20/09/2025
Il bullismo, si sa, è un fenomeno che esiste da sempre. Esso non nasce all’improvviso, ma cresce silenziosamente tra i banchi di scuola, nelle chat e nei gruppi. Reiterato nel tempo, il bullismo consuma e distrugge l’autostima sempre di più.
Da sempre però, almeno dalle mie osservazioni, soprattutto in contesti scolastici, bullo e bullizzato vengono trattati in maniera separata, polarizzata. Dove o si minimizza, relativizza o si prende sottogamba il disagio e la sofferenza del bullizzato. O si mette alla gogna, spesso anche di fronte a tutta la classe con rimproveri e umiliazioni il bullo. In entrambe le situazioni l’aspetto educativo non c’è, fallisce inevitabilmente, perché bullo e bullizzato non sono altro che due individui con ferite profonde e solchi interiori dolorosi, con reciproche solitudini. Cosa fare quindi? Improntare i ragazzi all’educazione emotiva, al dialogo tra le due parti, dove le diversità vengono rispettate. E la scuola in questo si presenta come fondamentale, essendo principale comunità educante.
Aspetti importanti:
• 👂 imparare ad ascoltare i segnali,
• 👀 osservare comportamenti ripetuti di esclusione e sopraffazione,
• 🤝 intervenire subito, senza minimizzare.
•. 🧑🏫 creare un dialogo
Educare al rispetto, alla diversità e al coraggio di chiedere aiuto è la chiave per prevenire storie di solitudine e sofferenza che possono durare anni.
➡️ Il bullismo non è un problema del singolo: è un problema della comunità educativa. E tutti possiamo fare la nostra parte.