10/11/2025
Perché pensare che questa vita sia separata da quella precedente,
quando una nasce dall’altra, come un’eco che si rinnova nel tempo?
Nei film dedicati a Vlad — da Dracula Untold al recente Dracula – L’amore perduto di Luc Besson — prende forma la leggenda di un uomo condannato a vagare nei secoli alla ricerca della reincarnazione della sua amata, Elisabeta.
Quando infine la ritrova, dopo quattrocento anni, quell’incontro non è casuale: è sincronicità.
Ogni vita si apre come un nuovo capitolo, un passaggio evolutivo che ci invita a trasformare il dolore antico in amore consapevole.
Vlad non desidera possedere l’amata, ma liberarla — e liberarsi — dal destino della sofferenza che si ripete.
Affronta la propria dannazione per sciogliere la catena che lo lega al passato.
Come insegna Jung, la sincronicità è quel misterioso intreccio in cui gli eventi non si incontrano per causa, ma per significato.
Le anime, unite da fili invisibili, si ritrovano attraverso i secoli per guarire, comprendere, imparare ad amare davvero —
non come possesso, ma come coscienza che abbraccia.
Ogni incontro che viviamo è una possibilità evolutiva:
un invito a rivivere ciò che non abbiamo potuto, a integrare ciò che è rimasto sospeso nei capitoli precedenti della nostra esistenza.
Amare, allora, è un atto di coraggio.
Significa affrontare i propri demoni interiori, le ferite ereditarie, le memorie del dolore che attraversano le generazioni.
È da questa chiamata profonda che nasce l’attrazione magnetica tra Vlad e la reincarnazione di Elisabeta:
il desiderio di chiudere i cicli, di liberare sé stessi e l’altro dalla ripetizione delle ferite.
In quello spazio sacro, l’amore non è più prigionia,
ma terreno fertile di trasformazione.
Siamo la somma vivente di tutte le storie che ci hanno preceduto,
e ogni incontro autentico è una nuova occasione di trasformare le cicatrici in luce.
Riferimenti:
C.G. Jung, La sincronicità, Bollati Boringhieri, 1950
Luc Besson, Dracula – L’amore perduto, 2025
Gary Shore, Dracula Untold, 2014
D. Zimberoff, Antecedenti genealogici e traumi transgenerazionali, Routledge, 2013