15/03/2022
Oggi si celebra la giornata nazionale dedicata alla consapevolezza dei disturbi alimentari (DCA): questa volta il post è lungo, complesso e forse per alcuni di voi anche noioso, ma l'argomento richiede di spendere ben più che qualche parola per porre l'attenzione e cercare di fare un po' di chiarezza su una problematica così dolorosa e spesso ancora trascurata.
Cominciamo con il definire alcuni concetti e termini.
L'anoressia (dal greco ἀνορεξία assenza di appetito) è un disagio che comporta il rifiuto del cibo.
Comunemente questo termine viene usato per definire l'anoressia nervosa, ma in realtà esistono molteplici possibili cause di una diminuzione dell'appetito.
Alcuni possono essere trascurabili o addirittura legati a processi fisiologici (anoressia senile), altri, invece, potrebbero essere l'indice di una grave condizione clinica (epatite virale acuta, tumore, morbo di Crohn, depressione, demenza, carenza di zinco, gastroenterite, ecc...) o legate all'uso di sostanze (amfetamine, antidepressivi, nicotina, ecc...) e quindi comportare un rischio significativo per la salute.
‼️A tal proposito desidero sottolineare un concetto a mio parere importantissimo: la mancanza di appetito non caratterizza in alcun caso l'anoressia nervosa!‼️
Il paziente anoressico, infatti, rifiuta il cibo perché non vuole, e in un certo senso non riesce ad alimentarsi, tanto che lo stimolo della fame, naturalmente presente, viene costantemente contrastato con diversi mezzi.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA), o disturbi dell'alimentazione, sono patologie caratterizzate da un'alterazione delle abitudini alimentari, spesso accompagnate ad un'eccessiva preoccupazione per il peso e per la percezione alterata del proprio corpo, tali da compromettere lo stato di salute fisica o la condizione psicosociale dell'individuo che ne soffre.
Insorgono prevalentemente durante l'adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile, anche se negli ultimi anni la tendenza è quella di vedere aumentati i casi nei giovani maschi, negli adulti e nei bambini in età prepuberale.
La pandemia ed il conseguente lockdown che abbiamo dovuto affrontare, non hanno aiutato a contrastare certe problematiche, tanto che i giovani, i soggetti fragili e sensibili hanno mostrato il riacutizzarsi e l'aggravarsi di sintomatologie pregresse o addirittura si sono evidenziate nuove manifestazioni di sofferenza psicologica tra cui appunto anche i DCA.
I disturbi alimentari, possono essere classificati sostanzialmente in 3 grandi categorie: anoressia, bulimia e sindrome da alimentazione incontrollata (binge eating disorder o BED).
L'esordio dell'anoressia nervosa può essere scatenato da un evento traumatico o da una dieta sconsiderata o "fai da te" iniziata per perdere solo qualche chilo, di cui, però, si perde il controllo, arrivando ad eliminare un alimento dopo l'altro e discriminando soprattutto quei cibi a più alto contenuto calorico (ricchi in grassi e carboidrati).
Un recente studio francese avrebbe identificato in una proteina, prodotta da alcuni batteri intestinali, una delle possibili cause organiche dell'anoressia in quanto sembrerebbe imitare l'ormone della sazietà alterando il senso di pienezza. Sicuramente, però, l'anoressia nervosa trova le sue origini in cause essenzialmente psicologiche.
In linea di massima, la soglia di peso limite che porta alla diagnosi di anoressia è una diminuzione del peso corporeo superiore al 15% del peso normale per età e sesso, oppure un Indice di Massa Corporea (IMC, calcolato come rapporto tra il peso in chilogrammi e il quadrato dell'altezza in metri) uguale o inferiore a 17.
La bulimia nervosa (anch'essa legata a disagi psicologici o traumi) consiste, invece, in una voracità patologica ed eccessiva nel mangiare, di solito carboidrati e i dolci, ma anche cibi salati o associazioni talvolta bizzarre e disgustose.
Le cosiddette "abbuffate" sono spesso seguite da induzione del vomito che diventa estremamente dannoso perché, se reiterato, può portare a lesioni ulcerative dell'esofago e dello stomaco, riduzione della motilità intestinale e difficoltà digestive croniche. Anche il ricorso smodato a lassativi, o il digiuno, o l'eccessiva attività fisica sono utilizzati come pratiche di compensazione.
Non dobbiamo mai dimenticare che una persona affetta da un disturbo dell’alimentazione sta cercando di risolvere una situazione o un conflitto interiore trovando nella magrezza e nel controllo dell’alimentazione una "pseudosoluzione" ai suoi problemi di autovalutazione.
In questi casi infatti è fondamentale rivolgersi a professionisti quali nutrizionisti, medici, psicologi per assicurare una strategia sinergica nella lotta ai DCA.
Il ruolo dello psicoterapeuta è importante non solo per i pazienti, ma anche per i familiari, così da affrontare o correggere eventuali atteggiamenti disfunzionali nel contesto familiare stesso.
📣Guarire dai DCA è possibile? Si, numerosi studi ormai lo dimostrano e lo confermano, ma è una guerra che non si può e non si deve combattere da soli!