Benigno (nessuna azione necessaria)
BI-RADS 3: Probabilmente benigno (monitoraggio a breve termine)
BI-RADS 4: Anomalia sospetta (biopsia consigliata)
BI-RADS 5: Alta probabilità di malignità (biopsia necessaria)
BI-RADS 6: Malignità nota (biopsia confermata)
Nell’ambito di un referto di ecografia mammaria vanno considerati vari parametri quali ad esempio. ispessimento cutane. edema, retrazione cutanea, la forma della neoformazione, orientamento della lesione, dimensioni,margini, ecostruttura,

Forma lesionale: la forma delle lesioni può essere ovale, rotondeggianrte o irregolare

Orientamento lesionale: l’orientamento spaziale di una lesione viene definito rispetto alla superficie cutanea, che è poi il piano d’appoggio della sonda.

Dimensioni lesionali :La misurazione delle dimensioni delle lesioni mammarie è importante , ai fini diagnostici . In pratica i diametri debbono esserer calcolati nella misura quanto più accurata possibile , in modo da valutare un eventuale crescita.

Margini lesionali: I margini possono essere circoscritti oppure non circoscritti,: questi ultimi suddivisi inindistinti, angolati, macrolobulati e spiculati. I margini spiculati sono più caratteristici nei noduli maligni, mentre quelli circoscritti sono prevalentemente presenti nei noduli benigni.

Ecostruttura : si dividono in nodulo iprecogeno . nodulo isoecogeno, anecogeno (cisti liquide)



Conclusione
Leggere un’ecografia mammaria richiede esperienza e competenza. È essenziale affidarsi a professionisti sanitari qualificati per l’interpretazione accurata dei risultati. Tuttavia, avere una comprensione di base delle immagini e dei termini comuni può aiutarti a discutere meglio i tuoi risultati con il medico.

Se hai domande o preoccupazioni riguardo ai risultati della tua ecografia mammaria, non esitare a fare fare una domanda . La diagnosi precoce e il monitoraggio regolare sono fondamentali per la salute del seno.

Prof. Massimo Vergine Chirurgo senologo a RomaProf. Massimo Vergine-Chirurgo senologo
Primario Unità Operativa Complessa della Chirurgia della mammella del Policlinico Umberto I di Roma- Chirurgo Breast Unit

Principale area di interesse clinico è la diagnosi e trattamento chirurgico del tumore al seno con altre 30000 visite senologiche e 4000 interventi chirurgici .

Biopsia liquida, immunoterapia e oltre: il futuro delle cure oncologiche nel tumore al senoIl tumore al seno rappresenta...
15/12/2025

Biopsia liquida, immunoterapia e oltre: il futuro delle cure oncologiche nel tumore al seno

Il tumore al seno rappresenta una delle principali sfide della medicina oncologica moderna. Tuttavia, grazie ai progressi della biologia molecolare, della genomica e dell’oncologia di precisione, le strategie diagnostiche e terapeutiche stanno evolvendo rapidamente. Tecnologie innovative come la biopsia liquida, l’immunoterapia e le terapie target stanno ridefinendo il paradigma di cura, offrendo trattamenti sempre più personalizzati ed efficaci.

Biopsia liquida nel tumore al seno: una nuova frontiera diagnostica

La biopsia liquida è una metodica diagnostica avanzata che consente l’analisi del tumore attraverso un semplice prelievo di sangue. Essa permette di identificare DNA tumorale circolante (ctDNA), cellule tumorali circolanti (CTC) ed altri biomarcatori molecolari.

Vantaggi clinici della biopsia liquida:

tecnica minimamente invasiva

monitoraggio dinamico dell’evoluzione tumorale

valutazione della risposta ai trattamenti oncologici
identificazione precoce di mutazioni di resistenza

supporto alla scelta di terapie mirate

Nel tumore al seno, la biopsia liquida è sempre più utilizzata per guidare decisioni terapeutiche e migliorare la prognosi, specialmente nelle forme metastatiche.

Immunoterapia nel tumore al seno

L’immunoterapia oncologica rappresenta uno dei più importanti progressi della ricerca degli ultimi decenni. Questa strategia terapeutica agisce potenziando il sistema immunitario del paziente affinché riconosca e distrugga le cellule tumorali .

Nel tumore al seno, l’immunoterapia ha mostrato risultati significativi soprattutto nel carcinoma mammario triplo negativo, caratterizzato da elevata aggressività e limitate opzioni terapeutiche tradizionali. L’uso di inibitori dei checkpoint immunitari, spesso in combinazione con la chemioterapia, ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione in pazienti selezionate.

Medicina di precisione e terapie target

La crescente comprensione delle alterazioni genetiche e molecolari del tumore al seno ha permesso lo sviluppo di terapie a bersaglio molecolare. L’analisi genomica consente di identificare specifici target terapeutici, come:

recettori ormonali

HER2

mutazioni geniche specifiche

Questo approccio consente di somministrare il trattamento più appropriato per ogni singola paziente, riducendo la tossicità e aumentando l’efficacia clinica.

Il futuro delle cure oncologiche per il tumore al seno

Il futuro dell’oncologia mammaria è orientato verso un modello integrato che combina:

biopsia liquida

immunoterapia

terapie personalizzate
intelligenza artificiale e big data

L’obiettivo è una medicina sempre più predittiva, preventiva e personalizzata, capace di migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita delle pazienti.

Conclusioni

L’evoluzione delle cure oncologiche nel tumore al seno testimonia come la ricerca scientifica stia trasformando una patologia complessa in una condizione sempre più gestibile e trattabile. Investire in innovazione, prevenzione e informazione scientifica rimane fondamentale per continuare a migliorare gli outcome clinici.

Prof.Massimo Vergine
Direttore Unità Operativa della Chirurgia della mammella
Policlinico Umberto I di Roma

🟥 Non Sei Sola: Storie di Donne che Hanno Affrontato il Tumore al SenoCi sono parole che pesano come macigni: “tumore al...
13/12/2025

🟥 Non Sei Sola: Storie di Donne che Hanno Affrontato il Tumore al Seno

Ci sono parole che pesano come macigni: “tumore al seno” è tra queste.
Quando arrivano, spesso portano con sé paura, smarrimento, domande senza risposta.
Ma c’è una cosa che vale la pena ricordare, sempre, soprattutto nei momenti più difficili:

Non sei sola.

Ogni giorno, migliaia di donne affrontano questa battaglia con una forza che spesso non sapevano di avere. Le loro storie parlano di lacrime, certo, ma anche di resilienza, di sorrisi ritrovati, di nuove consapevolezze.

🌸 C’è Anna, che dopo la diagnosi ha trasformato la paura in determinazione, trovando nel gruppo di supporto un abbraccio che non sapeva di cercare.
🌸 C’è Sara, che ha riscoperto la bellezza di chiedere aiuto e di lasciarsi sostenere.
🌸 C’è Maria, che ha trovato nella sua famiglia la forza per rialzarsi ogni volta che la terapia la buttava giù.

Le loro storie non sono solo racconti: sono fari.
Sono la dimostrazione che anche nelle giornate più buie esiste una luce, anche piccola, che continua a brillare.

❤️ Per chi sta affrontando il percorso oggi

Ricorda che ogni emozione è valida.
Ricorda che puoi essere fragile e forte allo stesso tempo.
Ricorda che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza.

E soprattutto, ricorda questo:
ci sono donne che hanno camminato dove stai camminando tu… e sono qui per dirti che si può andare avanti.

🌷 Non sei sola. Mai
Prof. Massimo Vergine
Direttore Unità Operativa della Chirurgia della mammella
Policlinico Umberto I di Roma

Tumore al seno: screening dai 45 anni in tutte le regioni. Lo chiedono (anche) i radiologiI radiologi italiani prendono ...
12/12/2025

Tumore al seno: screening dai 45 anni in tutte le regioni. Lo chiedono (anche) i radiologi

I radiologi italiani prendono posizione netta sullo screening mammografico a partire dai 45 anni, come da tempo chiedono le associazioni di pazienti. Già molte regioni, in Italia, hanno esteso la fascia di età includendo le più giovani, ma non tutte: una situazione che crea disparità. Sebbene non vi sia un allarme, ci sono dati, soprattutto da Oltreoceano, che indicano un cambiamento nelle curve epidemiologiche del tumore al seno, con un aumento del numero assoluto di casi nelle donne giovani (un indicatore diverso dall’incidenza).
Lo studio Usa: il 20% dei casi sotto i 40 anni
Proprio nei giorni scorsi, uno studio presentato al Congresso della Società dei Radiologi del Nord America, a Chicago, ha mostrato che il 20-24% di tutti i tumori del seno registrati nel corso di circa un decennio in sette strutture del Dipartimento di New York sono insorti in donne di età compresa fra i 18 e i 40 anni (età in cui però, è bene ricordarlo, la mammografia non è indicata).
“Come Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm), che ha guidato la delegazione dei radiologi medici italiani, abbiamo seguito la presentazione del lavoro che impone serie riflessioni - commenta Nicoletta Gandolfo, Presidente Nazionale Sirm e direttore del Dipartimento Immagini Asl3 di Genova - In primo luogo perché questo dato è simile a quello italiano: nel nostro Paese - sottolinea Gandolfo - il 20% dei casi di carcinoma mammario, circa 11.000 l’anno, insorge sotto i quarant'anni. Un numero rilevante e quasi raddoppiato negli ultimi trent'anni”. Le cause, prosegue l’esperta, non sono certe, ma in gran parte potrebbero essere riconducibili a fattori di rischio come obesità, alcol e fumo, oltre che a fattori ormonali legati ai cambiamenti negli stili di vita femminili, come una gravidanza tardiva, pochi figli e il mancato allattamento al seno. “Va inoltre considerato che, quando insorge in età giovanile, spesso la neoplasia è più aggressiva, come nelle forme triplo negative”.
Estendere lo screening
Da qui il consenso ad uniformare l’età di partenza dello screening mammografico in tutte le regioni italiane: “Apprezziamo lo stanziamento di risorse da parte del Ministro della Salute per ampliare la fascia d'età per lo screening del tumore della mammella e del colon retto - sottolinea Luca Brunese, Presidente eletto Sirm - È importante avviare campagne per incrementare la percentuale di adesione ancora troppo bassa, spiegando alle donne la grande importanza della diagnosi precoce: individuare un tumore nelle prime fasi può garantire superamento della neoplasia e spesso la guarigione”.
La Sirm è fortemente impegnata in questo lavoro in collaborazione con le altre società scientifiche come l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, e senza dimenticare la rilevanza del medico di medicina generale, soprattutto nelle regioni del Sud. Grande importanza, poi, va data all’individuazione delle forme ereditarie: “Si stima che almeno il 5-10% di tutti i tumori del seno presentino una familiarità - conclude Gandolfo - In queste donne che presentano una componente ereditaria (soprattutto dei geni Brca1 e 2, ) è indispensabile avviare percorsi di consulenza genetica che permettano di pianificare la prevenzione e l'eventuale cura in modo più mirato ed efficace”.

🟥 In cosa consiste la tecnica del linfonodo sentinella nel tumore al seno?Quando si parla di tumore al seno, uno degli a...
12/12/2025

🟥 In cosa consiste la tecnica del linfonodo sentinella nel tumore al seno?

Quando si parla di tumore al seno, uno degli aspetti più importanti è capire se la malattia si è diffusa ai linfonodi. Per farlo, oggi si utilizza una procedura moderna e meno invasiva: la tecnica del linfonodo sentinella.

💡 Ma cos’è esattamente il linfonodo sentinella?
È il primo linfonodo (o gruppo di linfonodi) verso cui drenano la linfa e le eventuali cellule tumorali provenienti dal tumore. In altre parole, è la “sentinella” che può dare informazioni preziose su ciò che accade nel resto della regione linfatica.

🔬 Come funziona la procedura?

1. Localizzazione del linfonodo
Prima dell’intervento, viene iniettata vicino al tumore una piccola quantità di un tracciante (radioattivo o colorante). Questo serve a individuare esattamente il linfonodo sentinella.

2. Prelievo durante l’intervento
Il chirurgo individua il linfonodo segnato e lo rimuove attraverso un piccolo taglio.

3. Analisi al microscopio
Il linfonodo viene esaminato per capire se contiene cellule tumorali

📌 Perché è così importante?

✔ Riduce la necessità di interventi invasivi
In passato si rimuovevano molti linfonodi ascellari, con possibili effetti collaterali (dolore, gonfiore, linfedema).
Oggi, se il linfonodo sentinella è negativo, spesso non è necessario togliere gli altri.

✔ Guida le scelte terapeutiche
Il risultato permette ai medici di definire meglio il piano di cura (chirurgia, chemioterapia, radioterapia).

✔ È molto preciso e affidabile
La tecnica è considerata uno standard nella chirurgia del tumore al seno.

🌸 Un passo avanti per la qualità di vita

La tecnica del linfonodo sentinella rappresenta un grande progresso: permette diagnosi più accurate con un impatto minore sul corpo e sul recupero della paziente. Un esempio concreto di come la medicina moderna stia diventando sempre più personalizzata e attenta al benessere della donna.

Prof. Massimo Vergine

🟥Nodulo al Seno: Diagnosi, Cause e Gestione Clinica▶️▶️ IntroduzioneLa comparsa di un nodulo al seno è una delle cause p...
11/12/2025

🟥Nodulo al Seno: Diagnosi, Cause e Gestione Clinica

▶️▶️ Introduzione
La comparsa di un nodulo al seno è una delle cause più frequenti che porta la paziente a cxonsultare un senologo.Spesso infatti può creare uno stato d’ansia perchè può far sospettare un tumore Tuttavia, la maggior parte dei noduli mammari sono benigni. È quindi fondamentale fare i giusti pqassi per arrivare ad una diagnosi della natura del nodulo.

Cosa si intende per nodulo al seno
Un nodulo al seno è una massa solida o cistica, di dimensioni variabili, che si forma nel tessuto mammario. Può essere scoperto casualmente dalla donna durante l’autopalpazione oppure nel corso di un controllo clinico o strumentale. I noduli possono essere:

Benigni (circa l’80% dei casi)

Maligni (carcinoma mammario)

Infiammatori (ascessi o mastiti)

Cause principali
1. Noduli benigni
Fibroadenoma: è la forma più frequente nei giovani adulti; mobile, solido, non doloroso.

Cisti: cavità ripiene di liquido, comuni nelle donne tra i 35 e i 50 anni.

Lipomi: tumori benigni del tessuto adiposo.

Papilloma intraduttale: piccola escrescenza nel dotto mammario, talvolta associata a secrezione ematica.

2. Noduli maligni
Carcinoma duttale infiltrante: il più frequente.

Carcinoma lobulare: tende a essere multifocale e bilaterale.

Malattie rare: come il carcinoma infiammatorio o la malattia di Paget del capezzolo.

3. Alterazioni ormonali
Durante il ciclo mestruale, in gravidanza o menopausa, il tessuto mammario può subire modifiche temporanee, creando nodularità fisiologiche.

Sintomatologia
La presenza di un nodulo al seno può essere:

Asintomatica (frequente nei noduli benigni)

Dolorosa, specie in fase premestruale

Accompagnata da:

Cambiamenti della cute (retrazione, arrossamento)

Secrezioni anomale dal capezzolo

Linfonodi palpabili in sede ascellare

Diagnosi
La diagnosi precoce è cruciale per la prognosi del tumore al seno. Il percorso diagnostico comprende:

1. Anamnesi e visita senologica
Lo specialista valuta storia familiare, sintomi, variazioni nel tempo del nodulo, e presenza di fattori di rischio.

2. Esami strumentali
Ecografia mammaria: indicata sotto i 40 anni; distingue masse solide da cistiche.

Mammografia: raccomandata dopo i 40 anni; individua calcificazioni sospette.

Risonanza magnetica (RM): utile in casi complessi, nei seni densi, o per pazienti ad alto rischio.

3. Esame citologico o istologico
Agoaspirato (FNA): per cisti o lesioni sospette.

Agobiopsia core: prelievo di tessuto per esame istologico.

Biopsia escissionale: asportazione chirurgica del nodulo.

Trattamento
1. Noduli benigni
Spesso non richiedono trattamento ma solo monitoraggio periodico. In caso di:

crescita significativa,

dolore persistente,

dubbio diagnostico,

può essere indicata l’asportazione chirurgica.

2. Noduli maligni
Il trattamento dipende dallo stadio e dal tipo di carcinoma, e può includere:

Chirurgia oncologica (quadrantectomia o mastectomia)

Radioterapia

Chemioterapia

Ormonoterapia (in caso di recettori ormonali positivi)

Terapie biologiche mirate (es. trastuzumab per HER2+)

Prevenzione e screening
La diagnosi precoce è il fattore più determinante per la guarigione. Le principali raccomandazioni includono:

Autopalpazione mensile: a partire dai 20 anni.

Visita senologica annuale: dai 30-35 anni.

Screening mammografico:

Ogni 2 anni per donne tra 50 e 69 anni (in Italia è gratuito e parte del SSN).

Possibile anticipazione in caso di familiarità o predisposizione genetica (mutazioni BRCA1/2).

Conclusioni
Il nodulo al seno è una condizione comune ma complessa, che richiede una valutazione accurata e multidisciplinare. La distinzione tra lesione benigna e maligna è fondamentale per impostare la corretta strategia terapeutica. Grazie ai progressi nella diagnostica per immagini e alla sensibilizzazione delle donne, oggi è possibile individuare e trattare precocemente gran parte delle patologie mammarie, con tassi di sopravvivenza sempre più alti.

Domande più frequenti


Come riconoscere un nodulo nel contesto della ghiandola mammaria?
Per riconoscere un nodulo al seno da una ghiandola, è importante capire che un nodulo, a differenza del tessuto ghiandolare normale, può presentare caratteristiche diverse come consistenza più dura, contorni irregolari o difficoltà a muoverlo rispetto al tessuto circostante. L’autopalpazione è utile per individuare cambiamenti, ma è fondamentale consultare un medico per una diagnosi precisa.
1. Autopalpazione:
Quando:
Effettuare l’autopalpazione una volta al mese, alcuni giorni dopo il ciclo mestruale, quando il seno è meno teso.

2. Caratteristiche del nodulo:
Consistenza:
I noduli possono essere duri, fibrosi o contenere liquido, a differenza del tessuto ghiandolare normale.

Forma e contorni:
Un nodulo maligno può avere contorni irregolari, sfumati o frastagliati, mentre un nodulo benigno, come una cisti, può avere contorni più regolari.

Mobilità:
Un nodulo maligno può essere più difficile da muovere rispetto al tessuto circostante, mentre un nodulo benigno può essere più mobile.

Dolore:
Alcuni noduli, sia benigni che maligni, possono essere dolorosi, ma il dolore non è un indicatore affidabile.

Prof.Massimo Vergine

https://massimovergine.it/2025/07/09/nodulo-al-seno-cosa-fare-e-quando-preoccuparsi/ #:~:text=Cosa%20si%20intende%20per%20nodulo,Infiammatori%20(ascessi%20o%20mastiti)

🟥Quali sono i fattori prognostici nel tumore della mammella?▶️▶️Fattori prognostici nel tumore della mammella▶️Il carcin...
09/12/2025

🟥Quali sono i fattori prognostici nel tumore della mammella?

▶️▶️Fattori prognostici nel tumore della mammella

▶️Il carcinoma della mammella rappresenta una delle neoplasie più comuni tra le donne a livello mondiale. La prognosi di questa patologia dipende da una serie di fattori prognostici, ovvero caratteristiche cliniche, patologiche e biologiche che influenzano l’evoluzione della malattia e la sopravvivenza delle pazienti. Comprendere questi fattori è fondamentale per personalizzare il trattamento e migliorare gli esiti clinici.

👉Lo stato dei linfonodi ascellari e le dimensioni del tumore primitivo sono notoriamente i principali indicatori prognostici , nonchè i criteri essenziali per la scelta della terapia.​

👉Dimensioni del Tumore
La dimensione del tumore è un parametro cruciale nella valutazione prognostica. Tumori di piccole dimensioni sono generalmente associati a una prognosi più favorevole. Ad esempio, pazienti con tumori di dimensioni uguali o inferiori a un centimetro, senza metastasi linfonodali, presentano una sopravvivenza libera da malattia superiore al 90% a 5 anni. ​

👉Grado Istologico
Il grado istologico valuta il livello di differenziazione delle cellule tumorali rispetto alle cellule normali. Si distingue in:​

👉G1 (ben differenziato): tumore poco aggressivo.

👉G2 (moderatamente differenziato): aggressività intermedia.​

👉G3 (scarsamente differenziato): tumore aggressivo.

👉Un grado elevato (G3) indica una malattia più aggressiva e una prognosi meno favorevole. ​

👉Attività Proliferativa
L’indice di proliferazione Ki-67 misura la percentuale di cellule tumorali in fase di divisione. Un valore elevato di Ki-67 è associato a una crescita tumorale più rapida e a una prognosi meno favorevole. ​

👉Stato dei Recettori Ormonali
La presenza di recettori per gli estrogeni (ER) e il progesterone (PR) nelle cellule tumorali è un fattore prognostico positivo. I tumori ER+/PR+ tendono ad avere una crescita più lenta e rispondono meglio alle terapie ormonali, migliorando la prognosi. ​

👉Espressione di HER2
HER2 è una proteina che, se sovraespressa, indica un tumore più aggressivo. Tuttavia, la disponibilità di terapie mirate contro HER2 ha migliorato significativamente la prognosi per le pazienti con tumori HER2-positivi.

👉Invasione Vascolare
L’invasione dei vasi sanguigni o linfatici da parte delle cellule tumorali è associata a un rischio maggiore di metastasi e recidive, influenzando negativamente la prognosi. ​La regolazione del processo di neoangiogenesi tumorale coinvolge una complicata interazione di mediatori chimici tra i quali si possono citare fattori di crescita, enzimi litici, molecole di adesione .

👉Stato Linfonodale
Il coinvolgimento dei linfonodi ascellari è un importante indicatore prognostico. Un numero maggiore di linfonodi coinvolti è correlato a un rischio più elevato di recidiva e a una prognosi meno favorevole. ​

Neoangiogenesi Tumorale
La capacità del tumore di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi) facilita l’invasione delle cellule neoplastiche nel circolo ematico, aumentando la possibilità di diffusione metastatica. ​

Mutazione del Gene p53
La mutazione del gene p53, presente in circa il 25-30% dei tumori mammari, è associata a una ripresa di malattia circa due volte più elevata rispetto ai tumori senza questa mutazione.

Conclusione
La valutazione accurata dei fattori prognostici nel carcinoma della mammella è essenziale per definire il rischio individuale di ogni paziente e pianificare un trattamento personalizzato. L’integrazione di questi parametri consente di ottimizzare le strategie terapeutiche, migliorando gli esiti clinici e la qualità di vita delle pazienti.

prenotazione visita senologica a Roma
Prof. Massimo Vergine Chirurgo senologo a Roma- Tumore al seno -visita senologica a RomaProf. Massimo Vergine-Chirurgo senologo
Primario Unità Operativa Complessa della Chirurgia della mammella del Policlinico Umberto I di Roma- Chirurgo Breast Unit

Principale area di interesse clinico è la diagnosi e trattamento chirurgico del tumore al seno con altre 30000 visite senologiche e 4000 interventi chirurgici .

Il Prof. Massimo Vergine è un chirurgo senologo con oltre 30 anni si esperienza nel campo della chirurgia oncologica della mammella, impegnato ogni giorno a ridare speranza e forza alle donne che affrontano il difficile percorso della malattia al seno.

Ricerca e innovazione: cosa sta cambiando nella lotta al tumore al senoNovità nella ricerca sul tumore al senoIl tumore ...
05/12/2025

Ricerca e innovazione: cosa sta cambiando nella lotta al tumore al seno

Novità nella ricerca sul tumore al seno
Il tumore del seno non è più una sola malattia: negli ultimi dieci anni la ricerca l’ha scomposto in sottotipi molecolari, ognuno con debolezze diverse e — soprattutto — con trattamenti mirati. Negli ultimi tempi stiamo assistendo a cambiamenti rapidi e concreti: terapie “intelligenti” che portano farmaco direttamente sulla cellula tumorale, immunoterapie integrate nei protocolli precoci, test non invasivi che sorvegliano il tumore nel sangue e intelligenza artificiale che aiuta a trovare lesioni prima e con più precisione. Qui spiego, in parole semplici ma con rigore, le principali innovazioni e che impatto hanno (o potranno avere) su pazienti e clinici.

1) Terapie mirate e gli “antibody-drug conjugates” (ADC): colpire il tumore con precisione
Gli ADC sono farmaci ibridi: un anticorpo che riconosce una proteina presente sulla cellula tumorale + una “testa” citotossica che viene rilasciata una volta che l’anticorpo entra nella cellula. Questo consente di aumentare l’efficacia e, spesso, ridurre gli effetti collaterali sistemici della chemioterapia tradizionale.

Un esempio ormai trasformativo è trastuzumab-deruxtecan (T-DXd, commercialmente Enhertu): inizialmente sviluppato per tumori HER2-positivi, ha mostrato benefici anche in pazienti con espressione HER2-low, cioè livelli più bassi di HER2, ampliando il numero di donne che possono trarne vantaggio. I risultati clinici recenti hanno confermato miglioramenti importanti in sopravvivenza e controllo della malattia.

Un altro ADC di grande impatto è sacituzumab govitecan (Trodelvy), particolarmente rilevante nel sottotipo più aggressivo, il triple-negative (TNBC). Studi e dati real-world stanno consolidando il suo ruolo e migliorando la qualità di vita dei pazienti con malattia avanzata.

2) Immunoterapia nel tumore al seno: non solo per malattie avanzate, ma anche in fase precoce
Negli ultimi anni gli inibitori del checkpoint immunitario (per esempio pembrolizumab) hanno superato la barriera dello stadio avanzato e sono entrati nei protocolli neo-adiuvanti (prima dell’intervento) per il TNBC ad alto rischio. Prove cliniche su larga scala hanno dimostrato che l’aggiunta di immunoterapia alla chemioterapia neoadiuvante aumenta la percentuale di risposta patologica completa e, in alcuni casi, la sopravvivenza globale. Questo cambia l’approccio terapeutico: non si tratta più soltanto di “salvare” pazienti con malattia avanzata, ma di prevenire la recidiva già nelle fasi iniziali. PubMed+1

Inoltre, combinazioni nuove (per esempio ADC + immunoterapia) mostrano risultati promettenti in trial recenti, suggerendo che l’integrazione di strategie può amplificare l’effetto terapeutico. Un esempio in prospettiva è la combinazione Trodelvy (ADC) + pembrolizumab che in studio ha ridotto il rischio di progressione in pazienti con TNBC. Reuters

3) Biomarcatori e medicina di precisione: scegliere il trattamento giusto per la persona giusta
La caratterizzazione genomica del tumore (panel NGS, ricerca di mutazioni BRCA, alterazioni di pathway DDR) guida l’uso di inibitori di PARP, terapie ormonali mirate o l’inclusione in trial di farmaci sperimentali. La tendenza è chiara: meno “one-size-fits-all”, più terapie personalizzate basate sul profilo molecolare del tumore.

4) Liquid biopsy (ctDNA): il “termometro” non invasivo del tumore al seno
La ricerca sul DNA tumorale circolante (ctDNA) ha fatto passi da gigante. La ctDNA permette di:

rilevare precocemente recidive prima che compaiano radiologicamente;

monitorare la risposta al trattamento in tempo reale;

identificare meccanismi di resistenza e nuovi bersagli terapeutici.

Studi e revisioni recenti evidenziano come la ctDNA stia diventando uno strumento praticabile per il follow-up e, in prospettiva, per la diagnosi precoce di tumori in popolazioni selezionate (screening integrato). Tuttavia permangono sfide tecniche e di sensitività per l’uso su larga scala.

5) Intelligenza artificiale e imaging: più occhi su ogni mammografia
L’IA applicata alla diagnostica per immagini (mammografia, ecografia, risonanza) sta migliorando la sensibilità e riducendo i falsi negativi/falsi positivi in studi prospettici e nazionali. Progetti pilota e studi multicentrici mostrano che sistemi di AI-assistenza aiutano i radiologi a rilevare più carcinomi e a snellire il lavoro di lettura degli screening, con potenziale impatto sulla diagnosi precoce su larga scala. PMC+2Nature+2

6) Prevenzione, accesso e qualità della cura: le sfide non cliniche
L’innovazione scientifica non è sufficiente se non arriva ai pazienti. Questioni di costo, di valutazioni regolatorie e di disuguaglianze nell’accesso (nazionale e internazionale) possono creare gap tra ciò che la scienza offre e ciò che i pazienti ottengono. Lo sviluppo di linee guida aggiornate, politiche di rimborso e percorsi assistenziali integrati sarà cruciale per tradurre i progressi in risultati reali di salute pubblica. The Guardian+1

7) Cosa cambia per le pazienti — e cosa aspettarsi
Diagnosi più precoce e più precisa grazie a IA e ctDNA.

Trattamenti più efficaci e meno tossici con ADC e terapie mirate.

Strategia terapeutica personalizzata basata su vari test molecolari.

Possibilità che l’immunoterapia diventi standard anche in fasi iniziali per sottogruppi ad alto rischio.

Un percorso di cura che richiede sempre più collaborazione multiprofessionale (oncologo medico, chirurgo, radiologo, genetista, psico-oncologo).

8) Limiti e aree che richiedono ancora ricerca
Sensibilità della ctDNA per la diagnosi precoce in popolazioni sane.

Identificazione dei biomarcatori che predicono risposta/ri­sistenza alle nuove combinazioni terapeutiche.

Migliore gestione tossicità a lungo termine degli ADC e degli immunoterapici.

Strategie per rendere sostenibili e accessibili i nuovi farmaci a livello di sistema sanitario.

Conclusione — un bilancio ottimistico ma realistico
La lotta contro il tumore al seno sta entrando in una nuova fase: terapie più intelligenti, diagnostica meno invasiva e strumenti digitali che amplificano le capacità dei clinici. I risultati clinici degli ultimi anni mostrano che queste innovazioni migliorano realmente gli esiti per molte pazienti, ma l’impatto complessivo dipenderà dall’integrazione di queste scoperte nei percorsi di cura e dalla capacità dei sistemi sanitari di garantirne l’accesso.

vedi la bibliografia all'articolo
https://massimovergine.it/2025/12/05/ricerca-e-innovazione-cosa-sta-cambiando-nella-lotta-al-tumore-al-seno/

Prof. Massimo Vergine
Direttore dell'Unità Operativa della Chirurgia della mammella- Policlinico Umberto I di Roma

Indirizzo

Dove Lavoro/Policlinico Umberto I
Rome
00147

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