26/09/2025
Il Sheba Medical Center di Ramat Gan eccelle nella terapia che trasforma il sistema immunitario in un'arma contro il cancro.
Negli ultimi anni, la medicina ha compiuto passi da gigante nella lotta ai tumori. Una delle innovazioni più rivoluzionarie è la terapia CAR-T, che sfrutta il potere del sistema immunitario per combattere alcune delle forme più aggressive di tumore del sangue.
Come funziona la terapia CAR-T ?
La procedura parte da un prelievo di sangue del paziente, dal quale vengono isolate le cellule T, linfociti fondamentali per la difesa immunitaria. Queste cellule vengono poi modificate in laboratorio attraverso ingegneria genetica per esprimere sulla loro superficie i recettori chimerici per l’antigene (CAR), capaci di riconoscere specifici marcatori presenti sulle cellule tumorali. Una volta reinfuse, le cellule CAR-T agiscono come “cacciatori programmati”: individuano le cellule maligne, le attaccano e si moltiplicano, continuando a difendere l’organismo anche mesi o anni dopo il trattamento. È un approccio unico, perché non prevede cicli ripetuti di terapia, ma una sola infusione in grado di avviare una risposta duratura.
Tumori presi di mira:
ad oggi, la terapia CAR-T ha mostrato risultati significativi contro diverse patologie ematologiche:
-Leucemia linfoblastica acuta (LLA), più comune nei bambini ma presente anche negli adulti;
-Leucemia mieloide acuta (LMA), che colpisce prevalentemente gli anziani;
-Linfoma non-Hodgkin (LNH), un tumore del sistema linfatico con diversi sottotipi;
-Mieloma multiplo (MM), che ha origine nelle plasmacellule del midollo osseo.
Per molti pazienti che non avevano più opzioni terapeutiche, questa terapia ha rappresentato la possibilità di ottenere una remissione, talvolta a lungo termine.
Il percorso terapeutico
Il trattamento si sviluppa in più fasi:
-Valutazione del paziente, con test preliminari per verificare l’idoneità;
-Raccolta delle cellule T tramite leucaferesi;
-Ingegnerizzazione genetica delle cellule in laboratorio;
-Espansione e moltiplicazione fino a ottenere milioni di CAR-T;
-Chemioterapia linfodepletiva, utile a preparare l’organismo;
Infusione delle cellule CAR-T, simile a una trasfusione di sangue;
-Monitoraggio ospedaliero, per controllare possibili complicazioni;
-Follow-up a lungo termine, con controlli periodici su sangue e midollo osseo.
Effetti collaterali e rischi
A differenza della chemioterapia, la CAR-T non provoca caduta dei capelli o nausea diffusa. Tuttavia, può comportare complicazioni specifiche. La più frequente è la sindrome da rilascio di citochine (CRS), una risposta infiammatoria che si manifesta con febbre, ipotensione, tachicardia e sintomi simil-influenzali. Altra possibile complicanza è la neurotossicità (ICANS), con disturbi che vanno dalla confusione a problemi neurologici più gravi.
Sono inoltre possibili effetti ematologici, come anemia e neutropenia, che aumentano il rischio di infezioni. Nonostante questi rischi, nella maggior parte dei casi le complicanze vengono gestite con successo da team medici specializzati.
Tra i pionieri mondiali della terapia CAR-T c’è lo Sheba Medical Center in Israele, il più grande ospedale del Medio Oriente. Qui sono già stati trattati oltre 370 pazienti, con un approccio innovativo che riduce i tempi di produzione delle cellule a circa 10 giorni, senza ricorrere alla crioconservazione. Questo consente di mantenere alta la qualità delle cellule e migliorare l’efficacia del trattamento.
Una speranza concreta
La terapia CAR-T non è ancora una cura definitiva né priva di rischi, ma rappresenta un’enorme speranza per chi affronta tumori complessi e resistenti alle terapie tradizionali. È la dimostrazione che la medicina di precisione e le biotecnologie possono davvero cambiare il destino di molti pazienti, trasformando il sistema immunitario in un alleato instancabile contro il cancro.