09/10/2023
Oggi inizia la settimana di consapevolezza sul lutto perinatale.
Condiviamo il post di CiaoLapo Onlus.
Diffondere conoscenza e consapevolezza significa sostenere la ricerca e fare prevenzione.
Significa accogliere genitori in lutto.
Nella nostra cultura alcuni argomenti sono ancora tabù.
Portarli alla luce alleggerisce il cuore 💙
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=623840719953304&id=100069821446158
Oggi inizia la l’intensa settimana che precede il 15 ottobre.
Sabato, a Firenze, ho avuto la possibilità di parlare del movimento del davanti a persone che per lavoro si occupano di lutto neonatale e del lattante o che lo hanno vissuto in prima persona.
Molte di loro non conoscevano questo movimento globale, che dagli anni ottanta del secolo scorso ha letteralmente cambiato l’assistenza ai genitori in lutto, un ospedale dopo l’altro.
Quando ho spiegato che ogni anno 5 milioni di bambini muoiono durante il terzo trimestre di gravidanza e nei primi mesi di vita, quando ho sottolineato che sono almeno cinque volte tanto le perdite del secondo trimestre e dieci volte tanto quelle del primo, le persone, non tutte, alcune, mi hanno guardato come dire: ma cosa c’entra?
D’altra parte, anche durante i lavori scientifici, dopo la mia relazione, mi hanno chiesto se ci sono differenze tra “perderlo prima della nascita o dopo”, tra perderlo piccolo o grande.
E, ancora, mi hanno guardato come si guarda un liocorno quando ho detto che nei nostri gruppi per il lutto convivono proficuamente genitori in lutto con esperienze di perdita in gravidanza e dopo la nascita anche molto diverse tra loro. E ho dovuto spiegare che perinatale in psicologia è da concepimento a primo anno di vita, non da 27 settimane a 7 giorni dopo il parto. E tutti stupiti, come se non avessero mai sentito parlare di psicologia perinatale. Eppure, tutti a lavorare con i genitori in lutto. 🫠
Ecco, io credo che, finché tutto quello che le persone, anche esperte, avranno da dire sulla perdita in gravidanza e dopo la nascita sarà cercare le differenze, creare separazioni, essere esclusivi anziché inclusivi, noi persone con esperienza di perdita in gravidanza e dopo la nascita continueremo ad essere depotenziate e ignorate là dove è invece importante e urgente cambiare l’assistenza. Un bambino desiderato e atteso è un bambino che nasce prima nella testa dei suoi genitori e poi nel corpo. Se viene a mancare fa male, anche se il tempo trascorso insieme è un’inezia. Il legame con il proprio bambino non è misurabile in chili o giorni, ma è esso stesso misura del lutto.